“Flax tax”, imposta promossa con riserva: “Sulle tasse

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lunedì 24 ottobre 2016
“Flax tax”, imposta promossa con riserva: “Sulle tasse occo
Il presidente di Confartigianato Imprese Puglia, Francesco Sgherza, promuove l'imposta introdotta
nella legge di stabilità 2017, ma chiede un lavoro più massiccio sul taglio delle tasse.
«L'introduzione dell'Iri è sicuramente un passo importantissimo per sostenere la ripresa.
Tuttavia, occorre un taglio decisamente più drastico ed immediato della pressione fiscale a carico
delle piccole e medie imprese». È quanto chiede Francesco Sgherza, presidente di
Confartigianato Imprese Puglia, a proposito del pacchetto di agevolazioni inserito nella legge di
stabilità 2017 che introduce la «flat tax» per le società di persone e le ditte individuali.
Con questa nuova imposta, se si lasceranno i guadagni nell'azienda sarà possibile
«sfuggire» alle aliquote Irpef e gli utili saranno tassati al 24 per cento, così come
avverrà dall'anno prossimo con l'Ires (la cui aliquota scenderà dall'attuale 27,5 per cento al 24).
La platea potenzialmente interessata - secondo i dati del Centro studi di Confartigianato Imprese
Puglia - riguarda nella sola nostra regione 34.691 società di persone (con partita iva) e 143.051
imprenditori individuali. Questi ultimi rappresentano il 7,2 per cento del totale nazionale (1.981.103).
L'anno scorso, in 140.497 hanno dichiarato redditi positivi, per un ammontare complessivo di due
miliardi 86 milioni di euro. Il reddito medio è risultato pari a 14.850 euro, l'imponibile pari ad un
miliardo 777 milioni.
L'imposta lorda è stata pari a 120,8 milioni, mentre quella netta a 295 milioni e mezzo. In media
quest'ultima grava per circa 4mila euro.
Secondo Sgherza «l'introduzione dell'IRI rappresenta il punto di arrivo di un percorso che ha
visto impegnate in prima linea Confartigianato e Rete Imprese Italia. Sin da quando si è cominciato
a parlare di riforma, abbiamo sostenuto la necessità di un fisco che fosse più equo, soprattutto nei
confronti delle piccole imprese.
Il meccanismo dell'imposta va in questa direzione. Consentirà infatti che i redditi di impresa,
compresi quelli prodotti in forma associata da soggetti passivi Irpef, qualora reinvestiti nell'attività
aziendale, siano assoggettati ad una tassazione differente, con aliquota al 24%. In fondo –
spiega Sgherza – si tratta di attuare quanto previsto dalla stessa legge delega sulla riforma,
che ha posto l'obiettivo della neutralità fiscale dei redditi di impresa rispetto alla forma giuridica della
stessa.
Proprio per questo motivo, non possiamo che accogliere con un giudizio positivo gli ultimi passi del
Governo: l'abbinamento di IRI, tassazione per cassa (si paga all'incasso della fattura e non al suo
stacco) e revisione degli studi di settore è sintomo di una inversione di tendenza. Tuttavia –
continua il presidente – anche presi tutti insieme, questi provvedimenti, di cui comunque
aspettiamo le versioni definitive e l'effettiva attuazione, non rappresentano che una limatura rispetto
all'enorme macigno della pressione fiscale che opprime le nostre piccole imprese. Occorre pertanto
agire in maniera più decisa per consentire al nostro tessuto produttivo di agganciare una ripresa
che, ad oggi, è fortemente condizionata dal fattore "tasse".
La stessa Iri, in quanto strumento utile alla patrimonializzazione ed all'investimento nell'impresa conclude Sgherza - potrà essere utilizzata nell'immediato solo da una platea piuttosto ristretta di
imprenditori, ossia quelli che sono riusciti a gestire con successo la fase di crisi. Insomma: si tratta
di un intervento destinato a portare frutto sulla lunga distanza, ma che purtroppo non dà risposta
alle migliaia di artigiani e piccoli imprenditori che non sono ancora nelle condizioni di poter privare
se stessi e le proprie famiglie di preziose risorse economiche per destinarle alle proprie
attività».