10/11/2016 Publiacqua, Miriam Amato (AL): “Dispersione di

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10/11/2016 Publiacqua, Miriam Amato (AL): “Dispersione di sostanze e problemi di sicurezza all’impianto di potabilizzazione di Mantignano― La consigliera denuncia: “Sicurezza insufficiente agli impianti, no al profitto sulla pelle dei lavoratori― “La sicurezza sembra essere diventata un optional negli impianti di Publiacqua”. E’ la denuncia di Miriam Amato, consigliera di Alternativa Libera, che rende noto: “Al potabilizzatore di Mantignano alle 8 e 20 del 10 novembre si è verificato una dispersione massiccia di anidride carbonica in fase di travaso da un tir cisterna ai serbatoi dell'impianto. I lavoratori si sono evidentemente allarmati. Del resto non si tratta del primo caso: si sono verificati già due episodi di infortunio di recente. Il primo sempre a Mantignano per dispersione di ozono che ha causato problemi alle cornee del dipendente. L’altro all’Anconella, a causa del biossido di cloro, con problemi agli occhi e alle vie respiratorie di un lavoratore”.

Miriam Amato chiede l’attenzione della società e delle istituzioni: “Stiamo parlando della sicurezza dei lavoratori. Negli impianti di potabilizzazione ci sono processi di chimica spinta e sono molte le sostanze utilizzate al fine di rendere l’acqua potabile. Come riportato nel testo unico sulla sicurezza degli impianti, sul posto dovrebbero essere presenti solo gli addetti che assolvono quel ruolo specifico. Paradossalmente questi non sono più presenti e Publiacqua ha deciso di passare dai presidi fissi agli interventi a chiamata. Nei due impianti in questione si trovano 20 addetti a Mantignano e 100 all’Anconella: in larga parte si tratta di addetti alla conduzione che non hanno nulla a che vedere con la potabilizzazione e comunque sottoposti ad eventuali rischi”.

“Servono soluzioni di buonsenso e soprattutto maggiore attenzione da parte dei vertici aziendali sulla sicurezza dei lavoratori, che ormai da mesi sono in mobilitazione anche per salvaguardare la loro integrità fisica. Il profitto – conclude con amarezza Miriam Amato – non può avvenire sulla pelle dei lavoratori”.

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