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PRIMO PIANO
Giovedì 20 Ottobre 2016
È così che definisce lo stato dell’Unione europea il filosofo tedesco Jurgen Habermas
Frenetico immobilismo della Ue
Ma se non si dà presto una mossa, finisce nel burrone
DI
GIULIO SAPELLI
«L
a risposta dell’Ue,
come ha detto
Jurgen Habermas, sembra caratterizzata da un «frenetico
immobilismo». «Dopo i vertici di Berlino, Bruxelles e
Ventotene dove avevamo immaginato per Bratislava un
significativo programma di
riforme, ambizioso per il futuro, abbiamo dovuto realizzare
che il frenetico immobilismo
portasse poco più che a niente.
Un documento banale, somma di tanti riassunti, elenco
di buone promesse assolutamente non all’altezza della
grande sfida Ue». Lo ha detto
il premier Matteo Renzi alla
Camera nelle comunicazioni in vista del Consiglio Ue,
lamentando che «il rilancio
dell’Ue è oggi profondamente
minato da discussioni di piccolo cabotaggio» e rivendicando
il ruolo dell’Italia che oggi ha
un «atteggiamento di stimolo, un’ingombrante presenza
nella discussione» dell’Unione
europea.
Le parole sono pietre, network.
L’ora della verità verrà
diceva Carlo Levi, e, se son
tali, rotolano e fan rumore. E dal fronte bancario con il
queste sono pietre che posso- colossale fallimento del cano contare, e molto, non solo pitalismo renano che vede
nei confronti di un’Europa sgretolarsi il contrafforte più
potente della sua
che sempre più
crescita, ossia la
pare inconsapevecchia banca mivole dell’abisso
sta che si era traverso cui ci si avsformata in questi
vicina sempre più,
anni in imponente
ma anche verso i
banca d’investitornanti sempre
mento senza avere
più faticosi e pele capabilities, che
ricolosi della vita
sono anglosassoni
politica italiana.
per eccellenza. Di
Su entrambi i
qui l’indigestione
fronti, Matteo
di asset tossici e un
Renzi viaggia in
dilagare imitativo
salita. In Europa,
che sta distruggenl’ora della verità
do le fondamenta
si avvicina e non
(il crollo è per forè quella delle
Matteo Renzi
tuna ancora lontanuove destre che
no) anche del diffuerroneamente si assimilano ai populismi, poiché so modello popolare bancario
il populismo, storicamente tedesco, se non si prenderanno
determinato, è ben altra cosa i provvedimenti opportuni.
Ma è proprio su questo
rispetto ai movimenti che rinascono in Europa e che sono punto: l’execution di una
la nuova versione della classi- strategia di resilienza e di
ca destra neofascista e neona- recovery dinanzi alla crisi da
zista con un po’ di zolfo social super rischio di deflazione che
si sta sgretolando la macchina
europea. I richiami accorati
di Matteo Renzi sono giusti
e coraggiosi dopo gli anni di
vassallaggio di Mario Monti
e di Giorgio Napolitano, ma
non bastano più. Matteo Renzi
ha bisogno di cambiare la sua
politica verso il mondo politico nazionale e deve chiamarlo
all’unità nazionale, perché se
continuerà a essere indebolito dalle fibrillazioni del Pd
sarà costantemente insidiato
dalla perdita di credibilità in
Europa.
Aver rotto il Patto del
Nazareno è stato un errore
gravissimo, anche se misureremo solo nel lungo periodo la
benevolenza impareggiabile
della scelta di aver eletto presidente della Repubblica Mattarella invece che Amato.
Ma bisognava pur costringere
i suoi oppositori a venire allo
scoperto. Forse occorreva ricordare alle minoranze del Pd
che il solo modo per acquistare
quella credibilità che non hanno tutti quanti è il fatto ch’essi nelle loro variopinte forme
dovrebbero - prima di opporsi
a Renzi - fare autocritica per
come ci hanno condotti in Europa e per come sono stati attivi castori che hanno costruito
la diga disastrosa cha ha fato
tracimare le acque velenose
dell’Europa dell’euro e del
Fiscal compact e della spaventosa sua costituzionalizzazione. Solo così potrebbero
con dignità opporsi a Renzi
e non appoggiare la sua oggi
coraggiosa battaglia.
Insomma, deve suonare
l’ora del richiamo nazionale all’unione delle forze che
l’Europa la vogliono cambiare, non con la xenofobia,
non con la politica della
reazione neoliberista, non
con la politica della liberalizzazione selvaggia. Anche
i Conservatori inglesi hanno imparato la lezione e la
Brexit è veramente la svolta
che tutti coloro che vogliono
ancora lo Stato sociale e la
democrazia non potevano
non attendersi. Ancora una
volta il modo della Common
law e della Magna Carta ci
indica la via.
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t Il rapporto con le Banche
t Il rapporto con gli Investitori
t Le testimonianze di imprenditori e addetti ai lavori
Moderano:
Gabriele CAPOLINO, Direttore ed Editore Associato, MF-Milano Finanza
Stefania PEVERARO, Caposervizio, MF-Milano Finanza
Presenta lo studio:
Alessandro FISCHETTI, Amministratore e Fondatore, Leanus
Relatori:
Vincenzo PERRONE, Ordinario Organizzazione Aziendale, L. Bocconi
Fausto BONI, General Partner, 360 Capital Partners Paolo CUNIBERTI, Executive Chairman, H-Farm,
Paola GARIBOTTI, Responsabile Country Development Plans, Unicredit Alessandro LERRO, Presidente, AIEC, Associazione italiana
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