Le specie aliene ci costano 12 miliardi l`anno

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Le specie aliene ci costano 12 miliardi l’anno
Categoria: Ecologia | Scritto da Ivan Manzo il 23 January 2017.
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Le specie aliene sono organismi che hanno un origine diversa dall’ambiente in cui vengono introdotti ma che
riescono ad adattarsi completamente ai loro nuovo habitat. Alcune specie vengono volontariamente inserite dall’uomo altre, invece,
raggiungono accidentalmente i nostri paesi: attraverso operazioni di scambi commerciali (attraverso il commercio di piante esotiche,
animali di compagnia, attività di pesca, attività venatoria…) o seguendo le rotte turistiche. Quando queste specie si insediano in natura
possono provocare anche problemi seri, sono infatti annoverate tra le maggiori cause dell’estinzione. Secondo l’ISPRA (Istituto Superiore
Per la Protezione e la Ricerca Ambientale) le specie aliene “sono responsabili della perdita di biodiversità al pari della distruzione degli
habitat e minacciano l’esistenza di moltissime specie autoctone: le specie aliene invasive danneggiano il nostro patrimonio naturale e
hanno un impatto sociale ed economico stimato in oltre 12 miliardi di euro ogni anno nella sola Unione Europea”. È proprio di questo che si
è discusso durante l’evento “fermiamo le specie invasive” di Roma del 13 gennaio, in cui Legambiente insieme a Federparchi, Nemo,
Regione Lazio, Unicity, l’Università di Cagliari ed in collaborazione con l’ISPRA, ha presentato il progetto Life Asap (Alien species
awareness program). Il progetto mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento informandola sui costi sociali, economici ed
ambientali che la migrazione aliena provoca e intende formare cittadini, con appositi strumenti informatici di riferimento, che siano in grado
di fornire segnalazioni di ogni genere in modo anche da aprire una seria discussione sull’enorme ricchezza in termini di biodiversità che il
nostro Paese possiede. In Europa, negli ultimi 30 anni, il numero di specie aliene è cresciuto del 76% ed il problema è tutt’altro che essere
vicino alla soluzione. Si tratta, infatti, di un “fenomeno inarrestabile” che viene rafforzato dal cambiamento climatico: “nel Mediterraneo,
complici anche i cambiamenti climatici in atto, le specie aliene invasive sono, insieme al consumo di suolo, la principale minaccia alla
biodiversità”. In Italia le specie aliene presenti sono più di 3000. Sulla situazione interviene Rossella Muroni (Presidente di Legambiente): “
si tratta di animali e vegetazione non autoctona, quindi che non dovrebbe essere nel nostro ambiente”. Un esempio? “Le piccole tartarughe
che compriamo ai bambini e che poi vengono rilasciate nei laghetti delle città, le nutrie che sono un problema serio per gli argini dei nostri
fiumi e le risaie, le specie vegetali presenti nei centri urbani delle città”. Le specie aliene “non sono un rischio solo per la biodiversità, ma
anche per la salute umana (si introducono nella nostra catena alimentare) e l’agricoltura”. Data l’importanza del problema è necessario
monitorare questo fenomeno per capirne le cause, gli effetti e gli sviluppi in modo da poterlo arginare. Le specie aliene sono uno dei
problemi ambientali più gravi e urgenti su cui siamo costretti a misurarci e su cui vanno presi dei seri provvedimenti. Il progetto Life Asap
cerca di aumentare la consapevolezza sui rischi corsi dai cittadini e attraverso la sensibilizzazione può ambire ad una costante riduzione
del traffico delle specie aliene invasive riducendo di pari passo anche gli impatti negativi generati. Sulla campagna di sensibilizzazione un
ruolo importante potrebbe (e dovrebbe) svolgerlo anche l’informazione mainstream.
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L'autore: Ivan Manzo
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Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a
problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da
garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire
la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.
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