Rassegna Stampa 8 Gennaio 2016 - Azienda Ospedaliera della

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Via Fissiraga, 15 26900 Lodi Ufficio per le Relazioni con il Pubblico e Servizio Accoglienza

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Mod.1 Rev. 1 Data: 01/01/2016 Pagina 1 di 9

8 Gennaio 2016 IL CITTADINO

Lodi •

È ancora in prognosi riservata il 41enne colpito da meningite

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Paura del parto, è corsa al cesareo Ginecologia riapre i battenti, ma servirebbe un medico in più Smog alle stelle, crescono i malati

Codogno Sant’ Angelo Lodigiano Casalpusterlengo

IL GIORNO

Lodi Codogno Sant’ Angelo Lodigiano Casalpusterlengo Responsabile del procedimento: Dott. Davide Archi ℡ ℡ 2145 2975

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Mod.1 Rev. 1 Data: 01/01/2016 Pagina 2 di 9 Per il responsabile “infettivi” Tinelli l’unica prevenzione è il vaccino

È ancora in prognosi riservata il 41enne colpito da meningite

di Cristina Vercellone

L’uomo di Lodi, residente a Montanaso, è in rianimazione a Ferrara dal 30 dicembre con una grave infezione Meningite, ancora in prognosi riservata il 41enne di Lodi. L’uomo, residente a Montanaso, con la moglie e due bambini piccoli, è in coma farmacologico, nel reparto di rianimazione ospedaliera del Sant’Anna di Ferrara. Molti gli amici che, in questi giorni, sono in contatto con la famiglia per avere aggiornamenti costanti sul suo stato di salute. Il 41enne si era recato in visita ai parenti della moglie, in provincia di Ferrara, quando si è sentito male. Il 30 dicembre, intorno alle 17, è arrivato al Pronto soccorso dell’ospedale emiliano con febbre alta e vomito continuo. I medici gli hanno diagnosticato una grave infezione e alle 19 della sera stessa il 41enne è stato trasferito nel reparto di rianimazione. È qui che i medici gli hanno diagnosticato la meningite, una forma grave, ma non contagiosa. Gli operatori dell’ospedale l’hanno messo in coma farmacologico, per limitare gravi conseguenze, ma la prognosi è ancora riservata. Nessuna delle persone che è entrata in contatto con lui ha avuto bisogno di essere sottoposta a terapia antibiotica, proprio per via della non contagiosità della sua malattia. «Le cause della meningite possono essere batteriche o virali - spiega dall’ospedale Delmati di Sant’Angelo il primario di malattie infettive - Marco Tinelli -. L’unica forma di prevenzione è il vaccino. Quello per il meningococcco, in alcune regioni è disponibile, gratuito e aperto a tutti, mentre in altre regioni le vaccinazioni sono a tappeto solo in presenza di epidemie. Il vaccino non protegge in modo assoluto contro il 100 per cento dei ceppi di meningococco. Il vaccino contro il batterio dello pneumococco, invece, dovrebbe, a mio avviso, essere somministrato a persone immunodepresse, anziani, pazienti con la bronchite cronica o cardiopatici. Sono utili anche per fronteggiare le polmoniti e contrastare il riacutizzarsi delle bronchiti». Secondo Tinelli l’anziano affetto da altre patologie, come cardiopatie o diabete Responsabile del procedimento: Dott. Davide Archi ℡ ℡ 2145 2975

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Mod.1 Rev. 1 Data: 01/01/2016 Pagina 3 di 9 «dovrebbe fare la vaccinazione antipneumococcica». Importante poi, per prevenire la meningite, è «come sempre, lavarsi le mani il più possibile e, naturalmente, se uno ha una forma di raffreddamento o una malattia respiratoria delle alte vie, coprirsi con il fazzoletto mentre si tossisce o con le mani che vanno poi lavate. Si tratta di precauzioni semplici - dice Tinelli -, ma importanti. Bisogna allontanarsi da persone che starnutiscono o tossiscono per evitare il contagio e la trasmissione anche dell’influenza che è più frequente della meningite». In Lombardia il vaccino è raccomandato nei bambini, ma non è obbligatorio. Nel Lodigiano la meningite non è in crescita, Tra 2013 e 2015 i casi non hanno superato i 10 all’anno. In tutta Italia, nel 2014, sono stati 1313.

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Mod.1 Rev. 1 Data: 01/01/2016 Pagina 4 di 9 L’ostetricia di Lodi assiste le mamme anche dal punto di vista emotivo fin dall’inizio della gravidanza. il bilancio: «Nel 2015 nessun evento avverso e nessuna causa legale avviata dai pazienti»

Paura del parto, è corsa al cesareo

di Cristina Vercellone

Molte le donne che chiedono l’intervento sull’onda emotiva dei casi drammatici accaduti nel resto d’Italia, ma i dottori le dissuadono. Il 2016 si è aperto in modo “scoppiettante”: già 35 nascite in 7 giorni Già 35 parti dal primo gennaio. Per l’ostetricia dell’ospedale Maggiore il 2016 si annuncia scoppiettante. Nei primi 7 giorni dell’anno, infatti, c’è stata una media di 5 parti al giorno. Un boom si è registrato anche nelle richieste di parto cesareo, sulla scorta dei casi drammatici che sono successi negli altri ospedali d’Italia, proprio tra Natale e Capodanno e che hanno portato alla morte mamma e bebè. Gli operatori del Maggiore hanno dovuto spiegare alle lodigiane che i parti cesarei non servivano, per convincerle a partorire in modo naturale. «Nel 2015 i parti cesarei da noi sono diminuiti - spiega il primario Marco Di Mario -, sono stati 360 su 1383 parti, contro i 390 dell’anno prima. Siamo passati cioè dal 28 al 26 per cento. In Italia la media supera il 32 per cento e per un ospedale dotato di terapia intensiva neonatale, dove affluiscono cioè bambini con tante patologie, è un bel risultato». Eventi avversi, nel 2015, non ci sono stati, annota il primario. «Non abbiamo avuto episodi di mortalità materna durante l’assistenza in ospedale - spiega il medico -. Abbiamo avuto una decina di emorragie post partum. Quattro o cinque di queste gravi, con perdite superiori ai 2 litri di sangue, ma le abbiamo brillantemente fronteggiate. Abbiamo fatto anche un protocollo pubblicato di recente sul sito aziendale, con annotazioni su tutto quello che dobbiamo fare nelle emergenze: allertare tutta l’equipe, rianimatore e centro trasfusionale compreso e mettere in campo le misure per fronteggiare il caso. Togliere l’utero è l’ultima arma a nostra disposizione e qualche volta si è reso necessario come intervento salvavita (in 4 o 5 casi nel 2015), dopo aver percorso tutte le altre strade. Nel 2015 non ci sono state neanche rivalse medico Responsabile del procedimento: Dott. Davide Archi ℡ ℡ 2145 2975

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Mod.1 Rev. 1 Data: 01/01/2016 Pagina 5 di 9 legali. Abbiamo avuto una donna che aveva fatto un’ecografia a 12 settimane, poi si è scoperta una malformazione del feto. La donna pretendeva che noi potessimo riconoscere quella malformazione quando l’ecografia morfologica che si fa al quinto mese è l’unica deputata al riconoscimento. Questa protesta poi è finita in niente. Ci sono stati anche altri tentativi, ma dopo aver risposto al legale, spiegando come si erano svolti gli eventi, non ho più avuto riscontri. Segno che non c’erano i presupposti per procedere». Nel 2015 ci sono state circa 300 analgesie del parto in travaglio. «In costante aumento - annota Di Mario - è anche il numero di aderenti ai corsi di preparazione al parto. L’impostazione data al corso viene premiata grazie all’approccio multidisciplinare ostetrico-neonatologico, fin dale fasi iniziali della gravidanza. Siamo gli unici in Lombardia, poi, a controllare e trattare in modo capillare fin dall’inizio le modificazioni della sfera emotivo-psicologica, in modo tale da impedire che la donna si ammali. Questa possibilità, la diagnosi prenatale, la presenza della terapia intensiva neonatale, la cultura e la professionalità nell’affrontare qualunque evenienza ostetrica, la personalizzazione del percorso travaglio-parto e l’analgesia h 24 hanno costituito un valore di attrazione rilevante nel nostro reparto». Responsabile del procedimento: Dott. Davide Archi ℡ ℡ 2145 2975

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Mod.1 Rev. 1 Data: 01/01/2016 Pagina 6 di 9 Parla il primario Di Mario

Ginecologia riapre i battenti, ma servirebbe un medico in più

di C. V.

La ginecologia di Lodi ha riaperto i battenti. Dopo i disagi dei giorni scorsi, il reparto che era stato sfrattato dagli attuali locali, è tornato a funzionare a pieno regime. «Le camere sono state pulite - spiega il primario Marco Di Mario - e le pazienti sono tornate dai reparti nei quali erano state spostate, cioè la chirurgia e l’ostetricia. Anche ambulatori ed ecografie prima temporaneamente ospitate in senologia, hanno riaperto i battenti». A causare lo “sfratto” delle malate della ginecologia del quinto piano, erano stati i lavori di allacciamento degli impianti idrici e fognari al piano superiore, lo scorso 22 dicembre. Al sesto piano, infatti, dove una volta si trovava la cappella cattolica, sono in corso le opere di ristrutturazione per la nuova ginecologia. All’improvviso per i lavori di allacciamento degli impianti idrici è stato necessario intervenire anche nel piano sottostante. Quando la ristrutturazione sarà terminata, al posto dell’attuale reparto troveranno spazio le sale parto e al posto delle sale parto sarà posizionata la patologia neonatale. Il futuro di quest’ultimo servizio è legato, tra l’altro, a una nuova normativa che però, dice il primario, «non è imminente. I reparti con meno di 50 neonati all’anno sottopeso, un numero in genere compatibile con una metropoli da moltissimi abitanti, sono destinati ad essere trasformati. La norma però non è ancora né definita, né approvata». In questi giorni, invece, il reparto si trova, insieme a tutti quelli d’Italia, a fare i conti con l’applicazione della normativa europea sulle 11 ore di riposo obbligatorie dopo un turno consecutivo di 12 ore e 50 di lavoro. «Per fortuna nel nostro reparto - dice il primario - è difficile fare 12 ore e 50 continuate di lavoro, siamo riusciti a mantenere un unico medico reperibile il venerdì, il sabato e la domenica. Anche con questa soluzione però ci servirebbe un medico in più. Se si ammala qualcuno o va in ferie un collega il meccanismo salta. Mi sembra però che Renzi abbia fatto un passo indietro rispetto all’assunzione di 5mila medici Responsabile del procedimento: Dott. Davide Archi ℡ ℡ 2145 2975

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Mod.1 Rev. 1 Data: 01/01/2016 Pagina 7 di 9 promessi. Del resto chi più vuol venire a lavorare in ospedale? Qua i medici hanno il contratto fermo da anni, sono sottoposti a turni massacranti e hanno la magistratura con il fucile spianato contro di loro. Non è un bel periodo. Adesso stiamo aspettando al varco vacanze pasquali ed estive per capire cosa succederà con i turni di lavoro». Responsabile del procedimento: Dott. Davide Archi ℡ ℡ 2145 2975

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Mod.1 Rev. 1 Data: 01/01/2016 Pagina 8 di 9 Influenza gli studi medici e i letti della pneumologia presi d’assalto

Smog alle stelle, crescono i malati

di Cri. Ver.

Lo smog va alle stelle e i lodigiani si ammalano. È successo nei giorni scorsi, tra dicembre e gennaio, prima che arrivasse l’ondata di maltempo ad abbassare le polveri sottili, ma gli effetti nocivi continuano ancora oggi. A dirlo è il pneumologo Giuseppe Cipolla, in questi giorni impegnato a tutto campo nel reparto di pneumocardio e in ambulatorio, alle prese con pazienti cronici e influenza. «Rispetto all’anno scorso le patologie sono aumentate - annota il medico -; in aumento in modo esponenziale sono anche le forme con i sintomi influenzali, sebbene queste siano meno potenti dello scorso anno. Per questi malati non c’è bisogno del ricovero, vengono seguiti in ambulatorio. Credo che i sintomi siano meno importanti dello scorso anno per effetto della campagna vaccinale che quest’anno è stata più incisiva rispetto al 2014 e ha dato i suoi risultati. I 40 letti del reparto di pneumocardio, intanto, sono pieni e abbiamo anche malati ricoverati fuori reparto. Ad essere ricoverati, infatti sono i bronchitici cronici gravi. Questi pazienti hanno sempre dei peggioramenti durante l’inverno». In questo periodo, poi, annota Cipolla, «con lo smog elevato, abbiamo dovuto seguire molti bambini, anziani, ma anche gente comune con bronchiti e soprattutto riniti con sintomi prolungati nel tempo: tosse per due, tre settimane, un mese. Insomma un decorso decisamente più lungo del normale. Non patologie tali da portare al ricovero, ma molte persone visitate in ambulatorio, anche con febbre, ma prevalentemente con sintomi d irritazione delle alte vie respiratorie, naso, gola e bronchi. Il numero delle polmoniti, invece, rispetto allo scorso anno, è stabile». Ieri è stato anche il primo giorno di apertura, dopo le vacanze, degli ambulatori dei medici di famiglia. I dottori si sono trovati gli studi pieni. A testimoniarlo è lo stesso presidente dell’ordine dei medici Massimo Vajani che visita i malati a Mairago, Basiasco, Caviaga e Cavenago. «Ho sentito anche i miei Responsabile del procedimento: Dott. Davide Archi ℡ ℡ 2145 2975

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Mod.1 Rev. 1 Data: 01/01/2016 Pagina 9 di 9 colleghi - annota - quella di oggi è una giornata intensa. Abbiamo assistiti con tantissime patologie, raffreddori, faringiti, tracheiti, riniti e laringiti. La vera influenza secondo me non è ancora arrivata perché non vedo pazienti con puntate termiche elevate, ma il telefono ha iniziato a suonare alle 7.30 di questa mattina (ieri, ndr). Solo nell’ambulatorio mattutino ho visitato 40 persone». Responsabile del procedimento: Dott. Davide Archi ℡ ℡ 2145 2975