Troppe le scuole italiane carenti sulla sicurezza

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Scuole italiane carenti sulla sicurezza antisismica
Categoria: Ecologia | Scritto da Letizia Palmisano il 8 November 2016.
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ecosistema scuola legambiente 2016 rapporto
Per le scuole italiane la strada verso l’adeguamento a sistemi di sicurezza
di edifici in caso di terremoto e in termini di efficienza energetica è ancora lunga. A fotografarlo il XVII Rapporto Ecosistema Scuola
presentato durante il primo Forum dell'edilizia scolastica organizzato da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club. Come ogni anno, è
stata esaminata la qualità dell'edilizia scolastica e dei servizi della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado di quasi 6 mila
scuole dei capoluoghi di provincia italiani. I voti assegnati alle nostre scuole in questo ambito sono da bocciatura: il 65,1% degli edifici
scolastici presenti nei capoluoghi di provincia è stato costruito prima dell’entrata in vigore la normativa antisismica (1974) – dato allarmante
se si considera che ben il 30% di tali strutture si trovano nelle zone a maggiore rischio sismico – e addirittura il 90,4% di essi è stato
realizzato prima della introduzione della legge in materia di efficienza energetica (1991). Anche i lavori di controllo e adeguamento
languono: solo il 31% degli edifici hanno effettuato verifiche di vulnerabilità sismica, il 15,3% ha effettuato indagini diagnostiche dei solai, il
5,3% è stato oggetto di interventi di messa in sicurezza, soltanto il 9,2% ha subito interventi di adeguamento sismico (382 in totale) e di
efficentamento energetico (1960) e in soli 423 edifici scolastici sono stati installati sistemi di produzione di energia rinnovabile (un po’ poco
per un paese dove ogni anno le scuole spendono globalmente 1,3 miliardi di Euro per l'energia). Anche il voto degli “scritti” è insufficiente:
solo una scuola su due è in possesso dei certificati di collaudo statico e di idoneità statica mentre quelli di agibilità e di prevenzione incenti
mancano rispettivamente al 40% delle scuole (nelle isole all'80%) e a circa il 58% (nelle isole al 73%).
Innovazione ed ecosostenibilità? Assenti ingiustificati.
Solo il 39,6% delle strutture possiede reti wi-fi attive, l'8,6% sfrutta rete completamente cablata e non arrivano all’1% gli edifici scolastici
realizzati secondo criteri della bioedilizia Divario nord e sud Anche in questo ambito esistono due Italie: nei capoluoghi del sud 3 scuole
su 4 sorgono su aree a rischio sismico e si registra il 58,4% di interventi di manutenzioni urgenti (quasi venti punti percentuali in più della
media nazionale), al nord, invece, si investono cifre cinque volte maggiori che nel resto del Bel Paese per la manutenzione straordinaria dei
plessi scolastici (con 62.807 euro ad edificio). Migliore è la situazione delle scuole meridionali sull’uso di energia da fonti rinnovabili (16,6%
e quindi quasi cinque punti percentuali superiori rispetto alla media nazionale): le scuole pugliesi guidano la classifica (66,7%), seguite da
quelle venete (34,2%), abruzzesi (31,4%), trentine (30,4%) e quelle dell’Emilia Romagna (30%). Fanalino di coda per Molise e Val d'Aosta:
in nessuna scuola di Aosta e Campobasso si utilizzano le fonti rinnovabili. Dati positivi arrivano dalla raccolta differenziata: nelle scuole si
differenziano soprattutto carta (82,8%), plastica (78,5%), vetro (70,5%) e alluminio (60,6%). In aumento anche la raccolta delle pile che
passa dal 55% del 2014 al 58,3% del 2015 e del toner che tocca il 62,5%. A livello cittadino il gradino più alto del podio è occupato da
Piacenza che può vantare 15 linee di “pedibus” che coinvolgono 7 scuole cittadine, aree di sosta di fronte le scuole e attraversamenti
pedonali, pasti bio e prodotti di origine controllata come IGP e DOP nell'87% delle mense scolastiche, la metà degli edifici che utilizza
energie alternative e una scuola in classe A. Segue Parma che, mediamente, ha investito nella manutenzione ordinaria degli edifici
scolastici 157.976 Euro dotando tutte le scuole di certificazioni di collaudo statico, agibilità, prevenzione incendi e impianti elettrici a norma.
Terzo posto per Trento. A colmare i gap non è riuscita nemmeno la Struttura di Missione presso la Presidenza del Consiglio per le scuiole
che, dalla sua istituzione, ha stanziato 7,4 i miliardi di Euro che hanno reso possibile l’avvio di 27.721 interventi edili, ma c’è ancora tanto
(troppo) da fare.
Le alternative
Il Dossier di Legambiente, come al solito, non si limita a fotografare la realtà esistente, ma elabora proposte concrete: completare
l'anagrafe dell'edilizia scolastica per dotare tutte le scuole, entro il 2020, del fascicolo del fabbricato con tutte le informazioni e certificazioni
indispensabili a individuare problemi e priorità di intervento; ridurre e semplificare le linee di finanziamento per facilitare l’accesso ai bandi
per la realizzazione degli interventi; mutare il ruolo della Struttura di missione per supportare i Comuni a superare i problemi di accesso ai
bandi, coinvolgendo l'ANAC nell’individuazione di procedure efficaci e trasparenti e le Esco, per coinvolgere risorse e imprenditori privati
nel processo di riqualificazione. “Le scuole italiane - ha dichiarato Rossella Muroni, presidente di Legambiente - possono e devono
diventare un grande cantiere di innovazione diffusa, uscendo così da una situazione di arretratezza e insicurezza, di sprechi in bolletta, per
restituire alle città e agli studenti spazi sicuri e adatti a una moderna didattica. (…). Il terremoto di Amatrice, che ha provocato il crollo di un
edificio scolastico su cui erano stati realizzati nel 2012 interventi di ristrutturazione per 700mila euro, e il sisma dello scorso 30 ottobre, ci
ricordano drammaticamente quanto sia urgente partire da queste due priorità, fissando obiettivi chiari negli interventi, per avere edifici più
sicuri e adeguati alle esigenze delle persone che li abiteranno. Per questo chiediamo al Governo di partire subito con un piano di messa in
sicurezza di tutte le scuole nelle aree 1 e 2 di rischio sismico”.
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L'autore: Letizia Palmisano
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Giornalista dal 2009, esperta di tematiche ambientali e “green” e social media manager. Collabora con alcune delle
principali testate eco e scrive sul suo blog letiziapalmisano.it. È consulente sulla comunicazione 2.0 di aziende ed eventi
green e docente di social media marketing. In 3 aggettivi: ecologista, netizen e locavora (quando si può).
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