esteri | taccuino cinese - 2

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STEFANO MICOSSI - 16/11/2016 ore 17:00
ESTERI | TACCUINO CINESE - 2L'impronta tedesca di Qingdao
Qingdao è una elegante città costiera sulla punta dello Shandong, bagnata dal Mar Giallo. Sono ‘solo’ 9
milioni, hanno un lungomare lungo 40 chilometri di bellissime spiagge. Bei viali alberati, grandi parchi,
nuove costruzioni per la borghesia emergente. L’impronta urbana e costruttiva resta europea: all’inizio
del secolo scorso erano stati qui i tedeschi, solo per 17 anni, ma hanno lasciato una famosa fabbrica
di birra (Tsintao), molti eleganti edifici e un impianto di disegno urbano che i cinesi hanno gelosamente
conservato e sviluppato. Nella elegante residenza del governatore tedesco hanno dormito il presidente
Mao, Zhou Enlai, Deng Xiaoping, Liu Shaoqi, e si sono tenute riunioni del presidium del Comitato
Centrale del partito comunista. Un castelletto svetta sulla collina e porta ancora il nome di Chan Kai
Shek, che ci ha passato qualche tempo dopo la guerra.
Delle tragedie del passato nessuno parla, ma i nomi e le fotografie si vedono in giro e le persone vi si
riferiscono come a parte della loro storia. La città include un grande tempio buddista, costruito negli
anni Trenta in un parco cittadino, e un altrettanto grande tempio taoista sul monte Laoshan; entrambi
sono vive frequentatissime sedi di culto. La municipalità ha ingaggiato un brillantissimo premio nobel
israeliano della fisica, Daniel Shechtman, dal quale si fanno spiegare gli ingredienti dello straordinario
successo del suo paese nello sviluppo di start up tecnologiche. Da tre anni organizzano un evento
annuale su imprenditorialità e economia della conoscenza – il BIT Congress – che vorrebbero
far evolvere in un grande evento internazionale (citano Davos come modello); sono ancora lontani
dall’obbiettivo, ma è gente tenace, qualcosa di buono ne verrà fuori certamente.
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