Miliziani nei tunnel, civili sotto le bombe

Download Report

Transcript Miliziani nei tunnel, civili sotto le bombe

L'Indro - L'approfondimento quotidiano indipendente
Politica > News
Miliziani nei tunnel, civili sotto le bombe | 1
giovedì 10 novembre 2016, 16:30
Siria e Iraq
Miliziani nei tunnel, civili sotto le bombe
Aleppo, Mosul, Raqqa, i civili in schiavitù costruiscono i tunnel e muoiono come scudi umani
di Monica Mistretta
Bombe con il paracadute: è l’ultima novità dei cieli di Aleppo est, la zona sotto il controllo dei ribelli, sotto
assedio totale da oltre quattro mesi. A sganciarle sono i jet russi: uccidono come le altre bombe, ma sono dotate
di un piccolo paracadute per scendere più lentamente e colpire in profondità. Fino a raggiungere le viscere della
terra dove i miliziani di Jaish al-Fatah si nascondono in una fitta rete di tunnel che scorre sotto le case di
Aleppo. Sopra la popolazione civile, stremata dalla fame e utilizzata come scudo umano, sotto gli uomini armati,
al sicuro e con le scorte alimentari per resistere. Ecco perché, anche se isolati e sotto assedio, il 4 novembre i
ribelli di Jaish al-Fatah hanno deciso di non lasciare la zona est della città attraverso i corridoi umanitari creati
dall'esercito siriano per l’evacuazione totale dell’area sotto assedio. Nemmeno i 250.000 civili assediati hanno
potuto raggiungerli e mettersi in salvo. I russi e il presidente siriano Bashar al-Assad non potevano dubitare
dell’esito della loro proposta ai ribelli. Una proposta che oggi ha l’amaro sapore di una trovata mediatica per
distogliere l’attenzione dalle atrocità commesse in quasi sei anni di guerra civile. La guerra continua più feroce
che mai. E forse è per il timore di attacchi a sorpresa dalle gallerie sotterranee, spesso imbottite di esplosivo,
che l’esercito siriano non è ancora entrato nella zona est per combattere casa per casa e scacciare i ribelli
assediati. Anche a Mosul gli uomini dell'Isis vivono nascosti nei tunnel, muovendosi invisibili all'aviazione
americana. Ma in Iraq le milizie curde e l’esercito iracheno non fanno affidamento solo sui bombardamenti.
Stanno entrando nella città: i miliziani dello Stato Islamico appaiono e scompaiono nelle trincee sotterranee.
Nelle zone a est di Mosul, dove l’esercito iracheno sta avanzando, affiorano dalla terra e attaccano a sorpresa: le
zone che un attimo prima sembrano liberate, un attimo dopo diventano teatro di scontri feroci. Il 9 novembre i
miliziani dell'Isis hanno spostato 80 famiglie dalla zona ovest di Mosul a quella est: serviranno da scudo nei
combattimenti di questi giorni. Il governo iracheno non rilascia alcuna informazione sul numero dei morti.
Secondo l’Organizzazione internazionale per le Migrazioni gli sfollati sarebbero attualmente 42.000. Il 7
novembre la polizia irachena ha scoperto nella città una fossa comune con decine di cadaveri. L’unico dato
disponibile riguarda i bambini soldato dell'Isis uccisi fino a oggi nella battaglia di Mosul: secondo il sito di
informazione americano 'Daily Caller News Foundation' ne sono morti oltre 300. Ogni giorno vengono scoperti
nuovi tunnel: dentro, l’esercito iracheno trova esplosivi, provviste alimentari, apparecchiature radio. Spesso si
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/miliziani-nei-tunnel-civili-le-bombe/
L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.
Copyright L'Indro S.r.l. Tutti i diritti riservati.
L'Indro - L'approfondimento quotidiano indipendente
Politica > News
Miliziani nei tunnel, civili sotto le bombe | 2
tratta di vere e proprie città sotterranee. Per i Peshmerga curdi i tunnel dell'Isis non sono una novità: sono mesi
che i miliziani dello Stato Islamico li attaccano e li spiano dalle cavità della terra. Quando Sinjar è stata liberata
nel novembre 2015, i Peshmerga hanno scoperto una rete impressionante di gallerie e rifugi sotterranei, vere e
proprie opere di alta ingegneria: la città, a ovest di Mosul, era nelle mani dei miliziani dell'Isis da poco più di un
anno. La manodopera per i lavori dell’intricata rete sotterranea era costata poco: la popolazione civile sfuggita
alla morte o alla prigione era stata costretta a lavorare in condizioni di schiavitù. Ma lì i tunnel non hanno
aiutato i miliziani a resistere a lungo: i Pashmerga, addestrati dai militari italiani di stanza ad Erbil, nel Kurdistan
iracheno, erano preparati alla battaglia in ambiente urbano e sono riusciti a penetrare a Sinjar da tre lati
lasciando un quarto come via di fuga. A Mosul le cose si stanno rivelando più difficili: nella città è tenuto in
ostaggio dall'Isis più di un milione di civili. E nelle cavità che corrono sotto le abitazioni, secondo fonti curde,
potrebbe nascondersi anche il califfo Abu Bakr al-Baghdadi. Stesso scenario per i curdi e le forze arabe
impegnate a Raqqa, roccaforte dello Stato Islamico in Siria. Il quartier generale dei miliziani è un bunker
fortificato. I prigionieri che sono riusciti a fuggire da Raqqa raccontano di civili costretti a scavare gallerie
fortificate con ferro e cemento armato. Parlano di una città sotterranea con luce, acqua e mobilia dove i
cosiddetti “foreign fighters” si nasconderebbero facendosi scudo della popolazione civile. Almeno, quella che
non è morta scavando i rifugi e non è ancora stata uccisa per non aver rispettato la sharia, la legge islamica
imposta dagli uomini di al-Baghdadi. Gli aiuti esterni per loro arrivano con un grappolo di bombe sulle case e
nuovi eserciti per le strade.
di Monica Mistretta
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/miliziani-nei-tunnel-civili-le-bombe/
L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.
Copyright L'Indro S.r.l. Tutti i diritti riservati.