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I COMMENTI
Giovedì 26 Gennaio 2017
L’ANALISI
IMPROVE YOUR ENGLISH
L’Anticorruzione
deresponsabilizza
Anti-corruption
relieves of responsibility
C
pubblica amminiosì, come se
si fosse sve- DI DOMENICO CACOPARDO strazione il governo
Monti ha, fra l’altro,
gliato da un
lungo sonno e nulla fosse, introdotto nell’ordinamento la più
intanto, accaduto, il dottor Raffaele grande deroga che si sia mai vista.
Cantone protesta per le procedure Si tratta, infatti, dell’istituzione
con le quali si stanno compiendo le dell’Autorità nazionale anticorruoperazioni occorrenti per realiz- zione, che si inserisce in un sistema
zare il G7 di Taormina. Denuncia legislativo nel quale la corruzione
i pericoli di infiltrazioni mafiose, (e reati affini) era già prevista con
visto che siamo in Sicilia. E fa l’indicazione di severe pene tabelbene: il commissario prefetto Ric- lari. L’efficacia, tuttavia, della norcardo Carpino, i dirigenti della mativa anticorruzione era limitata
presidenza del consiglio dei mini- da una serie di fattori che si posstri, delle prefetture di Messina sono definire amministrativi: dal
e di Catania, delle questure, la cattivo funzionamento della giuGuardia di finanza, i Carabinieri stizia al regime delle prescrizioni,
alla mancanza di un
non lo sapevano e,
vero conflitto di inteora che è entrato in
ressi tra corruttore e
scena Cantone, si reLa vigilanza
corrotto, da controlli
goleranno in consedovrebbe essere
più tabellari che soguenza. Anche se il
fatta dalla p.a.
stanziali.
presidente dell’Autorità anticorruzione
In qualche modo, tuttavia,
vorrebbe la sospensione di tutte le
procedure e la loro sottoposizione poteva essere la medesima Ammial suo giudizio. Se, poi, il tempo nistrazione pubblica a cambiare
perso impedirà la riunione del G7: rotta, intensificando la vigilanza
«Chissenefrega!». L’Italia è il Paese e introducendo normative tali da
delle deroghe e sembrava che, dopo rendere sempre più difficile se non
le vicende della Protezione civile e impossibile l’esercizio della discredel suo capo Bertolaso, non se ne zionalità amministrativa, il luogo
elettivo della corruzione, della conaccordassero più. Invece no.
cussione e di tutti i reati contro lo
Con la legge 6 novembre 2012, Stato. Invece, il «regalino» di Monti
n. 190, contenente disposizioni per continua a imperversare al di là e
la prevenzione e la repressione del- oltre il ragionevole.
www.caccopardo.it
la corruzione e dell’illegalità nella
R
affaele Cantone com- administration, Monti’s governplains about the proce- ment, among other things, has
dures allowing the neces- introduced in the judicial syssary steps to implement tem the largest derogation ever
the G7 in Taormina, as if he had seen. Indeed, it is the institution
awakened from a long sleep and of the National Anti-Corruption
nothing had happened mean- Authority that is part of a legal
while. He denounces the dangers system in which corruption (and
of mafia infiltration, since we related crimes) was already conare in Sicily. He is right: Prefect sidered with the indication of
Commissioner Riccardo Carpi- strict fixed penalties. However,
no, the leaders of the Council of the effectiveness of the antiMinisters, of the prefectures of corruption legislation was limMessina and Catania, of the po- ited by a number of so-called
lice headquarters, the police and administrative factors: from the
finance police didn’t know it and poor functioning of justice, to the
now that Cantone has made his regime of provisions, the lack of
appearance, they
a real conflict of inwill adjust accordterest between the
Supervision
ingly. Although the
corrupter and corAnti-corruption
rupted, more schedshould be made
president pushes
uled than substanby the PA
for the suspension
tial controls.
of all procedures
and their submission to his judgNevertheless, the very same
ment. If the time lost hinders the public administration could
G7 meeting: «Never mind». Italy somehow change course, intensiis the country of exceptions and fying supervision and introducing
it seemed that after the issues of regulations that make administhe Civil Protection and its chief trative discretion - the elective
Bertolaso, they were no longer place of corruption, bribery and
accepted. Quite the contrary.
all crimes against the state increasingly diffi cult if not imWith the Law n. 190 of No- possible. Instead, Monti’s «gift»
vember 6, 2012, containing continues to be rampant beyond
provisions for the prevention reason.
and repression of corruption
© Riproduzione riservata
and lawlessness in the public
traduzione di Silvia De Prisco
IL PUNTO
LA NOTA POLITICA
Un nuovo atteggiamento italiano:
il razzismo contro se stessi
Affossate le aspirazioni
di governo dei grillini
DI
GOFFREDO PISTELLI
L
e tragiche vicende del
terremoto e dell’emergenza neve, condensate nella strage dell’Hotel Rigopiano, hanno offerto
l’ennesima cartina di tornasole
del sentimento che sommuove
le viscere di questa Italia. Ben
oltre le colpe e le inefficienze
che accompagnano statisticamente ogni fatto tragico di
un Paese grande e complicato
come il nostro, si libera cioè
una rabbia profonda. Sulle
prime, si innesca un’autentica
caccia all’uomo, una furibonda ricerca dei responsabili,
ma poi questo furore si sposta
sull’Italia, rappresentata sui
social media, la grande piazza
nazionale, come paese di Pulcinella, repubblica delle banane
e altre varie forme di ridicolo.
Segue, solitamente, l’invito a
fuggire, espatriare.
È potentissima questa capacità autodenigratoria che
ristagna dalle Alpi al Lilibeo,
pronta a infiammarsi quando
le cronache danno il là. È quel
lamento di sottofondo in ogni
conversazione fra pendolari su
un treno, capannello nei bar,
coda agli uffici postali o attesa
dal medico, pronto a diventare
invettiva. Un amico, manager
in America centrale, definisce
questa attitudine con un’immagine audace ma appropriata, «autorazzismo».
DidascaliaL’odio a noi
Si descrivono come
incapaci di fare
cose belle e grandi
stessi sta diventando infatti
non uno sfogo, ma una vera
malattia.
Per tornare all’albergo
alle pendici del Gran Sasso,
sembrava che lo sforzo titanico dei soccorritori, l’aver strappato molte vite alla morte,
potesse invertire la tendenza
nella percezione complessiva
di questa storia triste. L’indomani, invece, il pathos era
sull’hotel «costruito sui detriti
di una slavina degli anni 30»,
come se il Rigopiano fosse stato spazzato via da una semplice valanga e non un’enorme
frana di terra e neve originata
probabilmente dal terremoto. Non aveva torto Matteo
Renzi quando insisteva sulla
necessità di cambiare la narrazione di questo Paese, oltre
alla politica. Consapevole, l’ex
premier, che per un Paese in
crisi, la precondizione, per
qualsiasi tentativo di uscirne, fosse l’energia psicologica
di chi lo popola.
Eppure tutti ridicolizzavano come una fissazione o consideravano furbizia
il suo storytelling sull’Italia
che funziona, che produce, che
fa le cose belle e bene. Non è
un caso che il fronte di chi ha
abbattuto l’ex premier, accusandolo di tutti mali pregressi
e futuri, si sia sintonizzato con
questo pezzo d’Italia «malmostosa». Un fronte incapace di
produrre una proposta comune: no alle riforme di Renzi,
ma nessuna idea di riforma
comune e quindi realizzabile. Che gli italiani «sempre
indignati» abbiano trovato
rappresentanza politica, è un
fatto positivo. Che abbiano
trovato anche la soluzione
alla loro indignazione è tutto
da dimostrare.
DI
MARCO BERTONCINI
L’incostituzionalità del
ballottaggio sancita ieri
affossa le aspirazioni di governo esternate dai grillini.
Dopo l’esito delle comunali
di Torino e Roma, la preoccupazione maggiore (pur
se taciuta), sia nel Pd sia
in Fi, era l’arrivo del M5s
in ballottaggio, con possibile vittoria. I sondaggi
l’attestavano. Il trovarsi
la Lega su posizioni anti
sistema simili ai pentastellati avrebbe provocato
un facile travaso di elettori del Carroccio. La sinistra esterna al Pd avrebbe
preferito Grillo a Renzi; e
così dicasi di vari segmenti
elettorali.
Dopo l’intervento della Corte costituzionale,
l’eventualità di un governo
pentastellato non sarebbe
teoricamente del tutto azzerata, ma nessuno prevede che i grillini possano
da soli arrivare nel turno
unico al 40%, carpendo il
premio di maggioranza (il
ragionamento vale a testo dell’italicum vigente
come uscito dalla Corte).
Quel livello non pare, oggi,
raggiungibile da alcuno: il
Pd non è più nel momento
aureo delle europee, quando
appunto superò quella percentuale, non a caso entrata
poi nella legge in vigore.
Se il premio fosse riservato alle coalizioni?
Per mesi Silvio Berlusconi
ha prospettato questa possibilità: superare l’asticella, con un centrodestra
unito, addirittura nel primo turno. Al presente, non
esistono nemmeno tali presupposti. E il Pd con alleati? Si dovrebbe asserire che
non gli sarebbero sufficienti né l’intesa con frange
centriste, né la coalizione
con Sinistra italiana.
Verrebbe da dire che,
lasciando il premio di
maggioranza alla lista che
superi il 40%, la Corte abbia provocato due conseguenze possibili: o non si
muterà la legge, e allora
di fatto (si ripete: di fatto)
saremo nel proporzionale,
o si cambierà, e allora si
riaprirà l’intera partita.
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