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venerdì 18 novembre 2016, 15:30
4 dicembre 2016
Referendum, ultimi sondaggi: NO, ma forse SI
NO in testa, ma gli indecisi potrebbero sovvertire esito: possibile testa-a-testa e perfino vittoria del SI
di Francesco Snoriguzzi
Da domani: stop alla diffusione dei sondaggi elettorali in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre. Oggi è
l’ultimo giorno utile e i sondaggi si accavallano. In sintesi, ecco il quadro: il fronte del NO è in vantaggio in quasi tutte le
rilevazioni, ma sull'entità i numeri non concordano. Si va dai 3-10 punti di scarto di Demopolis (committente 'Otto e
Mezzo' de 'La7') in su: 7 punti di scarto per Demos ('Repubblica'), 8 per l'Istituto Piepoli ('La Stampa'), 10 per Ipsos
PA ('Corriere della Sera'). Molto alte le variazioni anche su gli incerti: si oscilla da un 13% nella valutazione Ipsos al 25% in
quella di Demos e Demopolis. Negli incerti rientrano: quelli che non hanno deciso come votare e quelli che devono ancora
scegliere se votare o restare a casa. Il trend negli ultimi mesi è stato: il NO in forte e costante recupero, il SI arretra. Il
sorpasso del NO si è avuto in luglio e la forbice fra i due schieramenti ha continuato ad allargarsi. A decidere il risultato
saranno gli indecisi. E proprio gli indecisi sono stati messi sotto la lente d’ingrandimento da un sondaggio Lorien
Consulting ('ItaliaOggi') un 9% di elettori intenzionati ad andare a votare è più orientato al SI, realizzando così un
possibile testa a testa, mentre il restante 8% di indecisi potrebbe, alla fine, disertare l'urna. Lorien stima
un'affluenza tra il 55 e il 58%, il 44,5% per il SI e il 47,5% per il NO. SI e NO a parte è molto interessante entrare nelle
singole scelte, motivazioni, e profili dei votanti.
Secondo il sondaggio realizzato tra il 15 e il 16 novembre 2016 dall'istituto di ricerca Demopolis per la trasmissione 'Otto e
Mezzo', il NO risulta lievemente in vantaggio con 39% contro il 36% del SI. Un dato di gran peso è però il 25% su cui
si attestano gli indecisi.
Gli italiani sembrano, però, poco interessati alle questioni costituzionali in sé e si concentrano soprattutto sulla questione
politica: alla domanda sulle ragioni del voto, il 56% del campione ha manifestato la volontà di votare pro o contro il
Governo piuttosto che a favore o contro la proposta di modifica della Costituzione.
Uno sondaggio dell'Istituto Tecnè S.r.l. del 12 novembre, per la trasmissione televisiva 'Porta a Porta', ci fornisce dati più
puntuali. Il vantaggio del NO cresce man mano che si scende con l'età dei votanti (58% contro 42% nella fascia
18-34 anni) forse a causa del successo che tra i giovani riscuote il Movimento 5 Stelle. Da un punto di vista geografico,
il vantaggio del NO è maggiore al Nord-Est (56% contro 44%), dove probabilmente pesa l'influenza della Lega Nord, e
al Sud (55% contro 45%), mentre è più ridotto a Nord-Ovest (52% a 48%) e al Centro (51% a 49%).
Per quanto riguarda le intenzioni di voto interne ai partiti non ci sono grandi sorprese: il Partito Democratico è il più
fortemente schierato per il SI (68%), la Lega Nord quello più schierato per il NO (67%). Le uniche piccole sorprese in
questo contesto sono le alte percentuali di indecisi che si riscontrano in partiti schierati da una parte o dall'altra: Alleanza
Popolare (schierato per il SI) presenta una percentuale di indecisione del 41%, in Forza Italia e Sinistra Italiana
(schierati per il NO) la percentuale si attesta al 34% segno della difficoltà di questi elettorati combattuti tra le proprie idee
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/ultimi-sondaggi-limmobilita-degli-italiani/
L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.
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ed il sostegno a battaglie politiche portate avanti dai propri avversari naturali.
Il sondaggio di Euromedia Research per 'EuroWeek News' riporta percentuali più alte sulle intenzioni di voto generali
(52,5% NO contro 47,5% SI), ma non riporta il numero degli indecisi che, invece, potrebbe essere determinante per l'esito
finale. Il dato più interessante di questo sondaggio è quello sulle preoccupazioni dei cittadini in caso di vittoria
dell'una o dell'altra parte: hanno un certo peso le risposte sul merito (il 19,8% è preoccupata del cambiamento in peggio
della Costituzione in caso di vittoria del SI, il 14,3% teme l'immobilismo politico in caso di vittoria del NO) e un peso simile
hanno degli atteggiamenti più politicizzati (il 19,2% teme il rafforzamento politico del Presidente del Consiglio
Matteo Renzi in caso di vittoria del SI); il dato che di più balza agli occhi, però, è che il 30% non è minimamente
spaventato dagli effetti di una vittoria del SI e il 43,4% non teme le conseguenze di una eventuale vittoria del
NO. Il dato potrebbe far riflettere sullo scarso interesse nutrito dagli italiani sulla questione costituzionale in sé.
Un altro sondaggio, realizzato da Eumetra Monterosa S.r.l. il 09 novembre 2016 per il quotidiano 'Libero', conferma
questa analisi: l'83% del campione è convinta che una eventuale vittoria del NO non avrebbe gravi conseguenze
sulla situazione economica e finanziaria dell'Italia. Fin qui nulla di particolarmente strano, se non fosse per il fatto che
questa tendenza è equamente distribuita tra gli elettori di tutti i partiti: era facilmente prevedibile che gli elettori di
un partito fortemente schierato per il NO come la Lega Nord non sarebbero stati spaventati dalle conseguenze di un risultato
negativo (80,7%); stupisce invece che gli elettori del Partito Democratico, partito in maggioranza schierato per il SI, siano al
70,2% convinti della stessa cosa. È altrettanto bizzarro che i più preoccupati delle conseguenze economiche di una
vittoria del NO risultino essere gli elettori di Sinistra Italiana (34,6%), partito schierato appunto per il NO.
L'idea che sembra uscire dalle varie statistiche è principalmente quella di uno scarso interesse per la questione o, in ogni
caso, di una visione 'sdrammatizzante' degli effetti: è come se gli italiani fossero convinti che, qualunque sia il risultato
di questa votazione, non ci saranno grandi stravolgimenti o mutamenti sostanziali della situazione del Paese.
Anche a livello internazionale le posizioni degli italiani sono piuttosto rilassate: secondo il sondaggio dell'Istituto Piepoli
per 'SkyTG24' (14 novembre 2016), per il 65% degli italiani l'elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti
d'America non avrà alcuna conseguenza sulla votazione del prossimo 4 dicembre (Barak Obama si era
esplicitamente speso in un sostegno al SI).
Per concludere, torniamo al sondaggio Lorien Consulting che attribuisce agli indecisi la possibilità di sovvertire le
previsioni di tutti i sondaggi al momento disponibili. Il 49% degli italiani, anche in caso di vittoria del NO, vorrebbe che
Renzi continuasse la sua azione di Governo. Un terzo degli italiani sostiene che la riforma è troppo complessa e
poco chiara per guadagnarsi un sostegno convinto.
di Francesco Snoriguzzi
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/ultimi-sondaggi-limmobilita-degli-italiani/
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