STRATEGIE DI INTERVENTO PSICOMOTORIO NEI DISTURBI DI APPRENDIMENTO: Dimensioni educative-preventive Dott. Luigi Romano (Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva)

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STRATEGIE DI INTERVENTO
PSICOMOTORIO
NEI
DISTURBI DI APPRENDIMENTO:

Dimensioni educative-preventive

Dott. Luigi Romano
(Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva)


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L‘APPRENDIMENTO
è il processo di acquisizione di
conoscenza, di una competenza o di una
particolare capacità attraverso lo studio,
l'esperienza o l'insegnamento.
L'apprendimento è un processo
"esperienza-dipendente"; infatti, le
nostre esperienze possono influenzare
significativamente le nostre connessioni
neuronali e le nostre strutture cerebrali.


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IL PROCESSO DI APPRENDIMENTO
AVVIENE ATTRAVERSO L’ESPERIENZA
DIRETTA DEGLI STIMOLI (V+U+TK)
ALUNNO

S

ORGANISMO

INSEGNANTE
MEDIATORE

R


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Ricet. - Anal. vestibolare
Ricet. - Anal. acustico

Ric.- Anal.propriocettivo
(muscoli-tendinei)

Ricettore visivo
Analizzatore visivo

Analizzatore cinestetico
(articolazioni)

Ricezione
stimolo

Via
nervosa

Midollo
spinale

Via nerv.
motoria

Effettuazione


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Normale ___

I ___ Patologico

DISONTOGENESI
Intervento educativo-preventivo:
Allontanare l’individuo dalla patologia e farlo
avvicinare il più possibile alla normalità


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POTENZIALE

Neuroevolutivo

FILO
SOCIO ONTO
POTENZIALE
MEDIAZIONE

POTENZIALE
Esperienze
Apprendimento


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PROCESSO DI LETTURA
INPUT
OPTEMA

(connessa con la memoria,
permette di identificare i segni,
le forme, ecc., captare le lettere)

FONEMA

SISTEMA VISIVO

SISTEMA UDITIVO

MONEMA

(determinare

il significato,
la comprensione della lettura,
è un processo automatico,
ma è già volontario) SISTEMA VERBALE

ARTICOLEMA

SISTEMA COGNITIVO

SISTEMA VESTIBOLARE

(prodotto dal sistema verbale,
esso si traduce attraverso
la motricità orale)

OUTPUT


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DISLESSIA
Viene considerata come un disordine di
una delle cosiddette attività nervose
corticali
Incapacità globale e complessa a
decodificare il segno scritto e a
trasformarlo nel segno parlato


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LEGGERE
E’ riferito ai segni della scrittura, è
riconoscere dai segni della scrittura le
parole e intenderne il significato

• RICHIEDE ESSENZIALMENTE DUE
OPERAZIONI:
1) Identificare
2) Comprendere


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IDENTIFICARE





Consiste nel riconoscimento di ciascuna
lettera (grafema), nell’associare la lettera al
corrispondente suono o serie di suoni
(fonema) e, infine, nel fare una sintesi dei
suoni delle lettere per formare la parola.
Per esempio, il segno grafico “A” viene
riconosciuto e identificato come il suono “A”;
una successione di segni “Mano” richiama alla
mente una successione di suoni che
verbalmente formano la parola “Mano”


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• Si tratta di compiere una correlazione

Spazio-Temporale fra i segni e i suoni
corrispondenti tramite il senso della vista e
dell’udito, della percezione visiva e di quella
uditiva.

• L’IDENIFICAZIONE rappresenta l’aspetto

tecnico della lettura, poiché una parola per
essere letta deve venire compresa.


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L’IDENTIFICAZIONE IMPLICA
L’ESISTENZA DI ALTRE CAPACITA’:
1) La discriminazione:
facoltà di distinguere un suono o un
segno grafico dall’altro
2) La trasformazione:
trasformare un segno dalla forma visiva
in quella uditiva e viceversa


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• Nel processo di lettura, Identificazione e

Comprensione sono sempre compresenti in un
rapporto di interazione.

• Nell’insegnamento della lettura si deve

prestare costante attenzione a tutti e due
gli aspetti.


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FUSIONE SILLABICA
• Quanto il bambino impara a leggere deve
essere capace di fondere due suoni
assieme emettendo quello
corrispondente alla fusione.
• La fusione sillabica consiste
nell’associare il suono di una consonante
con il suono di una vocale (“p” ed “a” =
“pa”).
• Il ritmo di sviluppo di questa capacità è
individuale e progredisce tra i 5 e i 6
anni di età.


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E’ IMPORTANTE RICORDARE
CHE IL PROCESSO DELLA
LETTURA SEGUE IL
TRAGITTO DALLA PAROLA
AL PENSIERO, MENTRE LA
SCRITTURA DAL PENSIERO
ALLA PAROLA.


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IL MODELLO GENERALE DEL
PROCESSO DELLA LETTURA

• Che riesca a spiegare come avviene il

riconoscimento delle lettere, come si forma
il significato delle parole risulta necessario
soprattutto in campo scolastico, per
spiegare le difficoltà di apprendimento della
lettura e per poter mettere a punto delle
tecniche di rieducazione che si rivelino
efficaci.


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• Quando uno stimolo visivo colpisce la retina,




esso viene codificato mediante una serie di
impulsi dei neuroni e mandato alla corteccia
visiva.
Qui lo stimolo viene mantenuto in una
memoria sensoriale che può essere visiva o
uditiva, a seconda del tipo di stimolazione.
Lo stimolo della memoria sensoriale viene
codificato e passato in una “memoria di
lavoro”, il cui compito è quello di estrarre
un certo numero di caratteristiche distinte
delle lettere e di eseguire delle operazioni
sullo stimolo, il quale ormai ha subito una
trasformazione in “Rappresentazione
Interna”.


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Una volta che la memoria di lavoro ha
estratto, dalla lettera percepita, una lista
di caratteristiche distinte, essa viene
passata in un magazzino, il quale contiene
permanentemente le descrizioni delle
caratteristiche di tutte le lettere ed è
denominato “Magazzino Grafemico”.
Analogamente in campo uditivo, dopo la
percezione di una lettera, vengono
estratte le caratteristiche della lettera
da parte di un analizzatore di
“Caratteristiche Fonetiche” e,
successivamente, tali caratteristiche
vengono confrontate con le descrizioni
fonetiche presenti nel “Magazzino
Fonetico” il quale contiene queste
descrizioni in modo permanente.


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RICONOSCIMENTO DI UNA SINGOLA
LETTERA
Avviene proprio mediante il confronto
della lista di caratteristiche della
lettera percepita con le liste di
caratteristiche contenute nel
magazzino permanente di dati
Grafemici o Fonetici


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UNA METODOLOGIA PER
L’INSEGNAMENTO DELLA LETTURA

dovrebbe comprendere degli esercizi per il
passaggio da una analisi sequenziale delle
lettere, che formano le parole, ad una
analisi simultanea


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LA METODOLOGIA DIDATTICA
• Dovrebbe “Costringere” il bambino, mediante opportuni

esercizi, ad effettuare tutte le operazioni necessarie
per il riconoscimento delle lettere attraverso le seguenti
fasi:
– Far acquisire una buona abilità nel riconoscere le
lettere come particolari forme visive;
– Far acquisire una buona abilità nell’isolare le
caratteristiche delle lettere;
– Indurre nel bambino il riconoscimento delle lettere in
base al nome e non in base alla forma;
– Indurre nel bambino una strategia di analisi della
parola che permetta una analisi simultanea delle
lettere che costituiscono la parola.


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LA DISLESSIA
• è normale fino alla seconda elementare e viene
evidenziata quando il bambino incomincia a
frequentare la scuola elementare.

• Tale disturbo non solo compromette il rendimento
scolastico, ma comporta turbe della personalità.

• Il bambino nella scuola elementare dislessico viene
tracciato di pigrizia o di cattiva volontà, mentre
egli si ritrova di fronte a veri problemi.

• Le sue difficoltà di apprendimento vengono

sottovalutate e al confronto con gli altri alunni che
leggono bene, egli si sente svalorizzato e frustrato
e perde, quindi, fiducia in se stesso.


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• In famiglia, anche i genitori talvolta


assumono nei confronti di tali bambini un
atteggiamento affettivo ostile.
Questo insieme di fattori concorrono ad
instaurare nel bambino un complesso
d’inferiorità che può diventare tanto grave
quanto più a lungo verranno ignorate le vere
difficoltà che il bambino incontra.


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• All’importanza del problema corrisponde una





mancanza di informazioni e di preparazione
soprattutto da parte degli educatori i quali,
a cominciare dalla scuola materna, non si
preoccupano di sviluppare nel bambino quella
potenzialità che sono alla base della letto –
scrittura.
Lo stesso insegnante della scuola
elementare, dovrebbe sapere verificare
all’inizio della scuola, la situazione di ogni
alunno in modo da poter programmare un
piano di lavoro adeguato.
Accertare che il bambino sia in possesso di
tutti i prerequisiti per questo nuovo
apprendimento è la condizione essenziale
per prevenire la dislessia.


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L’AUTORE KOCHER DISTINGUE

UNA
“DISLESSIA SPECIFICA”
DA UNA
“DISLESSIA EVOLUTIVA”.


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Dislessia Specifica

Si intende le difficoltà che il bambino
incontra nella letto – scrittura, mentre il
suo rendimento risulta soddisfacente negli
altri settori.


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Dislessia Evolutiva

Vuole indicare la stessa difficoltà che tende
però ad attenuarsi e scomparire con gli
anni.
Infatti, all’inizio dell’apprendimento della
letto – scrittura si riscontrano molte
manifestazioni dislessiche, le quali nel
bambino normale tendono a scomparire,
mentre nel dislessico permangono più a
lungo.


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NELLA LETTURA DEL DISLESSICO SI
RILEVA IN PARTICOLARE:
• Scarso piacere alla lettura
• Senso di disagio e insicurezza
• Lentezza
• Incertezza
• Frequenti ripetizioni di una sillaba o di una





parola
Salta da una riga all’altra
Perde il segno e sbaglia ad andare a capo
Ha bisogno di seguire il testo con il dito


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INOLTRE IL BAMBINO LEGGENDO
COMPIE MOLTI ERRORI:

– ignoranza di un suono (sc, ch, gue);
– soppressione di una lettera: legge “suola”
per “scuola”, “apira” per “aspira”;
– confusione per difficoltà a distinguere le
grandezze come “i” per “l”;
– confusione di forme uguali, ma
diversamente orientate nello spazio come
p, q, b, d, u, n;
– incapacità di discriminare le forme che
differiscono leggermene tra loro come n,
m, a, e, r, z;


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– confusione di fonemi acusticamente simili p, b, f,
v, s, z;
– inversione di lettere o di sillabe: viene letto
“areoplano” al posto di “aeroplano”;
– sostituzione di parole con altre simili per suono o
per forma grafica ma con significato diverso:
“mattoncini” per “mazzolini”, “foglia” per “fiore”;
– omissione di lettere o di parole che presentano
difficoltà;
– disgrammatismo: alterazione del genere, del
numero, del nome e dei tempi dei verbi;
– tendenza ad indovinare: tentativo da parte del
bambino a dare un senso alla parola che non
riesce a leggere;
– mancata lettura dei segni della punteggiatura,
degli accenti, delle parentesi.


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IN BASE ALL’ENTITA’ DEL DISTURBO
LA DISLESSIA PUO’ ESSERE
SUDDIVISA:



Disturbo lessico molto grave



Disturbo lessico di media entità



Disturbo lessico lieve


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DISTURBO LESSICO MOLTO GRAVE

il soggetto è nell’assoluta incapacità di
stabilire una relazione tra suono e
grafema, qualche volta riesce a
riconoscere i segni grafici, ma già la
sillaba è una difficoltà insormontabile.


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DISTURBO LESSICO DI MEDIA
ENTITA’

il soggetto ha raggiunto la possibilità di
riconoscere i simboli grafici, riesce a
combinarli, ma a stento.
Il riconoscimento delle sillabe complesse è
molto difficile e le parole lunghe sono un
rebus, il bambino globalizza e cerca di
indovinare.


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DISTURBO LESSICO LIEVE

può passare anche inosservato ed è spesso
mascherato da uno scarso desiderio di
leggere.
E’ caratterizzato da una lettura non
automatizzata, senza rispetto della
punteggiatura, senza intonazione e senza
comprensione del testo letto.


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LE CAUSE PRINCIPALI CUI SI RIFANNO
I VARI AUTORI












Disturbi di linguaggio
Disturbi della percezione visiva
Disturbi della percezione uditiva
Difficoltà di lateralizzazione
Disturbi dello schema corporeo
Difficoltà di strutturazione spazio-temporale e
del ritmo
Difficoltà d’astrazione e di simbolizzazione
Disturbi di memoria
Disturbi affettivi
Disturbi caratteriali


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IL CERVELLO E’ UN SISTEMA DI
INTERAZIONE E DI TRASMISSIONE
DELL’INPUT


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3^ UNITA’

2^ UNITA’

PIANIFICAZIONE

PROCESSO SEQUENZIALE
E SIMULTANEO

ATTENZIONE

1^ UNITA’
OUTPUT

INPUT


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• ATTENZIONE: tronco cerebrale, substrato
reticolare, cervelletto, talamo, sistema
limbico,…(vigilanza, tono, postura, attività
motoria)

• PROCESSO (zona posteriore dell’emisfero

cerebrale): lobo occipitale (visivo), lobo
temporale (uditivo), lobo parietale (motoriosensoriale)

• PIANIFICAZIONE (zona anteriore

dell’emisfero cerebrale): lobo frontale e
prefrontale (regolazione e controllo)


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PERCEZIONE DELLE FORME
Trova la figura uguale al modello


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PERCEZIONE DELLE FORME
Trova la figura uguale al modello


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SCHEMI PERCETTIVI IN SUCCESSIONE
Osserva e riproduci le coppie


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RICONOSCIMENTO DI FORME IN UNA
SEQUENZA
Guarda rapidamente, poi nomina la seconda figura della
sequenza (mostrare rapidamente e poi nascondere)

Guarda rapidamente, poi nomina la terza figura

Guarda rapidamente, poi nomina la prima figura


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SCHEMI PERCETTIVI DINAMICI
Trova il quadrato uguale al modello a sinistra


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STRUTTURAZIONE SPAZIO-TEMPORALE

• Invitare il b. a camminare per una distanza di


7/8 mt (i passi vengono contati dall’operatore),
dopo gli si chiede quanti passi ha effettuato; se
non lo sa, si fa ripetere la prova.
Ripetere la prova aggiungendo 3 passi in più o in
meno, ecc.

• È importante non soffermarsi solo sull’aspetto

funzionale nella prova, ma tenere anche presente
lo psichismo del b.


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Si illustra il tragitto da
percorrere a partire
da uno spazio
rappresentato per poi
passare a quello agito.

Rappresentazione spaziale

Poi si ripete al contrario
dove l’operatore agisce
e il b. lo rappresenta
graficamente.


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Fig. 1

Fig. 2

Fig. 4

Fig. 5

Fig. 3
Fig. 6


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Con 22 fiammiferi disegnare 8 quadrati


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Adesso dovete fare in modo che restino 4
quadrati:

Togliendo 10 fiammiferi


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Adesso dovete fare in modo che restino
4 quadrati:

Togliendo 9 fiammiferi


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Adesso dovete fare in modo che restino
4 quadrati:

Togliendo 8 fiammiferi


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Adesso dovete fare in modo che restino
4 quadrati:

Togliendo 7 fiammiferi


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Adesso dovete fare in modo che restino
4 quadrati:

Togliendo 6 fiammiferi


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Scomposizione di figura


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MEMORIA

• Elencare 16 nomi che poi il bambino deve



trascrivere su un foglio
L’integrazione dello stimolo può essere visivo,
uditivo, tattile.

1) Pantalone
2) Carote
3) Lupo
4) Cavallo
5) Vestito
6) Patata
7) Cane
8) Gatto

9) Camicia
10)Biglia
11) Cipolla
12) Gomma
13) Regalo
14) Mantello
15) Topo
16) Calendario

l’esercitazione può
essere ripetuta
cambiando le parole,
perché la memoria
si migliora con la
ripetizione


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ATTENZIONE – ASSOCIAZIONE
RAGIONAMENTO ANALOGICO

?


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COMPONENTI PER IL SUCCESSO DEL
TRATTAMENTO EDUCATIVORIABILITATIVO

5
Successo
educativo
riabilitativo

1
Programma
adeguato al caso

4
Autostima

2
Successo
nella prestazione

3
Gratificazione
del bambino


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Grazie per l’attenzione