Guy Verhofstadt: l`uomo che sussurrava ai 5 Stelle

Download Report

Transcript Guy Verhofstadt: l`uomo che sussurrava ai 5 Stelle

L'Indro - L'approfondimento quotidiano indipendente
Politica > News
Guy Verhofstadt: l’uomo che sussurrava ai 5 Stelle | 1
giovedì 12 gennaio 2017, 17:00
Dopo la figuraccia con i grillini
Guy Verhofstadt: l’uomo che sussurrava ai 5 Stelle
L’ex primo ministro belga vede ridursi le possibilità di diventare Presidente del Parlamento europeo
di Matteo Angeli
Strasburgo – Venerdì scorso, Guy Verhofstadt, leader dell’Alleanza dei Democratici e Liberali per l’Europa (ALDE), ha
rotto gli indugi e ha deciso di scendere in campo nella battaglia per la successione di Martin Schulz alla presidenza del
Parlamento europeo, che si consumerà martedì prossimo, 17 gennaio.
In questa sfida, Verhofstadt, ex primo ministro belga, si trova ai blocchi di partenza con molti meno uomini (per
l’esattezza 69) dei suoi due diretti avversari, Antonio Tajani, eurodeputato di Forza Italia e candidato del Partito
Popolare Europeo (che conta su 216 deputati), e Gianni Pittella, eurodeputato del Partito Democratico e portacolori del
Gruppo dei Socialisti e Democratici (189 deputati). Ma nessuno dei tre può vincere correndo da solo: per conquistare la
presidenza serve, infatti, il sostegno di almeno 376 deputati su un totale di 751.
CHI È GUY VERHOFSTADT – Guy Verhofstadt gode di una statura politica internazionale superiore a quella di Tajani, ex
Commissario europeo con un passato da consigliere di Berlusconi, e Pittella, che ha trascorso quasi tutta la sua carriera
politica tra le file del Parlamento europeo.
Primo ministro belga dal 1999 al 2007, il suo governo ha introdotto i matrimoni gay e legalizzato l'eutanasia. Qualche
tempo fa ha confessato che il suo sogno da ragazzo era fare l’attore, ma che i genitori gli consigliarono di studiare
giurisprudenza. Le sue doti teatrali le ha messe al servizio della politica: il suo modo di muoversi tra i banchi della plenaria
ricorda quello di una rock star, la maniera in cui si sbraccia quando interviene sembra quella di un italiano.
‘Estremista europeista’, parla olandese, inglese, francese, un po’ di tedesco e un po’ d’italiano. Nel 2006 pubblica un libro
che è tutto un programma ‘Gli Stati Uniti d’Europa’ e nel 2009 è eletto per la prima volta parlamentare europeo,
imponendosi subito come presidente dell’ALDE. Nel 2010 promuove insieme a Daniel Cohn-Bendit la creazione del Gruppo
Spinelli, che ha l’obiettivo di rilanciare l’integrazione europea, e nel 2014 si presenta come candidato dell’ALDE alle
elezioni per la Commissione europea, arrivando però dietro a Martin Schulz e Jean-Claude Juncker. Criticissimo nei
confronti dell’intervento di Mosca in Ucraina, è stato inserito nella lista delle personalità europee non gradite in
Russia.
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/guy-verhofstadt-luomo-che-sussurrava-ai-5-stelle/
L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.
Copyright L'Indro S.r.l. Tutti i diritti riservati.
L'Indro - L'approfondimento quotidiano indipendente
Politica > News
Guy Verhofstadt: l’uomo che sussurrava ai 5 Stelle | 2
Il 2016 lo ha consacrato a peso massimo della politica europea: è stato, infatti, incaricato di negoziare la Brexit per
conto del Parlamento europeo.
LA PROPOSTA AI SOCIALISTI – Da politico navigato qual è, Guy Verhofstadt ha pensato bene di rivolgersi in prima battuta
a Gianni Pittella, capogruppo dei Socialisti e Democratici, ‘colpevole’ di aver fatto saltare il patto con i popolari che
prevedeva che nella seconda fase dell’attuale legislatura la presidenza del Parlamento sarebbe toccata al centro-destra.
Prima di Natale, Verhofstadt ha fatto notare a Pittella che, se non vuole che la presidenza del Parlamento finisca in mano ai
popolari, ha bisogno di formare una coalizione di centro-sinistra imperniata, guarda a caso, sull’alleanza tra i Socialisti e
Democratici e i centristi dell’ALDE. Il prezzo del sostegno dell’ALDE? Pittella dovrebbe sacrificare le sue ambizioni
presidenziali e lasciare la guida della coalizione a Verhofstadt.
Si dice che Pittella abbia presentato questa proposta al suo gruppo, che l’avrebbe però ‘unanimemente’ scartata. Prova
sarebbe la dichiarazione del Gruppo Socialisti e Democratici dello scorso giovedì, che esclude «qualunque accordo sotto
banco in vista delle elezioni»
LA PROPOSTA AI CINQUE STELLE – Abbandonato da Pittella, Verhofstadt ha deciso di guardare altrove e ha spiazzato
tutti, arrivando vicinissimo dal fare entrare nel suo gruppo politico una forza come il Movimento 5 Stelle, che per molti
aspetti è la negazione di tutto ciò che l’ALDE sostiene. I più europeisti con i più euroscettici, i sostenitori del libero scambio
con i nemici giurati del TTIP, i pro-euro con coloro che sulla moneta unica vogliono un referendum: la prospettiva di
matrimonio tra ALDE e M5S è parsa a tutti, anche ai diretti interessati, come un’unione finalizzata a spartirsi i generosi regali
di nozze offerti dal Parlamento europeo.
In extremis, Verhofstadt è stato costretto dai membri del suo partito a lasciare la sposa sull’altare, a un minuto dal bacio
mortale, costringendo Beppe Grillo a tornare all’ovile degli euroscettici, nonostante la stragrande maggioranza degli iscritti
avesse suggellato con il voto online la svolta europeista. «Non ci sono abbastanza garanzie per portare avanti un’agenda
comune in Europa», ha ammesso uno sconsolato Verhofstadt, che perdendo la scommessa per portare i 5 Stelle nel suo
campo si è giocato la faccia, oltre che buona parte delle chance che aveva per fare sua la presidenza del Parlamento.
Ma non è detta l’ultima parola, molto dipenderà dalla capacità di Verhofstadt di convincere i suoi colleghi riguardo alla
genuinità delle sue intenzioni. Gli va, infatti, riconosciuto di essere arrivato a un passo dall’impresa di neutralizzare
uno dei movimenti euroscettici più forti e radicati nel continente. Fosse riuscito a portare i 5 Stelle nel suo campo,
avrebbe potuto tenerli a briglia corta e avere l’ultima parola sulle loro proposte più anti-sistema.
LE ULTIME PREVISIONI – Se fino alla fine popolari e socialisti rifiuteranno di stringere un accordo, l’ALDE si troverà in
un’ottima posizione per decretare il vincitore. Va da sé che il fiasco con i 5 Stelle ha ridotto in maniera significativa le
chance presidenziali di Verhofstadt, che potrebbe, nel peggiore dei casi, accontentarsi di qualche poltrona in più per i suoi in
cambio del sostegno del suo partito al vincitore.
Certo è che la corsa verrà vinta sul filo di lana. Secondo gli ultimi dati di VoteWatch, Tajani conterebbe su 331 voti sicuri,
mentre Pittella su 329. Molto dipenderà dalla volontà di quest’ultimo e del suo gruppo di sventare la vittoria dei popolari. Più
saranno disposti a fare sul serio, più l’ALDE potrà avanzare le sue pretese, compresa quella di indicare Verhofstadt come
leader della coalizione di centro-sinistra.
di Matteo Angeli
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/guy-verhofstadt-luomo-che-sussurrava-ai-5-stelle/
L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.
Copyright L'Indro S.r.l. Tutti i diritti riservati.