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Comunicato stampa LAV – 18 novembre 2016
TOSCANA: IL TAR SOSPENDE PARTE DEL PIANO TRIENNALE REGIONALE DI UCCISIONE
DELLE VOLPI
LAV: UN RISULTATO IMPORTANTE CHE ACCOGLIE LE NOSTRE TESI. A PROTEZIONE
DELLE VOLPI, QUEL PIANO NON PUO’ ESSERE ESTESO A TUTTO IL TERRITORIO
REGIONALE
Il TAR Toscana, con ordinanza del 16 novembre, ha accolto il ricorso presentato dalla
LAV contro il Piano regionale triennale che prevede l’uccisione di 4.000 volpi l’anno e ne
ha imposto la sospensione su gran parte del territorio regionale.
Il piano, voluto dall’Assessore Regionale Remaschi, già noto per aver sottoscritto la
legge obiettivo che prevede lo sterminio di cinghiali e caprioli in tutta la regione,
avrebbe consentito l’uccisione dei 4.000 volpi l’anno, animali predatori, considerati dai
cacciatori pericolosi “concorrenti”. In linea con gli stessi principi della legge obiettivo,
anche le volpi toscane sarebbero state destinate a subire una vera e propria
persecuzione: catturate con le trappole per poi essere uccise; accecate con potenti fari
nel corso della notte per consentire una più facile mira ed essere uccise a fucilate;
uccise con i propri cuccioli mediante il cruento sistema della caccia in tana.
“Il piano triennale regionale di uccisione delle volpi si configura come l’ennesimo favore
della classe politica toscana ai cacciatori – dichiara Massimo Vitturi, responsabile
dell’Area Animali Selvatici della LAV – anche per questo motivo abbiamo deciso di
impugnarlo avanti al TAR di Firenze.”
Il piano prevede infatti l’intervento dei cacciatori presso tutti gli allevamenti rurali
della regione, senza alcun limite temporale né spaziale. Ciò significa che le volpi
potrebbero venire uccise fino a distanze imprecisate dai suddetti allevamenti, durante
tutto l’arco dell’anno e a qualsiasi ora del giorno e della notte. In pratica, un massacro
che attraversa tutta la regione Toscana. Senza contare le vittime degli incidenti causati
dalla caccia anche tra gli umani: 18 morti e 72 feriti in ambito venatorio (Fonte:
Associazione Vittime della Caccia), cacciatori e civili colpiti da cacciatori, registrati in
Italia nella sola stagione 2015/16. Cifre che sono chiaramente destinate ad aumentare
con l’intensificarsi dell’attività venatoria, in conseguenza dei piani di abbattimento.
Un puntuale ricorso predisposto dall’ufficio legale della LAV ha però bloccato i progetti
dei cacciatori toscani e del loro sponsor, l’Assessore Remaschi. La seconda sezione del
TAR Toscana ha ritenuto rilevanti le tesi della LAV ed ha quindi sospeso il piano fino
all’udienza che si terrà il 17 maggio 2017, nella parte in cui consente di uccidere le
volpi con il pretesto delle predazioni negli allevamenti rurali. Ciò significa che le volpi
potranno dormire sonni tranquilli, almeno in quelle aree, con buona pace dei cacciatori.
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“Il prossimo obiettivo è di giungere al definitivo annullamento del piano regionale –
prosegue Vitturi – per questo motivo stiamo già raccogliendo ulteriore materiale da
presentare al TAR, per dimostrare che l’uccisione delle volpi in qualsiasi area del
territorio regionale, con l’obiettivo di limitarne la predazione, non solo non ha alcun
senso scientifico, ma costituisce un’inaudita ed inutile crudeltà nei confronti dell’unico
predatore rimasto sul nostro martoriato territorio.”