Visualizza in PDF

Download Report

Transcript Visualizza in PDF

2
I COMMENTI
Venerdì 27 Gennaio 2017
L’ANALISI
IMPROVE YOUR ENGLISH
La sentenza spiazza
Grillo e anche Salvini
The judgement floors
Grillo and even Salvini
A
volte c’è atcon una virata rispetto
DI CARLO VALENTINI
tesa per le
a quanto fatto finora,
motivazioni
oppure essi non contedelle sentenze della Corte ranno quasi nulla, com’è avvenuto nella
costituzionale. Invece in questo caso legislatura che si sta concludendo.
quello che conta è solo il risultato. Il
Nessuna coalizione appare in graquale cancella ogni necessità di trova- do di raggiungere quel 40% che dà dire ad ogni costo un accordo tra le forze ritto (ha sentenziato la Corte) al premio
politiche sulla legge elettorale. I giudici di maggioranza. Senza premio, la legge
infatti hanno dato le carte, impallinan- elettorale torna in pratica al proporziodo Beppe Grillo e Matteo Salvini e nale. Ma obbliga ad allearsi per tentare
mettendo gli assi nelle mani di Matteo di arrivare al 40%: Forza Italia con la
Renzi e Silvio Berlusconi. Quest’ulti- Lega, Pd con la sinistra di Pisapia. Si
mo continua a proporre il proporzionale tratta di alleanze che hanno un capo e
puro ma il nuovo Italicum è tagliato su un gregario, Salvini ritorna alle urla alla
misura per quel rapporto incestuoso tra luna che faceva Umberto Bossi, Pisapia
maggioranza e opposizione che sembra farà come Nichi Vendola prima manietanto piacergli anche
ra, quello che faceva
perché lo toglierebbe
le giunte col Pd senza
dall’abbraccio mortale
troppo pretendere.
Favorisce invece
col radicalismo della
Renzi e Berlusconi
i giochi del
Lega. Con un pareggio
si ritrovano appagati.
Cav e di Renzi
alle urne si potrebbe
Potranno discutere un
andare alla grande copo’ sulla legge elettorale
alizione. Ma pure con una debole mag- ma facendosi sorrisi ammiccanti. Anche
gioranza a favore del centrosinistra o del sulla data. Entrambi hanno bisogno di
centrodestra ci sarebbe bisogno di una qualche mese per rimettersi a posto e
contrattazione continua. Dopo il refe- quindi (al di là delle dichiarazioni di
rendum, che ha bocciato lo snellimento rito) tra impegni internazionali, condell’iter parlamentare, arriva la cancel- gressi e primarie si arriverà alla prilazione del chi-vince-prende-tutto.
mavera 2018.
Senza ballottaggio le sorti dei
Ancora una volta sono stati i giudici
5stelle sembrano segnate. Il loro succes- a fare politica e a sbrogliare la matassa.
so nelle città nasceva proprio nel secondo Adesso tocca ai politici adeguarsi a un
turno, quando riuscivano a unire i propri maggioritario con soglia al 40% che è
voti con quelli dello schieramento per- un proporzionale dal sapore di prima
dente. Così invece o Beppe Grillo met- repubblica.
© Riproduzione riservata
terà i suoi voti sul tavolo, contrattando,
S
ometimes the reasons for the U-turn compared with what he has
Constitutional Court’s judg- done so far, or they will mean nothing,
ments are long awaited. In as it happened in the legislature that
this case, however, the thing is approaching to an end.
No coalition seems able to
that matters is only the result. And it
erases any need to find an agreement achieve the 40% that entitles (as the
at all costs among the political forces Court ruled) to the majority premium.
on the electoral law. Indeed, the judges Without a premium, the electoral law
have dealt out, hitting Beppe Grillo goes back in practice to the proporand Matteo Salvini and putting the tional system. Nevertheless, it forces
cards up in Matteo Renzi’s and Sil- groups to ally to try to reach 40%:
vio Berlusconi’s sleeves. The latter Forza Italia with the League, the PD
continues to offer a pure proportional with Pisapia’s left-wing. These alliancsystem but the new Italicum is tailored es have a leader and a follower, Salvini
to the incestuous relationship between resumes Umberto Bossi’s howlings at
majority and opposition that seems to the moon, Pisapia will do like Nichi
please him so much because it would Vendola at the beginning, when he
formed the councils
take him away from the
with the PD without
deadly embrace with
It favours instead
expecting too much.
the Northern League’s
Renzi and Berradicalism. With the
the Knight’s and
lusconi turn out to
elections resulting in
Renzi’s games
be satisfied. They
a tie, there could be a
will discuss a bit on
big coalition. However,
even with a small majority in favor of the electoral law but smiling sympathe center-left or center-right wing, a thetically. Also on the date. They both
continuous bargaining would be nec- need a few months to be ready and
essary. After the referendum, which then (beyond ritual statements) after
rejected the streamlining of the par- international commitments, convenliamentary procedures, there was the tions and primaries they will get to
the spring 2018.
cancellation of the winner-takes-all.
Once again, judges have made
Without a ballot the fate of the
M5S seems sealed. Their success in the politics and unravelled the tangle.
cities derived from the run-off, when Now it is up to politicians to adjust to
they could combine their votes with a majority system with a 40% threshthose of the losing faction. In this way, old that is a proportional system with
instead, either Beppe Grillo puts his a First Republic taste.
Traduzione di Silvia De Prisco
votes on the table and negotiate, in a
IL PUNTO
LA NOTA POLITICA
Facebook si mette a far la banca
e alle banche cosa resta da fare?
Uno sciame di reazioni
a una sola sentenza
DI
SERGIO LUCIANO
D
unque l’Irlanda,
paese dell’Unione
europea!, ha concesso a Facebook la
licenza bancaria necessaria
per operare come istituto di
pagamento. Basterà avere
un conto su Facebook e si
potrà sia incassare soldi che
pagarne con un semplice clic
sul cellulare.
Che significa? Significa
che per le banche tradizionali, di fronte a una simile
novità, i guai derivanti dal
boom delle sofferenze bancarie, dalle regole internazionali
cervellotiche e sempre più severe e dai tagli al personale,
finora considerati le peggiori
evenienze che possano capitare, si riveleranno carezze,
zollette di zucchero. La forza,
la capillarità della presenza
di Facebook nella vita della
gente e quindi nella relazione
costante con i suoi utilizzatori
farà sì che per le funzioni essenziali della banca (pagare e
percepire pagamenti) finiremo
tutti noi gradatamente con il
farci bastare i social network
e non servirci più delle banche
classiche. «I» social network,
perché possiamo giurarci che
sia Google che Apple e chissà
quanti altri imiteranno il leviatano di Mark Zuckerberg.
Con la crisi che c’è nelle
filiali bancarie, desertificate
dal fatto che ormai la gente
L’onda del digitale
sta per sconvolgere
il settore del credito
per le operazioni semplici fa
tutto dal computer di casa o
in giro dallo smartphone, con
i servizi di pagamento che
continuano a defluire dalle
banche (proprio l’altro giorno
i 40 mila tabaccai legati a SisalPay hanno annunciato di
essere diventati in tutto e per
tutto operativi per i pagamenti alla pubblica amministrazione) si sta veramente svuotando un’industria. Di questo
passo, alle banche tradizionali
resterà, forse, una credibilità
maggiore nell’erogazione di
servizi finanziari complessi
come i finanziamenti più onerosi, la gestione del risparmio
o la finanza aziendale, ma non
l’attività semplice, «al dettaglio», alla quale è oggi destinata la maggior parte dei loro
costi e investimenti fissi!
Non a caso Ennio Doris,
fondatore e presidente di Banca Mediolanum, tra i pochissimi imprenditori del settore, sempre lucidissimo nella
visione sul futuro, ripete da
anni che «se oggi nel mondo
ci sono 20 mila banche analogiche, tra dieci anni ce ne
saranno cento o duecento digitali». E se oggi in Italia si
contano seicento banche, tra
dieci anni quante ne saranno
sopravvissute?
È con questi scenari che
dovrebbero fare i conti i banchieri, sia per ridisegnare l’organico delle loro aziende sia
per riscriverne le strategie. E
prima di accusare una banca
di espansionismo improprio
bisogna pensarci cento volte.
Le banche sane, oggi, devono
cercare di espandersi, concentrarsi, crescere dimensionalmente e industrialmente. Per
prevenire la crisi di domani.
Bene fa chi, come Intesa, ci sta
lavorando seriamente.
© Riproduzione riservata
DI
MARCO BERTONCINI
La divisione è (ri)partita
pochi minuti dopo le 17 di
mercoledì, non appena resa
nota la sentenza della Corte costituzionale. Da allora
si scontrano fautori delle
urne a giugno (Matteo Salvini si è rivelato sostenitore
del 23 aprile) e teorizzatori
delle urne più avanti, in autunno, meglio ancora alla
scadenza del 2018. Esigenze politiche maldestramente mascherate s’intrecciano
con meditate riflessioni teoretiche sulla necessità di
rendere omogenee le due
leggi elettorali.
Gli schieramenti sono
chiari. Silvio Berlusconi attende la giustizia europea: quindi, più tardi è,
meglio è. Non gli andrebbe
bene nemmeno l’autunno.
Inoltre vorrebbe che Fi
risalisse un po’ nei sondaggi: ci vuole tempo (ma
se sono anni che rincorre
questo restauro del proprio partito, senza risultati che non siano il perdere
seguaci). I centristi sono
completamente divisi in
cespugli, addirittura a decine, destinati a insuccessi
elettorali che intendono
rinviare, nella speranza di
una riforma elettorale che
abbassi le soglie ed estenda
le coalizioni alla camera. Al
presente, andare alle urne
equivarrebbe al suicidio.
La possibile perdita
del posto è un timore diffuso in centinaia di parlamentari di ogni colore,
pronti a tutto ma non a lasciare l’incarico. È questa
la formazione maggiore nel
composito raggruppamento
di coloro che Matteo Renzi liquida come praticanti
la melina. Ovviamente, e si
tratta di un grave ostacolo
politico per la fretta renziana, a tifare per le urne
tardi, più tardi, tardissimo,
sono le minoranze interne
del Pd. Il tempo servirebbe
loro per sottrarre il partito
a Renzi (così almeno sperano), a togliergli i capilista
bloccati, a predisporre alleanze a sinistra, a rosolare
debitamente il segretario.
© Riproduzione riservata