Transcript Principio costruttivista della cultura
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Processi di significazione
e negoziazione culturali
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La determinazione dell’epistemologia non quale limitazione contingente delle
possibilità in rapporto all’esaustività e alla completezza dei possibili accessibili a
partire dal punto di vista infinito, ma quale condizione, matrice, “opportunità” di
nuovi possibili costituisce il nucleo centrale di una transizione da un’epistemologia
(e da una metafisica) della rappresentazione a un’epistemologia (e una metafisica)
della costruzione
Mauro Ceruti
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- OLOGRAMMA
-APPRENDIMENTO UNITARIO
- APPROCCIO TRANSDISCIPLINARE
- NEGOZIAZIONE DI SIGNIFICATI
- STORIA DELLE DISCIPLINE
- CONCETTO DI MODELLO
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Nel campo della complessità vi è qualcosa di ancor più sorprendente. È il
principio che potremmo definire ologrammatico.
L’ologramma è un’immagine fisica le cui qualità (prospettiche, di colore,
ecc.) dipendono dal fatto che ogni suo punto contiene quasi tutta
l’informazione dell’insieme che l’immagine rappresenta. E nei nostri
organismi biologici noi possediamo un’organizzazione di questo genere:
ognuna delle nostre cellule, anche la cellula più modesta come può essere
una cellula dell’epidermide, contiene l’informazione genetica di tutto i
nostro essere nel suo insieme.
Naturalmente solo una piccola parte di questa informazione è espressa in
questa cellula, mentre il resto inibito. In questo senso possiamo dire non
soltanto che la parte è nel tutto, ma anche che il tutto è nella parte.
LE VIE DELLA COMPLESSITA’
di Edgar Morin
tratto da: La sfida della complessità,
a cura di Gianluca Bocchi e Mauro Ceruti, Milano, Feltrinelli, 1990, pp. 48-60.
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differenziazione dei percorsi di formazione ma al tempo
stesso garanzia di quadri formativi di base che danno il
coordinate di senso della cultura
(Morin)
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Presente in modo più evidente nei commenti sulla riforma a cura di E. Puricelli
indica un apprendimento che a che fare con le prassi reali, non astratte della
scuola. Ci possono essere alcune modalità:
1. modalità. Una struttura di rielaborazione dei vissuti incentrata sulla ciclicità può
consentire di dominare i fenomeni in termini di previsione: sulla base di una
successione di eventi collocata all’interno di una regolarità di intervalli si può
prevedere cosa accade successivamente. In questo caso l’Au viene formulato
riferendosi alla capacità di prevedere cosa si verificherà in termini di successione e
perciò potrebbe avere una definizione del tipo:
“saper prevedere la successione di eventi e
programmare conseguenti azioni”
2° modalità. In alternativa si può partire dai contesti di vita per rintracciare,
attraverso un approccio problematico, la ciclicità nella quotidianità: l’apprendimento
unitario in questo caso consente di sviluppare competenze complesse nella
risoluzione di problemi di ordine pratico. Ad esempio:
“programmare la successione di tempi e attività
rispettando i ritmi di una giornata scolastica”
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E’ necessario promuovere una conoscenza capace, di cogliere i problemi
globali e fondamentali per inscrivere in essi le conoscenze parziali e locali.
Questo è un problema capitare e sempre misconosciuto.
-La supremazia di una conoscenza frammentata nelle diverse discipline
rende spesso incapaci di effettuare il legame tra le parti e le totalità, e
deve far un modo di conoscere capace di cogliere gli oggetti nei loro contesti,
nei loro complessi, nei loro insiemi.
-E’ necessario sviluppare l'attitudine naturale della mente umana a situare
tutte le informazioni in un cotesto e in un insieme. È necessario insegnare i
metodi che permettano di cogliere le mutue relazioni e le influenze reciproche
tra le parti e il tutto in un mondo complesso.
E.Morin
L’“approccio transdisciplinare” è perciò pensato come approdo alla
dimensione esistenziale propria dell’uomo che permette di
oltrepassare la frammentazione del sapere culturale. Andare oltre
le discipline per conservarle, per legittimarle, per vedere in loro la
risposta ai bisogni dell’uomo, alle domande sulla condizione
umana.
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Prevede attività di cooperative learning dove il valore aggiunto è la
modalità con cui si giunge in gruppo alla realizzazione dello scopo: ciò
che importante è arrivare ad una negoziazione di significati e riflettere su
quali atteggiamenti e comportamenti abbiamo messo in campo.
Grosso ruolo gioca in questa prospettiva la “convenzione” dei significati
metodologia cardine della scuola fin dall’infanzia.
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Il celebre filosofo della scienza Kuhn parlando del concetto di PARADIGMA. Pone in
evidenza la “storicizzazione” delle discipline
Kuhn sostiene la sua celebre teoria in base alla quale lo sviluppo storico
della scienza sarebbe avvenuto attraverso la contrapposizione fra periodi di
scienza normale, contrapposti ad altri di scienza straordinaria.
In sostanza, in ogni momento storico, la comunità degli scienziati tende a
riconoscersi all'interno di un determinato insieme di teorie che costituiscono
quello che Kuhn chiama paradigma. Questa è appunto la situazione tipica
della scienza "normale", caratterizzata soprattutto dal tentativo di rendere
sempre più articolate le teorie che costituiscono il paradigma.
Accade, tuttavia, che eventi nuovi falsifichino alcune di tali teorie, mandando
progressivamente in crisi il paradigma dominante, a meno di introdurre in
esso ipotesi ad hoc epistemologicamente inaccettabili.
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In La struttura delle rivoluzioni scientifiche Kuhn scrive:
La transizione da un paradigma in crisi ad uno nuovo, dal quale possa
emergere una nuova tradizione di scienza normale, è tutt’altro che un
processo cumulativo, che si attui attraverso un’articolazione o
un’estensione del vecchio paradigma. […]
Questi esempi ci guidano verso il terzo e più fondamentale aspetto
dell’incommensurabilità tra paradigmi in competizione. In una maniera che
sono incapace di spiegare ulteriormente, i sostenitori di paradigmi
opposti praticano i loro affari in mondi differenti. […] I due gruppi di
scienziati vedono cose differenti quando guardano dallo stesso punto nella
stessa direzione.
Ciò però, vale la pena ripeterlo, non significa che essi possano vedere
qualunque cosa piaccia loro. Entrambi guardano il mondo, e ciò che guardano
non cambia. Ma in alcune aree essi vedono cose differenti, e le vedono in
differenti relazioni tra loro. [...].
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Processi di significazione
e negoziazione culturali
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La determinazione dell’epistemologia non quale limitazione contingente delle
possibilità in rapporto all’esaustività e alla completezza dei possibili accessibili a
partire dal punto di vista infinito, ma quale condizione, matrice, “opportunità” di
nuovi possibili costituisce il nucleo centrale di una transizione da un’epistemologia
(e da una metafisica) della rappresentazione a un’epistemologia (e una metafisica)
della costruzione
Mauro Ceruti
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- OLOGRAMMA
-APPRENDIMENTO UNITARIO
- APPROCCIO TRANSDISCIPLINARE
- NEGOZIAZIONE DI SIGNIFICATI
- STORIA DELLE DISCIPLINE
- CONCETTO DI MODELLO
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Nel campo della complessità vi è qualcosa di ancor più sorprendente. È il
principio che potremmo definire ologrammatico.
L’ologramma è un’immagine fisica le cui qualità (prospettiche, di colore,
ecc.) dipendono dal fatto che ogni suo punto contiene quasi tutta
l’informazione dell’insieme che l’immagine rappresenta. E nei nostri
organismi biologici noi possediamo un’organizzazione di questo genere:
ognuna delle nostre cellule, anche la cellula più modesta come può essere
una cellula dell’epidermide, contiene l’informazione genetica di tutto i
nostro essere nel suo insieme.
Naturalmente solo una piccola parte di questa informazione è espressa in
questa cellula, mentre il resto inibito. In questo senso possiamo dire non
soltanto che la parte è nel tutto, ma anche che il tutto è nella parte.
LE VIE DELLA COMPLESSITA’
di Edgar Morin
tratto da: La sfida della complessità,
a cura di Gianluca Bocchi e Mauro Ceruti, Milano, Feltrinelli, 1990, pp. 48-60.
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differenziazione dei percorsi di formazione ma al tempo
stesso garanzia di quadri formativi di base che danno il
coordinate di senso della cultura
(Morin)
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Presente in modo più evidente nei commenti sulla riforma a cura di E. Puricelli
indica un apprendimento che a che fare con le prassi reali, non astratte della
scuola. Ci possono essere alcune modalità:
1. modalità. Una struttura di rielaborazione dei vissuti incentrata sulla ciclicità può
consentire di dominare i fenomeni in termini di previsione: sulla base di una
successione di eventi collocata all’interno di una regolarità di intervalli si può
prevedere cosa accade successivamente. In questo caso l’Au viene formulato
riferendosi alla capacità di prevedere cosa si verificherà in termini di successione e
perciò potrebbe avere una definizione del tipo:
“saper prevedere la successione di eventi e
programmare conseguenti azioni”
2° modalità. In alternativa si può partire dai contesti di vita per rintracciare,
attraverso un approccio problematico, la ciclicità nella quotidianità: l’apprendimento
unitario in questo caso consente di sviluppare competenze complesse nella
risoluzione di problemi di ordine pratico. Ad esempio:
“programmare la successione di tempi e attività
rispettando i ritmi di una giornata scolastica”
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E’ necessario promuovere una conoscenza capace, di cogliere i problemi
globali e fondamentali per inscrivere in essi le conoscenze parziali e locali.
Questo è un problema capitare e sempre misconosciuto.
-La supremazia di una conoscenza frammentata nelle diverse discipline
rende spesso incapaci di effettuare il legame tra le parti e le totalità, e
deve far un modo di conoscere capace di cogliere gli oggetti nei loro contesti,
nei loro complessi, nei loro insiemi.
-E’ necessario sviluppare l'attitudine naturale della mente umana a situare
tutte le informazioni in un cotesto e in un insieme. È necessario insegnare i
metodi che permettano di cogliere le mutue relazioni e le influenze reciproche
tra le parti e il tutto in un mondo complesso.
E.Morin
L’“approccio transdisciplinare” è perciò pensato come approdo alla
dimensione esistenziale propria dell’uomo che permette di
oltrepassare la frammentazione del sapere culturale. Andare oltre
le discipline per conservarle, per legittimarle, per vedere in loro la
risposta ai bisogni dell’uomo, alle domande sulla condizione
umana.
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Prevede attività di cooperative learning dove il valore aggiunto è la
modalità con cui si giunge in gruppo alla realizzazione dello scopo: ciò
che importante è arrivare ad una negoziazione di significati e riflettere su
quali atteggiamenti e comportamenti abbiamo messo in campo.
Grosso ruolo gioca in questa prospettiva la “convenzione” dei significati
metodologia cardine della scuola fin dall’infanzia.
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Il celebre filosofo della scienza Kuhn parlando del concetto di PARADIGMA. Pone in
evidenza la “storicizzazione” delle discipline
Kuhn sostiene la sua celebre teoria in base alla quale lo sviluppo storico
della scienza sarebbe avvenuto attraverso la contrapposizione fra periodi di
scienza normale, contrapposti ad altri di scienza straordinaria.
In sostanza, in ogni momento storico, la comunità degli scienziati tende a
riconoscersi all'interno di un determinato insieme di teorie che costituiscono
quello che Kuhn chiama paradigma. Questa è appunto la situazione tipica
della scienza "normale", caratterizzata soprattutto dal tentativo di rendere
sempre più articolate le teorie che costituiscono il paradigma.
Accade, tuttavia, che eventi nuovi falsifichino alcune di tali teorie, mandando
progressivamente in crisi il paradigma dominante, a meno di introdurre in
esso ipotesi ad hoc epistemologicamente inaccettabili.
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In La struttura delle rivoluzioni scientifiche Kuhn scrive:
La transizione da un paradigma in crisi ad uno nuovo, dal quale possa
emergere una nuova tradizione di scienza normale, è tutt’altro che un
processo cumulativo, che si attui attraverso un’articolazione o
un’estensione del vecchio paradigma. […]
Questi esempi ci guidano verso il terzo e più fondamentale aspetto
dell’incommensurabilità tra paradigmi in competizione. In una maniera che
sono incapace di spiegare ulteriormente, i sostenitori di paradigmi
opposti praticano i loro affari in mondi differenti. […] I due gruppi di
scienziati vedono cose differenti quando guardano dallo stesso punto nella
stessa direzione.
Ciò però, vale la pena ripeterlo, non significa che essi possano vedere
qualunque cosa piaccia loro. Entrambi guardano il mondo, e ciò che guardano
non cambia. Ma in alcune aree essi vedono cose differenti, e le vedono in
differenti relazioni tra loro. [...].
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