Il Noir in Festival è un sentimento

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giovedì 15 dicembre 2016, 15:00

Festival italiano

Il Noir in Festival è un sentimento

Intervista a Gianni Canova delegato IULM per il Festival in Noir tra Como e Milano

Il Noir in Festival è un sentimento | 1

di Maria Chiara Strappaveccia

Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/festival-noir-un-sentimento/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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Il Noir in Festival è un sentimento | 5 Si è concluso ieri a Milano il Noir in Festival, rassegna di cinema e letteratura diretto da Giorgio Gosetti e Marina Fabbri che prende le mosse dal Mystfest di Cattolica (derivato a sua volta dalla Premio Gran Giallo a carattere letterario della stessa città) ideato da Felice Laudadio negli anni Ottanta. Nell'ambito della manifestazione, che da quest'anno si è svolta tra Como e Milano, vengono assegnati il Premio Raymond Chandler per la letteratura noir internazionale e il Premio Scerbanenco a quella italiana che annovera tra i vincitori Andrea Fazioli, Bruno Morchio, Enrico Pandiani e Fabio Stassi.

Il Premio Chandler Award è stato assegnato quest'anno a Roberto Saviano per il suo ultimo libro ‘La paranza dei

bambini’. Definito “uno scrittore italiano che, nonostante la sua giovane età, ha profondamente segnato con la sua opera la vita culturale italiana in questo ultimo decennio”, Saviano si è aggiudicato un premio in passato assegnato a

Leonardo Sciascia nel 1989, a John le Carrè nel 2001, e a Joe R. Lansdale nel 2015.

A Giambattista (Gianni) Canova, Pro-Rettore della IULM e delegato di tale Università alla Direzione artistica del noir, professore di cinematografia e direttore della rivista 'Otto e Mezzo', abbiamo rivolto alcune domande.

Come nasce il Noir in Festival?

La storia di questo Festival è molto molto antica e nasce sulla Riviera Romagnola a Cattolica, dove era chiamato Myst Fest, aveva un comitato scientifico di cui facevano parte nomi illustri della cultura Italiana, da Leonardo Sciascia a Dario Argento.

Io all'epoca ero molto giovane e cominciai a collaborare fin dalle prime edizioni negli anni Ottanta. Il premio poi si trasferì a Viareggio, sulla costa tirrenica, dove si sono incrociati i due Festival in Noir e dove ha resistito per 25 anni, ovvero nella regione di Courmayeur. Da quest'anno si svolge in due città della Lombardia, parte a Como e parte a Milano, qui soprattutto all'Università IULM, di cui sono Prorettore ed è il motivo per cui torno ad essere coinvolto nella organizzazione di tale Festival.

É un Festival migrante, a differenza di altri legati in modo molto forte al luogo in cui nascono, e passare un po' nei luoghi più disparati dell'Italia, rispecchia al fondo un'idea giusta e che risponde ad un'esigenza reale di chi si è messo in gioco, rappresenta insomma un fatto molto contemporaneo.

Perché il trasferimento da Courmayeur in Lombardia?

Da un lato questa formula risultava ormai stanca; tutte le istituzioni vanno rinnovate e tutte le possibilità intrinseche nella programmazione a Courmayeur erano già state esplorate negli anni precedenti; dall'altro lato, in un periodo di crisi economica e di tagli alla spesa pubblica, a parte il fatto che il finanziamento concesso dalla regione Valle d'Aosta e dal comune di Courmayeur è venuto meno, il Festival si è dovuto trovare nuovi partner, e ci è riuscito in parte sul Lago di Como e in parte all'Università di IULM, che viene così ad ospitare una manifestazione come il Festival di Cinema e di cultura noir in genere con un risvolto economico notevole e in grado di stimolare una collaborazione con un Campus universitario.

Quanto muove sotto il profilo economico questo Festival e quali le sue ricadute nel marketing culturale?

Quello che posso dire è che, sulla base di uno studio, una ricerca fatta dalla IULM due anni fa e che è stata pubblicata dalle edizione 'Giovani Veronesi', risulta un investimento di grande interesse perché tale Festival produce lavoro e manifestazioni turistiche e una un risvolto anche sui giovani ristoratori coinvolti nell'evento.

I premi sono assegnati a film, libri e docu-film: quali norme regolano il conferimento di tali premi e chi fa le scelte?

Sono assegnati da giurie internazionali di esperti e professionisti del ramo, oltre ad importanti studiosi del campo letterario, come il Premio Scerbanenco che ha la novità di due direttori; inoltre abbiamo anche un altro premio, di musica.

Riguardo i fumetti, che relazione esiste con i libri e i film noir, o si tratta di una produzione a parte?

Ci sono delle relazioni sempre più strette nelle graphic novel con interesse narrativo che pescano a piene mani dalle atmosfere noir, secondo una tendenza sempre presente. Quest'anno ospitiamo anche la mostra di un'importante disegnatore che espone alcune delle sue tavole. In particolare, però, la riflessione dovrà svilupparsi meglio nelle edizioni successive, perché sono convinto che alcuni dei fenomeni attuali provengano proprio da questo filone.

Il pubblico preferisce le premiere dei film o i premi ai libri?

Il cinema muove più pubblico che non i premi dei libri, ma noi abbiamo anche molti incontri con scrittori e molti dibattiti.

L'incontro con giornalisti scrittori, giornalisti di cronaca nera e coloro che hanno pensato di cimentarsi con film noir, ha mosso molto pubblico, anche per la presenza di personaggi come Piero Colaprico, Carlo Bonini de La Repubblica che risulta un autore a cavallo tra cronaca nera e narrazione. Lo stesso vale per l’appuntamento con Antonio Carrisio e Andrea Purgatori, il primo fra gli scrittori più noti e l'altro che sta pensando di debuttare come giornalista in una sorta di officina aperta, mettendo a disposizione dei partecipanti le fiction di successo, con tutti i segreti di bottega. Questo è uno dei punti di forza di questo Festival.

Quali sono stati gli eventi più significativi di quest'anno?

Si va da Roberto Saviano che ha vinto il premio Chandler alla prima assoluta del film di Tim Burton domenica scorsa all'Auditorium dell'università IULM, più vari film come quello di Claudio Amendola reinterpretato da Luca Argentero; inoltre una masterclass intorno a due capolavori della cinematografia noir restaurati in grande stile e l'attesissimo Suspiria, che Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/festival-noir-un-sentimento/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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Il Noir in Festival è un sentimento | 6 usciranno a gennaio. Un piccolo format chiamato Fight Cult ha messo a contrasto otto squadre di giovani studenti che hanno litigato furiosamente su alcuni film in concorso con un meccanismo di game, credo molto innovativo, in cui le squadre non scelgono prima il film con il quale schierarsi, ma attraverso il gioco decidono da che parte stare. Non importa quel che uno pensa, in sostanza, ma per pensare in profondità occorre saper adottare il punto di vista di chi si schiera contro di te. È un format nuovo fatto di ragazzi di circa 20 anni che è stato sperimentato qui all'università mercoledì e giovedì mattina scorsi: un evento che credo possa lasciare qualche traccia.

Si può parlare di letteratura per i romanzi noir o si tratta di un genere di facile lettura per coloro che amano il genere?

Non credo che si possa parlare di un genere di facile lettura, perché il noir non è tale e non credo che sia piuttosto un modo di sentire che contamina, avvolge e influenza di sé anche forme altre della cosiddetta letteratura; è una percezione del mondo, segnata da un pessimismo profondamente fatalista. È un sentimento più in grado di cogliere la realtà, le contraddizioni e i paradossi di questo tempo, e forse per questo è un genere nel quale si ritrovano molti scrittori, autori, giornalisti e persone attratte dal noir.

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