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Commentary, 21 ottobre 2016
MANILA SI AVVICINA A PECHINO E SPAVENTA GLI USA
FILIPPO FASULO
a visita effettuata dal controverso Presidente
principale alleato americano nella sua opera di conte-
filippino Rodrigo Duterte a Pechino questa
nimento “mascherato” dell’influenza regionale cinese,
settimana conferma come l’Asia Orientale sia
la visita e le dichiarazioni del Presidente filippino sem-
davvero una delle aree del mondo geopolitica-
brano ribaltare completamente lo scenario.
L
mente più dinamiche. Durante la visita, Duterte ha affermato al cospetto del Presidente cinese Xi Jinping
che “gli Stati Uniti hanno perso”, “le Filippine lasciano
gli Stati Uniti” e “le Filippine sono insieme a Cina e
Russia contro il mondo”. Queste parole sembrano presentare un passaggio strategico dell’arcipelago filippino dall’area di influenza americana a quella cinese.
Sebbene Duterte sia noto per le dichiarazioni sopra le
righe – su tutte, gli irripetibili insulti al Papa e al Presidente Obama che già hanno causato un incidente diplomatico al vertice Asean di settembre in Laos – la
situazione sembra inserirsi in un quadro complesso e
sempre più problematico per le esigenze di politica
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estera americana. Se dopo la decisione della Corte de
L’Aia dello scorso luglio – che contestava alla Cina occupazioni indebite - le Filippine apparivano come il
L’amministrazione Obama, infatti, ha concentrato la
propria strategia internazionale – tra l’altro con un
contributo diretto dell’allora segretario di Stato e attuale favorita per la presidenza Hillary Clinton – attorno al concetto di “pivot to Asia”. Tale progetto prevedeva una riorganizzazione della distribuzione delle
risorse militari da riposizionare maggiormente in Asia
orientale a discapito del Medio Oriente. L’obiettivo,
seppur nascosto dalla retorica politica, era quello di
“gestire” l’attesa crescita cinese che presto avrebbe affiancato una maggiore proiezione estera al proprio sviluppo economico. La reazione cinese era stata senza
dubbio preoccupata e rigida. I timori cinesi di un accerchiamento si sono così manifestati con l’acuirsi di
dispute territoriali con i vicini marittimi, prima sul
fronte giapponese – gli scogli disabitati e contesi fin
Filippo Fasulo, ISPI Reseach Fellow
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Le opinioni espresse sono strettamente personali e non riflettono necessariamente le posizioni dell’ISPI.
Le pubblicazioni online dell’ISPI sono realizzate anche grazie al sostegno della Fondazione Cariplo.
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dagli anni ’40 chiamati Senkaku/Diaoyudao – e suc-
condotte dalla precedente amministrazione guidata
cessivamente sul fronte meridionale.
dall’ex-Presidente Aquino, non ricandidabile per limite
di mandati. La vittoria di Duterte ha segnato un deciso
La progressiva costruzione da parte cinese di isole ar-
spartiacque a favore della Cina, grazie ad una rinnovata
tificiali e installazioni militari ha allarmato tutti i paesi
apertura a considerare le istanze cinesi in un quadro bi-
rivieraschi del Mar Cinese Meridionale, dal Vietnam
laterale. Le posizioni pro-cinesi del Presidente filip-
alle Filippine all’Indonesia, timorosi di perdere l’ac-
pino non sono nemmeno troppo sorprendenti se si con-
cesso ad un’area ricca di risorse energetiche e di possi-
sidera che in campagna elettorale era stato accusato di
bilità di pesca. Gli Stati Uniti si sono trovati così a do-
aver ricevuto fondi da uno sconosciuto imprenditore
ver rincorrere l’attivismo cinese nella regione promet-
cinese, di essere supportato dalla nutrita minoranza ci-
tendo agli alleati di sostenerli militarmente ed econo-
nese locale e di aver avuto incontri con diplomatici ci-
micamente. I timori in termini di sicurezza dei paesi
nesi mentre invece aveva rifiutato quelli con i colleghi
regionali sono il miglior alleato statunitense in un con-
americani a Manila oltre al fatto di aver messo al centro
testo in cui tali paesi si trovano a metà del guado fra
del proprio programma economico progetti infrastrut-
una maggiore affinità politica ed economica con la
turali legati a finanziamenti cinesi.
Cina comunista e la necessità di ricorrere all’ombrello
protettivo costituito dall’esercito americano. La più
La visita di Duterte in Cina mette a rischio le strategie
grande vittoria dell’amministrazione Obama, infatti,
economiche e di sicurezza di Washington,facendo
era stata la firma – in attesa però di ratifica dal Con-
pressione sul prossimo Presidente Usa e virtualmente
gresso - del Tpp (Trans pacific partnership), un accordo
dando il via a quello che rischia di essere il tema ricor-
di libero scambio che esclude la Cina e che dovrebbe
rente del prossimo decennio: il confronto tra Stati Uniti
stringere i rapporti economici fra gli Usa e la sponda
e Cina. Poco prima di partire per Pechino Duterte
sud-occidentale del Pacifico. Infatti, la partita geopoli-
aveva già dimostrato di voler prendere le distanze dagli
tica nasconde anche uno scontro fra Usa e Cina per un
Stati Uniti annunciando – salvo rettifiche successive
maggior accesso ai mercati regionali.
dello staff – di voler interrompere le esercitazioni militari congiunte che si svolgono ogni anno. Il peggiora-
Le Filippine sono al centro di questo grande gioco re-
mento dei rapporti rischia di mettere in stand-by anche
gionale fra Usa e Cina per fattori storici, strategici e
l’Enhanced Defense Cooperation Agreement (EDCA)
politici. Già ex colonia e alleato militare americano,
un accordo che darebbe accesso alla marina militare
negli scorsi anni le Filippine si sono dimostrate come
Usa ad alcuni porti strategici dell’arcipelago.
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il maggior oppositore alle pretese cinesi. L’azione di
Manila è risultata in una sconfitta diplomatica per Pe-
Tra i molti dossier che il prossimo Presidente ameri-
chino - l’arbitrato de l’Aia - che ha intaccato la retorica
cano dovrà considerare, uno di fondamentale impor-
non espansionista cinese. Tuttavia, queste azioni erano
tanza è quello relativo al Tpp. Nonostante entrambi i
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candidati si siano detti contrari, la percezione in Asia è
che senza un tale accordo economico ci saranno ben
pochi fattori che potranno spingere i paesi del Sud Est
asiatico ad evitare di entrare maggiormente nell’influenza cinese per restare legati agli Usa. La visita rappresenta così un vistoso campanello d’allarme per gli
interessi strategici americani in Asia, un tema che condizionerà sicuramente l’azione politica statunitense al-
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meno per il prossimo decennio.
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