Quando passa Gesù - Parrocchia Sanpiox

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Entrando in un villaggio, racconta il Vangelo… Gesù passa, attraversa, percorre, si
muove e ci raggiunge. A volte, poi, decide di entrare, di fermarsi e le persone non
restano più come prima. Entrando nel villaggio Gesù incontra 10 lebbrosi. Il lebbroso
è una persona colpita, ferita da una malattia che lo sbriciola, che viene messa, anche
dalla legge, ai margini della società: è come un morto. È uno che non può rendere
culto a Dio, non può entrare nel tempio, né toccare le cose sante. E' una persona
piagata profondamente, un emarginato, in solitudine. Al massimo si allea con altri
disgraziati come lui. La lebbra era considerata, al tempo di Gesù una maledizione. I
dieci lebbrosi che vanno incontro a Gesù, si fermano, infatti, a distanza e solo da
lontano gli parlano, gridandogli il loro dolore, la loro disperazione.
Gesù maestro! Gridano i malati. E' una preghiera, l'invocazione. Chiamano, però, il
Signore per nome, come si fa con gli amici. Ed è un particolare carico di efficacia.
Perché sembra che si conoscano da tempo, che sappiano gli uni dell'altro, che si siano
già incontrati a livello del cuore. Questi lebbrosi si sentono in intimità con Gesù: la
loro invocazione è espressa con familiarità, con amore: Gesù! Chi si riconosce malato,
bisognoso, povero, può trovare posto nel cuore di Dio. Poi lo chiamano 'maestro', per
riconoscere che in Lui, Gesù, riconoscono 'uno che sta in alto', vicino a Dio, una
persona che insegna il senso della vita, che merita di essere seguito, che può
cambiare le persone, i cuori. Può cambiare la loro vita di lebbrosi. E qui siamo al
cuore della verità, qui è svelato il mistero della lebbra, per affrontare la malattia
dell'anima: essa è il peccato, è la lontananza da Dio, la mancanza di amicizia, di
comunione con Lui. È la mancanza d'amore, la lontananza da Dio che fa disseccare
l'anima e la fa morire pian piano.
La grande impresa di Gesù sta proprio nel far capire che cambiando i cuori si cambia
il mondo. Liberando i cuori dagli egoismi si libera il mondo dal male. Dopo
l'incontro con Gesù, per i 10 lebbrosi c'è un cammino, un tratto di strada da
percorrere, verso il tempio per presentarsi ai sacerdoti. La fede è camminare, avere
fiducia, e camminando si avvera la guarigione. È vivendo in uno spirito di docilità, di
accoglienza, di attenzione alle ispirazioni del bene che la fede permette i miracoli.
Nove dopo l'incontro con Gesù si perdono un po'. La loro fede si stanca. Si
smarriscono. Perché? Perché manca la costanza nel camminare, perché ci si dimentica
di Dio, perché ci si lascia distrarre da quanto si è raggiunto nella vita, perché ci si
accontenta di vivacchiare, perché non ci si rende conto che tutto è dono. Quanto
presto ci si dimentica di ringraziare e lodare per quello che si è e si ha. Uno solo tornò
indietro a ringraziare. Tornò indietro! Non è un semplice movimento fisico, un
cambiamento di direzione e di marcia, ma piuttosto un vero e proprio rivolgimento
interiore, profondo.
'Tornare" è il verbo della conversione, del ritorno a Dio. E' il cambiare qualcosa in
un'altra cosa; è il tornare a casa, dopo essersi allontanati. Così fa questo lebbroso:
cambia la sua malattia in benedizione, la sua lontananza da Dio in amicizia, in
rapporto di intimità. Cambia, perché si lascia cambiare da Gesù stesso, si lascia
raggiungere dal suo amore. E ringrazia. Il termine greco usato è lo stesso di
Rümelinbachweg14-4054Basel-Tel.061/272.07.09-Fax061/281.75.25-Ccp40-21272-4
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eucarestia. Sì, è proprio così: il lebbroso 'fa eucaristia'! Si siede alla mensa della
misericordia, dove riceve il pane e il vino dell'amore gratuito, della salvezza, del
perdono, della vita nuova. Finalmente può pregare, avvicinandosi a Dio in piena
fiducia. Il grazie, l'eucarestia diventa anche impegno, azione. Alzati e va! E' l'invito di
Gesù, del Signore. Alzati, cioè 'Risorgi!'. È la vita nuova. La lebbra è scomparsa.
P.Valerio,parroco
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