Ce una sola ricetta per ritrovarci: giocare e giocare

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Transcript Ce una sola ricetta per ritrovarci: giocare e giocare

«Ce una sola ricetta
per ritrovarci:
giocare e giocare»
Il coach della Dinamo Pasquini si assume le colpe del ko
«Ci manca qualcosa negli ultimi 5 minuti, devo lavorarci»
di Mario Carta
» SASSARI
Si prende la colpa della sconfitta, Federico Pasquini, e promette che ci lavorerà su. «Al
pronti via non eravamo pronti
-è l'esordio del coach della Dinamo in sala stampa dopo la
partita -, avevamo ancora la testa al Besiktas. Evidentemente
non abbiamo la capacità di ripartire, non siamo forti mentalmente ed è colpa mia. Poi, nonostante un buon secondo
quarto e il fatto che siamo riusciti a costruirci buone esecuzioni abbiamo fatto il 30% da
due, la difesa ha avuto momenti di buona qualità ma gli errori
soprattutto a rimbalzo ci sono
costati cari. Brava Avellino, nel
finale ha saputo fare la differenza ma a noi ancora manca qualcosa negli ultimi 4-5 minuti».
Pasquini spiega poi le sue
scelte, da Johnson Odom in
panchina nel finale ("Non stava male ma non era in partita,
ho preferito altri ne estemi") al
mancato impiego di D'Ercole
per la settima gara consecutiva
("Le rotazioni a 10 sono perfette, Monaldi in questo momento è più funzionale ma Lollo sa
che verrà il suo momento, ci ho
parlato") alla prova negativa di
troppi americani ("15 punti fra
Djo, Lacey e Carter sono pochi,
non è un attacco a loro ma ci
condiziona tutti, devo lavorarci
sopra per trovare una maggiore concretezza"), poi spiega
quando ha capito che qualcosa
non andava: «Sulla loro nipla
di tabella, a giochi ancora aperti tutti i miei cinque hanno tutti
abbassato la testa -prosegue
Pasquini -. Dobbiamo lavorare
sui finali punto a punto, dob-
biamo trovare fiducia dalla difesa. Giochiamo ogni 48 o 72
ore? Abbiamo avuto un calendario terribile in questo periodo? Le scuse mi scivolano addosso, adesso la ricetta per recuperare - saio banale - è una
sola: giocare. Fra 48 ore arriva il
Ludwisburg in Champions League e arriva a pennello. Certo,
conno Avellino avevo immaginato una partita diversa ma dopo questa sconfitta non mi
piango addosso - conclude il
tecnico della Dinamo -. Ora vado a casa a pensarci su ma facciamo attenzione, i tedeschi
hanno vinto con l'Aek, sono
una squadra forte e quadrata. A
noi serve poco un'analisi sui
problemi mentali o morali: ci
serve giocare. Il basket è bello
perché ogni volta è diverso e
perché ogni volta serve la capacità di crederci».
I AVVERSA
«Nel finale premiate qualità e quantità»
«Abbiamo vinto tre quarti,
stavamo compromettendo tutto
nel secondo ma non li abbiamo
mai fatti scappare e nel finale
abbiamo vinto con un gioco di
qualità e quanti tà».Stefano
Sacripanti, coach di Avellino, a
fine gara si dice «Molto
soddisfatto. Vincere sul campo
di una bella squadra come
Sassari è importante, ci
permette di stare a contatto con
le prime, e dopo la sconfitta con
Reggio per noi è stato
importante reagire in questa
maniera».
SERIE A
Il coach della Dinamo Federico Pasquini e il play Johnson Ottoni ieri durante il match con Avellino
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