tore piana: se si dovesse confermare il prezzo del latte ovino a 0,50

Download Report

Transcript tore piana: se si dovesse confermare il prezzo del latte ovino a 0,50

TORE PIANA: SE SI DOVESSE CONFERMARE IL PREZZO DEL LATTE OVINO A 0,50 CENTESIMI AL LITRO IN
SARDEGNA FALLIREBBERO 9.000 AZIENDE AGRICOLE
Cagliari. Che la stagione agricola 2016/2017 non si ponesse sotto i migliori auspici per gli
allevatori Sardi lo si era capito all’inizio dell’estate quando i prezzi del formaggio
pecorino romano sono crollati dalle euro 9,20 al Kg ai 7 euro del Marzo 2016 e
conseguentemente il prezzo del latte dai €.1,10 alle €. 0,80 al litro pagato all’allevatore .
Quest’anno nella campagna 2016/2017 ipotizzando addiritura un prezzo di €.0,50 al litro con
conseguente prezzo del formaggio pecorino ipotizzato sui €. 6 al kg. Una situazione questa che
se si dovesse avverare sarebbe il tracollo dell’interoncomparto ovino con conseguente rischio
di far fallire non meno di 9.000 aziende agricole su circa 20.000 esistenti nell’isola nel
settore dell’allevamento della pecora da latte, considerato nella fragile economia Sarda uno
dei pilastri portanti.
Forte preocupazione desta a Italia Attiva Sardegna, la recente polemica fra trasformatori e
alcune associazione di categoria degli agricoltori, sulle stime delle quantità del latte di
pecora prodotto in sardegna, dove alcuni trasformatori quantificano in circa 440 milioni i
litri di latte prodotto all’anno, altri con dati alla mano affermano che le produzioni sono
state di 286 milioni di litri.
Lo scostamento è talmente alto, che solleva tantissimi dubbi , tanto da chiedersi, cosa sta
accadendo??
Come mai la Regione è completamente assente? L’Assessorato all’Agricoltura esiste ancora?
Appare come un esterno e disinteressato al dibattito della problematica, figuriamoci ad essere
il risolutore dei problemi.
Eppure con L.R. 15 del 2010 la Regione ha affidato all’Agenzia regionale LAORE il compito di
monitorare le produzioni del latte ovino dei formaggi e seguirne i prezzi sui mercati, perché
conoscere questi dati diventa basiliare per impostare strategie per la soluzione delle
problematiche che il comparto attraversa.
Come mai il lavoro d’ellagenzia LAORE non viene preso in considerazione? LAORE sta svolgendo
il compito affidatogli con la LR 15/2010? Si chiede Tore Piana.
Se LAORE ha raccolto i dati certi, come è possibile che alcuni importanti attori della filiara
affermano ipotetiche produzioni di latte stimate in 440 milioni di litri quando poi altri
attori della stessa filiera non meno importanti affermano con certezza che le produzioni sono
pari a 286 milioni di litri ? Si capisce che dare numeri come questi risulta pericoloso e
anche lesivo per il mercato. A chi conviene questo gioco? La Regione pur avendo lo strumento
operativo, LAORE perché non interviene e mette ordine alle notizie incontrollate?
Vediamo di fare quattro conti, in Sardegna alla data del 30 Ottobre 2016 secondo la banca dati
nazionale BDN vi sono n’ 3.141 milioni di capi ovini, che levate le tare quantificate in
n’560.000 capi ovini , sempre da dati ufficiali della BDN Banca Dati Nazionale, consultabile
liberamente dal sito della stessa, il numero reale dei capi ovini in pruduzione dovrebbe
attestarsi in 2,581 milioni di capi che moltiplicando per il coeficente di produzione di litri
130 a capo, fanno dire che in Sardegna la produzione del latte ovino annuo parrebbe
quantificarsi in 335 milioni di litri latte. Qui i primi dubbi? Ma se le certificazioni dei
litri di latte affluenti e certificati sicuri nelle tre DOP sono pari a 265 milioni di litri (
dati ufficiali del Consorzi DOP) e i litri di latte lavorati fuori dalla DOP e/o venduti a
latte sfuso fuori dalla Sardegna sono quantificati in circa 21 milioni di litri di latte, ci
troveremo una produzione certa e certificata di 286 milioni di litri di latte, ben distante
dai 335 milioni ipotizzati e quasi certi.
Mancano all’apello circa 50 milioni di latte, che fine fa questo latte? Ma viene prodotto
realmente? I dubbi sono veramente tanti, da far dubitare che il numero dei capi ovini
registrati alla banca dati nazionale BDN non siano reali, ma come può essere una cosa cosi?
Oppure i 50 milioni di latte se cosi fosse non esisterebbero. Come si capisce la posta è
importante e la conoscenza dei dati certi in questo settore, retto in un equilibrio molto
fragile , è fondamentale per prendere le azioni politico amministrative a salvaguardia
dell’intero comparto. In tutto questo turbinare affannoso di dati, ripeto , la Regione risulta
la grande assente.
Ad aggravare la situazione, notizie di questi giorni che pare in Sardegna stiano girando
speculatori che propongono di acquistare il formaggio al prezzo di €. 4,8 al KG da chi è in
difficoltà e che ha i maggazzini pieni di formaggio e che non sa come affrontare la nuova
stagione, sia per mancanza di spazi sia per mancanza di liquidità. Oltre la beffa il danno.
Quali Proposte?
La Regione deve mettere ad un unico tavolo l’intera filiera produttiva e commerciale(
Allevatori-trasformatori e anche commercianti) tutelando l’anello debole della filiera che è
il Pastore/allevatore. Deve fornire i dati certi sulle pruduzioni sia di latte che di
formaggio e l’andamento dei prezzi, cosi come stabilito dalla L.R. 15/2010.
Deve farsi da garante del patto di produzione proposto dal consorzio DOP pecorino romano
per la quato massima di produzione quantificat in 225.000 ql anno
Deve riportare le OP (Organizzazioni di Produttori) previste da Legge Nazionale , dove la
Regione può modificare i parametri e riportarli a 30 milioni anziché agli attuali 1,5
milioni attuali.
Chiedere e farsi promotricce di interventi presso i Ministeri delle Politiche Sociali e del
Lavoro per estendere , attraverso bandi pubblici il ritiro , tramite aquisto di formaggio
pecorino, come è stato fatto con il parmigiano Reggiano.
Bandire dei progetti a bando che finanzino la promozione pubblicitaria alla vendita del
pecorino romano in mercati esteri ( Giappone per es.)
Bandire, attraverso la SIRS e Consorzi Fidi dei finaziamenti per finanziare/rifinanziare le
scorte in eccedenza di formaggio accumulate sino alla campagna di produzione 2015/2016 pare
quantificati in circa 100 mila ql.
Promuovere azioni strutturali, che non siano a spot per coprire solamente le emergenze come
sino ad adesso si è fatto, Per far riprendere il comparto considerato strategico per la
Sardegna, la Regione del Presidente Pigliarudovrebbe contattare con il Governo Nazionale
strumenti e azioni strutturali seri e non di soli annunci come troppo spesso sta accadendo
in questi mesi, dovrebbe:
Chiedere con forza la diminuzione del costo dell’Energia Elettrica del 30% sia alle aziende
agricole sia alle aziende di trasformazione. ( immaginate il costo nelle stalle per i
macchinari di mungitura che funzionano ad energia elettrica).
Riduzione del 30% del costo dei carburanti attraverso le accise sia per le aziende agricole
che per i mezzi di trasporto del latte dalle stalle ai caseifici.
Queste azioni se attuate , renderebbero bassi i costi di produzione e renderebbe altamente
competitivi i prodotti caseari, attuando una competitività in un mercato sempre più globale e
lontana dal mondo delle campagne.
Fatte queste considerazioni, da Italia Attiva ritenute strategiche per il rilancio della
pastorizia in Sardegna, rimangono tutti i dubbi sulla vericità dei dati riferiti sia al numero
dei capi ovini in produzione sia dei litri di latte prodotti annualmente, del quale è
necessario fare chiarezze nel più breve tempo possibile.