Transcript Il castigo
Sergio Staino intervista Ellekappa: un dialogo sul valore della satira, sulla politica, la sinistra e il Referendum tra due disegnatori che hanno raccontato il Paese P. 12 Fondata da Antonio Gramsci nel 1924 Questo giornale ha rinunciato al finanziamento pubblico l €1,40 Anno 93 n. 290 Sabato, 5 Novembre 2016 unita.tv Roma città chiusa l La giunta M5S cancella la metro C e dà via libera ai camion bar che deturpano la Capitale l Olimpiadi, nuovo stadio, Nuvola di Fuksas e trasporti: tutti i No del Sindaco Raggi P. 4-5 Le tre guerre di Erdogan Intanto c’è il decreto: più potere ai sindaci, 11 milioni agli allevatori P. 8 Declino Capitale Il castigo S y(7HD9B7*KKMKKT( +.!#!=!z!, Adriano Sofri i era detto: quante guerre si dirameranno dal tronco della guerra all’Isis e alla sua roccaforte principale, Mosul. Si era calcolato: 10, forse 12. Forse bisogna dare un colpo di freno e uno di acceleratore. Di freno: perché si è presentata, e ancora si continua, una prima tappa della battaglia per Mosul come se Mosul fosse già presa, e invece si è presa e solo in parte solo la sponda orientale di Mosul, e vi si combatterà ancora a lungo, e ieri la resistenza è stata più forte che mai, e al di là del fiume aspettano le migliaia di miliziani dell’Isis, suicidi e soprattutto omicidi, e il milione e oltre di persone chiuse come in un recinto di mattatoio. E un colpo di acceleratore, perché le tensioni pronte a esplodere dopo Mosul hanno fretta di divampare mentre ancora bisogna combattere e vincere quella guerra dichiarata ipocritamente comune. In questo rincaro c’è un giocatore che vuole surclassare gli altri con le sue puntate d’azzardo: Recep Tayyp Erdogan. Fate un conto. Erdogan è uscito trionfante da un colpo militare (serio, non di facciata, e non privo di ragioni) e ha liquidato, sotto il nome di cospirazione gulenista, una vasta parte della società civile turca: scuole, tribunali, polizia, esercito, giornali e tv e radio… Ai curdi, che sono per lui prima che un problema politico una intima ossessione, aveva già mosso guerra per terra e per cielo, trovando nella loro organizzazione militare, il PKK, il Partito dei Lavoratori Curdo, un nemico altrettanto risoluto. Ieri, con l’arresto dei due copresidenti dello HDP, il Partito Democratico dei Popoli curdo, e di una decina di parlamentari, dopo che il parlamento aveva votato a maggio una svergognata esclusione dello HDP dall’immunità, il regime turco ha fatto terra bruciata della distinzione fra una via democratica curda e una della lotta armata, e ha compiuto un passo decisivo nella trasformazione del confronto militare fra il proprio esercito e quello partigiano del PKK in una vera guerra civile. E i curdi in Turchia sono fra i 20 e i 25 milioni, e hanno un loro antico e fiero territorio. Ieri un membro influente dello storico partito kemalista, CHP, il Partito Popolare Repubblicano, il secondo partito turco (lo HDP è il terzo) che era stato prodigo di riconoscimenti a Erdogan all’indomani del colpo militare, ha dichiarato che la repressione dei leader e dei parlamentari dello HDP equivaleva a un secondo bombardamento del parlamento. Segue a pag. 2 Carmine Fotia divino Indecente Radio Maria: «Terremoto provocato dai peccati dell’uomo, come le Unioni civili». Il Vaticano chiede perdono: parole offensive Scontro Oltretevere. Sul terremoto Radio Maria evoca il castigo divino: il sisma avrebbe colpito come conseguenza delle Unioni civili. Il Vaticano chiede «perdono per affermazioni scandalose e offensive», ma lo speaker della radio insiste nella sua oscena battaglia ed evoca Sodoma e Gomorra. Staino L e cronache si raccontano Roma come una città in declino, bloccata, incapace di pensare il futuro, paralizzata persino fisicamente dalla crisi drammatica del suo sistema dei trasporti, contaminata da una sporcizia materiale e morale. Ciò è aggravato da un’amministrazione totalmente inadeguata, per usare un eufemismo, ma non si tratta di una crisi di breve periodo. Nell’arco di un decennio dal 2006 (rielezione trionfale di Walter Veltroni) al 2016 (disfatta del Pd ed elezione plebiscitaria di Virgina Raggi del M5S), passando per la conquista del Campidoglio da parte dei post-fascisti di Gianni Alemanno (2008), la vittoria del sindaco-marziano, Ignazio Marino (2013) e l’esplosione di Mafia Capitale (2014) l’immagine di Roma si è completamente rovesciata. Da simbolo di buon governo del centrosinistra a simbolo di una disfatta ingloriosa; da città trainante dello sviluppo nazionale e dinamica a città che arretra e si blocca; da città coesa a “città disconnessa”, come dice il professor Paolo De Nardis, docente di Sociologia alla Sapienza e autore di un importante saggio (“Capitale senza capitale”, Interventi Donzelli); da città solidale a luogo di coltura del populismo post-fascista prima e grillino poi; da metropoli cosmopolita e accogliente a città ripiegata su se’ stessa, preda delle sue paure e dei suoi egoismi dove, mi dice la parlamentare dem Marcella Lucidi, domina una sorta di “depressione sociale”. Segue a pag. 4 Renzi riparte dalla Leopolda ma i bersaniani strappano Perché bruciare olio di palma? Da oggi a Firenze settima edizione della Leopolda, il “raduno” che Renzi organizzò da sindaco della città nel 2010, e da allora sempre ripetuto. Tavoli tematici, progetti, politica. Il titolo: «E adesso il futuro». Sulla legge elettorale intesa vicina nel Pd: niente ballottaggio, premio alla coalizione, niente preferenze ma collegi per eleggere i deputati. Cuperlo che vorrebbe il voto della direzione prima del 4 dicembre. Ma i bersaniani restano fermi sul No al Referendum. Zegarelli e Fantozzi P. 6-7 a campagna internazionale sull’olio di palma si basa su un fatto incontrovertibile: lo sviluppo di questa filiera è il fattore trainante della deforestazione in alcune aree del pianeta. Segue a pag. 9 Domani con l’Unità: gli otto anni di Obama alla Casa Bianca Giuseppe Onufrio L Padoan: dal 2014 23,5 miliardi di tasse in meno E sulle pensioni forniti i calcoli per chi chiede l’Ape volontaria P. 8 Africa, il futuro delle mamme Matteo Favero e Erik Burckhardt È noto che oltre a guerre, carestie e sfruttamento, a minacciare la vita delle giovani donne africane si aggiungono la fase della gestazione e il momento del parto. P. 9 Radar d’autore: l’invasione dei cattivissimi Clown che dagli Stati Uniti arrivano in Europa P. 15