Conferenze Ferrero

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FONDAZIONE FERRERO, ALBA
PROPOSTA INCONTRI 2017
EFFETTI SPECIALI DEL FUTURO
1. EFFETTO TRUMP: che ne sarà del clima e dell’ambiente
(Luca Mercalli, climatologo) 24 marzo 2017
Da due mesi Donald Trump è entrato alla Casa Bianca con l’impegno di cancellare gli accordi
internazionali sottoscritti da Obama per limitare l’effetto serra perché non “crede” al riscaldamento
globale del pianeta. Ma secondo i dati diffusi da due autorevoli enti scientifici degli Stati Uniti, il
National Center for Environmental Prediction e il National Center for Atmospheric Research, il 2016
è stato per la terza volta consecutiva l’anno più caldo dall’inizio delle misure moderne. L’aumento
globale della temperatura della Terra è attualmente di +1,3°C rispetto al periodo pre-industriale
1880-1909. Nel 2016 il riscaldamento più anomalo si è avuto nell’Artico con +1 C°, valore enorme
essendo una media annuale. Gli Stati Uniti sono il maggior produttore di gas a effetto serra. La
decisione di Trump rischia di diventare un alibi per la Cina e la Russia, paesi che per essere
competitivi utilizzano ancora tecnologie altamente inquinanti.
Climatologo, autore di programmi televisivi per la Rai e di numerosi libri divulgativi e di ricerca, Luca
Mercalli ha studiato meteorologia presso il Servizio Meteo dell’Aeronautica militare, ha svolto il
servizio di leva come previsore valanghe nel Meteomont della Brigata alpina Taurinense
partecipando a una esercitazione NATO in Norvegia e si è laureato in climatologia all’Università di
Chambery. Presidente della Società Meteorologica Italiana, dirige la rivista “Nimbus”. La sua ricerca
si concentra sui ghiacciai come indicatori della tendenza globale del clima.
Questi tre paesi decideranno il destino della Terra?
Che cosa ci insegna la storia del clima?
Come ci difenderemo da eventi meteorologici estremi?
2. EFFETTO DNA: leggere, scrivere e correggere il progetto della vita
(Carlo Alberto Redi, zoologo e biologo) 21 aprile 2017
L’Ottocento fu il secolo della chimica, il Novecento della fisica. Siamo ora nel millennio delle scienze
della vita. I grandi progressi realizzati in biologia rivoluzionano molti paradigmi concettuali: stiamo
passando dalla “descrizione” alla “sintesi del vivente”. Tutte le discipline (filosofia, antropologia,
economia giurisprudenza, etc) sono coinvolte e le pratiche del nostro vivere divengono biopolitiche: dalla riproduzione al fine vita, ai brevetti su organismi viventi, alle possibilità aperte dalla
recentissima tecnica di “editing del genoma”. Ognuno di noi è chiamato come persona, elettore e
consumatore a compiere in autonomia scelte consapevoli sull’applicazione delle innovazioni
biologiche che il futuro ci riserva. La “cittadinanza politica” di ciascuno di noi non ha valore senza
una “cittadinanza scientifica”.
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Carlo Alberto Redi, accademico dei Lincei, è professore di zoologia e biologia dello sviluppo
all’Università di Pavia. Membro della Commissione Dulbecco sulla utilizzazione delle cellule
staminali (2000 – 2001), del Comitato Nazionale Biosicurezza, Biotecnologie e Scienze della Vita
(2007 – 2012), è vice-presidente del Comitato di Bioetica della Fondazione Umberto Veronesi. Con
Manuela Monti (Centro di Medicina Rigenerativa della Fondazione IRCCS “Policlinico San Matteo”)
svolge ricerche sulla neo-oogenesi e la caratterizzazione di cellule germinali staminali prelevate da
ovari umani e murini. Ha da poco pubblicato “Storia di una cellula fantastica” (Sironi).
Quando capiremo davvero il segreto della vita?
Che significa “riscrivere” il DNA?
Quali promesse finora hanno mantenuto le cellule staminali?
3. EFFETTO IMMIGRATI: che lingua parleremo. Da “petaloso” all’itangliano
(Claudio Marazzini, storico della lingua) 19 maggio 2017
Grandi ondate migratorie, il dominio della Rete con social come Facebook, Twitter, Instagram,
WhatsApp, il trionfo dell’inglese come “lingua franca”, l’affacciarsi sulla scena di grandi paesi con
miliardi di parlanti come la Cina e l’India, stanno dando nuove spinte all’evoluzione della lingua
italiana. E’ normale che le lingue parlate si trasformino continuamente perché sono creature vive,
ma oggi si assiste a una accelerazione mai vista prima. La vicenda dell’aggettivo “petaloso” coniato
da un bambino delle scuole primarie ha reso la questione popolare e di grande attualità.
Claudio Marazzini è presidente dell’Accademia della Crusca, la più importante autorità linguistica
del nostro paese, e professore ordinario di Storia della Lingua italiana all’Università del Piemonte
Orientale, dopo aver insegnato nelle Università di Losanna (Svizzera), Macerata e Udine. È autore di
libri e saggi dedicati a Manzoni e a Faldella e di una fortunata “Breve storia della lingua italiana” (il
Mulino).
Come parleremo alla fine di questo secolo?
Sopravvivranno i dialetti?
Qual è la vera storia dell’aggettivo “petaloso”?
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