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CREA: ECCO LA BIRRA DEL FUTURO, SOSTENIBILE E DI
QUALITA’ GARANTITA
A cura dell’Ufficio Stampa
Miglioramento genetico e gluten
free, così birra del futuro
Dal Crea piano integrazione tra mondo ricerca e microbirrifici
Redazione ANSA ROMA
26 ottobre 201614:14
- ROMA - Dal miglioramento genetico alla birra gluten free, passando per la valorizzazione e il
riutilizzo degli scarti generati dal processo produttivo nell'ottica di un approccio "zero waste". Di
questo e molto altro ancora si è discusso oggi nel convegno Criticità ed opportunità per lo sviluppo
sostenibile della filiera brassicola organizzato dal Crea, con il suo centro di Politiche e Bioeconomia
nell'ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale. La produzione della birra artigianale in Italia
è un fenomeno recente che è esploso negli ultimi anni, registrando nel triennio 2013-2015 un
aumento delle imprese del 143% rispetto al triennio precedente. Protagonisti di quest'impennata
sono prevalentemente i giovani, under 35, che hanno trasformato la loro passione in un'attività
imprenditoriale strutturata e dinamica, cogliendo da un lato le richieste di un prodotto artigianale di
qualità e originale e dall'altro le nuove opportunità imprenditoriali offerte dal mercato. Il settore,
secondo le ultime stime, infatti, offre lavoro a circa 5mila under 35, con una crescita del +10%
dell'export e una sostanziale stabilità dei consumi (29,2 litri annui pro capite).
Nonostante i numeri in continuo crescendo, nel settore è forte l'esigenza d'innovazione e
sostenibilità, con la necessità di arrivare a definire una filiera corta a Km 0 per una birra artigianale
100% "made in Italy".
In questo contesto il Crea, nell'ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale, ha avviato
l'iniziativa "Birraverde" tesa a ricostruire la struttura economico-produttiva del comparto delle birre
artigianali e contemporaneamente incentivare i processi di cooperazione tra gli attori della filiera. I
primi risultati di "Birraverde" hanno evidenziato una serie di potenzialità e criticità legate alla
valorizzazione della filiera brassicola. Da un lato le necessità legate allo sviluppo delle coltivazioni
cerealicole e del luppolo fresco, così come della sostenibilità ambientale del processo produttivo e
dall'altro le opportunità connesse ai finanziamenti previsti dai PSR.
Una delle sfide principali per il settore è rappresentata dalla gestione, secondo un modello di
economia circolare, degli scarti di produzione (trebbie, lieviti esausti e acque di processo) pari a
circa il 90 % delle materie prime utilizzate, che il Crea sta affrontando attraverso soluzioni già
sperimentate dalla ricerca e pronte per il trasferimento alle imprese. La possibilità ad esempio di
recuperare e valorizzare le trebbie, attualmente conferite a titolo gratuito ad aziende zootecniche,
attraverso la produzione di biochar o pellet per usi energetici, con aumento della redditività
aziendale. Altra questione spinosa è rappresentata dalle acque di processo, attualmente scaricate in
fogna o ritirate da aziende specializzate, che potrebbero essere recuperate e riutilizzate direttamente
in azienda con un notevole risparmio sui costi di produzione. Un'altra sfida per il settore, cui il Crea
sta facendo fronte, è la realizzazione di birre a basso contenuto in glutine, utilizzando cereali quali il
sorgo bianco per uso alimentare, il frumento monococco e il Tritordeum. L'impiego di queste
materie prime potrebbe rappresentare l'occasione per lo sviluppo di una nuova filiera brassicola
sostenibile, a forte connotazione territoriale, favorendo il recupero di aree rurali marginali per
contrastare l'uso improprio del territorio e l'abbandono di aree coltivate. «Le riflessioni di oggi - ha
commentato Ida Marandola, Direttore Generale del Crea - gettano una luce su un settore in forte
espansione, foriero di potenzialità legate all'incentivazione e alla valorizzazione della filiera, per
aumentare qualità, competitività e sostenibilità delle produzioni brassicole. In tal senso il Crea può
promuovere soluzioni innovative in grado di aumentare la competitività economica dei
microbirrifici e la loro sostenibilità ambientale attraverso la realizzazione di una piena integrazione
tra mondo della ricerca e mondo produttivo".
SOSTENIBILITA': LA BIRRA DEL FUTURO? E' GREEN E DI QUALITA' (2) =
(AdnKronos) - In questo contesto il Crea, nell'ambito delle
attività
della Rete Rurale Nazionale, ha avviato l'iniziativa
''Birraverde''
tesa a ricostruire la struttura economico-produttiva del comparto
delle birre artigianali e contemporaneamente incentivare i
processi di
cooperazione tra gli attori della filiera.
I primi risultati di ''Birraverde'' hanno evidenziato una
serie di
potenzialità e criticità legate alla valorizzazione della filiera
brassicola. Da un lato le necessità legate allo sviluppo delle
coltivazioni cerealicole e del luppolo fresco, così come della
sostenibilità ambientale del processo produttivo e dall'altro le
opportunità connesse ai finanziamenti previsti dai Psr.
Una delle sfide principali per il settore è rappresentata
dalla
gestione, secondo un modello di economia circolare, degli scarti
di
produzione (trebbie, lieviti esausti e acque di processo) pari a
circa
il 90% delle materie prime utilizzate, che il Crea sta affrontando
attraverso soluzioni già sperimentate dalla ricerca e pronte per
il
trasferimento alle imprese.
(segue)
(Ler/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
26-OTT-16 11:49
SOSTENIBILITA': LA BIRRA DEL FUTURO? E' GREEN E DI QUALITA' =
Roma, 26 ott. - (AdnKronos) - Una birra artigianale 100%
made in
Italy, con una filiera corta a Km zero e un approccio 'zero
rifiuti'.
E' la birra del futuro che punta sì alla qualità ma anche allo
sviluppo sostenibile. Il tema è stato discusso in occasione del
convegno 'Criticità ed opportunità per lo sviluppo sostenibile
della
filiera brassicola' organizzato dal Crea, con il suo centro di
Politiche e Bioeconomia nell'ambito delle attività della Rete
Rurale
Nazionale.
La produzione della birra artigianale in Italia è un
fenomeno recente
che è esploso negli ultimi anni, registrando nel triennio 20132015 un
aumento delle imprese del 143% rispetto al triennio precedente.
Protagonisti di quest'impennata sono prevalentemente i giovani,
under
35, che hanno trasformato la loro passione in un'attività
imprenditoriale strutturata e dinamica, cogliendo da un lato le
richieste di un prodotto artigianale di qualità e originale e
dall'altro le nuove opportunità imprenditoriali offerte dal
mercato.
Il settore, secondo le ultime stime, infatti, offre lavoro a
circa
5mila under 35, con una crescita del +10% dell'export e una
sostanziale stabilità dei consumi (29,2 litri annui pro capite).
Nonostante i numeri in continuo crescendo, nel settore è forte
l'esigenza d'innovazione e sostenibilità, con la necessità di
arrivare
a definire una filiera corta a Km 0 per una birra artigianale 100%
''made in Italy''.
(segue)
(Ler/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
26-OTT-16 11:49
MADE IN ITALY. CREA: ECCO BIRRA DEL FUTURO, SOSTENIBILE E DI
QUALITÀ GARANTITA
(DIRE) Roma, 26 ott. - Dal miglioramento genetico alla birra gluten free, passando per la
valorizzazione e il riutilizzo degli scarti generati dal processo produttivo nell''ottica di un
approccio "zero waste". Di questo e molto altro ancora si e'' discusso oggi nel convegno
Criticita'' ed opportunita'' per lo sviluppo sostenibile della filiera brassicola organizzato
dal Crea, con il suo centro di Politiche e Bioeconomia nell''ambito delle attivita'' della Rete
Rurale Nazionale. La produzione della birra artigianale in Italia e'' un fenomeno recente
che e'' esploso negli ultimi anni, registrando nel triennio 2013-2015 un aumento delle
imprese del 143% rispetto al triennio precedente. Protagonisti di quest''impennata sono
prevalentemente i giovani, under 35, che hanno trasformato la loro passione in
un''attivita'' imprenditoriale strutturata e dinamica, cogliendo da un lato le richieste di un
prodotto artigianale di qualita'' e originale e dall''altro le nuove opportunita''
imprenditoriali offerte dal mercato. Il settore, secondo le ultime stime, infatti, offre lavoro
a circa 5mila under 35, con una crescita del +10% dell''export e una sostanziale stabilita''
dei consumi (29,2 litri annui pro capite). Nonostante i numeri in continuo crescendo, nel
settore e'' forte l''esigenza d''innovazione e sostenibilita'', con la necessita'' di arrivare a
definire una filiera corta a Km 0 per una birra artigianale 100% "made in Italy". In questo
contesto il Crea, nell''ambito delle attivita'' della Rete Rurale Nazionale, ha avviato
l''iniziativa "Birraverde" tesa a ricostruire la struttura economico-produttiva del comparto
delle birre artigianali e contemporaneamente incentivare i processi di cooperazione tra gli
attori della filiera. I primi risultati di "Birraverde" hanno evidenziato una serie di
potenzialita'' e criticita'' legate alla valorizzazione della filiera brassicola. Da un lato le
necessita'' legate allo sviluppo delle coltivazioni cerealicole e del luppolo fresco, cosi''
come della sostenibilita'' ambientale del processo produttivo e dall''altro le opportunita''
connesse ai finanziamenti previsti dai Psr. Cosi'' in un comunicato il Crea.(SEGUE)
(Comunicati/Dire) 11:14 26-10-16 NNNN
MADE IN ITALY. CREA: ECCO BIRRA DEL FUTURO, SOSTENIBILE E DI
QUALITÀ GARANTITA -2(DIRE) Roma, 26 ott. - Una delle sfide principali per il settore e'' rappresentata dalla
gestione, secondo un modello di economia circolare, degli scarti di produzione (trebbie,
lieviti esausti e acque di processo) pari a circa il 90% delle materie prime utilizzate, che il
Crea sta affrontando attraverso soluzioni gia'' sperimentate dalla ricerca e pronte per il
trasferimento alle imprese. La possibilita'' ad esempio di recuperare e valorizzare le
trebbie, attualmente conferite a titolo gratuito ad aziende zootecniche, attraverso la
produzione di biochar o pellet per usi energetici, con aumento della redditivita'' aziendale.
Altra questione spinosa e'' rappresentata dalle acque di processo, attualmente scaricate in
fogna o ritirate da aziende specializzate, che potrebbero essere recuperate e riutilizzate
direttamente in azienda con un notevole risparmio sui costi di produzione. Un''altra sfida
per il settore, cui il Crea sta facendo fronte, e'' la realizzazione di birre a basso contenuto
in glutine, utilizzando cereali quali il sorgo bianco per uso alimentare, il frumento
monococco e il Tritordeum. L''impiego di queste materie prime potrebbe rappresentare
l''occasione per lo sviluppo di una nuova filiera brassicola sostenibile, a forte connotazione
territoriale, favorendo il recupero di aree rurali marginali per contrastare l''uso improprio
del territorio e l''abbandono di aree coltivate. "Le riflessioni di oggi gettano una luce su un
settore in forte espansione, foriero di potenzialita'' legate all''incentivazione e alla
valorizzazione della filiera, per aumentare qualita'', competitivita'' e sostenibilita'' delle
produzioni brassicole. In tal senso il Crea puo'' promuovere soluzioni innovative in grado
di aumentare la competitivita'' economica dei microbirrifici e la loro sostenibilita''
ambientale attraverso la realizzazione di una piena integrazione tra mondo della ricerca e
mondo produttivo", ha commentato Ida Marandola, Direttore Generale del Crea.
(Comunicati/Dire) 11:14 26-10-16 NNNN
AGROALIMENTARE: CREA "ECCO BIRRA FUTURO,SOSTENIBILE E QUALITÀ GARANTITA"
ROMA (ITALPRESS) - Dal miglioramento genetico alla birra gluten free, passando per la valorizzazione e il riutilizzo
degli scarti generati dal processo produttivo nell'ottica di un approccio "zero waste". Di questo e molto altro ancora si e'
discusso oggi nel convegno Criticita' ed opportunita' per lo sviluppo sostenibile della filiera brassicola organizzato
dal CREA, con il suo centro di Politiche e Bioeconomia nell'ambito delle attivita' della Rete Rurale Nazionale. La
produzione della birra artigianale in Italia e' un fenomeno recente che e' esploso negli ultimi anni, registrando nel triennio
2013-2015 un aumento delle imprese del 143% rispetto al triennio precedente. Protagonisti di quest'impennata sono
prevalentemente i giovani, under 35, che hanno trasformato la loro passione in un'attivita' imprenditoriale strutturata e
dinamica, cogliendo da un lato le richieste di un prodotto artigianale di qualita' e originale e dall'altro le nuove
opportunita' imprenditoriali offerte dal mercato. Il settore, secondo le ultime stime, infatti, offre lavoro a circa 5 mila under
35, con una crescita del +10% dell'export e una sostanziale stabilita' dei consumi (29,2 litri annui pro capite). Nonostante
i numeri in continuo crescendo, nel settore e' forte l'esigenza d'innovazione e sostenibilita', con la necessita' di arrivare a
definire una filiera corta a Km 0 per una birra artigianale 100% "made in Italy". In questo contesto il CREA, nell'ambito
delle attivita' della Rete Rurale Nazionale, ha avviato l'iniziativa "Birraverde" tesa a ricostruire la struttura economicoproduttiva del comparto delle birre artigianali e contemporaneamente incentivare i processi di cooperazione tra gli attori
della filiera. I primi risultati di "Birraverde" hanno evidenziato una serie di potenzialita' e criticita' legate alla valorizzazione
della filiera brassicola. Da un lato le necessita' legate allo sviluppo delle coltivazioni cerealicole e del luppolo fresco, cosi'
come della sostenibilita' ambientale del processo produttivo e dall'altro le opportunita' connesse ai finanziamenti previsti
dai PSR. (ITALPRESS) - (SEGUE). sat/com 26-Ott-16 11:04 NNNN
AGROALIMENTARE: CREA "ECCO BIRRA FUTURO,SOSTENIBILE E QUALIT...-2Una delle sfide principali per il settore e' rappresentata dalla gestione, secondo un modello di economia circolare, degli
scarti di produzione (trebbie, lieviti esausti e acque di processo) pari a circa il 90 % delle materie prime utilizzate, che il
CREA sta affrontando attraverso soluzioni gia' sperimentate dalla ricerca e pronte per il trasferimento alle imprese. La
possibilita' ad esempio di recuperare e valorizzare le trebbie, attualmente conferite a titolo gratuito ad aziende
zootecniche, attraverso la produzione di biochar o pellet per usi energetici, con aumento della redditivita' aziendale. Altra
questione spinosa e' rappresentata dalle acque di processo, attualmente scaricate in fogna o ritirate da aziende
specializzate, che potrebbero essere recuperate e riutilizzate direttamente in azienda con un notevole risparmio sui costi
di produzione. Un'altra sfida per il settore, cui il CREA sta facendo fronte, e' la realizzazione di birre a basso contenuto in
glutine, utilizzando cereali quali il sorgo bianco per uso alimentare, il frumento monococco e il Tritordeum. L'impiego di
queste materie prime potrebbe rappresentare l'occasione per lo sviluppo di una nuova filiera brassicola sostenibile, a
forte connotazione territoriale, favorendo il recupero di aree rurali marginali per contrastare l'uso improprio del territorio e
l'abbandono di aree coltivate. "Le riflessioni di oggi - ha commentato Ida Marandola, direttore generale del CREA gettano una luce su un settore in forte espansione, foriero di potenzialita' legate all'incentivazione e alla valorizzazione
della filiera, per aumentare qualita', competitivita' e sostenibilita' delle produzioni brassicole. In tal senso il CREA puo'
promuovere soluzioni innovative in grado di aumentare la competitivita' economica dei microbirrifici e la loro sostenibilita'
ambientale attraverso la realizzazione di una piena integrazione tra mondo della ricerca e mondo produttivo".
(ITALPRESS). sat/com 26-Ott-16 11:04 NNNN
CREA: ECCO LA BIRRA DEL FUTURO, SOSTENIBILE E DI QUALITA’
GARANTITA
Pubblicato il 26/10/2016 at 14:04
Dal miglioramento genetico alla birra gluten free, passando per la valorizzazione e il riutilizzo degli
scarti generati dal processo produttivo nell’ottica di un approccio “zero waste”. Di questo e molto altro
ancora si è discusso oggi nel convegno Criticità ed opportunità per lo sviluppo sostenibile della filiera
brassicola organizzato dal CREA, con il suo centro di Politiche e Bioeconomia nell’ambito delle attività
della Rete Rurale Nazionale.
La produzione della birra artigianale in Italia è un fenomeno recente che è esploso negli ultimi anni,
registrando nel triennio 2013-2015 un aumento delle imprese del 143% rispetto al triennio precedente.
Protagonisti di quest’impennata sono prevalentemente i giovani, under 35, che hanno trasformato la
loro passione in un’attività imprenditoriale strutturata e dinamica, cogliendo da un lato le richieste di un
prodotto artigianale di qualità e originale e dall’altro le nuove opportunità imprenditoriali offerte dal
mercato. Il settore, secondo le ultime stime, infatti, offre lavoro a circa 5mila under 35, con una crescita
del +10% dell’export e una sostanziale stabilità dei consumi (29,2 litri annui pro capite). Nonostante i
numeri in continuo crescendo, nel settore è forte l’esigenza d’innovazione e sostenibilità, con la
necessità di arrivare a definire una filiera corta a Km 0 per una birra artigianale 100% “made in Italy”.
In questo contesto il CREA, nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale, ha avviato l’iniziativa
“Birraverde” tesa a ricostruire la struttura economico‐produttiva del comparto delle birre artigianali e
contemporaneamente incentivare i processi di cooperazione tra gli attori della filiera. I primi risultati di
“Birraverde” hanno evidenziato una serie di potenzialità e criticità legate alla valorizzazione della filiera
brassicola. Da un lato le necessità legate allo sviluppo delle coltivazioni cerealicole e del luppolo fresco,
così come della sostenibilità ambientale del processo produttivo e dall’altro le opportunità connesse ai
finanziamenti previsti dai PSR.
Una delle sfide principali per il settore è rappresentata dalla gestione, secondo un modello di economia
circolare, degli scarti di produzione (trebbie, lieviti esausti e acque di processo) pari a circa il 90 % delle
materie prime utilizzate, che il CREA sta affrontando attraverso soluzioni già sperimentate dalla ricerca
e pronte per il trasferimento alle imprese. La possibilità ad esempio di recuperare e valorizzare le
trebbie, attualmente conferite a titolo gratuito ad aziende zootecniche, attraverso la produzione di
biochar o pellet per usi energetici, con aumento della redditività aziendale. Altra questione spinosa è
rappresentata dalle acque di processo, attualmente scaricate in fogna o ritirate da aziende
specializzate, che potrebbero essere recuperate e riutilizzate direttamente in azienda con un notevole
risparmio sui costi di produzione.
Un’altra sfida per il settore, cui il CREA sta facendo fronte, è la realizzazione di birre a basso contenuto
in glutine, utilizzando cereali quali il sorgo bianco per uso alimentare, il frumento monococco e il
Tritordeum. L’impiego di queste materie prime potrebbe rappresentare l’occasione per lo sviluppo di
una nuova filiera brassicola sostenibile, a forte connotazione territoriale, favorendo il recupero di aree
rurali marginali per contrastare l’uso improprio del territorio e l’abbandono di aree coltivate.
«Le riflessioni di oggi – ha commentato Ida Marandola, Direttore Generale del CREA – gettano una
luce su un settore in forte espansione, foriero di potenzialità legate all’incentivazione e alla
valorizzazione della filiera, per aumentare qualità, competitività e sostenibilità delle produzioni
brassicole. In tal senso il CREA può promuovere soluzioni innovative in grado di aumentare la
competitività economica dei microbirrifici e la loro sostenibilità ambientale attraverso la realizzazione di
una piena integrazione tra mondo della ricerca e mondo produttivo».
(AGENPARL) – Roma, 26 ottobre ’16 – Dal miglioramento genetico alla birra gluten free, passando per
la valorizzazione e il riutilizzo degli scarti generati dal processo produttivo nell’ottica di un approccio
“zero waste”. Di questo e molto altro ancora si è discusso oggi nel convegno Criticità ed opportunità
per lo sviluppo sostenibile della filiera brassicolaorganizzato dal CREA, con il suo centro di
Politiche e Bioeconomia nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale.
La produzione della birra artigianale in Italia è un fenomeno recente che è esploso negli ultimi anni,
registrando nel triennio 2013-2015 un aumento delle imprese del 143% rispetto al triennio precedente.
Protagonisti di quest’impennata sono prevalentemente i giovani, under 35, che hanno trasformato la loro
passione in un’attività imprenditoriale strutturata e dinamica, cogliendo da un lato le richieste di un
prodotto artigianale di qualità e originale e dall’altro le nuove opportunità imprenditoriali offerte dal
mercato. Il settore, secondo le ultime stime, infatti, offre lavoro a circa 5mila under 35, con una crescita
del +10% dell’export e una sostanziale stabilità dei consumi (29,2 litri annui pro capite). Nonostante i
numeri in continuo crescendo, nel settore è forte l’esigenza d’innovazione e sostenibilità, con la
necessità di arrivare a definire una filiera corta a Km 0 per una birra artigianale 100% “made in Italy”.
In questo contesto il CREA, nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale, ha avviato
l’iniziativa “Birraverde” tesa a ricostruire la struttura economico‐produttiva del comparto delle birre
artigianali e contemporaneamente incentivare i processi di cooperazione tra gli attori della filiera. I
primi risultati di “Birraverde” hanno evidenziato una serie di potenzialità e criticità legate alla
valorizzazione della filiera brassicola. Da un lato le necessità legate allo sviluppo delle coltivazioni
cerealicole e del luppolo fresco, così come della sostenibilità ambientale del processo produttivo e
dall’altro le opportunità connesse ai finanziamenti previsti dai PSR.
Una delle sfide principali per il settore è rappresentata dalla gestione, secondo un modello di economia
circolare, degli scarti di produzione (trebbie, lieviti esausti e acque di processo) pari a circa il 90 % delle
materie prime utilizzate, che il CREA sta affrontando attraverso soluzioni già sperimentate dalla ricerca
e pronte per il trasferimento alle imprese. La possibilità ad esempio di recuperare e valorizzare le
trebbie, attualmente conferite a titolo gratuito ad aziende zootecniche, attraverso la produzione di
biochar o pellet per usi energetici, con aumento della redditività aziendale. Altra questione spinosa è
rappresentata dalle acque di processo, attualmente scaricate in fogna o ritirate da aziende specializzate,
che potrebbero essere recuperate e riutilizzate direttamente in azienda con un notevole risparmio sui
costi di produzione.
Un’altra sfida per il settore, cui il CREA sta facendo fronte, è la realizzazione di birre a basso contenuto
in glutine, utilizzando cereali quali il sorgo bianco per uso alimentare, il frumento monococco e
il Tritordeum. L’impiego di queste materie prime potrebbe rappresentare l’occasione per lo sviluppo di
una nuova filiera brassicola sostenibile, a forte connotazione territoriale, favorendo il recupero di aree
rurali marginali per contrastare l’uso improprio del territorio e l’abbandono di aree coltivate.
«Le riflessioni di oggi – ha commentato Ida Marandola, Direttore Generale del CREA – gettano una
luce su un settore in forte espansione, foriero di potenzialità legate all’incentivazione e alla
valorizzazione della filiera, per aumentare qualità, competitività e sostenibilità delle produzioni
brassicole. In tal senso il CREA può promuovere soluzioni innovative in grado di aumentare la
competitività economica dei microbirrifici e la loro sostenibilità ambientale attraverso la realizzazione
di una piena integrazione tra mondo della ricerca e mondo produttivo».
Crea, la birra del futuro è sostenibile e di qualità garantita
Pubblicato: 27 Ottobre 2016
Dal miglioramento genetico alla birra gluten free, passando per la valorizzazione e il riutilizzo degli scarti generati dal
processo produttivo nell’ottica di un approccio “zero waste". Di questo e molto altro ancora si è discusso nel convegno
Criticità ed opportunità
per lo sviluppo sostenibile della filiera brassicola organizzato dal CREA, con il suo centro di Politiche e Bioeconomia
nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale.
La produzione della birra artigianale in Italia è un fenomeno recente che è esploso negli ultimi anni, registrando nel
triennio 2013-2015 un aumento delle imprese del 143% rispetto al triennio precedente. Protagonisti di quest’impennata
sono prevalentemente i giovani, under 35, che hanno trasformato la loro passione in un’attività imprenditoriale strutturata
e dinamica, cogliendo da un lato le richieste di un prodotto artigianale di qualità e originale e dall’altro le nuove
opportunità imprenditoriali offerte dal mercato. Il settore, secondo le ultime stime, infatti, offre lavoro a circa 5mila under
35, con una crescita del +10% dell’export e una sostanziale stabilità dei consumi (29,2 litri annui pro capite). Nonostante
i numeri in continuo crescendo, nel settore è forte l’esigenza d’innovazione e sostenibilità, con la necessità di arrivare a
definire una filiera corta a Km 0 per una birra artigianale 100% “made in Italy”.
In questo contesto il CREA, nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale, ha avviato
l’iniziativa “Birraverde” tesa a ricostruire la struttura economico‐produttiva del comparto delle birre artigianali e
contemporaneamente incentivare i processi di cooperazione tra gli attori della filiera. I primi risultati di “Birraverde” hanno
evidenziato una serie di potenzialità e criticità legate alla valorizzazione della filiera brassicola. Da un lato le necessità
legate allo sviluppo delle coltivazioni cerealicole e del luppolo fresco, così come della sostenibilità ambientale del
processo produttivo e dall’altro le opportunità connesse ai finanziamenti previsti dai PSR.
Una delle sfide principali per il settore è rappresentata dalla gestione, secondo un modello di economia circolare, degli
scarti di produzione (trebbie, lieviti esausti e acque di processo) pari a circa il 90 % delle materie prime utilizzate, che il
CREA sta affrontando attraverso soluzioni già sperimentate dalla ricerca e pronte per il trasferimento alle imprese. La
possibilità ad esempio di recuperare e valorizzare le trebbie, attualmente conferite a titolo gratuito ad aziende
zootecniche, attraverso la produzione di biochar o pellet per usi energetici, con aumento della redditività aziendale. Altra
questione spinosa è rappresentata dalle acque di processo, attualmente scaricate in fogna o ritirate da aziende
specializzate, che potrebbero essere recuperate e riutilizzate direttamente in azienda con un notevole risparmio sui costi
di produzione.
Un’altra sfida per il settore, cui il CREA sta facendo fronte, è la realizzazione di birre a basso contenuto in glutine,
utilizzando cereali quali il sorgo bianco per uso alimentare, il frumento monococco e il Tritordeum. L’impiego di queste
materie prime potrebbe rappresentare l’occasione per lo sviluppo di una nuova filiera brassicola sostenibile, a forte
connotazione territoriale, favorendo il recupero di aree rurali marginali per contrastare l’uso improprio del territorio e
l’abbandono di aree coltivate.
«Le riflessioni – ha commentato Ida Marandola, Direttore Generale del CREA – gettano una luce su un settore in forte
espansione, foriero di potenzialità legate all’incentivazione e alla valorizzazione della filiera, per aumentare qualità,
competitività e sostenibilità delle produzioni brassicole. In tal senso il CREA può promuovere soluzioni innovative in
grado di aumentare la competitività economica dei microbirrifici e la loro sostenibilità ambientale attraverso la
realizzazione di una piena integrazione tra mondo della ricerca e mondo produttivo».
Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e ospitalità
Mercoledì 26 Ottobre 2016 | aggiornato alle 12:58 | 45410 articoli in archivio
Sostenibile e di qualità garantita
È la birra del futuro
Pubblicato il 26 Ottobre 2016 | 12:19
Nel settore della birra è forte l’esigenza d’innovazione e sostenibilità, con la
necessità di arrivare a definire una filiera a km zero per una birra artigianale
100% made in Italy; se ne è discusso al convegno del Crea
Dal miglioramento genetico alla birra gluten free, passando per la valorizzazione e il
riutilizzo degli scarti generati dal processo produttivo nell’ottica di un approccio “zero
waste". Di questo e molto altro ancora si è discusso nel convegno “Criticità ed opportunità
per lo sviluppo sostenibile della filiera brassicola” organizzato dal Crea, con il suo centro di
politiche e bioeconomia nell’ambito delle attività della Rete rurale nazionale.
La produzione della birra artigianale in Italia è un fenomeno recente che è esploso negli
ultimi anni, registrando nel triennio 2013-2015 un aumento delle imprese del 143%
rispetto al triennio precedente. Protagonisti di quest’impennata sono prevalentemente i
giovani, under 35, che hanno trasformato la loro passione in un’attività imprenditoriale
strutturata e dinamica, cogliendo da un lato le richieste di un prodotto artigianale di
qualità e originale e dall’altro le nuove opportunità imprenditoriali offerte dal mercato.
Il settore, secondo le ultime stime, infatti, offre lavoro a circa 5mila under 35, con una
crescita del +10% dell’export e una sostanziale stabilità dei consumi (29,2 litri annui pro
capite). Nonostante i numeri in continuo crescendo, nel settore è forte l’esigenza
d’innovazione e sostenibilità, con la necessità di arrivare a definire una filiera corta a km
zero per una birra artigianale 100% “made in Italy”.
In questo contesto il Crea, nell’ambito delle attività della Rete rurale nazionale, ha avviato
l’iniziativa “Birraverde” tesa a ricostruire la struttura economico-produttiva del comparto
delle birre artigianali e contemporaneamente incentivare i processi di cooperazione tra gli
attori della filiera. I primi risultati di “Birraverde” hanno evidenziato una serie di
potenzialità e criticità legate alla valorizzazione della filiera brassicola. Da un lato le
necessità legate allo sviluppo delle coltivazioni cerealicole e del luppolo fresco, così come
della sostenibilità ambientale del processo produttivo e dall’altro le opportunità connesse
ai finanziamenti previsti dai Psr.
Una delle sfide principali per il settore è rappresentata dalla gestione, secondo un modello
di economia circolare, degli scarti di produzione (trebbie, lieviti esausti e acque di
processo) pari a circa il 90% delle materie prime utilizzate, che il Crea sta affrontando
attraverso soluzioni già sperimentate dalla ricerca e pronte per il trasferimento alle
imprese. La possibilità ad esempio di recuperare e valorizzare le trebbie, attualmente
conferite a titolo gratuito ad aziende zootecniche, attraverso la produzione di biochar o
pellet per usi energetici, con aumento della redditività aziendale. Altra questione spinosa è
rappresentata dalle acque di processo, attualmente scaricate in fogna o ritirate da aziende
specializzate, che potrebbero essere recuperate e riutilizzate direttamente in azienda con
un notevole risparmio sui costi di produzione.
Un’altra sfida per il settore, cui il Crea sta facendo fronte, è la realizzazione di birre a basso
contenuto in glutine, utilizzando cereali quali il sorgo bianco per uso alimentare, il
frumento monococco e il Tritordeum. L’impiego di queste materie prime potrebbe
rappresentare l’occasione per lo sviluppo di una nuova filiera brassicola sostenibile, a forte
connotazione territoriale, favorendo il recupero di aree rurali marginali per contrastare
l’uso improprio del territorio e l’abbandono di aree coltivate.
«Le riflessioni di oggi - ha commentato Ida Marandola, direttore generale del Crea gettano una luce su un settore in forte espansione, foriero di potenzialità legate
all’incentivazione e alla valorizzazione della filiera, per aumentare qualità, competitività e
sostenibilità delle produzioni brassicole. In tal senso il Crea può promuovere soluzioni
innovative in grado di aumentare la competitività economica dei microbirrifici e la loro
sostenibilità ambientale attraverso la realizzazione di una piena integrazione tra mondo
della ricerca e mondo produttivo».
CREA: ECCO LA BIRRA DEL FUTURO, SOSTENIBILE E DI
QUALITA’ GARANTITA
Dal miglioramento genetico alla birra gluten free, passando per la valorizzazione e il riutilizzo degli
scarti generati dal processo produttivo nell’ottica di un approccio “zero waste". Di questo e molto
altro ancora si è discusso oggi nel convegno Criticità ed opportunità per lo sviluppo sostenibile della
filiera brassicolaorganizzato dal CREA, con il suo centro di Politiche e Bioeconomia nell’ambito delle
attività della Rete Rurale Nazionale.
La produzione della birra artigianale in Italia è un fenomeno recente che è esploso negli ultimi anni,
registrando nel triennio 2013-2015 un aumento delle imprese del 143% rispetto al triennio
precedente. Protagonisti di quest’impennata sono prevalentemente i giovani, under 35, che hanno
trasformato la loro passione in un’attività imprenditoriale strutturata e dinamica, cogliendo da un
lato le richieste di un prodotto artigianale di qualità e originale e dall’altro le nuove opportunità
imprenditoriali offerte dal mercato. Il settore, secondo le ultime stime, infatti, offre lavoro a circa
5mila under 35, con una crescita del +10% dell’export e una sostanziale stabilità dei consumi (29,2
litri annui pro capite). Nonostante i numeri in continuo crescendo, nel settore è forte l’esigenza
d’innovazione e sostenibilità, con la necessità di arrivare a definire una filiera corta a Km 0 per una
birra artigianale 100% “made in Italy”.
In questo contesto il CREA, nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale, ha avviato
l’iniziativa “Birraverde” tesa a ricostruire la struttura economicoproduttiva del comparto delle birre
artigianali e contemporaneamente incentivare i processi di cooperazione tra gli attori della filiera. I
primi risultati di “Birraverde” hanno evidenziato una serie di potenzialità e criticità legate alla
valorizzazione della filiera brassicola. Da un lato le necessità legate allo sviluppo delle coltivazioni
cerealicole e del luppolo fresco, così come della sostenibilità ambientale del processo produttivo e
dall’altro le opportunità connesse ai finanziamenti previsti dai PSR.
Una delle sfide principali per il settore è rappresentata dalla gestione, secondo un modello di
economia circolare, degli scarti di produzione (trebbie, lieviti esausti e acque di processo) pari a
circa il 90 % delle materie prime utilizzate, che il CREA sta affrontando attraverso soluzioni già
sperimentate dalla ricerca e pronte per il trasferimento alle imprese. La possibilità ad esempio di
recuperare e valorizzare le trebbie, attualmente conferite a titolo gratuito ad aziende zootecniche,
attraverso la produzione di biochar o pellet per usi energetici, con aumento della redditività
aziendale. Altra questione spinosa è rappresentata dalle acque di processo, attualmente scaricate
in fogna o ritirate da aziende specializzate, che potrebbero essere recuperate e riutilizzate
direttamente in azienda con un notevole risparmio sui costi di produzione.
Un’altra sfida per il settore, cui il CREA sta facendo fronte, è la realizzazione di birre a basso
contenuto in glutine, utilizzando cereali quali il sorgo bianco per uso alimentare, il frumento
monococco e il Tritordeum. L’impiego di queste materie prime potrebbe rappresentare l’occasione
per lo sviluppo di una nuova filiera brassicola sostenibile, a forte connotazione territoriale,
favorendo il recupero di aree rurali marginali per contrastare l’uso improprio del territorio e
l’abbandono di aree coltivate.
«Le riflessioni di oggi C ha commentato Ida Marandola, Direttore Generale del CREA C gettano una
luce su un settore in forte espansione, foriero di potenzialità legate all’incentivazione e alla
valorizzazione della filiera, per aumentare qualità, competitività e sostenibilità delle produzioni
brassicole. In tal senso il CREA può promuovere soluzioni innovative in grado di aumentare la
competitività economica dei microbirrifici e la loro sostenibilità ambientale attraverso la realizzazione
di una piena integrazione tra mondo della ricerca e mondo produttivo».
Roma 26 ottobre
CREA, la birra del futuro è
sostenibile e di qualità garantita

mercoledì, 26 ottobre 2016, 15:16
Dal miglioramento genetico alla birra gluten free, passando per la valorizzazione e il riutilizzo degli scarti generati dal
processo produttivo nell’ottica di un approccio “zero waste”. Di questo e molto altro ancora si è discusso oggi nel
convegno Criticità ed opportunità per lo sviluppo sostenibile della filiera brassicola organizzato dal CREA, con il suo
centro di Politiche e Bioeconomia nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale.
La produzione della birra artigianale in Italia è un fenomeno recente che è esploso negli ultimi anni, registrando nel
triennio 2013-2015 un aumento delle imprese del 143% rispetto al triennio precedente. Protagonisti di quest’impennata
sono prevalentemente i giovani, under 35, che hanno trasformato la loro passione in un’attività imprenditoriale strutturata
e dinamica, cogliendo da un lato le richieste di un prodotto artigianale di qualità e originale e dall’altro le nuove
opportunità imprenditoriali offerte dal mercato. Il settore, secondo le ultime stime, infatti, offre lavoro a circa 5mila under
35, con una crescita del +10% dell’export e una sostanziale stabilità dei consumi (29,2 litri annui pro capite). Nonostante
i numeri in continuo crescendo, nel settore è forte l’esigenza d’innovazione e sostenibilità, con la necessità di arrivare a
definire una filiera corta a Km 0 per una birra artigianale 100% “made in Italy”.
In questo contesto il CREA, nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale, ha avviato l’iniziativa “Birraverde” tesa
a ricostruire la struttura economico‐produttiva del comparto delle birre artigianali e contemporaneamente incentivare i
processi di cooperazione tra gli attori della filiera. I primi risultati di “Birraverde” hanno evidenziato una serie di
potenzialità e criticità legate alla valorizzazione della filiera brassicola. Da un lato le necessità legate allo sviluppo delle
coltivazioni cerealicole e del luppolo fresco, così come della sostenibilità ambientale del processo produttivo e dall’altro
le opportunità connesse ai finanziamenti previsti dai PSR.
Una delle sfide principali per il settore è rappresentata dalla gestione, secondo un modello di economia circolare, degli
scarti di produzione (trebbie, lieviti esausti e acque di processo) pari a circa il 90 % delle materie prime utilizzate, che il
CREA sta affrontando attraverso soluzioni già sperimentate dalla ricerca e pronte per il trasferimento alle imprese. La
possibilità ad esempio di recuperare e valorizzare le trebbie, attualmente conferite a titolo gratuito ad aziende
zootecniche, attraverso la produzione di biochar o pellet per usi energetici, con aumento della redditività aziendale. Altra
questione spinosa è rappresentata dalle acque di processo, attualmente scaricate in fogna o ritirate da aziende
specializzate, che potrebbero essere recuperate e riutilizzate direttamente in azienda con un notevole risparmio sui costi
di produzione.
Un’altra sfida per il settore, cui il CREA sta facendo fronte, è la realizzazione di birre a basso contenuto in glutine,
utilizzando cereali quali il sorgo bianco per uso alimentare, il frumento monococco e il Tritordeum. L’impiego di queste
materie prime potrebbe rappresentare l’occasione per lo sviluppo di una nuova filiera brassicola sostenibile, a forte
connotazione territoriale, favorendo il recupero di aree rurali marginali per contrastare l’uso improprio del territorio e
l’abbandono di aree coltivate.
«Le riflessioni di oggi – ha commentato Ida Marandola, Direttore Generale del CREA – gettano una luce su un settore in
forte espansione, foriero di potenzialità legate all’incentivazione e alla valorizzazione della filiera, per aumentare qualità,
competitività e sostenibilità delle produzioni brassicole. In tal senso il CREA può promuovere soluzioni innovative in
grado di aumentare la competitività economica dei microbirrifici e la loro sostenibilità ambientale attraverso la
realizzazione di una piena integrazione tra mondo della ricerca e mondo produttivo».
26 Ottobre 2016 |
CREA: ECCO LA BIRRA DEL FUTURO,
SOSTENIBILE E DI QUALITA’
GARANTITA
Dal miglioramento genetico alla birra gluten free, passando per la valorizzazione e il riutilizzo degli
scarti generati dal processo produttivo nell’ottica di un approccio “zero waste”. Di questo e molto altro
ancora si è discusso oggi nel convegno Criticità ed opportunità per lo sviluppo sostenibile della
filiera brassicolaorganizzato dal CREA, con il suo centro di Politiche e Bioeconomia nell’ambito
delle attività della Rete Rurale Nazionale.
La produzione della birra artigianale in Italia è un fenomeno recente che è esploso negli ultimi anni,
registrando nel triennio 2013-2015 un aumento delle imprese del 143% rispetto al triennio precedente.
Protagonisti di quest’impennata sono prevalentemente i giovani, under 35, che hanno trasformato la
loro passione in un’attività imprenditoriale strutturata e dinamica, cogliendo da un lato le richieste di un
prodotto artigianale di qualità e originale e dall’altro le nuove opportunità imprenditoriali offerte dal
mercato. Il settore, secondo le ultime stime, infatti, offre lavoro a circa 5mila under 35, con una crescita
del +10% dell’export e una sostanziale stabilità dei consumi (29,2 litri annui pro capite). Nonostante i
numeri in continuo crescendo, nel settore è forte l’esigenza d’innovazione e sostenibilità, con la
necessità di arrivare a definire una filiera corta a Km 0 per una birra artigianale 100% “made in Italy”.
In questo contesto il CREA, nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale, ha avviato l’iniziativa
“Birraverde” tesa a ricostruire la struttura economico‐produttiva del comparto delle birre artigianali e
contemporaneamente incentivare i processi di cooperazione tra gli attori della filiera. I primi risultati di
“Birraverde” hanno evidenziato una serie di potenzialità e criticità legate alla valorizzazione della filiera
brassicola. Da un lato le necessità legate allo sviluppo delle coltivazioni cerealicole e del luppolo fresco,
così come della sostenibilità ambientale del processo produttivo e dall’altro le opportunità connesse ai
finanziamenti previsti dai PSR.
Una delle sfide principali per il settore è rappresentata dalla gestione, secondo un modello di economia
circolare, degli scarti di produzione (trebbie, lieviti esausti e acque di processo) pari a circa il 90 % delle
materie prime utilizzate, che il CREA sta affrontando attraverso soluzioni già sperimentate dalla ricerca
e pronte per il trasferimento alle imprese. La possibilità ad esempio di recuperare e valorizzare le
trebbie, attualmente conferite a titolo gratuito ad aziende zootecniche, attraverso la produzione di
biochar o pellet per usi energetici, con aumento della redditività aziendale. Altra questione spinosa è
rappresentata dalle acque di processo, attualmente scaricate in fogna o ritirate da aziende
specializzate, che potrebbero essere recuperate e riutilizzate direttamente in azienda con un notevole
risparmio sui costi di produzione.
Un’altra sfida per il settore, cui il CREA sta facendo fronte, è la realizzazione di birre a basso contenuto
in glutine, utilizzando cereali quali il sorgo bianco per uso alimentare, il frumento monococco e
il Tritordeum. L’impiego di queste materie prime potrebbe rappresentare l’occasione per lo sviluppo di
una nuova filiera brassicola sostenibile, a forte connotazione territoriale, favorendo il recupero di aree
rurali marginali per contrastare l’uso improprio del territorio e l’abbandono di aree coltivate.
«Le riflessioni di oggi – ha commentato Ida Marandola, Direttore Generale del CREA – gettano una
luce su un settore in forte espansione, foriero di potenzialità legate all’incentivazione e alla
valorizzazione della filiera, per aumentare qualità, competitività e sostenibilità delle produzioni
brassicole. In tal senso il CREA può promuovere soluzioni innovative in grado di aumentare la
competitività economica dei microbirrifici e la loro sostenibilità ambientale attraverso la realizzazione di
una piena integrazione tra mondo della ricerca e mondo produttivo».
La birra del futuro
Dal miglioramento genetico alla birra gluten free, passando per la valorizzazione e il riutilizzo degli scarti
generati dal processo produttivo nell’ottica di un approccio “zero waste”. Di questo e molto altro ancora si è
discusso oggi nel convegno Criticità ed opportunità per lo sviluppo sostenibile della filiera
brassicolaorganizzato dal CREA, con il suo centro di Politiche e Bioeconomia nell’ambito delle attività
della Rete Rurale Nazionale.
La produzione della birra artigianale in Italia è un fenomeno recente che è esploso negli ultimi anni,
registrando nel triennio 2013-2015 un aumento delle imprese del 143% rispetto al triennio precedente.
Protagonisti di quest’impennata sono prevalentemente i giovani, under 35, che hanno trasformato la loro
passione in un’attività imprenditoriale strutturata e dinamica, cogliendo da un lato le richieste di un prodotto
artigianale di qualità e originale e dall’altro le nuove opportunità imprenditoriali offerte dal mercato. Il settore,
secondo le ultime stime, infatti, offre lavoro a circa 5mila under 35, con una crescita del +10% dell’export e
una sostanziale stabilità dei consumi (29,2 litri annui pro capite). Nonostante i numeri in continuo crescendo,
nel settore è forte l’esigenza d’innovazione e sostenibilità, con la necessità di arrivare a definire una filiera
corta a Km 0 per una birra artigianale 100% “made in Italy”.
In questo contesto il CREA, nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale, ha avviato l’iniziativa
“Birraverde” tesa a ricostruire la struttura economico‐produttiva del comparto delle birre artigianali e
contemporaneamente incentivare i processi di cooperazione tra gli attori della filiera. I primi risultati di
“Birraverde” hanno evidenziato una serie di potenzialità e criticità legate alla valorizzazione della filiera
brassicola. Da un lato le necessità legate allo sviluppo delle coltivazioni cerealicole e del luppolo fresco, così
come della sostenibilità ambientale del processo produttivo e dall’altro le opportunità connesse ai
finanziamenti previsti dai PSR.
Una delle sfide principali per il settore è rappresentata dalla gestione, secondo un modello di economia
circolare, degli scarti di produzione (trebbie, lieviti esausti e acque di processo) pari a circa il 90 % delle
materie prime utilizzate, che il CREA sta affrontando attraverso soluzioni già sperimentate dalla ricerca e
pronte per il trasferimento alle imprese. La possibilità ad esempio di recuperare e valorizzare le trebbie,
attualmente conferite a titolo gratuito ad aziende zootecniche, attraverso la produzione di biochar o pellet per
usi energetici, con aumento della redditività aziendale. Altra questione spinosa è rappresentata dalle acque
di processo, attualmente scaricate in fogna o ritirate da aziende specializzate, che potrebbero essere
recuperate e riutilizzate direttamente in azienda con un notevole risparmio sui costi di produzione.
Un’altra sfida per il settore, cui il CREA sta facendo fronte, è la realizzazione di birre a basso contenuto in
glutine, utilizzando cereali quali il sorgo bianco per uso alimentare, il frumento monococco e il Tritordeum.
L’impiego di queste materie prime potrebbe rappresentare l’occasione per lo sviluppo di una nuova filiera
brassicola sostenibile, a forte connotazione territoriale, favorendo il recupero di aree rurali marginali per
contrastare l’uso improprio del territorio e l’abbandono di aree coltivate.
«Le riflessioni di oggi – ha commentato Ida Marandola, Direttore Generale del CREA – gettano una luce su
un settore in forte espansione, foriero di potenzialità legate all’incentivazione e alla valorizzazione della
filiera, per aumentare qualità, competitività e sostenibilità delle produzioni brassicole. In tal senso il CREA
può promuovere soluzioni innovative in grado di aumentare la competitività economica dei microbirrifici e la
loro sostenibilità ambientale attraverso la realizzazione di una piena integrazione tra mondo della ricerca e
mondo produttivo».
CREA: ecco la birra del futuro,
sostenibile e di qualità garantita
Autore : rassegna Stampa CREA - Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria
Pubblicato il : 27-10-2016
Dal miglioramento genetico alla birra gluten free, passando per la valorizzazione e il riutilizzo degli
scarti generati dal processo produttivo nell’ottica di un approccio “zero waste”. Di questo e molto altro
ancora si è discusso oggi nel convegno Criticità ed opportunità per lo sviluppo sostenibile
della filiera brassicola organizzato dal CREA, con il suo centro di Politiche e
Bioeconomia nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale.
La produzione della birra artigianale in Italia è un fenomeno recente che è esploso negli ultimi anni,
registrando nel triennio 2013-2015 un aumento delle imprese del 143% rispetto al triennio precedente.
Protagonisti di quest’impennata sono prevalentemente i giovani, under 35, che hanno trasformato la
loro passione in un’attività imprenditoriale strutturata e dinamica, cogliendo da un lato le richieste di
un prodotto artigianale di qualità e originale e dall’altro le nuove opportunità imprenditoriali offerte dal
mercato. Il settore, secondo le ultime stime, infatti, offre lavoro a circa 5mila under 35, con una crescita
del +10% dell’export e una sostanziale stabilità dei consumi (29,2 litri annui pro capite). Nonostante i
numeri in continuo crescendo, nel settore è forte l’esigenza d’innovazione e sostenibilità, con la
necessità di arrivare a definire una filiera corta a Km 0 per una birra artigianale 100% “made in Italy”…
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