Nomine al Senato, chi si muove dietro le quinte

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Transcript Nomine al Senato, chi si muove dietro le quinte

MERCOLEDI 10 FEBBRAIO 2016 � CORRIERE CANADESE
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CANADA
L'EDITORIALE
Nomine al Senato, chi si muove dietro le quinte
TORONTO - Sembra che il sistema transitorio per fornire i nomi
all’Advisory Board guidato da Huguette Labelle, la fase No 1, abbia
in sé un meccanismo “a prova di
guasti”. Cioè, la lista che Labelle i
suoi colleghi riceveranno ed esamineranno non sarà vincolante né
per il Primo Ministro né per il Governatore Generale.
Da un punto di vista costituzionale, il Governatore Generale, su
consiglio del Primo Ministro, fa le
nomine al Senato. Per essere chiari, tuttavia, a prescindere su come
il Primo Ministro riceva le informazioni sulle quali valuta i suoi
consigli, è lui e lui solo che determina chi sarà nominato Senatore.
Questo non vuol dire che chi aspira alla carica non possa mettere fuori il proprio nome. Chi non
mette il suo nome fuori non sarà
sicuramente preso in considerazione. Questo vuole anche dire
che chi lo fa, inevitabilmente attrarrà su se stesso lo scrutinio e
il commento. La dinamica del fare “lobbying” non sempre è prevedibile o piacevole.
Per esempio nel 2012 l’ultimo
Senatore in carica di origine italiana si dimise inaspettatamente un
anno prima della scadenza naturale del suo mandato. Molti si misero in fila per essere presi in considerazione in vista della sua sostituzione.
Si parlò a lungo del fatto che
l’ormai ex senatore si fosse dimesso per costruire consenso attorno al suo protetto. Venne anche riportato che il sempre pragmatico
Primo Ministro di quei giorni, Stephen Harper, sapendo che il processo politico richiede persone
e/o soldi per funzionare in modo
efficiente, fece una semplice domanda: lui porta con sé persone o
fondi?
Alla risposta “né l’uno né l’altro”... ma... il primo ministro voltò
pagina e nominò un perfetto sconosciuto dalla comunità filippina.
Presumibilmente ai suoi riguardi la risposta ad una delle due domande era stata affermativa.
Il Corriere Canadese all’epoca non espresse una posizione editoriale. Non lo fecero nemmeno
Omni o la CHIN, né alcuna delle
organizzazioni che rivendicano di
parlare per la comunità italo-canadese o elementi di questa.
Tuttavia, i lobbisti e gli aspiranti
alla carica di area conservatrice si
riorganizzarono. Molti altri nomi
iniziarono a venire a galla da fonti
La
LA SCHEDA
da
e
h
Sc
ADVISORY
BOARD
Huguette
Labelle
Riceverà
le candidature
entro il 15 febbraio
NECESSARIO
IL SOSTEGNO DI
UN'ORGANIZZAZIONE
Presenterà
una lista di
cinque candidati
La decisione finale spetterà
al primo ministro Justin Trudeau
altolocate del Partito Conservatore. Solo il Corriere Canadese diede
spazio a questo, riportando senza
commentare.
Si potrebbe scommettere che
nessuno di questi si troverebbe ora nella condizione di raccogliere
il sostegno necessario a influenzare Justin Trudeau, quando tutti
i loro sforzi e le loro risorse, fino
alle elezioni, erano dirette a rendersi appetibili a Stephen Harper.
Sembrerebbe uno sforzo vano.
Oggi, sempre secondo fonti attendibili, alcuni questi fedelissimi di Stephen Harper stanno marciando attorno a un candidato preferito che loro propongono di passare al vaglio dell’Advisory Board
di Labelle, mascherandolo come
“sostegno comunitario”. Non si
capisce - e francamente non interessa nemmeno - cosa li spinga a
fare questo.
È una storia leggermente differente per l’altro gruppo che ha
marciato attorno all’onnipresente e ambizioso Jason Kenney. A
quanto pare stanno puntando forte sull’ex guida di un’organizzazione comunitaria la cui attività, almeno online, si è volatilizzata.
Pensiamo che prima di avallare le pretese di entrambi i gruppi,
bisognerebbe pensarci su non una
ma dieci volte.
Il procedimento
di nomina
TORONTO - Con l’avvento del
nuovo governo cambia il procedimento di nomina dei senatori, anche se in ultima istanza la decisione finale rimane quella del primo ministro. Il 19 gennaio è stato istituito l’Advisory Board guidato da Huguette Labelle, avviando la fase uno delle nomine. In
questa fase saranno scelti cinque
senatori per le Province che attualmente sono sotto rappresentate: due per Ontario e Manitoba, uno per il Quebec. In questa fase transitoria il Board prenderà in considerazione le candidature supportate ufficialmente
da un’organizzazione. Lo stesso
candidato dovrà fare richiesta.
Contemporaneamente il Board sta portando avanti delle consultazioni con organizzazioni no
profit, gruppi comunitari, camere
di commercio, associazioni artistiche, ambientalistiche, spirituali e scolastiche.
I nominati dovranno dimostrare determinate qualità - etiche e
di integrità - e dovranno rivelare eventuali passate affiliazioni partitiche e attività politica. Il
Board alla fine presenterà al primo ministro una lista di cinque
potenziali candidati, una lista
che comunque non sarà vincolante.
Nella seconda fase, invece, le
candidature saranno aperte e non
sarà necessaria la nomina da parte di un’organizzazione esterna.
Sono 22 i seggi vacanti nel Senato canadese.
ENGLISH VERSION
Senate appointments: the “do not call, do not apply list”
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t ffice cannot put their
names forward. If you do not put
your name forward you will surely
be overlooked. It also means that,
if you do, you may attract scrutiny
and commentary. The dynamics
of “lobbying” may not always be
predictable or pleasant.
For example, in 2012, the last remaining Senator of Italian origin
resigned unexpectedly a year before his term was up. Many lined
up for consideration as his replacement. It was soon rumoured
that he had resigned to build support for his protégé. It was also
reported that the ever-pragmatic Prime Minister of the day, Stephen Harper, mindful that the political process requires people and/
or money to function efficiently
asked a simple question: does he
bring people or funds?
On hearing the word “neither”
…but… he moved on and appointed a virtual unknown from the
Filipino community. Presumably
in his regard the answer to one of
the questions was affirmative.
The Corriere Canadese at the
time expressed no editorial position. Neither in fact did OMNI
or CHIN, nor any of the organizations purporting to speak for the
Italian-Canadian community or
elements thereof.
Nonetheless,
Conservative-minded lobbyists and aspirants regrouped. Several other
names began to surface from
highly placed Conservative Party
sources. Only the Corriere Canadese gave them space, without
commentary.
It should be a safe bet that none
of them would be in a position to
muster the necessary support to
influence Justin Trudeau when all
of their efforts and resources, until
the election, were marshalled to
make themselves appealing to Stephen Harper. In vain it appears on
the evidence.
Today, again according to reliable sources, some of those loyalists to Stephen Harper are rallying around a preferred candidate
they propose to pass by Labelle’s
Advisory Board under the guise
of “community support”. Who
knows or cares to speculate on
their motives.
It is a slightly different story for
the other group rallying around
the ubiquitous and ambitious
Jason Kenney. They appear to be
throwing their weight behind a
former head of a community organization whose activity, at least
on line, has vanished into ether.
We think both groups need a cold
shower.