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23 febbraio 2017 delle ore 02:06
L’ultimo sberleffo
a The Donald
Va bene il MoMa che espone le opere degli
artisti messi al bando dal muslim ban. E passi
pure Christo che per protestare contro Trump
ha messo la parola fine al suo progetto di
ricoprire il fiume Arkansas. Senza pensare a
tutti gli attori e le attrici che in vario modo hanno
mandato The Donald a quel paese. Nessuno di
loro però ha osato toccare un mito, il simbolo
dell’America stessa. Ora, invece, la protesta ha
intaccato uno degli oggetti di culto
dell’immaginario americano. Sulla Statua della
Libertà è comparso uno striscione che dà il
benvenuto ai rifugiati: "Refugees Welcome” si
legge sul piedistallo della celebre statua. Uno
sberleffo, un gesto dal sapore un po’
situazionista, un’incursione ironica e dai
(probabili) effetti virali. Che ricorda un po’ gli
striscioni issati allo stadio di Napoli, uno
divenuto un cult, durante una partita contro il
Verona: "Giulietta è ‘na soccola”, recitava con
indubbia efficacia. E l’altro contro il presidente
della stessa squadra: "Osama (leggi Bin Laden
n.d.r.) nun te scurda’ Ferlaino”. Povero Donald!
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