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SERVIZIO IDRICO ROMA 29 NOVEMBRE 2016
Qualità dell’acqua, verso un nuovo paradigma
Ref Ricerche: in Italia non c'è ancora una normativa specifica e la loro implementazione è lasciata a
iniziative pilota di alcuni gestori. Sono i Water Safety Plan e rappresentano una vera opportunità per il
settore
Un approccio innovativo e radicale al controllo dell'acqua potabile. In Italia non vi è
una normativa nazionale al riguardo e non sono ancora stati implementati (se non
per qualche sporadica iniziativa pilota da parte di alcuni gestori: Gruppo Cap, Gaia,
Smat QE 18/10), ma i Water Safety Plan introdotti nell'ordinamento europeo dalla
direttiva 2015/1787 della Commissione rappresentano un'opportunità di sviluppo
per il settore idrico sotto molti punti di vista.
Secondo l'ultima analisi pubblicata dal Laboratorio Spl di Ref Ricerche, i benefici
derivanti dall'implementazione dei Wsp "si esplicano lungo numerose direttrici" a
partire dal miglioramento della conoscenza del sistema e dei rischi connessi che ha
come corollario una crescita di consapevolezza e di capacità di identificare gli
investimenti prioritari. A questo si aggiungono le ricadute di natura economica,
grazie all'aumento dell'efficienza operativa e all'accesso preferenziale ai
finanziamenti, e soprattutto quelle legate alla riduzione degli "incidenti sanitari"
dovuti alla qualità dell'acqua potabile.
Un vero e proprio cambio di paradigma, prosegue lo studio, "da un approccio retrospettivo, basato unicamente sulla sorveglianza,
ad un approccio proattivo, improntato sulla valutazione e gestione del rischio, ossia fondato su prevenzione e controllo".
Sulla strada dello sviluppo di questi piani, però, si pongono alcuni ostacoli. L'esperienza europea (in alcuni Paesi l'implementazione
dei Wsp è obbligatoria) ne ha finora identificati quattro: la mancanza di competenze specifiche per i piccoli gestori, la mancanza di
supporto da parte delle politiche e del contesto regolatorio, le limitate risorse di personale dedicato e, infine, la mancanza di
un'adeguata capacità finanziaria. "Quest'ultima in particolare scrive Ref Ricerche può rivelarsi un ostacolo decisivo, laddove le
risorse finanziarie a disposizione non siano sufficienti per attuare gli investimenti necessari".
Nel contesto italiano tutto ciò potrebbe essere ulteriormente aggravato da criticità peculiari come le problematiche di reperimento e
raccolta dati ma anche di coordinamento e di raccordo delle informazioni nonché, conclude lo studio, la "mancanza di attenzione e
consapevolezza degli stakeholder rispetto alle ricadute igienico sanitarie e per la sicurezza".
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