Bolloré al 20%, il Cav tiene duro

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Giovedì 15 Dicembre 2016
BATTAGLIA SU MEDIASET
VIVENDI CENTRA IL PRIMO OBIETTIVO E RAFFORZA IL RUOLO DI SECONDO SOCIO DI MEDIASET
Bolloré al 20%, il Cav tiene duro
Berlusconi non molla e rilancia: la famiglia è compatta. La Procura di Milano apre un fascicolo
Ma entro fine anno si potrebbe cercare un tavolo comune per trovare una soluzione su Premium
di Andrea Montanari
À
la guerre comme à la
guerre. Vincent Bolloré e
Silvio Berlusconi si sfidano senza tirarsi indietro.
Lunedì 12 Vivendi aveva annunciato l’intenzione di divenire in
tempi rapidi il secondo socio di
Mediaset alle spalle di Fininvest
con una partecipazione fino al
20% e ieri ha centrato l’obiettivo. Dal canto suo la famiglia che
controlla il gruppo tv di Cologno
Monzese aveva risposto prontamente rastrellando azioni sul
mercato e salendo al 39,775%
del capitale. E ieri, dopo il summit ad Arcore, si è ricompattata
- pare che i tre figli minori di Silvio Berlusconi, ovvero Barbara,
Eleonora e Luigi, fossero in qualche modo aperti a una possibile
trattativa sul Biscione - attorno
alla figura del Cavaliere. L’ex
premier, rinfrancato dall’esito
referendario e dall’appoggio
ricevuto dal governo Gentiloni,
ora potrebbe usare la carta Mediaset quale tema politico in vista
delle elezioni che dovrebbero tenersi l’anno prossimo. Del resto
il broadcaster e la finanziaria
di via Paleocapa sono convinti
di aver operato regolarmente e
che a stravolgere i piani, ossia
l’accordo vincolante siglato l’8
aprile sulla cessione della pay tv
Premium e lo scambio azionario
incrociato Mediaset-Vivendi, siano stati proprio i francesi.
Per questo, con la causa legale
in corso (richiesti 50 milioni di
danni per ogni mese, a partire da
settembre, di mancato rispetto
dell’accordo, per un ammontare
complessivo che sfiora 1,5 miliardi), i Berlusconi si sentono al
sicuro. «Abbiamo aumentato la
nostra partecipazione e continueremo a farlo nei limiti consentiti
dalle leggi», si legge in una nota
diramata ieri da Silvio Berlusconi riferendosi alla scalata «ostile»
tentata dal gruppo d’Oltralpe.
«C’è la compattezza più assoluta della mia famiglia su un punto molto preciso: non abbiamo
alcuna intenzione di lasciare che
qualcuno provi a ridimensionare
il nostro ruolo di imprenditori».
Parole dalle quali trapela l’irritazione della famiglia proprietaria
di Mediaset, che in primavera
aveva definito un progetto di
sviluppo internazionale proprio
con Bolloré. «Vivendi ha avuto l’opportunità, con l’accordo
strategico firmato, di avviare con
Mediaset una collaborazione che
si preannunciava proficua per entrambi i gruppi», ha specificato
ancora l’ex premier. «Purtroppo
l’accordo è stato disconosciuto
dai francesi nei modi e con le
conseguenze, anche giudiziarie,
che sono note. Non è certo il
miglior biglietto da visita che Vi-
Silvio
Berlusconi
Vincent
Bolloré
L’ANDAMENTO DEL TITOLO MEDIASET DA INIZIO ANNO
Quotazioni in euro
4,0
12 dicembre
Vivendi annuncia
ingresso nel capitale
di Mediaset
3,5
IERI
3,62 €
+1%
3,0
8 aprile
Vivendi sigla accordo
per comprare il 100%
di Mediaset Premium
2,5
25 luglio
Vivendi fa dietrofront
sull’accordo per
Mediaset Premium
2,0
Gen
Feb
Mar
Apr
Mag
Giu
Lug
2016
Ago
Set
Ott
Nov
Dic
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
La contromossa Fininvest? Sondare l’opzione Telecom
di Andrea Montanari
parte della holding di via Paleocapa.
Di cosa si tratta? Da più parti si sostiene che la
ininvest l’arrocco lo ha fatto: ha comprato 41,6 finanziaria della famiglia Berlusconi, che a fimilioni di azioni Mediaset e si è stabilizzata ne 2015 poteva contare su disponibilità liquide
a un passo dal 40% del capitale (precisamente di 242 milioni e linee di credito già attivate per
il 39,775% dei titoli aventi diritto di voto). A 480 milioni (a fronte di debiti bancari per 275
questa percentuale, non di controllo ma rilevan- milioni), e che comunque gode del sostegno del
sistema creditizio italiano e inte, può essere sommato il pacternazionale, possa muoversi in
chetto di azioni proprie (3,79%)
TELECOM ITALIA
IERI
borsa. Non più ovviamente su
nelle disponibilità del gruppo
0,80 quotazioni in euro
0,76 €
Mediaset - fino ad aprile 2017
televisivo. Per cui il futuro del
non può comprare un ulteriore
Biscione è saldo. Nessuno, nep-0,26%
0,75
5% del capitale del Biscione dopure un gruppo solido (capitapo gli acquisti primaverili e dei
lizza 23,5 miliardi, ossia cinque
giorni scorsi - ma su altri target.
volte e mezzo il broadcaster di
0,70
Qualcuno è arrivato a ipotizzare
Cologno Monzese) e ricco come
un possibile acquisto di pacchetti
Vivendi può tentare di scardina0,65
di azioni di Vivendi. Uno scenare le regole del gioco. Semmai
rio complesso soprattutto perché
i francesi potranno chiedere la
14 set ’16
14 dic ’16
il gruppo francese è controllato
convocazione di un’assemblea
di fatto dalla famiglia Bolloré
dei soci presieduta da Fedele
VIVENDI
(20,66%) e nel suo capitale tra
Confalonieri e magari provare
quotazioni in euro
l’altro è presente con il 3,62%
a entrare in cda, ma con scarse
20
IERI
la Caisse des Depot (la Cdp tranpossibilità di vittoria finale, vi18,1
€
salpina), e poi perché il mercato
sti i pesi azionari in campo. Per
19
-2,53%
francese difficilmente accetta incui, forte anche dell’appoggio
vestitori o scalatori stranieri. E
dell’esecutivo Gentiloni, la fa18
allora su quale target puntare? Il
miglia Berlusconi, compattata
più facile, diretto e immediato
dal fondatore Silvio, può dorè Telecom Italia, che tra l’altro
mire sonni tranquilli. E pensare
17
capitalizza solo 11,6 miliardi,
al risanamento di Premium e
14
set
’16
14
dic
’16
meno della metà di Vivendi (prialla cessione definitiva del Mimo socio del gruppo tlc, con il
lan. Ma siccome, da quel che è
emerso dal vertice di ieri ad Arcore, l’ex premier 24,7%), è italiana e potrebbe fungere da terreno
è piuttosto irritato per il blitz di Vincent Bolloré di confronto con la società di Bolloré. Il flottante
- che i figli Marina e Pier Silvio da mesi non ve- di Telecom non manca. E, va ricordato, da anni
devano di buon occhio dopo il dietrofront di fine Pier Silvio Berlusconi sostiene che la convergenluglio sull’accordo vincolante siglato l’8 aprile za media-tlc sia una strada obbligata. Inoltre, si
- ecco che in qualche banca d’affari è iniziata potrebbe poi comunque lavorare a un progetto
a circolare l’ipotesi di una mossa muscolare da assieme ai francesi. (riproduzione riservata)
F
vendi possa esibire nel riproporsi
come azionista industriale della
società». E sempre ieri è emerso
che, dopo la denuncia per manipolazione di mercato presentata
da Fininvest alla Procura di Milano, il procuratore aggiunto Fabio
De Pasquale ha aperto un’indagine per presunto aggiotaggio: il
fascicolo, al momento, è a carico
di ignoti.
Ma ora che succederà? Fininvest
ha le sue carte da giocare (si
veda altro articolo in pagina),
mentre Mediaset, che potrebbe
comprare azioni proprie fino alla soglia del 10%, per ora è bloccata a causa dello shopping di
mercato della holding azionista.
Quindi non resta che attendere
le prossime mosse di Bolloré.
È possibile che arrivi a chiedere un’assemblea del Biscione
e posti in cda. Ma con questi
numeri non è facile che ottenga un risultato positivo. Inoltre
deve spiegare agli altri soci di
Vivendi, scottati per la minusvalenza miliardaria latente relativa
all’investimento in Telecom, il
perché del blitz su Mediaset con
un’inchiesta già aperta e una appena avviata.
Probabilmente, sostiene qualcuno, quando il 21 marzo ci
sarà la prima udienza relativa
alla causa per risarcimenti danni
avanzata dal gruppo guidato da
Pier Silvio Berlusconi, Bolloré
vorrà avere un’arma di scambio
con la controparte italiana: e il
20% del network tv è un buon
viatico. Ma c’è chi invece prova
a tratteggiare uno scenario meno
battagliero che punta a una risoluzione amichevole della guerra in atto, con l’ammissione da
parte del finanziere bretone del
mancato rispetto dell’accordo di
aprile. In base a questi ragionamenti, si dice che a Parigi siano
pronti a cercare una mediazione
e a rianimare quell’intesa che
sarebbe vincente per entrambi i
contendenti in un’ottica di crescita internazionale e anti-Murdoch.
Bolloré, per poter arrivare a trattare con Berlusconi in persona,
si dice, doveva dare un segno.
E lo ha dato, molto evidente,
diventando il secondo socio di
Mediaset per affrontare il nodo
Premium, in vista delle aste per
i diritti della Champions League
e della seria A del prossimo anno. L’unica strada è quella della
tregua, della pace tra i due pesi
massimi sul ring. Per questo sul
mercato si ipotizza un possibile
ma non facile e non scontato incontro tra Berlusconi e Vivendi
entro la fine dell’anno. Per individuare una possibile via d’uscita. (riproduzione riservata)
Sulla scalata di Vivendi
a Mediaset si veda anche
Contrarian a pagina 14