Pugni e parolacce, Hillary l`ha presa bene

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ESTERI
__Venerdì 18 novembre 2016__
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La drammatica notte della sconfitta
Pugni e parolacce, Hillary l’ha presa bene
Da presidente mancato la Clinton ha aggredito marito e manager: «Volevo chiudermi in casa per sempre»
:::
::: segue dalla prima
CARLO NICOLATO
(...) organizzata dal Children’s Defense Fund, l’organizzazione in cui
negli anni ’70 aveva iniziato la sua
carriera legale, per dimostrare che
Hillary perdendo quella maschera
da statista programmata è forse più
convincente.Certamente meno antipatica, come quando con evidente emozione ha raccontato di sua
madre costretta da ragazzina a trasferirsi in California da quei nonni
rivelatisi poi violenti e di quanto
adesso, a distanza di quasi 80 anni,
vorrebbe abbracciarla per dirle
«mamma, sopravviverai, avrai una
famiglia e tre bambini, e anche se
per te è difficile immaginarlo, tua
figlia crescerà fino a diventare un
senatore degli Stati Uniti, un segretario di Stato, e ottenere più di 62
milioni di voti per la presidenza».
Voti che però non sono stati sufficienti per andare alla Casa Bianca,
e che anziché essere un conforto,
fanno male e umiliano più di quelli
presi da Trump, un milione in meno.«Cisono state volte, in quest'ultima settimana, in cui l’unica cosa
che volevo fare era raggomitolarmi
con un buon libro, portare a spasso
i cani e non uscire mai più di casa»,
ha ammesso Hillary che infatti solo
qualche giorno fa è stata immortalata dalselfie di una cittadina qualunque mentre portava a spasso i cani
in quel di Chappaqua, nei pressi di
New York. Hillary sconfitta, Hillary
rassegnata, Hillary che depone le
armi anche se alla sua platea dice,
al contrario, di non arrendersi mai,
di «continuare a lavorare per rendere l’America più forte e più giusta»,
«per la sicurezza dei nostri bambini, delle nostre famiglie e del nostro
Paese».
Eppure c’è chi racconta un’altra
verità. C’è chi dice, nello specifico il
magazine The American Spectator,
che in realtà, i libri li abbia fatti volare fuori dalla finestra.Prendendosela con tutti da John Podesta a James
Comey, il capo dell’Fbi, per finire
con l’incolpevole marito, pare abbia fatto volare qualsiasi cosa non
fosse ancorata per terra sulle teste
dei poveri assistenti e del personale
che cercava di rifugiarsi scappando
da una stanza all’altra. Testimoni
raccontano di grida disumane, insulti, bestemmie e di gente che si
tappava le orecchie per non sentirle.Naturalmente il bersaglio numero uno era John Podesta, presidente della campagna elettorale e principale indiziato della sconfitta. Il
quale, quando ormai alle prime
ore di mercoledì mattina la sconfitta era evidente a tutti, lui solo, kamikaze per vocazione, ha offerto la
sua faccia, e probabilmente la sua
carriera, per annunciare al popolo
Dem riunito al Manhattan’s Javitz
Center che non tutto era perduto,
che bisognava aspettare perché in
qualche contea stavano ancora
contando i voti. Qualcuno in Italia
se l’è pure bevuta, non la Clinton
che contemporaneamente chiamava Trump, trattenendo a stento la
rabbia, per riconoscergli la vittoria.
R. Emmett Tyrrell dello Spectator
racconta che anche il marito Bill se
l’è vista brutta e ammette di essere
sorpreso che il loro matrimonio riesca ancora a reggere. Si narra di
una telefonata infuocata tra i due
coniugi qualche giorno prima delle
elezioni, quando Hillary stava per-
La riflessione
Obama, Machiavelli
e i grossolani errori
del partito democratico
::: FABRIZIO CICCHITTO
■■■ Chi è causa del suo mal pianga se
danzata dell’epoca, la «pesca della Georgia», Marla Maples (che poi in realtà sarebbe divenuta sua
moglie), riprendendosi l’anello di fidanzamento
da lei gettato dalla finestra: un Tiffany con diamanti preziosi. La crisi, sosteneva il quotidiano, era dovuta a una nuova fiamma di Trump, una modella
italiana poco più che ventenne già fra le top a livello internazionale, anche perché era stata fidanzata
con due star del rock, Eric Clapton e Mike Jagger.
Sì, era proprio lei: Carla Bruni, futura signora
Sarkozy e prima donna di Francia. People voleva
verificare se la notizia era vera. E il portavoce Miller
confermò: «Tutto vero, perfino nei dettagli. Ha perfino mollato un famoso cantante rock per mettersi
con Donald». Il giornalista di People registrò la telefonata. Poi la riascoltò stranito: «Ma io questa voce
del signor Miller l'ho già sentita...». Fece ascoltare il
nastro ad altri, e man mano ebbe la certezza: sì,
quella era proprio la voce di Trump. Che si era
spacciato per il suo inesistente portavoce. Carla
Bruni smentì, raccontando di avere conosciuto il
magnate a una festa di modelle, e non averlo più
visto. Mai avuta una relazione con lui. A quel punto scese in campo Trump, che invece confermò la
storia con la Bruni, a suo dire durata qualche mese. Perché quella sceneggiata? Semplice, gli affari
nei suoi casinò stavano andando maluccio all'epoca, e quelli immobiliari pure. Bisognava rinfocolare la leggenda del miliardario playboy, e ingolosire
così i clienti. Trump era un mago della comunicazione già allora, e non lasciava intentato nulla. Però l'episodio qualcosa gli costò: dovette sposare in
fretta e furia la Marples, che non aveva gradito.
Tanto sarebbe in breve divorziato pure da lei grazie all'incontro nel 1998 con Melania Knauss, attuale signora Trump e first lady Usa.
stesso: questo proverbio vale per il partito democratico americano. Certamente
Trump ci ha messo del suo cavalcando
la tigre del dissenso sociale per le conseguenze negative della globalizzazione,
delle disuguaglianze, dello smantellamento dell’industria manifatturiera, dei
salari troppo bassi. In una parola egli ha
cavalcato la contestazione all’establishment tradizionale riuscendo così a porre
in essere una paradossale operazione di
destra-sinistra che combinava insieme
elementi di opposto segno contro i detentori del potere economico-finanziario e
contro la «casta» politica al governo. Ora
in una situazione nella quale era evidente che c’era una contestazione dell’establishment da destra (Trump) e da sinistra (Sanders che in sede di primarie era
arrivato addirittura al 43%) il partito democratico ha riproposto Hillary Clinton
che più che come la candidata donna è
stata vissuta come la quintessenza del sistema tradizionale di potere.
In secondo luogo non capendo il profondo sommovimento in atto nella società americana, che rompeva le storiche divisioni destra-sinistra, il partito democratico ha considerato scontato il voto della
classe operaia tradizionale nel Michigan,
in Ohio, nell’Illinois per cui in quegli Stati
non ha nemmeno svolto a fondo la campagna elettorale. Invece nel corso di questi anni il partito democratico ha cambiato riferimenti sociali: per un verso esso è
apparso l’espressione di quel 25-30% di
americani che stanno in buone condizioni economiche (ma c’è un 60-70% in condizioni di basso reddito, di disoccupazione e di marginalità), per altro verso dell’establishment politico ed economico-finanziario, del management e della classe operaia di Silicon Valley, cioè dell’industria innovativa, che ha poco a che fare con l’industria manifatturiera tradizionale. Ciò detto, però, non è che Trump
ha sfondato sul piano elettorale: egli ha
preso duecentomila voti in meno rispetto alla Clinton (ma meglio distribuiti negliStates in conformità con il sistema elettorale americano) e un po’ meno degli
stessi votiottenuti dal repubblicano Romney in elezioni precedenti. In sostanza
non è stato tanto Trump che ha vinto
quanto la Clinton che ha perso. Hillary
ha avuto 6 milioni di voti in meno rispetto a quelli di Obama: non ha fatto il pieno
dei voti delle donne bianche, degli uomini afroamericani,dei giovani legati a Sanders, di larga parte della classe operaia
tradizionale.
Un ultimo punto. È evidente che Obama, pur essendo un uomo colto e un
grande oratore, tuttavia non ha letto Machiavelli: un presidente degli Stati Uniti
che, in un clima di scontro durissimo
con il partito repubblicano quale c’è stato nel corso di questi anni tuttavia ha nominato James Comey, un repubblicano,
a capo dell’Fbi, dà prova di una disarmante ingenuità. Si è detto che Comey è
un repubblicano moderato, ma egli è anche un amico fraterno di Rudolph Giuliani, e gli effetti si sono visti a 11 giorni dalle
elezioni.
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Hillary Clinton, visibilmente provata dopo la sconfitta, torna fra i fan: volevo chiudermi in casa [Ansa]
dendo punti nei sondaggi: lei sosteneva che la colpa era di Comey e di
quelle mail tirate fuori all’ultimo
momento, Bill l’accusava invece di
aversottovalutato imilioni di americani che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Fece centro. Ma
uno dei consiglieri dell'ex presidente racconta che alla fine della telefonata la faccia diBill era così paonazza che si temeva avesse un infarto.
L’unico della partita ad aver tirato un sospiro di sollievo dopo la
sconfitta della Clinton è proprio Co-
mey, che con Trump ora ha il posto
assicurato. Il «cugino» della Cia invece, il numero uno dell’Intelligence James Clapper, no. Lui, uomo di
Obama, ha preferito licenziarsi prima che lo licenziassero.
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Un presidente playboy dotato di grande fantasia
Madonna, Kim Basinger e anche Carla Bruni
Così Trump spifferava le “sue” conquiste
::: FOSCA BINCHER
■■■ La soffiata arrivò da un certo signor John Miller al giornalista di People, il periodico più famoso
di gossip. «Donald Trump è assediato dalle donne», disse il signor Miller che si qualificava come
portavoce ufficiale del magnate americano. E anticipando la caricatura che Maurizio Crozza fa oggi
di Antonio Razzi, in confidenza Miller spiegò: «Te
lo dico da amico, non da portavoce: fanno la fila
per uscire con lui. Fingono di volere concludere
una transazione immobiliare, ma in realtà poi vogliono uscire con Trump. Un esercito di donne,
Donald è praticamente assediato. Tutte donne belle e importanti. Tanto per dire, ci ha provato pure
Madonna. Ne vuoi sapere un’altra? Kim Basinger.
Anche lei ha detto che voleva venire per vedere
una casa. Palle. Voleva uscire con lui. Ma sai come
è...le donne di Donald trovano fortissima competizione, è dura conquistarlo...».
Non stupiscano quei nomi di bellissime donne
che oggi appaiono un po' sbiadite, avanti con l'età.
Quella telefonata avvenne nel luglio 1991, 25 anni
fa. Quando Madonna e Kim Basinger erano all’apice della fama. Nessuna delle due replicò a quelle
indiscrezioni pubblicate, e forse all'epoca la cantante non immaginava che un tempo sarebbe diventata l’icona degli anti-Trump, disposta perfino
a offrire sesso orale per convincere gli americani a
non votarlo. E chissà se l’avversità attuale avesse
origine proprio in quell’episodio del ’91, che ebbe
grande eco.
La telefonata del signor Miller era stata cercata
per altro dallo stesso giornalista di People. Perché
un quotidiano popolare- il New York Post- aveva
pubblicato con grande risalto una notizia gossip
su Trump: aveva liquidato con una scenata la fi-
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