Credito nel Salento: crescono prestiti per acquisto di beni, crollano

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martedì 13 dicembre 2016
Credito nel Salento: crescono prestiti per acquisto di
beni, crollano quelli per le imprese
Credito a doppia velocità nel Salento. Le banche, da una parte, continuano a tagliare i finanziamenti
alle imprese, dall'altra, però, concedono alle famiglie sempre più prestiti finalizzati all'acquisto di
beni e servizi (cosiddetto «credito al consumo»).
Il risultato di questo diverso trattamento non fa che impoverire ulteriormente la provincia di Lecce.
Perché molti contratti di finanziamento sono stipulati per l'acquisto di smartphone, tablet e relativi
abbonamenti, elettrodomestici «bianchi» (come frigoriferi, congelatori, lavatrici e
lavastoviglie), apparecchiature elettroniche (come televisori, videoregistratori, lettori dvd), personal
computer ed accessori informatici, fotocamere e videocamere che compongono la galassia dei
«technical consumer goods» (tgc). Un mercato destinato a crescere soprattutto nel
corso delle festività natalizie. Ma si tratta di beni prodotti ed immessi sul mercato da multinazionali
anche estere.
Nella sola provincia di Lecce, il giro di affari legato al credito al consumo ammonta a un miliardo e
mezzo di euro, in base ad un'elaborazione dell'Osservatorio economico. Per la precisione,
1.417.924.000 (ultimo dato disponibile, riferito al primo trimestre di quest'anno). Due anni prima, tale
importo si attestava a 1.382.751.000 (marzo 2014). L'incremento è stato di oltre 35 milioni di euro,
pari ad un tasso del 2,5 per cento. Tutti soldi che finiscono, principalmente, nelle casse di società
straniere.
Parallelamente, però, il credit crunch non allenta la morsa a scapito del tessuto commerciale e
produttivo locale. Continuano a diminuire, infatti, i prestiti erogati alle imprese salentine, con gravi
ripercussioni sull'economia: aziende a rischio fallimento, sofferenze in costante crescita, continuo
ricorso alla cassa integrazione e disoccupazione alle stelle.
Alle attività imprenditoriali, nello stesso arco temporale preso in esame, è stato tagliato oltre mezzo
miliardo di euro. Per la precisione, 546 milioni «persi». Lo stock scende da
3.597.922.000 euro a 3.051.810.000 euro. Pari ad una flessione del 15,2 per cento.
Nel
complesso,
le
nuove
operazioni
approvate
dalle
banche
non
sono
sufficienti
a
«compensare» i prestiti in scadenza. Così il risultato di questa diversa velocità provoca
una costante erosione dello stock dei finanziamenti al sistema produttivo.
«Queste nostre elaborazioni – commenta Corrado Brigante, presidente della
Cooperativa di garanzia "L'Artigiana" – dimostrano che persistono ancora grosse difficoltà
nell'accesso al credito, soprattutto da parte delle micro, piccole e medie imprese, pur
rappresentando la quasi totalità delle aziende. Nel Salento, la «fetta» più cospicua dei
finanziamenti (oltre due miliardi) è stata concessa alle imprese con più di venti addetti, mentre solo
la restante parte a quelle di minori dimensioni. Ma la situazione – sottolinea il presidente
– diventa ancora più grave se, parallelamente, le banche e gli istituti di intermediazione
finanziaria decidono di sostenere, a larghe mani, solo gli acquisti di beni prodotti da società estere
che non apportano alcun beneficio al nostro territorio. Capitali di denaro, dunque, che si allontano
dal Salento a vantaggio delle multinazionali».
31/03/2014
31/03/2016
Var.%
Var.
Credito alle imprese
€ 3.597.922.000
€ 3.051.810.000
-15,2%
-€ 546.112.000
Credito al consumo
€ 1.382.751.000
€ 1.417.924.000
2,5%
€ 35.173.000