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MF
fashion
il primo quotidiano della moda e del lusso
XXVIII n. 020- € 0,50
venerdì
27 gennaio 2017
MFAnno
fashion
27.01.17
Dossier Haute Couture
I
Direttore ed editore Paolo Panerai
IL FINALE DELLA SFILATA D’ALTA MODA DI DOLCE & GABBANA
ONLINE SU MFFASHION.COM
TUTTE LE GALLERY FOTOGRAFICHE
DALLE COLLEZIONI READY TO WEAR
UOMO FALL-WINTER 2017/18
Il sogno di Dolce
& Gabbana
Con la sontuosa sfilata d’alta moda di ieri sera nei Laboratori del Teatro alla Scala ha preso
il via la tre giorni dedicata alle alte artigianalità. «Amiamo l’opera e la Scala, il dramma è nel
nostro sangue... Qui si percepiscono i valori dell’italian lifestyle. Tutto profuma di Italia, di
storia italiana e di lavoro italiano», hanno spiegato a MFF Domenico Dolce e Stefano Gabbana
U
na tre giorni dedicata alle alte artigianalità e ai Laboratori del Teatro alla Scala.
Una maratona iniziata ieri sera con una
sfilata monumentale, che continuerà oggi
con la presentazione dell’alta gioielleria e domani
con lo show dell’alta sartoria, in un grande omag-
gio all’Italia e alle sue bellezze. Domenico Dolce e
Stefano Gabbana stupiscono ancora una volta con il
loro progetto dedicato alle alte artigianalità. E questa stagione portano la maison Dolce & Gabbana nel
cuore di Milano e di una certa Italia colta e fascinosa.
Celebrando le atmosfere del Teatro alla Scala e i me-
stieri, nascosti e segreti, che aiutano a materializzare i
sogni. «Questo posto è magico. Ci è voluto un anno di
lavoro e preparazione prima di definire tutto. Quando
siamo venuti qui nei Laboratori del Teatro alla Scala
continua a pag. II
Jimmy Choo, fatturato 2016 a +2%
Malo ancora nella bufera
Il 2016 inizia in maniera positiva per Jimmy Choo. Il marchio di accessori britannico, fresco
dei festeggiamenti del 20° anniversario, ha chiuso l’anno fiscale con ricavi per 364 milioni
di sterline (circa 427,9 milioni di euro a cambio di ieri) in rialzo del 15% a cambi correnti (+2% a cambi costanti) rispetto al 2015. Nel dettaglio, 244 milioni di sterline (circa 286,8
milioni di euro) sono derivati dalle vendite retail (+17%), 107 milioni di sterline (circa
125,7 milioni di euro) dalla rete wholesale (+8%) e 13 milioni di sterline (circa 15,2 milioni di euro) dalle licenze (+25%). Il 75% del fatturato del marchio guidato da Sandra Choi è
da attribuire alla vendita delle calzature, da sempre prodotto di punta del brand, mentre il
segmento maschile, categoria che sta registrando la crescita più rapida, rappresenta oggi il
9% del bilancio complessivo. Bene anche le vendite online in rialzo del 6%.
Bisognerà aspettare marzo per capire quali saranno le sorti
di Malo. Allora, il management del marchio toscano, controllato dal fondo russo Quadro capital partners, dovrà
incontrare i rappresentati della Regione Toscana e le organizzazioni sindacali per illustrare il nuovo piano industriale.
La situazione è andata peggiorando a dicembre quando 60 dipendenti (in totale sono circa 40 a Firenze e 30 a
Piacenza), in seguito alle voci di un possibile disaccordo tra
i soci del fondo russo sull’opportunità di attuare una ricapitalizzazione, hanno manifestato chiedendo chiarimenti.
II
Dossier Haute Couture
MF fashion
venerdì 27 gennaio 2017
Nelle immagini, una parata di creazioni d’alta moda portate in passerella ieri da Dolce & Gabbana
segue da pag. I
per la prima volta stavano lavorando sulle scenografie della Giovanna d’Arco e abbiamo
capito che questo luogo sarebbe stato perfetto per raccontare il nostro mondo dell’alta
moda. E abbiamo iniziato a creare, influenzati da questo posto», hanno spiegato a MFF
Domenico Dolce e Stefano Gabbana a pochi
minuti dallo show dedicato all’alta moda. «Ne
siamo rimasti molto affascinati... Amiamo
l’opera e la Scala, il dramma è nel nostro sangue. Qui si percepiscono i valori dell’italian
lifestyle. Tutto profuma di Italia, di storia italiana e di lavoro italiano. Come per le nostre
artigianalità, dietro a ogni
mestiere d’arte della Scala
c’è una persona che, con la
sua passione, il suo sapere e
la sua abilità lavora per dare forma a un’idea creativa.
Rendendola unica». E quello
che hanno svelato ieri sera i
due designer è stato un onorico spettacolo, che ha accolto
a braccia aperte i clienti della couture facendoli entrare
in un mondo speciale. Perché
dopo aver attraversato la
sartoria dei Laboratori del
Teatro alla Scala e aver
scostato il pesante sipario di
taffetà si sono aperte le porte
di un universo sognante. Tra
composizioni floreali giganti,
pezzi monumentali di scenografie scaligere, damigelle e
paggi, maggiordomi in tricorno e nobildame
in abiti dorati, prima di scoprire una tavolata
arcimboldiana su cui troneggiano sopraffine
prelibatezze. Sullo sfondo la sala dello show:
tappeti a proteggere il cemento vivo, aiuole di
rose, un piano a coda illuminato da un gigantesco chandelier di cristallo e da un candelabro
enorme, vestito d’edera. Sullo sfondo la scalinata, punteggiata da boccioli di rose, decorata
da frammenti di scenografie d’opera. Sotto lo
sguardo vigile di una divinità ellenica scendono le modelle, in una parata di 95 uscite pronte
a predicare un verbo di lusso. «Siamo cresciuti molto grazie a questa esperienza... Abbiamo
lavorato mixando opere differenti che fanno
parte della cultura italiana. Ci sono riferimenti a Giovanna d’Arco e al Falstaff, a Madama
Butterfly e Violetta. In questa collezione abbiamo evocato personaggi di Giuseppe Verdi, di
Giacomo Puccini, di Gaetano Donizzetti e
di Pietro Mascagni in una partitura senza regole», hanno poi aggiunto Dolce e Gabbana
che con questo show hanno celebrato il quinto compleanno del progetto alta moda Dolce
& Gabbana, iniziato come un piccolo esperimento per un centinaio di clienti e arrivato
a parlare a un bacino di circa 350 madame
internazionali. «In questo percorso abbiamo capito che la couture è uno stile di vita.
E con questa collezione abbiamo voluto parlare alle figlie delle nostre clienti che hanno
una vita differente rispetto alle loro mamme.
Sono cresciute con jeans e T-shirt, mangiando hamburger e bevendo Coca Cola. Hanno
uno stile diverso dalle loro madri ma la stessa attitudine», ha continuato il duo, «abbiamo
lavorato mischiando due generazioni, unendo
casual e lusso, creando una nuova community». Sottolineata anche dal casting dello show
dove accanto alle top model compaiono anche
alcune figlie delle clienti. A partire da Sonia
Ben Ammar che ha aperto lo show. «Tutto
questo progetto legato alle artigianalità è nato per dare un futuro all’alta moda, che per
noi vuol dire parlare anche a un pubblico nuovo», hanno poi detto i due stilidti evocando
un percorso iniziato lo scorso luglio durante
lo show di Napoli, quando in pedana, accanto
agli abiti, erano comparsi anche jeans opulenti
e magliette brodée (vedere MFF del 12 luglio
2016). «L’idea è un casual non casuale. Fatto
di pezzi unici e speciali, che sono quelli che
vuole ogni cliente. Solo che la partenza è differente. La T-shirt, il bomber, il cinquetasche, il
parka. Accanto agli abiti da sera o ai dress dalle ricamature importanti... Sono pezzi che le
clienti amano e che vogliono immediatamente indossare. Il giorno dopo lo show iniziamo
le vendite in atelier e loro vorrebbero possedere ogni singolo outfit... Diciamo che per noi
questo è il solo modo di fare un see now-buy
now di grande lusso, con pezzi speciali che sono decisamente unici», hanno poi scherzato.
Prima di dare il via a uno show monumentale di bellezze mix & match, in un carosello
lussuoso che predica un melting pot estetico.
Dove frasi liriche sporcano i jeans come un
graffito. Dove i gioielli veri si sposano con
quelli fake. Dove il kimono jap è in paillettes
leopardate. Dove la pretessa indossa un trionfo di fregi aurei. Dove le cuffie sono legate da
corde di perle. E dove i ricami a piccolo punto
adornano reti metalliche dal sapore medieva-
le. «Il nostro è un mondo senza regole. In cui
domina soltanto la bellezza», hanno continuato, «e anche nell’assemblare i look ci siamo
fatti guidare da questo spirito. Di totale libertà». In un rincorrersi di gotico, di chinoiserie,
di androginia e di opulenza barocca, di folk
e di streetwear, di decorativismo eccessivo e
di tailoring maniacale. «Mescolare, mixare
per creare qualcosa di nuovo e di mai visto».
Come la fanciulla del West, in camicia scozzese, che sposa Turandot, nella gonna a tubo che
è un pavé di paillette dai motivi oriental. O la
zingarella Esmeralda che scopre la sua anima
sado strizzando le sete floreali con un corsetto di pelle crepuscolare. A inframmezzare il
racconto, raffinate madame in total black: «Sono le
nostre donne del sud che
ci accompagnano in ogni
show». E che fanno da
contraltare alle cortigiane dalle parrucche di rafia
ingioiellata, alle regine
dai manti imperiali, alle
vergini in strati di tulle immacolato, alle cadette in
giacche intarsiate in oro,
alle nobildonne dalle fogge rinascimentali, alle gran
dame veneziane. A rompere gli schemi i tocchi di
street e sportswear: le felpe di zibellino, i pagliacci
ricamati di strass, i giubbini di denim brodée come
un arazzo, le magliette
full paillette con davanti la
Madonna e dietro l’irriverente «Maria n.1», i
bomber di broccato o i parka dalle proporzioni giganti, i cinquetasche sporcati di decori, i
mini dress infiocchettati da nastri della sartoria o le giacchine di ermellino. In un puzzle di
lusso estremo che non perde mai il suo attitude ironicamente dissacratorio.
Giudizio. Wow! Ancora una volta Domenico
Dolce e Stefano Gabbana lasciano a bocca
aperta con un’alta moda che colpisce al cuore
e conquista al primo sguardo. Piace la capacità di unire storia e contemporaneo, creando
un collage unico e lussuosamente stravagante. Che fa andare in visibilio il pubblico delle
clienti che riempie la sala. «Abbiamo utilizzato i migliori ingredienti, che sono quelli che
hanno fatto grande l’Italia, aggiungendoci un
po’ di fantasia», ha spiegato il duo, già pronto
a studiare l’evento del prossimo luglio dedicato alle alte artigianalità, che si svolgerà in sud
Italia in una location ancora top secret. C’è da
aggiungere che questa collezione d’alta moda
appare come la più matura tra quelle portate in
pedana dal duo. Capace di esprimere il verbo
dolcegabbanesco doc, in un trionfo di ironia,
sogno, seduzione e barocchismo. Aggiungendo
un tassello nuovo, e incredibilmente affascinante, alla loro storia estetica. (riproduzione
Giampietro Baudo
riservata)
Sopra, alcuni look Azzaro
venerdì 27 gennaio 2017
MF fashion
Dossier Haute Couture
L’Afrodite di Shows
Antonio
Grimaldi
Lo stilista romano fa il suo ingresso
nel calendario parigino della haute
couture ringraziando il suo padrino,
Riccardo Tisci. Silvia Manzoni (Parigi)
T
utto nasce dal cuore. Quello cucito
sul completo pantalone immacolato
a larghe frange che apre la sfilata di
Antonio Grimaldi al Westin e quello stampato sulla felpa nera indossata dallo
stilista, al centro del quale è impresso il nome Riccardo. Come Riccardo Tisci, grazie
al quale Grimaldi ha sfilato nel calendario
ufficiale come membro invitato, patrocinato
appunto dal direttore artistico di Givenchy.
D’altronde, la madrina di questa collezione è
Afrodite e alla dea dell’amore e della bellezza Grimaldi rende omaggio con una sontuosa
carrellata di lunghi abiti in tinte poudré dalle linee sobrie e dalle lavorazioni preziose.
La quintessenza di una raffinatezza coltivata con discrezione, che conquista proprio
grazie al suo pudico appeal e alla forza delle
sue geometrie statuarie, di ispirazione greco-romana, ora in armonico equilibrio, ora
asimmetricamente dissonanti. Corpetti lavorati su microreti ricamate, quasi delle cotte di
maglia dalle leggiadre trasparenze, broderies
di cristallo invitano anche l’amazzone Diana
a questo festino di dee.
Giudizio. «È un momento di svolta per la mia
maison», ha confessato lo stilista, emozionato, stretto nell’abbraccio con Ornella Muti,
Anna Galliena e la principessa Antonella
d’Orleans Bourbon. Una consacrazione che
offre una bella e meritata vetrina alla haute
couture del creatore romano. (riproduzione riservata)
AZZARO CELEBRA
50 ANNI CON UNA
CAPSULE AD HOC
La maison ha sfilato con 26 look
creati dal duo Brandolini-Niarchos
In arrivo un direttore artistico
V
entisei look per riassumere 50 anni di storia. La maison Azzaro
coglie l’occasione di quest’importante anniversario per tornare sotto i riflettori. Ventisei look provenienti dall’archivio del
couturier Loris Azzaro ma riletti in chiave moderna da due
giovani donne dal pedigree importante, Bianca Brandolini ed Eugénie
Niarchos (vedere MFF dell’11 gennaio). Sono loro che hanno guidato la mano dello studio di creazione, per ridare grinta a modelli iconici
ai quali bastava solo qualche piccolo input per rispondere allo stile delle
donne attuali. Più essenziali, decisamente sexy, ecco dunque sfilare abiti lunghi e qualche corto dai plissé fluidi e dalle scollature geometriche
che mettono in valore il décolleté o la schiena. I tessuti contribuiscono
all’impressione di leggerezza: mousseline, tulle, jersey e il lamé, talvolta
lavorato come un’armatura, che illuminano dress longilinei che modellano il corpo. Altri dai volumi più generosi vibrano sotto lo charme di
pizzi e di un’organza jacquard zebrata creata appositamente. Una couture
à porter che dovrebbe essere in grado di dialogare con la new generation.
Una rinascita che viene salutata anche da alcuni designer mito, amici del
duo. Come Valentino Garavni e Christian Louboutin che compaiono tra il pubblico ad applaudire.
Giudizio. Questo è solo il primo step. Il programma delle celebrazioni
prevede anche l’apertura, in marzo, del primo negozio uomo a Parigi,
nel quartiere di Saint Germain e un libro retrospettiva con l’editore La
Martinière. Inoltre la maison Azzaro sarà in passerella a luglio, con
il nuovo direttore artistico il cui nome sarà annunciato nelle prossima
Silvia Manzoni (Parigi)
settimane. (riproduzione riservata)
III
a cura di Silvia Manzoni (Parigi)
Le regine medievali immaginate da Guo Pei
Il fantasma di Maria Antonietta, con le sue crinoline fluo,
un candelabro in mano, attraversa nel buio il castello della
Conciergerie, dove la regina fu imprigionata prima del patibolo. Guo Pei sollecita subito la curiosità, è chiaro che la sfilata
somiglierà più ad uno spettacolo di tableaux vivants che ad
una vera e propria collezione. Mentre i canti gregoriani si alzano nella sala, le regine di un immaginario Game of Thrones
della couture si contendono lo scettro dell’abito più stravagante e decorato. I tessuti riflettono la luce grazie a ricami con filo
d’oro (una produzione unica, interamente acquistata da Guo
Pei in un piccolo negozio del mercato delle pulci di Saint Ouen),
altri più trasparenti riprendono stampati di antichi manuscritti
religiosi o s’ispirano al duomo barocco della cattedrale di San
Gallo. Sono modellati su complicate impalcature che impongono alle mannequin un incedere lento e regale. Dietro ad una
maestosa tunica d’oro di gusto bizantino c’è lo svizzero Jakob
Schlaepfer, celebre per le sue stoffe la couture, che ha creato,
su richiesta di Guo Pei: «Un tessuto che emana raggi come il
sole», associando una fibra metallica con fili di seta e dal peso
di appena 0,89 kilogrammi al metro. Si termina con l’apparizione della regina madre, una Caterina de’ Medici incarnata dall’83enne top model Carmen dell’Orefice, in un fastoso vestito rosso. La leggenda giunge al suo apogeo
Giudizio. Un gioco teatrale, con colpi di scena a ogni apparizione. Più che Maria Antonietta, Guo Pei riscrive la storia di un Medioevo fantastico, condito di devozione, di spettri e di magia.
Il lusso artigianale di Ronald Van der Kemp
Con Ronald Van der Kemp ci si dimentica delle stagioni e dei trend.
Lo stilista ha infatti presentato a Parigi, a margine del calendario della couture, una collezione di stampo artigianale, esente da qualsiasi
catalogazione. D’altronde Van der Kemp è il primo ad ammetterlo:
«Non cerco di aderire alla stagionalità, anzi. I miei capi sono fatti per
durare, per essere portati più anni di seguito, la mia moda è long life». In effetti, difficile immaginare relegati e dimenticati il corpetto da
matador lavorato con un patchwork di fiori colorati o la minigonna
gialla composta da un gomitolo stretto di rouches. Un guardaroba dalle personalità multiple ispirato, ha affermato il couturier: «Dal
movimento Dada, in cui nulla è quello che sembra». Un altro bolero felino è stato cucito con i pezzi di scarto di una gonna. Dettagli
pop sul tailleur nero con profilature multicolor e dalle angolosità provocanti che riecheggia le silhouette sottili e chic dei grandi maestri
parigini dell’alta moda. «Mi sono rifatto anche all’epoca d’oro della
couture, che ammiro tanto, quando sfilava Yves Saint Laurent». La
prossima volta, in luglio, il designer (negli scatti di Marijke Aerden
due look) salirà in passerella, per ufficializzare con un vero show
la sua verve creativa. (riproduzione riservata)
Haute joaillerie
Giampiero Bodino
lancia i primi orologi
Sono tre, creazioni uniche, che hanno richiesto ore e ore di lavoro negli atelier dei
maestri gioiellieri parigini e in quelli dei maestri orologiai svizzeri. Sono i tre orologi
che entrano per la prima volta nella collezione di Giampiero Bodino, presentati ieri
nelel sale dell’hotel Ritz-Paris. I quadranti ci sono ma accessibili solo al proprietario
del bracciale, nascosti dietro uno smeraldo,
una voluta concentrica o la corolla di un fiore. Assolutamente invisibili fino al momento
in cui si aziona il meccanismo, anch’esso
ben celato, di apertura. Bodino è d’altronde partito proprio dai bracciali che, pur
diversissimi,
esprimono tre
stili in perfetta coerenza
con l’universo
del creatore.
Con Mosaico
ci so trova su
forme geometriche in
bianco (diamanti) e
nero (spinelli black) che
richiamano
gli anni 60.
Primavera mette in scena una corolla dalle
sfumate lucentezze bianco-rosa (diamanti e
zaffiri rosa) e gialle e infine la Rosa dei venti
è un esuberante intreccio di colori dominati
dal verde intenso dello smeraldo zambese di 11,49 carati che occupa una posizione
centrale (nelle immagini sotto). Nel corso
della sua carriera, Bodino aveva realizzato diversi orologi per le maison del gruppo
Richemont, di cui dal 2002 è direttore artristico. Ma non ne aveva mai creati per il la
propria. Fedele a una filosofia distributiva,
molto confidenziale (lavora su appuntamento nello showroom milanese di Villa
Mozart) i tre preziosi segnatempo una volta
venduti non saranno più riprodotti. (riproduzione riservata) Silvia Manzoni (Parigi)
VI
MF fashion
venerdì 27 gennaio 2017
Eventi
Strategie
Fendi rafforza il suo
impegno nell’arte
RITZ SADDLER
AL RILANCIO
INTERNAZIONALE
La maison di Lvmh ha inaugurato ieri, all’interno di Palazzo
della civiltà italiana, «Matrice», mostra dedicata alle opere
di Giuseppe Penone. «Ridiamo a questo spazio il lustro che
merita», ha detto l’ad Beccari. Maria Elena Capitanio (Roma)
F
endi apre le porte alla
scultura contemporanea
portando a Roma, all’interno di Palazzo della civiltà
italiana, le opere di Giuseppe
Penone. «Matrice», questo il titolo della personale che sarà aperta
al pubblico da oggi fino al 16 luglio, è stata inaugurata ieri con un
vernissage blindatissimo, a cui
ha partecipato anche la famiglia
Arnault, proprietaria del gruppo
Lvmh che ha il marchio in portafoglio. «Una visione che diventa
realtà, per ridare a questo spazio il
lustro che merita», ha dichiarato a
MFF Pietro Beccari, amministratore delegato di Fendi. «Questa
è la terza mostra che facciamo
all’interno del nostro headquarter, dopo l’ultima, «The Artisans
of dreams», dedicata proprio alla maison e alla sua eccellenza,
con un’affluenza straordinaria
di 52 mila persone». Spazi monumentali, dunque, riempiti con
opere altrettanto monumentali, tra
cui: «Un’opera fatta in grafite che
cambia durante la giornata rispetto alla luce del sole», ha aggiunto
Beccari, che si è detto inoltre
Da sinistra, Massimiliano
Gioni, Giuseppe Penone e
Pietro Beccari, ceo di Fendi
molto soddisfatto dei risultati di
Fendi nel 2016, con una previsione di crescita a doppia cifra,
proseguendo nella scia positiva
degli ultimi quarter (vedere articolo a pagina VII). «Il 2017 per
Fendi sarà l’anno delle calzature,
sulle quali abbiamo grossi piani
per far sì che diventino un punto cruciale del business e già dalle
prossime sfilate donna di febbraio
la differenza si noterà». Tornando
ai dettagli dell’exhibit, curata da
Massimiliano Gioni, per questa
è stato modificato l’assetto interno
del piano terra, con la creazione di
muri e di un corridoio posteriore
per agevolare il percorso di diciassette opere, dagli anni Settanta a
oggi, tra cui alcune create appositamente per «Matrice». Un
dialogo tra natura e cultura, che
culmina nell’abete di più di venti
metri e che proseguirà con l’installazione permanente di fronte
al flagship store di largo Goldoni,
nella primavera prossima, di una
scultura speciale commissionata
all’artista da parte della maison.
«E da ottobre arriverà una nuova
mostra su un’eccellenza italiana
del design», ha concluso Beccari.
(riproduzione riservata)
Passato sotto il controllo della
famiglia Zanetti, con un investimento
di 1,5 milioni di euro, il marchio ora
corre verso i 12 milioni di ricavi
S
i apre un nuovo capitolo per Ritz Saddler. Il marchio, fondato
nel 1915, nell’anno del centenario è passato sotto la guida della holding della famiglia Zanetti che punta a rilanciarlo sulla
scena internazionale con un primo investimento di 1,5 milioni di euro. «Ritz Saddler ha rappresentato un’eleganza speciale per
generazioni di persone che l’hanno indossato, dall’infanzia all’età adulta», hanno spiegato a MFF Cristina e Fabrizio Zanetti, proprietario e
direttore creativo, assieme alla moglie Cristina, della label nonché presidente del marchio del caffè da 98 milioni di euro, Hausbrandt Trieste
1892, «ed è un enorme piacere poter lavorare oggi al suo rilancio con
l’obiettivo di mantenere quell’eccellenza italiana che l’ha reso famoso
nel mondo. La prima collezione uomo debutterà con l’autunno-inverno 2017/18 ma sarà preceduta da una capsule estiva, che comprenderà
capi anche femminili e bimbo, a giugno con la riapertura della boutique monomarca di Cortina d’Ampezzo. In contemporanea lanceremo
anche l’e-tailer mentre sarà presentata in negozio anche la declinazione home». Caratterizzata dall’uso di materiali esclusivi, il nuovo Ritz
Saddler mantiene inalterati i codici distintivi originali ma guarda al futuro con uno sviluppo retail che lo porterà ad un fatturato di 12 milioni
di euro nei primi tre anni. «Lo sviluppo di Ritz Saddler parte dal Veneto,
con l’opening di un headquarter di 1.000 metri quadrati nel Trevigiano
e di un primo monomarca di 180 metri quadrati a Cortina, ma guarda al mondo internazionale con l’obiettivo di raggiungere un numero
iper-selezionato di punti vendita e lo sviluppo retail monomarca con
insegne a Milano, Vienna e sicuramente in un’altra località delle alpi
come Sankt Moritz o Gstaad», ha concluso Zanetti. (riproduzione riservata)
Barbara Rodeschini
Progetti
Pitti immagine filati punta sul distretto di Prato
Cpf-Consorzio promozione filati prevede un anno di iniziative per rilanciare sui mercati stranieri dopo
un export, nel periodo gennaio-settembre 2016, in discesa del 2,4%. Alice Merli e Matteo Minà (Firenze)
L
e aziende di filati pratesi guardano
ai mercati asiatici per battere la crisi dell’export registrata nel 2016. Per
Cpf-Consorzio promozione filati, ente fondato nella città toscana nel 1987,
l’anno in corso sarà infatti caratterizzato da diverse iniziative per consolidare le posizioni in
alcuni Paesi e per presidiare situazioni come
quella cinese che negli ultimi mesi hanno evidenziato delle criticità. In autunno le aziende
aderenti al consorzio, in totale una quindicina, quasi tutte presenti a Firenze all’interno
di Pitti immagine filati 80, saranno presenti con delle attività di workshop in Giappone
e in Corea del Sud, mercato quest’ultimo
che nei primi nove mesi del 2016 ha visto
un incremento superiore al 25% del valore
dell’export. Sempre oltreconfine e nello stesso
periodo hanno registrato prestazioni positive
la Spagna, quinto mercato per i filati pratesi
(+21,6%), la Bulgaria, la Russia (+18,2%) e la
Polonia (+12,7%). Di contro le vendite verso
la Cina e Hong Kong hanno segnato una battuta di arresto, perdendo oltre un quarto del
valore rispetto allo stesso periodo 2015. Più in
generale, il distretto pratese dei filati per maglieria, che conta 80 aziende e 1.200 addetti,
viaggia a due velocità. Da un lato ha visto un
incremento di circa il 140% dei ricavi nel periodo 2009-2015 a quota 550 milioni di euro,
di cui il 40% da vendite oltreconfine e il 70%
della produzione concentrata sulla stagione
invernale; dall’altro, dopo un 2015 a +3,4%
sull’anno precedente, ha registrato un export
nel periodo gennaio-settembre 2016 a -2,4%.
Un risultato negativo, ma in percentuale minore rispetto all’andamento di settore italiano
che stima di chiudere i dodici mesi a -4,5%.
(riproduzione riservata)
Botto Giuseppe investe sull’eco
Bo Giuseppe archivia l’anno fiscaBotto
le 2016 a quota 56 milioni di euro, in
lin
linea sullo scorso esercizio e continua
a investire
i
nella produzione ecososte
stenibile. L’azienda con sede a Valle
M
Mosso (Biella), che realizza il 50%
de
dei propri ricavi grazie alla maglieria e il restante tramite tessuti e jersey,
ha presentato come protagonista della
sta
stagione primavera-estate 2018 la seta
Tu
Tussah, cruelty-free ed estremamente
fin
fine con elevate caratteristiche di resiste
stenza ed elasticità. In primo piano a
anc Slowool nell’ambito del progetto
Pitti immagine filati anche
eco Naturalis fibra, lanciato lo scorso anno in occasione dei
140 anni dell’azienda. «Il mercato è sempre più attento alla filosofia verde delle aziende, proseguiremo verso questa
direzione», ha sottolineato a MFF Silvio Botto Poala, ceo
della società che produce filati nello stabilimento a energie
rinnovabili di Tarcento, in Friuli.
Millefili chiude a 64 milioni
Millefili stima di archiviare il 2016 consolidando il risultato
dell’esercizio 2015 a circa 64 milioni di euro di fatturato. La
società carpigiana di filati cardati per maglieria, a oggi, vanta una quota export di circa il 60% delle vendite. «Questa
stagione abbiamo fatto degli sforzi notevoli per ideare una
proposta di filati diversa ed esclusiva, linea che si affianca al nostro core business», ha spiegato a MFF Francesco
Galli, presidente di Millefili. Proprio sul fronte del prodotto,
l’azienda sta presentando all’interno di Pitti immagine filati a Firenze, in uno stand allestito sul concetto del viaggio e
dell’immaginazione, le proposte primavera-estate 2018. La
collezione si compone di fili in lino e cotone che si uniscono
al poliestere metallizzato e sono scomposti e ricomposti in
strutture complesse. I filati sono ricchi di bagliori metallici e
trame elaborate estremamente contemporanee.
Südwolle group a tutto estero
Südwolle group ha svelato
le nuove tappe di sviluppo di Biella yarn e Gti, dopo
l’accorpamento delle biellesi Safil (100%), Gti (80%) e
HF filati (vedere MFF del 28
gennaio). In seguito all’integrazione, che ha portato al
cambiamento del brand Safil
in Biella Yarn, il gruppo di
Norimberga da 448 milioni di
euro di fatturato nel 2015 che
ntenzione di incentrare la
fa parte della holding Erwo, ha intenzione
crescita oltreconfine nell’arco dei prossimi anni. «Il secondo
step della nostra strategia sarà unire le nostre cinque ditte
attualmente separate in Italia in due sedi: una sarà dedicata a Gti, mentre la seconda a Erwo, Safil, Hf e Biella yarn.
Grazie a questa operazione, Biella yarn e Gti potranno
essere più concentrate sul territorio per spingere sull’internazionalizzazione, soprattutto verso Europa e Stati Uniti»,
ha spiegato a MFF Hans-Georg Von Schuh (nella foto sopra, secondo da sinistra, insieme a Manfred Heinrich, Klaus
Steger e Jacques van den Burg), managing director sales del
gruppo attivo in dieci paesi nel mondo con una capacità
produttiva di 26 mila tonnellate annue di filati. «Punteremo
a rafforzare ciascuna identità dei brand, dalla parte maglieria fino al tecnico e al luxury per dare più chiarezza al
cliente. Prevediamo di aumentare il valore quantitativo di
circa il 5-6% nel 2017». (riproduzione riservata)
VII
MF fashion
venerdì 27 gennaio 2017
COSÌ I LUXURY STOCKS NELLE PIAZZE MONDIALI
Dati in dollari
STATI UNITI
Abercrombie & Fitch
Avon Products
Coach
Coty
Estee Lauder
Fossil
Gap Inc
Guess
Iconix Brand Grp
Kate Spade & Co.
L Brands
Lululemon Athletica
Men`s Wearhouse
Michael Kors
Nike Inc
Phillips-Van Heusen
Polo Ralph Lauren
Quiksilver
Prezzo ieri
11,93
5,62
35,98
19,47
81,72
25,15
24,03
12,84
10,42
18,69
61,42
67,97
20,09
42,37
53,75
93,88
90,35
0,46
Var.% % 12m
-0,8
-0,7
-0,8
-0,3
-0,4
-5,1
-1,3
-2,1
-1,5
0,3
-0,7
-1,2
-3,1
-1,0
-0,2
-1,0
-0,9
-
-53,6
98,6
5,2
-16,1
-0,8
-19,6
1,1
-26,5
66,7
9,9
-34,6
15,6
55,1
11,4
-9,8
35,2
-16,7
-
33,30
80,18
26,74
29,14
52,17
3,00
Revlon Inc
Tiffany & Co
Tumi Holdings
Under Armour
V.F. Corp
Vince Hldg
-1,8
-0,2
-0,5
-0,8
1,7
15,4
30,1
62,6
-19,3
-11,2
-38,5
Dati in euro
ITALIA
Prezzo ieri
1,13
3,27
21,06
1,29
8,83
1,08
0,98
2,05
12,64
5,65
49,72
17,94
Aeffe
Basicnet
Brunello Cucinelli
Caleffi
Cover 50
Csp Int. Ind. Calze
Damiani
Geox
Giorgio Fedon
Italia Independent
Luxottica
Moncler
Var.% % 12m
-1,4
-0,9
-1,4
4,5
2,6
-0,5
0,7
-1,0
-2,2
-1,2
-0,8
-17,8
-19,4
36,8
37,2
-46,7
10,5
-18,3
-45,0
-28,0
-72,7
-11,8
31,9
Borsa
Il gruppo chiude il 2016 a 37,6 miliardi
con un +9% nel quarto trimestre. Bene
il fashion (+3%) con Fendi che supera
la soglia del miliardo. Chiara Bottoni
LA MODA TORNA A PERFORMARE
Ricavi 2016 in milioni di euro per segmento di attività - Var. anno su anno
Variaz. 2016/2015
Correnti Costanti
2016
2015
◆ Alcolici
4.603
4.835
+5%
+7%
◆ Moda e pelletteria
12.369
12.775
+3%
+4%
◆ Profumi e cosmetica
4.671
4.953
+6%
+8%
◆ Orologi e gioielleria
3.308
3.468
+5%
+5%
◆ Distribuzione selettiva
11.193
11.973
+7%
+8%
-480
-404
-
-
35.664
37.600
+5%
+6%
◆ TOTALE LVMH
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
L
5,21
1,15
6,74
24,69
0,13
67,05
23,75
0,03
-1,0
0,8
-1,1
-1,0
0,2
-2,4
-3,8
-8,0
-8,2
-32,0
19,9
-34,1
-9,1
-24,2
8,7
Dati in euro
GERMANIA
Adidas-Salomon
Hugo Boss
Puma
Wolford
Zalando
Prezzo ieri
155,40
61,15
281,00
21,04
35,94
Var.% % 12m
1,0
1,0
-1,2
-0,4
-0,4
67,1
-16,1
49,5
-14,1
13,7
SPAGNA
Inditex
Prezzo ieri
30,84
Var.% % 12m
-0,9
2,8
Dati in euro
FRANCIA
Prezzo ieri
Var.% % 12m
vmh chiude il 2016 con risultati
record, nonostante le difficoltà attraversate dal mercato del lusso.
Il gruppo capitanato da Bernard
Arnault ha archiviato l’anno con ricavi
per 37,6 miliardi di euro, in progressione
del 5% (+6% di crescita organica), con
un’accelerazione del 9% nell’ultimo trimestre, grazie all’andamento positivo di
Stati uniti, Europa e Asia. Mentre l’utile
netto avanza dell’11% a quasi 4 miliardi.
«Lvmh ha messo a segno una performance eccellente in un contesto di instabilità
geopolitica ed economica persistente e
siamo fiduciosi che questo trend possa
proseguire anche nel 2017», ha spiegato
Arnault. Nel dettaglio, la divisione moda e pelletteria, che è stata protagonista
durante l’anno con la cessione di Donna
Karan e l’acquisizione di Rimowa, ha
registrato una progressione del 3% a
cambi correnti per 12,7 miliardi (+4%
di crescita organica). Menzione speciale al risultato di Fendi, che ha superato
la fatidica soglia del miliardo di ricavi
(vedere articolo a pagina VI). Profumi e
cosmetici crescono a loro volta del 6%
Sopra, un look Fendi
(+8% organica) a 4,9 miliardi, grazie
all’andamento positivo delle fragranze di
Christian Dior, orologi e gioelli avanzano del 5% a 3,4 miliardi con
la buona performance di Bulgari sui mercati di Cina, Corea e Medio
oriente e di Tag heuer nel segmento dei segnatempo. Il selective retailing, grazie alla crescita di Sephora su tutti i mercati e nel digitale,
mette a segno un +7% per 11,9 miliardi. Caute ma positive sono appunto le previsioni sul 2017. (riproduzione riservata)
203,50
411,55
228,55
190,45
171,30
Christian Dior
Hermes Intl
Kering
Lvmh
Oreal
-0,4
0,4
-0,8
-0,5
-0,1
31,8
32,1
48,5
30,4
11,1
Dati in pence
REGNO UNITO Prezzo ieri
Asos
Burberry Grp
Jimmy Choo
Mulberry
Next Plc
5.134,01
1.666,00
154,00
1.113,00
3.841,63
Var.% % 12m
-0,8
1,8
0,1
-0,4
64,6
40,0
21,0
17,2
-44,7
Dati in corone svedesi
SVEZIA
Hennes & Mauritz
Dati in euro
News
Lvmh marcia
spedito (+5%)
◆ Elisioni
Ovs
Piquadro
Safilo Group
Salvatore Ferragamo
Stefanel
Tod’s
Ynap
Zucchi
Prezzo ieri
Var.% % 12m
Prezzo ieri
Var.% % 12m
235,00
-2,2 -20,6
Dati in franchi svizzeri
SVIZZERA
Richemont
Swatch I
77,35
354,80
-1,2 17,8
-0,3 3,8
Dati in dollari Hong Kong
HONG KONG
Prezzo ieri
Chow Tai Fook Jewellery 6,58
Esprit Holdings
6,04
Global Brands
0,98
L’Occitane
15,48
Prada
32,45
Samsonite
24,70
Var.% % 12m
-0,9
0,8
1,0
0,1
0,5
1,2
53,7
-19,9
-17,6
22,3
43,0
21,4
Dati in corone danesi
DANIMARCA
Prezzo ieri
Pandora
893,00
Var.% % 12m
0,8
-0,6
Dati in yen giapponesi
GIAPPONE
Shiseido
Prezzo ieri
Var.% % 12m
3.126,00
1,5 40,4
Prezzo ieri
Var.% % 12m
10,57
4,9 38,4
Dati in real brasiliani
BRASILE
Alpargatas
a cura di Roberta Maddalena e Valentina Nuzzi
Safilo scommette sull’eyewear di
super lusso con il progetto Atelier
Orologi, -4,5%
a dicembre
Safilo scommette sul segmento
del super lusso con il lancio del
progetto Atelier. Il gruppo eyewear
ha svelato l’iniziativa in concomitanza con la presentazione dei
suoi primi frutti, ovvero le nuove
montature realizzate per Elie Saab
e portate in scena a Parigi durante
gli show della haute couture (vedere MFF di ieri). La maison è infatti la
prima a essere coinvolta, insieme
al brand Oxydo (nella foto). Per sviluppare le collezioni, è stato inaugurato un
laboratorio a Padova, dove sono al lavoro artigiani esperti. I pezzi, che saranno prodotti in edizione limitata o potranno essere realizzati su misura, saranno
distribuiti in maniera selettiva. Obiettivo della creazione di Atelier sarà attirare
nuovi marchi che appartengano alla fascia altissima di mercato, indipendentemente dal portafoglio di licenze in atto.
Continua il periodo nero per l’esportazione degli orologi svizzeri. Stando
ai dati della Fihs-Fédération de l’industrie horlogère Suisse, il settore ha
archiviato il 2016 a 19,4 miliardi di
franchi (circa 18,1 miliardi di euro),
in calo del 9,9% . Negativo anche il
bilancio del mese di dicembre, chiuso a 1,66 miliardi di franchi (circa
1,55 miliardi di euro), il 4,6% in meno rispetto al periodo corrispondente
del 2015. Nonostante il segno meno, il dato di dicembre, influenzato
dalle vendite natalizie, lascia intravedere uno spiraglio di ripresa, grazie
soprattutto ai risultati messi a segno
dal mercato cinese (+27,6%).
Bilancio positivo
per VicenzaOro
Samsonite studia Franz Kraler
rileva Le noir
il reshoring Usa
Bilancio positivo per l’ultima edizione di VicenzaOro. L’appuntamento,
conclusosi mercoledì, ha registrato un sold-out degli spazi espositivi,
accogliendo 1.500 brand provenienti
da 36 diversi Paesi all’interno dei nove padiglioni del quartiere fieristico. I
sei giorni della manifestazione hanno
registrato l’ingresso di oltre 18.500
buyer, per la maggior parte esteri, generando complessivamente oltre 33
mila presenze. «Il nuovo corso della
manifestazione è iniziato sotto i migliori auspici, registrando un riscontro
molto positivo sul nostro operato
da parte di espositori e buyer», ha
dichiarato Lorenzo Cagnoni, presidente di Ieg-Italian exhibition group
Spa, società nata dall’integrazione tra
Rimini fiera e Fiera di Vicenza.
Ritorno alle origini per Samsonite
(nella foto un modello), che starebbe pensando di ricollocare una
parte della produzione in America.
L’azienda di valigeria di Denver
(Colorado) aveva chiuso i propri stabilimenti Usa nel 2001, trasferendoli
in Asia ed Europa. Samsonite non è
l’unica azienda a riflettere
su un eventuale transfer
oltreoceano:
Apple e New
Balance starebbero
valutando
investimenti
in tale direzione.
Franz Kraler
ha rilevato il
multimarca Le
Noir di Cortina
d’Ampezzo.
L’operazione
è il linea con la
strategia di sviluppo del gruppo che
ha chiuso il 2016 con un giro d’affari oltre i 40 milioni di euro. «Siamo
particolarmente soddisfatti di aver
formalizzato l’acquisizione con mezzi propri della boutique di Le Noir a
Cortina. L’integrazione di questo
punto vendita all’interno del nostro
gruppo ci permetterà di arricchire
l’offerta a Cortina, in un segmento di
mercato strategico», ha detto Daniela
Kraler (nella foto, a sinistra, con Tosca
Zalla), presidente della società.
Flo’Reiza apre a Milano e corre verso
i 25 milioni di euro nel 2017
È da un mix di contaminazioni on the road tra la Toscana, Ibiza, e la Provenza che nasce Flo’Reiza, marchio di abbigliamento femminile, fondato nel 2014 da Tommaso
Baroncelli. Il brand pratese, da 12,5 milioni di euro di ricavi nel 2016, punta a differenziarsi dal mass market, optando per un concept da boutique a prezzi accessibili. Con
una produzione al 99% made in Florence la label, affidata alla mente creativa di Natasha
Innocenti, propone capi versatili rivolti a un target giovane. «L’aspetto che ci contraddistingue è la scelta di rinnovare la proposta fashion con cadenza settimanale. Una vera
e propria sfida che però, grazie al lancio del progetto franchising, ci permette di ottenere un ottimo cash flow per continuare a investire», ha raccontato a MFF l’imprenditore.
Flo’Reiza (nella foto un look), ad oggi presente in Italia con 45 store, si prepara intanto
a sbarcare a Milano con un flagship di 300 metri quadrati in via Torino ad aprile. Tra gli
altri piani a breve termine dell’etichetta, che progetta anche 20 opening in Sicilia entro il
2018, si aggiungono le aperture in Arabia Saudita, Hong Kong e Madrid. «Uno dei nostri
obiettivi è quello di far sentire la nostra presenza soprattutto in Spagna, dove cercheremo di raddoppiare i risultati ottenuti finora in Italia. Inoltre, a marzo inaugureremo una
nuova sede negli spazi di Centergross a Bologna, con lo scopo di rafforzare la nostra
distribuzione nel canale wholesale», ha poi concluso Baroncelli. Il giovane fondatore,
che non esclude possibili collaborazioni con i designer emergenti del momento, stima
di concludere il 2017 con un fatturato di 25 milioni. (riproduzione riservata)