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Giovedì 26 Gennaio 2017
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Traballa il senatore Marin, coordinatore azzurro in Veneto e regista dell’operazione
Padova, Silvio sceglie Salvini
Cacciati da Forza Italia i due consiglieri anti-Bitonci
DI
INDISCREZIONARIO
RAFFAELE PORRISINI
S
baglia di grosso chi
crede che l’ennesima e
sbandierata rottura tra
Silvio Berlusconi e
Matteo Salvini sia definitiva
e insanabile. Il balletto di dichiarazioni messo in piedi dai
due leader di Forza Italia e Lega
Nord fa parte del teatrino della
politica ridotta a messa in scena, perché quando si entra nella
carne viva delle amministrazioni locali, ecco che si svelano gli
altarini. Basti pensare che l’ex
Cav, dopo aver fatto più volte la
voce grossa contro il leader del
Carroccio, a Padova si è dovuto
piegare ai diktat salviniani per
non mandare a monte l’alleanza
di centrodestra, finendo addirittura per sconfessare un esponente azzurro di primo piano
come il senatore e coordinatore
veneto Marco Marin.
Difficile leggere in altro
modo l’espulsione da Forza
Italia (roba da vecchio Pci!)
dei due ex consiglieri comunali
padovani Manuel Bianzale
e Carlo Pasqualetto, rei di
essersi dimessi l’11 novembre
scorso davanti a un notaio insieme ai colleghi di Pd, 5 Stelle
e liste civiche, decretando la
fine dell’amministrazione del
sindaco leghista e salviniano
doc Massimo Bitonci.
Il collegio dei probiviri di
Fi presieduto dal senatore e
magistrato Giacomo Caliendo (ebbene sì, nel movimento
liquido di Berlusconi esiste pure
questo organo che ogni tanto
torna utile) ha cacciato i due
eletti accusandoli di aver ignorato le dichiarazioni del senatore padovano Niccolò Ghedini;
l’avvocato di Berlusconi intimava loro di non dimettersi e
chiedeva di portare avanti l’alleanza con Bitonci. Ma i due ribel-
DI
Matteo Salvini
li (presto bollati come traditori)
hanno tirato dritto, convinti
che ormai il primo cittadino
della Lega fosse diventato un
pericolo per la città, tra progetti
di nuovo ospedale e stadio mai
concordati con gli azzurri.
A fare precipitare la situazione e rendere impossibili rapporti già compromessi,
c’era stata la cacciata dell’assessore di Fi Stefano Grigoletto,
avvenuta l’estate scorsa.
La notizia dell’espulsione
dei due consiglieri forzisti ha
mandato in visibilio la Lega.
A iniziare dall’ex sindaco (e
ricandidato) Bitonci, convinto
che adesso sia possibile intavolare una reale trattativa con i
berlusconiani per le prossime
amministrative. Gongolano
anche i forzisti padovani rimasti fedeli al patto con la Lega,
dall’ex vicesindaco Eleonora
Mosco all’ex assessore Matteo
Cavatton fino agli ex consiglieri comunali Enrico Turrin e
Nicola Lodi.
Chi invece non se la passa affatto bene è il senatore
Marin, considerato il vero regista di quest’operazione, il
quale – narrano alcuni detrattori – non ha mai accettato la
PUCCIO D’ANIELLO
tanti mari di pubblico, di attenzioni, di persone, di sguardi”.
A Roma, un politico di lungo corso come il pre***
sidente della commissione esteri della Camera
Non c’è solo il carnevale di Venezia: arriva
dei deputati Fabrizio Cicchitto è diventato
socio del Circolo Canottieri Aniene. L’altra anche l’edizione 2017 di quello di Ivrea, un
evento unico in cui storia e legsera, nel sodalizio guidato da Giogenda si intrecciano per dare vita
vanni Malagò, i nuovi soci sono stati
a una serie di eventi, celebrazioni
festeggiati con una prima cena uffie rappresentazioni dal forte valore
ciale. Cicchitto era stato presentato
simbolico. Una grande festa civica
da un luminare della medicina qual
è Francesco Cognetti e dall’imprendipopolare durante la quale la comunità di Ivrea celebra la propria catore alberghiero Roberto Naldi. Tra
i nuovi “canottieri”, da segnalare
pacità di autodeterminazione ricorl’imprenditore Edoardo Caltagirone,
dando un episodio di affrancamento
presentato dagli avvocati Andrea e
dalla tirannide che si fa risalire al
Fabrizio
Giampiero Tasco. E l’allenatore di
medioevo. Lo spirito del carnevale
Cicchitto
calcio Roberto Mancini. Dal mondo
vive, infatti, nella rievocazione di
dei professionisti, il notaio Alfredo
un episodio di liberazione dalla tiMaria Becchetti. Tra i giovanissimi, il gior- rannide: un barone (storicamente riconosciuto
nalista e comunicatore Mario Benedetto. Tra i nel marchese di Monferrato) che affamava la
veterani del circolo, il vicepresidente di Mine- città venne scacciato grazie alla ribellione di
racqua Ettore Fortuna.
Violetta, la figlia di un mugnaio che non volle
sottostare allo ius primae noctis e che, ucciden***
dolo, accese la rivolta popolare. La celeberrima
Istituto Luce Cinecittà in festa per la candi- battaglia delle arance rievoca proprio questa
datura nella cinquina degli Oscar per Fuoco- rivolta: il popolo è rappresentato da squadre
ammare di Gianfranco Rosi come miglior di aranceri a piedi che combattono contro i
documentario. “Un riconoscimento meravi- soldati del tiranno posti su carri trainati da
glioso”, dicono nella sede di Roma dell’istitu- cavalli che indossano protezioni e maschere che
zione culturale. Si tratta di “un progetto, un ricordano le antiche armature. Tirare le arance
sogno, un film che è nato al Luce, e grazie ad ha dunque una valenza simbolica ma è pura
altri coraggiosi e appassionati, naturalmente goliardia: una stretta di mano, dopo un “testa
Rai Cinema, 21Uno Film, Stemal Entertain- a testa”, sancisce la pace. Appuntamento dal
ment di Donatella Palermo, i francesi Les 25 febbraio, con la marcia del corteo storico,
Films d’Ici e Arte, e il Mibact, che è arrivato lo spettacolo pirotecnico sul Lungo Dora e, da
a viaggiare dall’altra parte dell’oceano, e di domenica 26, la battaglia delle arance.
vittoria di Bitonci al Comune di
Padova, dove invece lui ha perso
nel 2009 contro il dem Flavio
Zanonato. Non è un caso che
l’ex sindaco leghista sottolinei
come siano stati puniti i sicari
ma non il mandante della sua
caduta; le dimissioni di Marin
da coordinatore berlusconiano
in Veneto sono già state invocate dall’assessora regionale
in quota Fi Elena Donazzan
e ieri richieste anche dall’ex
parlamentare del Pdl Filippo
Ascierto. A questo punto, la
posizione di Marin diviene imbarazzante; probabile – dicono
le le voci rimbalzate tra Arcore e
Roma – che venga sostituito nel
ruolo di coordinatore veneto dal
capogruppo al Senato, il veneziano Renato Brunetta.
Di sicuro sembra difficile che possa rimanere al suo
posto. Un altro nome spendibile per Fi in regione è quello
dell’eurodeputata Elisabetta
Gardini, che però non è scesa
in campo con l’elmetto in testa
contro Marin. E forse potrebbe
pagare questa eccessiva prudenza.
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