Il ruolo del tesoriere

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FISCO E CONTABILITA’
Il ruolo del tesoriere nella gestione delle variazioni è quasi esclusivamente formale
Il tesoriere non è tenuto a effettuare «verifiche di congruenza» rispetto agli stanziamenti di
bilancio approvati dal Consiglio, nè in riferimento al fondo pluriennale vincolato e alle spese già
impegnate. La commissione Arconet ha discusso anche del ruolo e delle funzioni del tesoriere in
merito ai documenti che lo riguardano (bilancio, variazioni e conto del tesoriere).
Egli, dunque, è tenuto ad acquisire sempre il bilancio di previsione e le relative variazioni, ma non
può gestire gli stanziamenti che presentano incongruenze quali, per esempio, stanziamenti di
cassa superiori alla somma della competenza più residui.
Queste incongruenze, che non rispettano il vincolo per cui lo stanziamento di cassa non può
essere maggiore della somma degli stanziamenti di residui e delle previsioni di competenza (fatta
eccezione per la missione «20. Fondi e accantonamenti»), devono però essere segnalate. È
demandata al rapporto fra ente e banca, quindi, la definizione dei tempi e delle modalità di
segnalazione dei disallineamenti fra stanziamenti di cassa e quelli che derivano dalla somma fra
competenza e residui.
Il tracciato Bdap
Un ulteriore quesito Abi affronta il tema sull'utilizzo del tracciato Bdap per l'invio dei bilanci al
tesoriere. La commissione riconosce agli enti solo la facoltà, su basi volontarie, di definire modalità
di trasmissione di bilanci di previsione diverse da quella cartacea.
Per agevolare i Comuni nel corretto utilizzo della codifica SIOPE «armonizzata» e per evitare,
quindi, l'errata indicazione di codici «riservati» ad altre tipologie di enti, sono poi analizzate alcune
azioni utili attraverso l'ausilio di Banca d'Italia, delle software house e dei tesorieri. Nel rilevare che
i programmi di molte aziende di software già operano questo controllo, la commissione Arconet
rimanda agli accordi fra enti e fornitori la definizione della questione. Allo scopo, la Banca d'Italia è
disponibile a trasmettere ai tesorieri l'elenco dei codici che possono essere utilizzati dai Comuni, in
modo da evitare che possano essere valorizzate voci del piano dei conti destinate alle Regioni
(come per esempio l’addizionale regionale all'Irpef).
Dopo, sarà cura dei tesorieri impedire l'esecuzione di titoli di pagamento codificati con codici non
previsti in tale elenco. In caso di discordanza fra la codifica utilizzata dall'ente e quella ritenuta
idonea dal tesoriere, sarà necessario il confronto con gli uffici della Ragioneria generale dello Stato
che seguono la rilevazione SIOPE.
Fonte: Il Sole 24 Ore del 07/03/2017
Autori: Anna Guiducci e Patrizia Ruffini