Commento alle letture della XXVIII domenica anno C

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LETTURE
La breve lettura dal 2° libro dei Re racconta la guarigione di Naamàn, capo di stato maggiore del re
della Siria. Il racconto ci fa notare che l’azione di Dio splende anche presso popoli stranieri e
nemici. Quando il popolo di Dio sembra sprofondare definitivamente nell’indifferenza, se non
nell’abbandono della fede, è proprio uno straniero, guarito dalla lebbra dopo l’immersione nelle
acque del fiume Giordano, che viene a rendere gloria a Dio e proclama: Ora so che non c’è Dio su
tutta la terra se non in Israele .
Lettura 2 e VANGELO
L’apostolo Paolo si trova in prigione a Roma (ed è giudicato dai pagani come un malfattore,
mentre i Giudei lo considerano un traditore. Molti amici lo hanno abbandonato o addirittura,
ancora legati al legalismo e al particolarismo delle tradizioni ebraiche, si sono schierati
contro di lui. La certezza della risurrezione del Cristo lo rende capace di affrontare qualsiasi
difficoltà. Nel Vangelo i lebbrosi si fermano alla distanza prescritta dalla legge. La
guarigione non avviene immediatamente: i lebbrosi obbediscono al comando di Gesù e
guariscono.
RIFLESSIONE
Solo un lebbroso si libera dalle strettoie della legge: un Samaritano. Forse non ha ben
compreso l’ordine di Gesù oppure, proprio perché non giudeo, non ha dato peso
all’obbligatorietà della legge. “Vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce e
si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo”. Gli altri sono rimasti legati alla legge e non sono
entrati nel mondo della gratuità e del rendimento di grazie. Dei dieci lebbrosi si dice:
“mentre essi andavano, furono sanati”. Ma solo al lebbroso samaritano Gesù dichiara:
“Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato”. Tutti sono guariti, ma uno solo, il samaritano
riconoscente, è salvato.