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Comunicato stampa LAV 11 novembre 2016
BRACCONAGGIO, IL MASSACRO DEGLI IBIS EREMITA: UCCISO, IN POCHI MESI,
IL QUARTO ANIMALE A RISCHIO DI ESTINZIONE.
LAV: MINISTERO DELL’AMBIENTE, DELL’AGRICOLTURA E REGIONI
DISPONGANO SUBITO LA REVISIONE DEL PERCORSO CHE PORTA AL RILASCIO
DELLE LICENZE DI CACCIA. INACCETTABILE IGNORANZA SU SPECIE PROTETTE
E’ stato ritrovato alcuni giorni fa in Val Camonica il corpo senza vita del quarto
Ibis eremita ucciso dall’inizio della stagione di caccia. Crivellato dai pallini esplosi
da un fucile da caccia ed individuato grazie all’apparato GPS di cui era dotato,
l’animale, che faceva parte di un ambizioso progetto finanziato dall’Unione
Europea per la reintroduzione di una specie sull’orlo dell’estinzione, è stato
ucciso da chi evidentemente non è in grado di distinguere una specie da
un’altra.
“Se i cacciatori confondono gli Ibis, peraltro animali molto particolari che non
possono certo essere scambiati per anatre o fringuelli, con altre specie di uccelli
cacciabili, è evidente che gli esami per ottenere la licenza di caccia sono del tutto
inadeguati allo scopo di garantire la tutela delle specie non cacciabili”, afferma
Massimo Vitturi, responsabile LAV Area Animali Selvatici.
Per questo motivo l’Associazione chiede al Ministro dell’ambiente Galletti, al
Ministro dell’agricoltura Martina ed alle Regioni, un atto deciso ma non più
procrastinabile: la revoca di tutte le abilitazioni all’esercizio venatorio e la
revisione del percorso formativo che porta al loro rilascio, “solo così facendo i
cacciatori potranno acquisire le necessarie informazioni volte alla tutela delle
specie protette a livello comunitario”, aggiunge Vitturi.
La LAV, inoltre, sottoporrà alla Commissione Europea la necessaria
documentazione perché sia aperta una procedura d’infrazione nei confronti del
nostro Paese, in quanto nella vicenda degli Ibis ha dimostrato di non essere
affatto in grado di assicurare la dovuta protezione alle specie particolarmente
protette.
Il grave fatto è accaduto a meno di un mese di distanza dalla condanna di un
cacciatore che il Tribunale di Livorno ha riconosciuto responsabile dell’uccisione
di ben due Ibis nel 2012.
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“Una sentenza cristallina che ha evidenziato la coincidenza, purtroppo troppo
spesso accertata, tra il possesso di regolare licenza di caccia e gli atti di
bracconaggio – conclude Massimo Vitturi – circostanza non sufficientemente
condannata delle associazioni di cacciatori, che nel procedimento contro il
bracconiere/cacciatore livornese non si sono dissociati dal comportamento
criminale del responsabile della morte di due animali a rischio di estinzione”.