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nuove
atmosfere
Stagione
sinfonica
2016-2017
Undicesima edizione
FILARMONICA
A RT U R O TO S C A N I N I
Gianluigi Gelmetti direttore
Michele Campanella pianoforte
Venerdì 18 novembre 2016 ore 20.30
Sabato 19 novembre 2016 ore 20.30
Wolfgang Amadeus Mozart
Enti soci della Fondazione Arturo Toscanini
(Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791)
Concerto n. 21 in do maggiore per pianoforte
e orchestra K 467 (29’)
Enti soci della Fondazione Arturo Toscanini
Enti soci della Fondazione Arturo Toscanini
Comune di Parma
Allegro maestoso
Andante
Allegro vivace assai
Provincia di Parma
Franz Schubert
(Vienna, 31 gennaio 1797 - 19 novembre 1828)
Sinfonia n 9 in do maggiore D 944 La Grande (48’)
Partner Istituzionale della Fondazione Arturo
Istituzionale della Filarmonica
P a r t nToscanini
e r i s t i t u z i o n a l Partner
e della
P a r t n e r iArturo
s t i t u z i o nToscanini
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PF oa rnt dn ae rz i ios nt iet uAz ir ot nu ar loe Tdoe sl lcaa n i n i
Fondazione Arturo Toscanini
Partner istituzionale della
Filarmonica Arturo Toscanini
Partner istituzionale della
Fondazione Arturo Toscanini
P a r t n e r Fi isltai tr umz oi onni ac lae Ad re tl luar o T o s c a n i n i
Filarmonica Arturo Toscanini
Andante. Allegro ma non troppo
Andante con moto
Scherzo: Allegro vivace. Trio
Allegro vivace
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Amici Sostenitori e Benemeriti
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Nel 1941 Arturo Toscanini incide la Sinfonia n. 9 di Schubert. Così la
casa discografica newyorkese Victor presenta il disco. Finalmente e dopo
innumerevoli diatribe, si è resa disponibile sul mercato la sua interpretazione della famosa Sinfonia in do maggiore di Franz Schubert. Un’atmosfera magica presiede questo nuovo incontro Toscanini e Schubert, e
torna a manifestarsi sempre quando il maestro dirige la sua musica e in
particolare l’ultima sinfonia. La richiesta che questi eventi storici venissero
immortalati, si era fatta insistente e siamo lieti di annunciare che questa
registrazione tanto attesa è ora finalmente disponibile.
06/10/2016 14:29:20
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A un certo punto, ci sono artisti che incappano nella creazione difficile.
Accade quando si ha bisogno di dimostrare qualcosa, o si vive uno di
quei momenti d’entusiasmo che ti fanno venir voglia di abbracciare il
mondo. Sia chiaro: il Concerto in do maggiore K 467 di Mozart non è
difficile per le nostre orecchie, oggi, anzi ci appare giocoso e poetico,
morbido e rutilante. Non sarà risuonato difficile neppure al pubblico
che lo ascoltò per la prima volta l’11 marzo 1785 nel quinto dei sei concerti che il ventinovenne salisburghese aveva organizzato fra febbraio e
marzo al casino della Mehrgrube al Neuer Markt per accreditarsi presso
il pubblico viennese: più difficile sarà stato semmai, per quel pubblico,
digerire il drammatico e fosco concerto di un mese prima, quello in re
minore K 466, e forse anche per questo Mozart aveva deciso di proporne uno di spirito diverso, temendo di aver già osato abbastanza di fronte
a una platea abituata a schemi musicali ripetitivi e consolatori.
Ma anche stavolta, pur nella volontà di alleggerire, Mozart non riesce a
non essere originale, persino strano. Era divorato dall’ansia di mostrare
il proprio valore, e dunque, a rischio di alienarsi il mercato, schivava
le semplicità - non tollerava nemmeno di scrivere per il flauto, che riteneva strumento infantile - nonostante il padre gli ricordasse che essere
complicati non necessariamente significava essere bravi. Il Concerto
K 467 ha alcuni tratti di sublime semplicità - l’Andante, un sonetto
sussurrato fra le nuvole, amato anche da Kubrick - e una raffica di idee
spiazzanti: il primo tema orchestrale concluso dal pianoforte, temini
secondari che proliferano come matrioske, conclusioni simulate, colori
accesi alternati a soffici pizzicati, gran difficoltà per il pianista. Tutto
ciò che l’ascoltatore si aspetta è frustrato da qualche colpo di scena.
Come in tutti i concerti per pianoforte di Wolfgang, è teatro, in questo
caso commedia giocosa, nel solare do maggiore e con il pianoforte così
integrato all’orchestra, eppure anche così protagonista (qualcosa d’inconscio, chissà).
Il difficile della Sinfonia D 944 sta invece nell’aspirazione di Schubert
a riuscire in una grande sinfonia: parole nere su bianco in una delle
sue lettere celebri, quella all’amico Leopold Kupelwieser del 31 marzo
1824, suffragata da tentativi di pensare musica sempre più in grande,
come l’Ottetto D 803, il Quartetto in re minore, il Gran Duo per pianoforte, tre operine teatrali, l’ottava sinfonia incompleta (o in parte perduta)
che la precede, al contrario di chi a lungo ha attribuito alla D 944 il
settimo posto nella cronologia delle sinfonie schubertiane.
È dunque “Grande” per differenziarla dalla sesta nella stessa tonalità,
e “grande” perché nata in un periodo sereno, dopo il viaggio dell’estate
1825 in Alta Austria, quando visita Salisburgo dando l’impressione di
non accorgersi di Mozart (di cui poco dopo incontrerà la vedova alle
terme di Wildbad), che pure era stato il suo nume nelle prime sei sinfonie. Una serenità avvolta di bellezza, che spinge a grandi pensieri e a
grandi sentimenti. Nulla però di istintivo, anzi frutto di studio e fatica:
uno squillo di corni che si propaga per tutta la sinfonia, un sapere compositivo raffinato, un attento spezzar melodie e un continuo dilazionare
le attese, una smisurata fiducia nel futuro, un disegno ciclico a suon di
marcia che insegnerà qualcosa al secondo Romanticismo. Imponente,
un’ora di musica, e oltre se si eseguono i ritornelli; difficile da suonare,
nel 1838 i Wiener si rifiutarono di farlo, un po’ per ignavia, un po’ per
sprezzo; difficile anche da ascoltare, perché va fatto seguendo le affinità
nelle differenze, ma a quel punto sarà un raro godimento per intenditori. E austriaca fino al midollo, perché ambiva senza dissimularlo a
raccogliere, nel profumo della natura forte, lo spirito di Mozart dalle
mani di Beethoven (qualcosa di conscio, certamente).
Giuseppe Martini
INTORNO AL CONCERTO
PAROLE
I Concerti per pianoforte e orchestra di Mozart
“Gli universi in cui Mozart regnò come sovrano assoluto”.
(Howard Robbins Landon)
“Non è esagerato affermare che la suprema virtuosità del pianismo risiede precisamente in questa facoltà del saper cantare su quello strumento,
e che sia prova di maggior padronanza della tastiera l’esecuzione perfetta
di un Andante di Mozart oppure di un Notturno di Chopin anziché quella
di una rapsodia di Liszt”. (Alfredo Casella)
“Tanto grande è il numero di questi concerti, tanto geniali e varie sono
le soluzioni dei vari problemi formali mediante il dialogo sinfonico fra
solista e orchestra….
Il Concerto mozartiano differisce dagli antichi modelli essenzialmente
nella moderna concezione, fonica e psicologica, della forma, intesa come
agile contrapposizione di due individualità - la massa orchestrale e il
pianoforte a martelli, dalle grandi risorse timbriche e dinamiche - in un’inesauribile varietà di atteggiamenti”. (Pier Luigi Petrobelli)
L’Andante dal Concerto K 467 al cinema
Si ascolta in Elvira Madigan, film del 1967, scritto e diretto da Bo Widerberg, sulla vicenda storica della relazione tra l'acrobata Elvira Madigan e
il tenente di cavalleria Sixten Sparre, tragicamente conclusa nel 1889 con
un omicidio - suicidio.
Per questo motivo, l’Andante viene denominato “Tema da Elvira Madigan”.
Schubert pensa a Mozart
“Nelle oscurità della vita, Mozart ci mostra un chiaro e luminoso orizzonte di bellezza, nel quale noi torniamo a sperare con fiducia”.
Schumann pensa a Schubert
“Paragonato a Beethoven, Schubert è un carattere di ragazza, molto più
loquace, più tenero e più ampio; è un fanciullo che, spensierato gioca fra
i giganti…
È vero che anche lui sente alcuni passi con forza e spiega delle grandi
masse: c’è sempre però il rapporto come da donna a uomo, questi coman-
da dove quella prega e persuade.
Chi non conosce questa sinfonia (La Grande) conosce ancor poco di Schubert; questa lode può sembrare appena credibile se si pensa a tutto quello
che Schubert ha già donato all’arte. In questa sinfonia si cela qualcosa
di più di una semplice melodia e dei sentimenti di gioia e di dolore che
la musica ha già altre volte espresso in cento modi; essa ci conduce in
una regione dove non possiamo ricordare d’essere stati già prima. Oltre
ad una magistrale tecnica musicale della composizione, qui c’è la vita in
tutte le sue fibre”.
1825: Schubert inizia a comporre la Sinfonia n.9 D 944
Musica
Nasce Johann Strauss, figlio dell’omonimo compositore.
Vincenzo Bellini compone la sua prima opera: Adelson e Salvini.
Scienza e letteratura
Georges Stephenson inaugura la prima linea ferroviaria (Stockton-Darlington) con la sua motrice a vapore Locomotion.
Claude Henry de Saint Simon termina il saggio Il nuovo cristianesimo.
Storia
Muore lo zar Alessandro I e un gruppo di rivoltosi tenta un colpo di stato,
ma l’erede al trono Nicola I reprime la rivolta.
Viene approvata in Francia la “legge del miliardo” con cui vengono risarciti i nobili per le perdite subite durante la rivoluzione.
AVVENIMENTI
LIBRI
1785: Mozart compone il Concerto K 467
M. Rampini - L. Armellini, Mozart era un figo, Bach ancora di più.
Come farsi sedurre dalla musica classica, innamorarsene alla follia e diventarne dipendenti per sempre (Salani Editore, 2014)
Musica
Franz Joseph Haydn, Sinfonia n.87 in la maggiore
Ludwig van Beethoven, Quintetti per pianoforte 1 e 3.
Scienza, Arte, Letteratura
Immanuel Kant pubblica i Fondamenti della metafisica moderna.
Jaques-Louis David espone il Giuramento degli Orazi (Parigi, Louvre).
Vittorio Alfieri pubblica la tragedia Saul.
Nasce a Milano Alessandro Manzoni.
Storia
In Prussia si costituisce la Lega dei Principi per contrastare la politica
austriaca di Giuseppe II che mira ad impossessarsi della Baviera.
M. A. Mozart, Il diario di Nannerl Mozart (Zecchini Editore, 2016)
S. Cappelletto, Mozart. La notte delle dissonanze (EDT, 2006)
S. Sablich, L’altro Schubert (EDT, 2002)
A. Rastelli, Amata Vienna. Personaggi, storie e digressioni fantastiche
sulla vita di Franz Schubert (Zecchini Editore, 2005)
GIANLUIGI GELMETTI
MICHELE CAMPANELLA
Aveva poco più di 16 anni, a Siena presso l’Accademia Chigiana - nella quale in seguito sarà
docente per 19 anni - quando incontra Sergiu Celibidache che lo fa dirigere per la prima
volta e lo vuole come effettivo nel corso di direzione d’orchestra. In seguito studia con Franco Ferrara e con Hans Swarowsky. Diplomatosi in direzione d’orchestra nel 1965, vince nel
1967 il prestigioso “Premio Firenze”. Il debutto con i Berliner Philharmoniker segna l’inizio
della sua carriera internazionale. Significativo si è rivelato il suo rapporto con i Münchner
Philharmoniker; è stato Direttore dell’Orchestra della Radio di Stoccarda, dell’Orchestra della Rai di Roma, dell’Orchestra Sinfonica di Sydney e Direttore Musicale dell’Opera di Roma
dal 2000 al 2009. Grande rilievo ha avuto la sua presenza in moltissimi paesi dell’Europa,
delle Americhe, in Australia, in Giappone, Cina Russia ed in Italia. Storiche le esecuzioni
al Rossini Opera Festival, tra cui la prima versione integrale di Guillaume Tell (per la quale
è stato insignito del “Rossini d’Oro”), così come le tante inaugurazioni dell’Opera di Roma.
Non meno fecondo è il suo frequente rapporto con Mozart del quale ha diretto, tra le altre: Il
flauto magico, Don Giovanni, Nozze di Figaro e Così fan tutte. Nel Cortile d’onore del Palazzo
del Quirinale, nel 1998 e 2003, ha diretto il Concerto in occasione della Festa Nazionale
della Repubblica Italiana. Allievo per la regia di Orazio Costa, ha lavorato a diverse opere fra
le quali il Barbiere di Siviglia e La Cenerentola di Rossini, L’Isola disabitata di Haydn, Così
fan tutte di Mozart, Tosca, Gianni Schicchi e Suor Angelica di Puccini, Cavalleria Rusticana
di Mascagni, La Traviata e Il Corsaro di Verdi, Sakuntala di Alfano e Tristan und Isolde di
Wagner. Recentemente, ha diretto il Requiem di Mozart e la Nona Sinfonia di Mahler e Don
Giovanni. Direttore Onorario del Teatro Verdi di Trieste e dell’Orchestre Philharmonique de
Monte-Carlo della quale, dal 2012 alla stagione 2015-2016, è stato Direttore Musicale e Artistico. Come compositore ricordiamo i suoi lavori: In Paradisum deducant te Angeli (dedicato
a Franco Ferrara), Algos, Prasanta Atma (in memoria di Sergiu Celibidache) e Cantata della
Vita. È Accademico dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e della Pontificia Accademia
di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon. La Francia gli ha conferito l’onorificenza di
“Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres” e Giorgio Napolitano quella di “Cavaliere di
Gran Croce all’Ordine e Merito della Repubblica Italiana”. Il Principe Alberto II di Monaco
lo ha nominato “Commandeur de l’Ordre du Merite Culturel”.
Formatosi alla scuola pianistica napoletana di Vincenzo Vitale, il suo temperamento versatile lo porta ad avvicinare autori quali Clementi, Weber, Poulenc, Busoni, Rossini, Brahms,
Ravel e Liszt. Di quest’ultimo, studiato e amato fin dall’età di quattordici anni, è considerato
uno dei maggiori interpreti a livello internazionale. Ha suonato con le principali orchestre
europee e statunitensi, collaborando con direttori come Abbado, Gelmetti, Inbal, Mackerras, Mehta, Muti, Prêtre, Salonen, Sawallisch, Schippers, Soudant, Steinberg, Thielemann.
Spiccano tra gli importanti traguardi, l'esecuzione di tutti i concerti di Beethoven e Mozart,
e l’integrale della musica per pianoforte di Brahms. Frequentemente invitato in Australia,
Russia, Gran Bretagna, Cina, Argentina, e ospite dei festival internazionali di Lucerna, Vienna, Praga, Berlino e Pesaro. Negli ultimi anni, veste i panni di direttore - solista con le più
prestigiose orchestre italiane. Docente appassionato, è stato titolare della cattedra di pianoforte all'Accademia Chigiana di Siena dal 1986 al 2010 e per otto anni ha tenuto corsi
di perfezionamento a Ravello. Dirige il Centro di Studi pianistici “Vincenzo Vitale” dell’
Accademia Europea di Musica e Arti dello Spettacolo e dal 2008 è Presidente della Società
Liszt, chapter italiano dell’American Liszt Society. Nel 2011, anno in cui si è celebrato in
tutto il mondo il bicentenario della nascita del compositore ungherese, Campanella gli ha
dedicato interamente la sua attività di pianista e direttore d’orchestra, impegnandosi in una
lunga serie di concerti solistici in Italia e all’estero, tra cui ricordiamo le esibizioni a Chicago
assieme a Riccardo Muti e alla Chicago Symphony Orchestra. Inoltre a Ravenna, Piacenza,
Cremona, Udine e Parma (per Nuove Atmosfere 2011-2012) in qualità di solista e direttore
dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”, ha eseguito in una sola serata l’intera musica
per pianoforte e orchestra. Recentemente, oltre ad aver effettuato una serie di concerti in
Medio Oriente, Europa e Italia, è stato in tour con il sassofonista Javier Girotto per il progetto
Musique sans Frontières. Tra i riconoscimenti ricevuti ricordiamo il Grand Prix du Disque
attribuitogli dalla Societa “Franz Liszt” di Budapest nel 1976, 1977 e nel 1998, la “Medaglia
ai meriti lisztiani” del Ministero della Cultura ungherese (1986). Nel 2014 è stato insignito
dell’onorificenza di “Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana”.
Direttore
Pianoforte
Per saperne di più: www.michelecampanella.it
FILARMONICA
ARTURO TOSCANINI
La Filarmonica Arturo Toscanini, che ha la sua sede a Parma, nell’Auditorium Paganini disegnato da Renzo Piano, è il punto d’eccellenza dell’attività produttiva della Fondazione Arturo Toscanini,
maturata sul piano artistico nella più che trentennale esperienza dell’Orchestra Regionale dell’Emilia-Romagna e nell’antica tradizione musicale che affonda le proprie radici storiche nell’Orchestra
Ducale riordinata a Parma da Niccolò Paganini nel 1835/36 e per i quarant’anni successivi ai vertici delle capacità esecutive nazionali. Oggi è una delle più importanti orchestre sinfoniche italiane.
Per saperne di più: www.fondazionetoscanini.it/filarmonica-arturo-toscanini/
Violini Primi: Viktoria Borissova**, Valentina Violante, Gianni Covezzi, Federica Vercalli,
Julia Geller, Chiara Serati, Maurizio Daffunchio, Giorgia Burdizzo, Mario Mauro, Antonio Lubiani, Camilla Mazzanti, Michaela Bilikova, Marco Nicolussi, Simona Cazzulani.
Violini Secondi: Laurentiu Vatavu*, Daniele Ruzza, Cellina Codaglio, Claudia Piccinini, Sabrina Fontana, Jasenka Tomic, Cosimo Paoli, Beatrice Marozza, Tatyana
Fedevich, Lorenzo Tagliazucchi, Federico Mazzucco, Michele Poccecai.
Viole: Behrang Rassekhi*, Carmen Condur, Cathryn Murray, Sara Screpis, Diego Spagnoli, Daniele Zironi, Ilaria Negrotti, Silvia Vannucci, Alberto Magon, Friedrich Binet.
Violoncelli: Diana Cahanescu*, Vincenzo Fossanova, Filippo Zampa, Federica Ragnini,
Francesco Saccò, Alessandro Protani, Luca Colardo, Giacomo Grava, Vladimir Zubytskyy.
Contrabbassi: Antonio Mercurio*, Agide Bandini, Claudio Saguatti, Antonio Bonatti,
Penelope Mitsikopoulos, Andrea Lombardo, Daniele Pisanelli, Yen Chi Liang.
Flauti: Sandu Nagy*, Andrea Oman.
Ottavino: Andrea Oman.
Oboi: Marco Bardi*, Massimo Parcianello.
Clarinetti: Giovanni Picciati*, Miriam Caldarini.
Fagotti: Davide Fumagalli*, Fabio Alasia.
Corni: Ettore Contavalli*, Federica Bazzini.
Trombe: Matteo Beschi*, Marco Catelli.
Tromboni: Carlo Gelmini*, Gianmauro Prina, Antonio Martelli.
Timpani: Francesco Migliarini*.
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della Filarmonica Arturo Toscanini
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Fondazione Toscanini
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di nuove atmosfere
Venerdì 2 dicembre 2016 ore 20.30
Sabato 3 dicembre 2016 ore 20.30
MARCUS BOSCH
Direttore
ANNA TIFU
Violino
Robert Schumann
Ouverture da Genoveva
Johannes Brahms
Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77
Robert Schumann
Sinfonia n. 2 in do maggiore op. 61
IMPARIAMO IL CONCERTO
Gian Paolo Minardi racconta
Schumann e Brahms
Giovedì 1 dicembre 2016 ore 18.00
Auditorium Paganini, Parma
Concerto in anteprima
Giovedì 1 dicembre 2016 ore 15.00
Per saperne di più
www.fondazionetoscanini.it
©
Cristian Grossi