Amal e Hezbollah, gli alleati di convenienza

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Amal e Hezbollah, gli alleati di convenienza | 1
giovedì 17 novembre 2016, 18:00
In Libano
Amal e Hezbollah, gli alleati di convenienza
L'elezione di Aoun alla presidenza, Iran e Siria di Assad tra i punti di contrasto
di Davide Lemmi
Libano - Amici, alleati, amanti, ma solo fino a che i programmi coincidono. Il 31 ottobre 2016, dopo quasi due anni e mezzo
di vuoto, l’Assemblea Nazionale libanese supera l’impasse legato al nuovo Presidente della Repubblica. Tra i maggiori
sostenitori di Michel Aoun, cristiano maronita leader del Movimento Patriottico Libero, c’è Hezbollah. Il Partito di Dio
appoggia fortemente la candidatura dell’ex Generale 81enne, ponendosi in netto contrasto con gli alleati storici di
Amal, l’altro grande partito sciita libanese. Ma la frizione sul nome di Aoun non è che l’ultimo dissapore tra i due
grandi gruppi sciiti. Il legame tra Amal e Hezbollah è una delle chiavi di lettura del Libano contemporaneo, un altro modo
di raccontare l’intricata narrazione della politica libanese. Storie e origini diverse, il copione di Amal parte da lontano: è il
1974 quando l’Imam sciita Musa al-Sadr, in un famoso discorso, rinuncia al quietismo e invita gli sciiti libanesi a schierarsi
dalla parte dell’azione, della rivoluzione sociale. All’epoca dei fatti, le numerose confessioni della società libanese
corrispondevano a status completamente diversi. Se la percentuale cristiana occupava la parte alta della scala sociale,
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/amal-e-hezbollah-gli-alleati-di-convenienza/
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quella sciita era sicuramente la fetta più povera della popolazione. Un anno dopo il discorso di creazione del Movimento
dei Diseredati, Musa al-Sadr diede vita anche ad una milizia sciita denominata Amal, “speranza”, con il chiaro scopo di
auto-difesa della comunità. L’Imam tuttavia rinnega l’intervento militare durante la guerra civile che imperversa in Libano.
Ma nel 1978, dopo un viaggio in Libia, Musa al-Sadr scompare, le dighe si rompono e Amal entra nel conflitto. Hezbollah
nasce più tardi. Nel 1982 in risposta alla guerra del Libano del Sud, un gruppo di sciiti decide di fondare un movimento para
militare, il cui scopo finale fosse essere di contrasto all’occupazione israeliana nel Sud del paese. Ad addestrare le milizie di
Hezbollah c’è il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, segno di un legame ancestrale con l’Iran di Khomeini. Con il
tempo il movimento si trasforma in Partito, mantenendo sempre la sua forza armata, a differenza degli altri gruppi, come
Amal, che avevano combattuto la guerra civile, segno di forza e indipendenza nello scacchiere libanese. Ma le differenze
tra Amal e Hezbollah non sono relegate alle sole origini dei due gruppi. Amal ha uno strettissimo legame con la
Siria degli Assad, mentre per Hezbollah Damasco è un vicino alleato, ma ingombrante. L’intervento del Partito di Dio
all’interno della guerra civile siriana può avere due chiavi di lettura: da una parte la necessità di Hezbollah di allontanare
l’idea di potersi trovare costretta tra due nemici come Israele e un ipotetico Governo siriano filo saudita; dall’altra un
messaggio forte di debito ad Assad, una passe-partout da usare all’occorrenza. L’Iran è un’altra carta del mazzo, un altro
punto di contrasto tra i due partiti. Per quanto Hezbollah negli anni abbia tentato di affermare la propria identità singola
e quindi separata da Teheran, i due attori sposano una politica estera comune. Amal dal canto suo sembra invece rifiutare
un assoggettamento all’Iran. Tra dossier segreti e pourparler pericolosi, il motivo di questa netta presa di posizione potrebbe
essere spiegato con la scomparsa del creatore del Movimento dei Diseredati. Sulla morte dell’Imam Musa al-Sadr si sono
fatte diverse teorie. Le prime voci, poi smentite, dipingevano un intervento italiano nella scomparsa dell’ispiratore di Amal. Il
sospetto è poi ricaduto sulla Libia di Gheddafi, ma un’ombra chiamata Teheran aleggia sulla tragica fine di al-Sadr. Il “non
allineamento” ai dettami di Khomeini potrebbe essere stato fatale. La guida del Movimento dei Diseredati potrebbe aver
pagato la scelta di non assoggettarsi alle politiche di Teheran. Contrasti e contraddizioni, Hezbollah negli anni ha
rappresentato un’estroflessione iraniana nel paese dei cedri, motivo più che valido ad Amal per etichettarlo
come alleato di convenienza. Ma la forma di Hezbollah nel corso degli anni si plasma e si trasforma, applicandosi sempre
meglio alla struttura politica, amministrativa e burocratica libanese. Il Partito di Dio rigetta l’obiettivo di ricreare uno
Repubblica islamica sul modello di quella iraniana in Libano. Politicamente e militarmente non ha le forze per egemonizzare
il paese. Per quanto forte sia la struttura di Hezbollah, militare e non, il Libano è ancora un paese diviso in tre: cristiani,
sunniti e sciiti, di cui gli ultimi due rappresentano sempre di più la maggioranza della popolazione. Sul tavolo delle trattative,
negli ultimi anni, si trova adesso la proposta di revisione costituzionale, iter che vede Hezbollah e Amal amici per
il cambiamento. I partiti sciiti, consci della mutazione demografica in atto nella Nazione, promuovono il superamento
confessionale con cui il Libano distribuisce le maggiori cariche ai rappresentanti delle diversi fedi presenti sul
territorio. Fino ad ora, il dialogo con i rappresentanti delle comunità cristiane è stato l’ago della bilancia politico con cui i
musulmani sono dovuti scendere a patti per riuscire a ottenere maggioranze e posizioni di vertice. Qualora questo confine
decadesse, ed il futuro sembra indicare proprio questa strada, la frammentata struttura sociale libanese potrebbe evolversi
seguendo il copione della rottura o della comunanza di obiettivi. Amal e Hezbollah non sono oggetti estranei a questa
prospettiva. In un ipotetico Libano in cui il confessionalismo esiste a livello di società, ma viene sradicato dalla politica, i due
partiti potrebbero fare fronte comune contro i sunniti, oppure entrare anch’essi in netto contrasto per la
leadership sciita. Gli interrogativi sono comunque rimandati dopo la fine della guerra civile siriana, quando la bilancia
ricalibrerà i pesi esterni e interni al Libano. Assad, ex stretto alleato di Amal, ha ormai un debito in termini di
uomini e mezzi con Hezbollah. Il Partito di Dio potrebbe utilizzare questa posizione di forza per svincolarsi ancora di più
dalla ingombrante presenza siriana e assoggettare gli sciiti libanesi sotto la sua bandiera gialla.
di Davide Lemmi
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