Maya Zankoul, la vignettista che racconta il Libano

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giovedì 12 gennaio 2017, 18:00
Maya Zankoul, la vignettista che racconta il Libano
Per maya "la reale passione" è alla base della sopravvivenza nel mondo del design
di Sabrina Duarte
Uno stanzone enorme e ben illuminato, scaffali pieni di libri, quadri appoggiati a terra e appesi alle pareti, un enorme
schermo bianco ed un ritaglio a grandezza naturale di uno dei suoi personaggi più famosi. Entrare nello studio di Maya
Zankoul significa entrare nel suo mondo, colorato, creativo, divertente. Mentre sfoglio i suoi libri 'Amalgam' e 'Beirut-New
York' , che gentilmente mi regala, le chiedo di parlarmi un pò di Lei. Maya è una scrittrice, artista visiva e blogger. E’
nata in Libano, ma è cresciuta a Gedda in Arabia Saudita, dove è rimasta fino all’età di 18 anni prima di far ritorno nel
suo paese d’origine: "Quando ero molto piccola mi piaceva Gedda, ma più diventavo grande e più avevo problemi", mi
racconta, "Una donna non può fare nulla se non andare a scuola, fare shopping e tornarsene a casa. Se vuole uscire deve
indossare l’abaya, la tipica tonaca che arriva alle caviglie. Persino nei ristoranti ci sono le zone per le famiglie, separate da
quelle dove cenano solo uomini". Una situazione frustrante per una mente creativa e desiderosa di esplorare. Maya lascia
quindi Gedda e torna in Libano per continuare i suoi studi. Alla Notre Dame University si laurea in Graphic design, ma la sua
vera passione è l’illustrazione. Nel 2009 crea un blog satirico, dove condivide episodi pungenti, ma divertenti della vita
quotidiana libanese. Le vignette, apprezzate sul web da un pubblico molto vasto, sono diventate poi due libri di
grande successo, 'Amalgam' e 'Amalgam 2': "Quando sono tornata in Libano mi aspettavo che le cose qui fossero perfette
rispetto all’Arabia Saudita, ma poi ho realizzato che non era affatto così. I due libri rappresentano il mio modo di fronteggiare
tutti i problemi che viviamo quotidianamente in questo paese, trasformandoli in episodi divertenti e leggeri". Maya ha
dunque lo sguardo terrorizzato nel caotico traffico di Beirut, inveisce contro il computer perchè la connessione va via proprio
quando deve lavorare, è attanagliata da dubbi imbarazzanti quando incontra un conoscente e non sa se dare uno, due o tre
baci, va a trovare una zia che si è sottoposta ad un intervento di chirurgia plastica. In questi due volumi, dove la
protagonista è sempre lei, emerge, attraverso illustrazioni colorate e divertenti, la realtà libanese, che sotto molti aspetti
non è tanto diversa dalla nostra. "Non ho mai pensato di mandare un messaggio al mondo attraverso i miei disegni", mi
spiega, "In molti vedono nei miei lavori una sorta di attivismo socio-politico, ma in realtà non sono nati con questo scopo.
Vivevo determinate situazioni e ho voluto raccontarle. Questo è tutto", conclude. Maya è anche coofondatrice insieme al
marito, Tony Iammine, della compagnia Wezank: "Se le persone entrano nel mio studio con un’idea per una nuova app, o
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/maya-zankoul-la-vignettista-che-racconta-il-libano/
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un sito, noi creiamo per loro un breve video di presentazione che loro potranno usare per lanciare il progetto sul mercato".
Maya mi fa presente come le persone preferiscano guardare un video che presenta un’idea piuttosto che leggere un lungo
testo scritto, ed è proprio questo il motivo per cui ha creato Wezank. La compagnia unisce tutta la sua creatività e
competenza a quelle del marito: "Tony è un musicista ed è appassionato di effetti del suono, mentre io lavoro nel campo
dell’illustrazione, se metti le due cose insieme ottieni animazione" mi dice sorridendo. Ed è proprio l’animazione l’ambito su
cui vuole concentrarsi maggiormente in futuro. Due anni fa è riuscita a realizzare una serie on line dal titolo Beirut+
TV: "Era basata su questo canale libanese immaginario che trasmetteva ogni giorno notizie sarcastiche sulla vita del paese e
ora stavo pensando di farne una seconda edizione". Maya ha solo trent’anni, è una donna cordiale e appassionata, e mentre
parla dei suoi molti progetti riesce a trasmettermi anche tutto l’amore che sente nel realizzarli. Da ogni sua esperienza,
anche la più piccola, è riuscita a tirare fuori un lavoro creativo e brillante. L’ultimo libro, pubblicato appena tre mesi
fa dal titolo 'Beirut-New York', è nato da un viaggio, fatto l’estate scorsa, nella Grande Mela: "Quando sono partita mi
aspettavo che tutto fosse completamente diverso dal Libano, ma poi, una volta tornata, ho cominciato a notare le molte
similitudini tra i due paesi", ed è così che in questo piccolo volume l’Empire State Building figura accanto al Burj El Mur, un
palazzo tanto alto e grigio quanto il primo, ma incompiuto. Il tipico taxi giallo newyorkese è vicino ad un modesto service, il
mezzo più comune per muoversi in città; e accanto allo Yankee stadium c’è il Madineh Riyadiye, il più grande stadio
libanese. Le due città, apparentemente incompatibili, appaiono nel libro di Maya incredibilmente simili. Le chiedo in
conclusione cosa sente di suggerire ad un giovane che voglia intraprendere la sua stessa carriera nel mondo del design: "Se
alla base non c’è una reale passione niente sta in piedi per tanto tempo", è la sua risposta conclusiva.
di Sabrina Duarte
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