Manovra, sostegno alle famiglie

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Transcript Manovra, sostegno alle famiglie

Da oggi “Effetti Collaterali” con le
vignette di Vincino, Filippo Bessone,
Bicio Fabbri e le “Parole povere”
di Jop. Una colonna “rivoluzionaria”
per il sabato dell’Unità P. 9
Fondata da
Antonio Gramsci
nel 1924
Questo giornale
ha rinunciato
al finanziamento
pubblico
l
€1,40
Anno 93 n. 266
Sabato, 8 Ottobre 2016
unita.tv
Manovra, sostegno alle famiglie
l Piano diviso in due tempi: subito 150 euro al mese per ogni figlio. Il resto con la riforma Irpef
l Cnel, Province, Senato: così la riforma della Costituzione farà risparmiare 500 milioni P. 2-5
Gli scontrini,
Marino e noi
Il dramma di
Haiti
I
y(7HD9B7*KKMKKT( +]!#!z!"!:
Marco Causi
o sono contento della
decisione della procura di
Roma di stralciare dalle
indagini ben 116 persone
inizialmente sospette di
essere in qualche modo
coinvolte con il «mondo di mezzo».
E sono contento dell’assoluzione, in
un altro e diverso procedimento, di
Ignazio Marino. Fra i 116 c’è un
altro ex sindaco di Roma, Gianni
Alemanno, un mio avversario
politico: ma ho sempre ritenuto che
la reputazione istituzionale del
Campidoglio avrebbe subito colpi
gravissimi, che si sarebbero estesi
all’Italia e avrebbero colpito l’intera
città di Roma, se fosse emersa la
colpevolezza per reati così gravi e
infamanti a carico di due ex sindaci
della Capitale. Per le modalità con
cui funziona il circuito fra politica e
comunicazione, dominato
dall’emotività, dal cortissimo
respiro e dall’assenza di memoria,
temo che alcuni danni si siano
comunque prodotti.
Gli effetti dell’inchiesta “mondo
di mezzo” non sono finiti. Sui filoni
centrali dell’indagine continua il
dibattimento nei processi in corso,
che hanno evidenziato numerosi
fenomeni di interconnessione fra
affarismo, talvolta criminale, e
pubblica amministrazione (non solo
comunale, anche statale e
regionale), ma anche un crescente
radicamento a Roma di
organizzazioni connotate dall’uso
della violenza a fini di
arricchimento e di controllo del
territorio. Saranno i giudici a
valutare le tesi della procura
sull’aggravante di associazione
mafiosa, ed è un buon segnale di
funzionamento della giustizia
italiana che queste accuse siano
cadute per alcuni: significa che i
procedimenti giudiziari e i
dibattimenti nelle aule del Tribunale
sono veri e non precostituiti. Sarà la
procura di Roma a dover valutare se
l’impostazione di quell’indagine, e
soprattutto il suo ampliamento “a
strascico” su tanti settori delle
pubbliche amministrazioni romane,
non contenga qualche errore.
Sta di fatto che per otto mesi
durante il 2015 nelle sedi nazionali
competenti (Ministero Interni,
Prefettura) si discuteva se procedere
o no allo scioglimento del
Campidoglio per mafia. Non mi
sembra una cosetta da nulla, anche
per i riflessi nazionali e
internazionali. E da quanto si sa –
poiché parliamo di documenti
secretati – alcune relazioni tecniche
conseguenti alle ispezioni
ministeriali in Campidoglio erano
favorevoli allo scioglimento.
Segue a pag. 5
Quasi mille morti. È passato l’uragano Matthew sui Caraibi: dietro di sé distruzione e lacrime. Haiti, più di 800 morti
Poi s’è abbattuto sulla costa orientale Usa, con minore intensità, lasciando al buio circa 600 mila persone. P. 7
Staino
Perché sbagliamo Perché
su D’Alema
D’Alema sbaglia
Luciano Violante
Andrea Romano
on condivido i toni che
alcuni autorevoli
esponenti del governo e
del SI stanno usando nei
confronti di Massimo D’Alema. Io
credo che la sua sia una scelta
sbagliata. Tuttavia la sua, come
quella di tutti i cittadini che si
esprimono per il No, è del tutto
legittima e meritevole di rispetto. Si
potrà obiettare che D'Alema e' stato a
sua volta offensivo nei confronti del
governo e del presidente dl consiglio.
È vero. Ma in politica chi è al
governo e in maggioranza ha un
dovere in più rispetto agli avversari.
Ha il dovere di ascoltarli e di
rispettarli. E non deve scendere sul
terreno dell'insulto o del dileggio. Il
dibattito sul referendum può essere
una grande occasione di
civilizzazione del dibattito pubblico.
Dipende soprattutto dal
comportamento che terranno
esponenti del Si perché la nostra
linea non è ideologica e riguarda il
contenuto della riforma.
Approfondire il solco tra i due
schieramenti non porta ad alcun
vantaggio. Impegnarsi per un clima
di serietà e di rispetto reciproco può
darci invece la possibilità di un vero
progresso civile. D’Alema non ha
bisogno di difensori e forse mi
condiziona un rapporto di antica
amicizia non interrotto dall’attuale
profonda divergenza di opinioni. Mi
preme soprattutto che per la intera
comunità nazionale questa
competizione, come sta già
avvenendo in tantissime occasioni,
sia un momento di crescita civile e
non di contrapposizione
pregiudiziale.
a politica, quella vera, è
coraggio di scegliere. È
coraggio di assumersi
responsabilità esplicite di
fronte agli italiani, di fronte ai loro
problemi». Sono parole pronunciate da
Massimo D’Alema, allora segretario del Pds,
nel gennaio 1995 di fronte al Parlamento.
Era quello il D’Alema che piacque a tanta
parte della sinistra e dell’elettorato: il leader
riformatore che non temeva di mettere in
discussione le sue e le nostre consuetudini
per affrontare di petto l’urgenza di una
riforma dello Stato, delle politiche di
welfare e del lavoro. L’uomo di partito che di
fronte alla marea dell’antipolitica, allora
molto meno minacciosa di quella che
dobbiamo fronteggiare oggi, esaltava una
politica la cui nobiltà si misurava dalla
capacità di risolvere problemi e di porsi al di
sopra delle vicissitudini personali. Per
questo oggi si fa molta fatica a riconoscere
quel leader e quell’uomo di partito negli
argomenti e nei toni che D’Alema sta
utilizzando nella sua battaglia per il NO al
referendum. Al di là della disputa su
coerenza o incoerenza, giova ricordare che i
leader sono tali perché rappresentano il
simbolo delle idee e dei metodi che hanno
incarnato. Simboli, idee e metodi che essi
hanno il dovere di custodire per il passato e
per il futuro, nonostante gli alti e bassi di
una lotta politica quotidiana in cui capita
naturalmente di darne e di prenderne. «Per
sottrarci a qualsiasi tentazione di guerra
con il passato - come scrive acutamente
Paolo Mieli nel suo libro appena uscito giova guardare a esso con una qualche
autoimposizione di una buona dose di
imperturbabilità». Il dubbio, o qualcosa di
più, è che la guerra personale di D’Alema
con il proprio passato abbia ormai
travalicato i confini della lotta politica e
della imperturbabilità.
N
«L
Cene e rimborsi, assolto l’ex sindaco Marino
«Giustizia è fatta, ristabilita la verità»
Il chirurgo si scaglia contro
il Pd: «Nessuno si scuserà»
Orfini: via perché incapace
INTERVISTA A FRANCO GABRIELLI
«Il fatto non sussiste»: il Gip assolve
l’ex sindaco di Roma nel processo per
l’uso improprio della carta di credito
“comunale” e per i compensi fittizi
destinati alla sua Onlus. Denunce sollevateinCampidogliodalM5S. P. 5
Per gli studenti
scesi in piazza
Vladimiro Frulletti
I
Trieste, via
lo striscione
per Regeni
«La guerra
all’Isis si vince
sul web»
Il sindaco: «Rimosso per
assuefazione». Cuperlo: foto
di Giulio alle finestre
P. 8
Parla il capo della polizia:
militarmente il loro
successo è impossibile P. 8
eri parecchi studenti sono scesi
in piazza, manifestazioni si sono
svolte in quasi tutte le principali
città. Ci sono state, purtroppo anche
alcune violenze: a Torino è stata
assaltata una sede del Pd, a Firenze
la polizia ha dovuto bloccare alcuni
violenti che volevano sfondare il
portone del liceo Galilei.
L’obiettivo principale della
protesta sono stati il governo e la
riforma costituzionale, con la legge
sulla “buona scuola” sullo sfondo.
P. 9
Radar Nella ex casa del popolo di Vicopisano lezioni di filosofia di alto livello. In un’atmosfera surreale P. 12