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SUL COMITATO DI VALUTAZIONE
Di cosa si tratta
La legge 107 c.d. “Buona scuola” ha istituito una nuova forma di retribuzione accessoria che non servirà
a remunerare il lavoro svolto in termini di tempo e di attività concrete e verificabili. Si tratta di una
«somma [...] definita bonus», che «è destinata a valorizzare il merito del personale docente di ruolo
delle istituzioni scolastiche» (c.128). Questo «bonus» per i meritevoli sarà riconosciuto ad una ristretta
cerchia di docenti e sarà finanziato da un apposito fondo, diverso dal Fondo di Istituto.
Il Comitato di valutazione dovrà individuare i criteri per il riconoscimento del merito attenendosi ad
indicatori molto vaghi, difficilmente convertibili in parametri oggettivi («qualità dell’insegnamento»,
«contributo al miglioramento», «spirito di collaborazione» etc.)
Il compito di distribuire il bonus ai docenti meritevoli spetterà invece al Dirigente scolastico, che
dovrà interpretare e applicare, con la discrezionalità propria di ogni atto del genere, i criteri definiti dal
Comitato.
Il Comitato di valutazione sarà costituto da: il Dirigente Scolastico, un esperto esterno (un altro
Dirigente Scolastico), due docenti scelti dal Collegio, un docente, un genitore e uno studente scelti dal
Consiglio d’Istituto.
Non sussiste alcun obbligo per il docente di far parte del Comitato di Valutazione.
Trattandosi di un organo istituito «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica» (c. 129), la
partecipazione al Comitato di Valutazione non prevede alcun compenso.
Motivi di opposizione
Attorno a questa “novità” è cresciuta una forte opposizione, dovuta ad osservazioni molto semplici
1) E’ evidente la mancanza di investimenti nel settore scuola: il Fondo di Istituto viene nuovamente
abbattuto in questo anno, non consentendo l’effettiva retribuzione delle attività progettuali e di
commissione ne’ l’attivazione delle ore di sportello necessarie per sostenere i bisogni degli studenti. I
docenti precari vengono lasciati quattro mesi senza stipendio, non si chiamano supplenze per il personale
ATA. Il tutto in un quadro di contratto nazionale che non viene rinnovato da quasi 10 anni e di blocco
della progressione di carriera.
Da una parte si taglia, non riconoscendo quanto dovuto, dall’altra si trovano soldi per istituire “bonus”
di merito elargiti dai dirigenti scolastici.
Da una parte, tramite RAV, PdM, PTOF, si vorrebbe sottoporre a verifica oggettiva tutta l’attività, misurarla
e tabularla, dall’altra si vuole valutare il merito secondo criteri che non possono essere oggettivi.
2) L’elargizione del bonus per i meritevoli da parte del Dirigente scolastico e la chiamata diretta dei
nuovi docenti:
−
minano alla base la collegialità della scuola pubblica, alimentando una competizione che contrasta
con la pratica della cooperazione e della corresponsabilità;
−
creano le basi per la trasformazione degli uffici di presidenza in altrettanti centri di potere
clientelare;
−
mettono a rischio la libertà d’insegnamento sancita dall’articolo 33 della Costituzione.
3) il Comitato di valutazione introduce un dispositivo che condiziona l’attività didattica – inducendola
all’adattamento a criteri prestabiliti da un organismo eterogeneo che non è il Collegio docenti – e in
questo modo riduce di fatto l’autonomia di programmazione didattica sia del Collegio docenti che dei
singoli Consigli di classe.
4) Il Comitato di valutazione ha una composizione eterogenea che include studenti genitori e colleghi.
Le questioni di carattere retributivo (in questo caso si tratta di retribuzione accessoria) attengono alla
relazione lavoratore - datore di lavoro, con il concorso della parte sindacale, e non includono soggetti
diversi quali l’utenza o colleghi di pari funzione. La legge 107 introduce una deriva pericolosa che agisce
discrezionalmente sulla retribuzione, fuori dal contratto di lavoro e con il concorso di soggetti esterni
alla relazione di lavoro. Per questo motivo la questione, di dubbia legittimità, è allo studio degli uffici
legali di varie organizzazioni sindacali.
Entro un triennio il MIUR dovrebbe emanare i criteri nazionali di accesso al premio per merito. Quella
che viene richiesta alle scuole è quindi una sorta di sperimentazione, prestandoci alla quale faremmo da
apripista ad una operazione che avrà ricadute molto negative sulla scuola italiana.
Che fare
Nel corso dell’assemblea sindacale d’istituto dello scorso mese di ottobre la questione è stata discussa
ed è stata elaborata una mozione, approvata all’unanimità, che prevede di non indicare i docenti membri
del comitato di valutazione.
Lo scopo è quello di dare un segnale di opposizione volto a respingere l’introduzione di un organismo
non necessario e dannoso per il buon andamento della scuola, contribuendo al contempo a portare avanti
la richiesta che le risorse destinate al merito confluiscano in quelle destinate al Fondo FIS per le varie
attività programmate.
Ribadiamo questa posizione e proponiamo che non vengano fornite candidature di docenti per la
costituzione dell’organismo.
Se le candidature fossero ugualmente avanzate proponiamo di non votare gli eventuali candidati,
precisando che la sfiducia è nei confronti dell’organismo e non delle singole persone
Ugualmente invitiamo la componente docenti del consiglio d’istituto a non esprimere candidature e a
non votare eventuali candidati
Sarebbe inoltre auspicabile se anche la componente genitori e studenti non indicasse proprie candidature
mostrando una posizione critica rispetto a indirizzi che vogliono snaturare le caratteristiche della scuola
pubblica, basata sulla organizzazione collegiale e cooperativa
Si ribadisce la necessità che nella fase finale dell’anno scolastico sia nominata la componente docenti
per procedere esclusivamente alla valutazione dei neoimmessi in ruolo.
A cura della RSU
FIRME DEI DOCENTI
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