Diritto di accesso alle informazioni in materia ambientale

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Accesso alle informazioni in materia ambientale, in Italia a
che punto siamo?
Categoria: Ecologia | Scritto da Letizia Palmisano il 9 October 2016.
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archivio
“Il modo migliore di trattare le questioni ambientali è quello di assicurare la partecipazione di tutti i cittadini interessati, ai diversi livelli”.
Questo principio è cristallizzato nella Dichiarazione di Rio sull’Ambiente e lo Sviluppo (1992) che stabilisce così una l’inestricabile
relazione tra trasparenza, sensibilizzazione, accesso effettivo ai procedimenti giudiziari e partecipazione ai processi decisionali da parte dei
cittadini. Solo così, infatti si potranno garantire protezione ambientale e sviluppo sostenibile.
Attuazione diretta di tale principio si è avuta attraverso la Convenzione di Aarhus sottoscritta nel 1998 sotto egida UNECE (Commissione
Economica per l’Europa delle Nazioni Unite), e riconosce il diritto di ogni persona ad accedere alle informazioni, al processo
decisionale e alla giustizia con riferimento alle materie ambientali. Tale convenzione - come ricorda il Ministero dell’ambiente è il primo
e unico strumento internazionale, legalmente vincolante, che recepisce e pone in pratica tale principio, “dando concretezza ed efficacia al
concetto di democrazia ambientale”.
La convenzione di Aarhus trova piena applicazione in Italia al giorno d’oggi? A rispondere a questa domanda sarà il quarto rapporto di
aggiornamento sull’attuazione della Convenzione di Aarhus in Italia che verrà pubblicato, nella sua versione definitiva, a dicembre da parte
della Divisione Affari Internazionali. Prima di esso, però, un ruolo fondamentale spetta alla cittadinanza attiva. Infatti chiunque sia
interessato (dalle associazioni ai privati cittadini) ha 45 giorni per inviare commenti e osservazioni. Sulla base dei contributi inviati, verrà
redatto un rapporto che sarà inviato al Segretariato UNECE nel mese di dicembre e pubblicato, in italiano e in inglese, sul sito del Ministero
dell’Ambiente.
Perché è così importante che i cittadini possano avere accesso agli atti e che vi sia una informazione ambientale? Secondo la
Convenzione più le persone saranno informate in campo ambientale, più potranno avere “un peso nelle scelte che vengono prese ad alto
livello, realizzando il proprio diritto a vivere in un ambiente che rispetti il proprio benessere e la propria salute”.
Se la trasparenza degli atti amministrativi negli ultimi anni ha assunto, quantomeno in Europa, un valore fondamentale nella difesa e lo
sviluppo dei diritti, essa trova un valore proprio e se stante nel campo della sostenibilità ambientale. In attesa della versione definitiva (e di
eventuali rilievi e osservazioni), per ora l’Italia pare, sviluppare e incrementare gli continuo gli strumenti di informazione e di accesso agli
atti. Come il documento (provvisorio) ricorda, un grande aiuto l’ha dato la digitalizzazione del Paese che ha reso possibile l’inserimento di
molteplici documenti su canali istituzionali (dal sito del Ministero a quelli delle Arpa e dell’Ispra). A ciò si affiancano le iniziative “off line”
quali l’inserimento dell’educazione ambientale nei programmi scolastici, varie attività rivolte ai più giovani o appuntamenti ed eventi “per
tutte le età” come la SERR o Gli Stati Generali della Green Economy.
Un altro dato, molto caro agli ambientalisti riguarda le forme di accesso ai documenti e alle informazioni detenuti dalle PA. Tra le novità
degli ultimi anni si ricordano l’accesso civico previsto dal D.Lgs. 33/2013, “inteso come diritto di chiunque di richiedere la pubblicazione sul
sito istituzionale dell’amministrazione di documenti, informazioni e dati per i quali sussistano obblighi di pubblicazione nel caso in cui questa
sia stata omessa” e soprattutto il tanto atteso FOIA (Freedom of Information Act) introdotto dal D.Lgs. 97/2016 che prevede “il diritto di
chiunque di accedere a dati e documenti detenuti dalle PA, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione obbligatoria, nel rispetto
unicamente dei limiti relativi alla tutela di interessi pubblici e privati giuridicamente rilevanti”.
Proprio l’attenzione verso il FOIA degli ultimi mesi ha infatti posto in evidenza come se tanto si sia fatto in termini di trasparenza, molto ci
sia ancora da incrementare.
Per saperne di più e per accedere ai contatti per inviare le osservazioni sul rapporto si può visitare il sito del Ministero dell’Ambiente.
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L'autore: Letizia Palmisano
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Giornalista dal 2009, esperta di tematiche ambientali e “green” e social media manager. Collabora con alcune delle
principali testate eco e scrive sul suo blog letiziapalmisano.it. È consulente sulla comunicazione 2.0 di aziende ed eventi
green e docente di social media marketing. In 3 aggettivi: ecologista, netizen e locavora (quando si può).
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