OSTEOMIELITE - PediatriaMuccioli

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OSTEOMIELITE
IN ETA’ PEDIATRICA
Dott.ssa Elisabetta Muccioli
DEFINIZIONE
Infezione settica dell’osso
Frequenza maggiore in lattanti e bambini
età < 4 anni
Rischio di danni permanenti se
danneggiamento della cartilagine
IMP attuazione rapida di terapia idonea
per evitare sequele
Dott.ssa Elisabetta Muccioli
EZIOLOGIA
Neonato
Eziologia microbica è
confermata nel 75% dei casi
di osteomielite
– Pregressa tp antibiotica o
effetto inibitorio del pus
possono spiegare la restante
negatività delle colture
I più comuni patogeni di
osteomielite nei bambini
sono Salmonella spp e
Stafilococco aureo
In seguito a traumi
penetranti è possibile
l’infezione da
–
–
–
–
–
Stafilococco aureo
Streptococco di gruppo B
Batteri enterici: E.Coli
Gram negativi
Candida solo se già presente
malattia disseminata
multisistemica
Bambini età < 3 anni
– Stafilococco aureo
– Haemophipul influenzae
Bambini età > 3 anni
– Stefilococco aureo
Bambini età > 6 anni
– Stafilococco aureo
– Streptococco
– Micobatteri atipici
– Pseudomonas aeruginosa:
– Pseudomonas aeruginosa
esclusivamente in ferite
– Stafilocco aureo
penetranti con inoculo diretto
Dott.ssa Elisabetta Muccioli
EPIDEMIOLOGIA
30% entro 2 anni di vita
50% entro 5 anni di vita
M più frequenti gli eventi
traumatici
30% dei pz ha trauma
minore chiuso che
precede l’osteomielite
MA la maggior parte
dervia da disseminazione
ematogena del germe
Fattori di rischio
– Morsi di animale/umani
– Infezione HIV
– TBC: osteomielite da
micobatterium tuberculosis
– Corpo estraneo
– Lesioni diabetiche del
piede
Dott.ssa Elisabetta Muccioli
PATOGENESI
Nelle metafisi le arterie nutritive si ramificano in capillari
non anastomizzati sotto la cartilagine di accrescimento,
formano un’ansa stretta prima di entrare nei sinusoidi
venosi che drenano il midollo osseo
Il flusso sanguigno in quest’area è lento : ambiente
ideale per la disseminazione batterica
Formatosi un focolaio batterico, i fagociti migrano in sede
e si forma un ascesso metafisario (rilascio di citochine,
enzimi proteolitici…)
La reazione causa una riduzione della tensione di
ossigeno e del ph, osteolisi e distruzione dei tessuti
La pressione aumenta la diffusione nello spazio
sottoperiosteo mediante i canali di Havers e
Volkmanl’essudato purulento può sollevare la
membrana periostea dell asuperficie ossea riducendo
ulteriormente l’apporto ematico corticale e alla metafisi
Dott.ssa Elisabetta Muccioli
PATOGENESI
Neonati e lattanti : vasi sanguigni transepifisari vanno a
epifisi e metafisi per cui l’infezione si può estendere allo
spazio articolare dalla metafisideformità ossea
1° anno di vita la cartilagine di accrescimento oblitera i
vasi transepifisari per cui l’interessamento articolare si
ha solo se la metafisi è intra-articolare: anca, caviglia,
spalla, gomito
Tarda infanzia il periostio diviene più aderente: deflusso
del pus lungo il periostio
Tarda adolescenza chiusura della cartilagine di
accrescimento: osteomielite ematogena inizia dalla
diafisi e poi si diffonde all’interno del canale midollare
Dott.ssa Elisabetta Muccioli
Dott.ssa Elisabetta Muccioli
CLINICA
Diversa per età
Spesso subdola nelle fasi iniziali
Neonato
– Dolore al movimeto-pseudoparalisi
– Interessamento di più sedi ossee
Lattanti
– Febbre
– Dolore e segni di localizzazione: edema, eritema,
calore locale
– Se arti inferiori: zoppia, rifiuto del cammino
Se tibia: tipico aspetto radiografico ascesso di Brodie
Sede
– Principale: ossa lunghe: maggiormente femore e tibia
– Unico sito di infezione ossea/raro multiple sedi
Dott.ssa Elisabetta Muccioli
Dott.ssa Elisabetta Muccioli
DIAGNOSI
Emocromo, VES, PCR
– Possono essere nella norma
nelle fasi iniziali
– Indicano processo
infiammatorio/infettivo in modo
aspecifico
– Utili per il monitoraggio della
risposta alla terapia
Emocoltura
Coltura da materiale di
aspirazione di pus
attraverso ago di metallo
infisso nell’osso (attraverso
la corticale fino alla metafisi)
RX entro 72 ore dall’esordio
dei sintomi
– Spostamento dei piani muscolari
profondi per l’edema
– Alterazioni ossee di tipo litico
visibili solo quando il 30-50%
della matrice ossea è stato
distrutto
– Spesso necessari 7-14 giorni per
evidenza radiografica di lesioni
ossee
TC/RM
– Ascessi
– Necessari in vista di possibile
intervento chirurgico
Scintigrafia
– Se sospettati focolai multipli
Dott.ssa Elisabetta Muccioli
DD
Traumi
Leucemia: dolore osseo o articolare ocme
sintomo di esordio
Neuroblastoma con interessamento osseo
Tumori ossei primitivi
Osteomielite cronica ricorrente
– Due focolai di infezione, durata < 6 mesi, istologia
caratterisstica
Sinovite, acne, pustolosi, iperostosi, osteite
Dott.ssa Elisabetta Muccioli
TERAPIA
Multidisciplinare: pediatra, chirurghi ortopedici, radiologi
TERAPIA MEDICA
Terapia antibiotica
–
–
Empirica in base all’età del pz e probabile agente eziologico
Neonati:penicillina anti-staffilococcica (oxacillina) + cefalosporina
ad ampio spettro (cefotaxima)
– Bambini: cefazolina
Se stafilococco aureo meticillino-resistente usa
clindamicina+vancomicina
– Se immunodeficit: vancomicina+ceftazidime
QUANDO identificato il germe , aggiustamento della terapia
DURATA da minimo di 10 a 14 giorni ad un massimo di 4-6
settimane; può essere prolungata in condizioni
particolari;eventuale passaggio a terapia antibiotica per os; la
sospensione della terapia antibiotica può essere fatta in pz con
esame clinico negativo e VES-PCR nella norma
Dott.ssa Elisabetta Muccioli
TERAPIA
Multidisciplinare: pediatra, chirurghi ortopedici, radiologi
TERAPIA CHIRURGICA
Drenaggio
–
–
Secrezione purulenta
Sempre in osteomielite della testa femorale con interessamento
dell’anca
Chirurgia
–
–
Sospetto corpo estraneo
Dopo trauma penetrante
FISIOTERAPIA
Ruolo preventivo per evitare il formarsi di limitazioni al
movimento
Dott.ssa Elisabetta Muccioli
PROGNOSI
Mancato miglioramento dopo 72 ore richiede modifica
della terapia medica, rivalutare la diagnosi e consulenza
chirurgica
Decorso buono
– PCR si normalizza in 7 giorni
– VES aumenta per 5-7 giorni, si riduce lentamente fino nella norma
in 10-14 giorni
Recidiva di malattia nel 10% dei casi
Sequele dell’infezione possono non essere evidenti per
mesi o anni
– Necessario follow-up a lungo termine
– Attenta valutazione di arco di movimento articolare e lunghezza
ossea
Prognosi migliore se terapia medica/chirurgica iniziano
entro 7 giorni dall’esordio di malattia
Dott.ssa Elisabetta Muccioli