Visualizza in PDF

Download Report

Transcript Visualizza in PDF

PRIMO PIANO
Venerdì 28 Ottobre 2016
9
Il centro musulmano di Bergamo, dopo un incendio, riapre con regole ferree per i fedeli
Misure drastiche per la moschea
Sono gli stessi islamici a imporre norme di sicurezza
I
DI
FILIPPO MERLI
fedeli stendevano i tappeti
e pregavano in strada. Era
il loro modo di protestare
contro il Centro islamico
di Bergamo, reo di aver chiuso la moschea per le orazioni
del venerdì. Lo scorso luglio,
il luogo di culto è stato danneggiato da un incendio divampato durante un tentativo
d’occupazione dei dissidenti e,
di conseguenza, è stato negato l’accesso ai frequentatori.
Ora, nonostante i segni del
rogo siano ancora evidenti, la
moschea s’appresta a riaprire.
Con regole ferree imposte dai
proprietari.
Per impedire che i musulmani pregassero nelle
aree pubbliche, il sindaco di
Bergamo, Giorgio Gori (Pd),
emise un’ordinanza per vietare «assembramenti sul suolo
pubblico, davanti a edifici anche privati, proibendo di sdraiarsi, inginocchiarsi, sedersi».
Pena una multa di 200 euro.
Il 22 luglio, un gruppo di una
cinquantina di fedeli in rotta
col Centro islamico decise di
Giorgio Gori
passare alle maniere forti per
contrastare il provvedimento del Comune. E tentò di
occupare la moschea situata
in via Cenisio. Fu in quella
circostanza che, per cause
ancora da chiarire, scoppiò
l’incendio.
Da quel giorno sono passati tre mesi. Le pareti sono
state imbiancate, il quadro
elettrico da dove ebbero origine le fiamme è stato rimesso
a nuovo e i lavori di ristrutturazione sono a buon punto.
Tanto che la moschea dovrebbe
riaprire a breve. «Contiamo di
farcela non oltre il primo venerdì di novembre», ha detto
al Corriere di Bergamo il presidente del Centro islamico,
Mohamed Saleh.
Dopo i fatti dell’estate,
però, i proprietari dell’edificio
hanno intensificato le misure
di sicurezza. Per accedere e pregare nella moschea sarà necessaria una tessera obbligatoria,
mentre la lista dei fedeli non
graditi, grazie alle segnalazioni
della questura, è passata da 20
a 76 persone. «Sostenevamo da
mesi l’urgenza di misure del
genere», ha proseguito Saleh.
«I fatti di luglio sono stati la
triste conferma. Anche altri
centri seguiranno la nostra
linea: è il momento d’identificare chi entra ed esce da un
luogo di culto».
Per monitorare ciò che
avviene all’esterno della
moschea è stata aggiunta una
telecamera. «Serve a coprire
l’area che non era inquadrata
dalla vecchia, inclusa la carreggiata», ha sottolineato il
presidente del Centro islamico. «Adesso non si scherza con
la preghiera in strada. A maggior ragione dopo l’ordinanza
del Comune». Nonostante le
misure restrittive, i proprietari della moschea sono pronti
ad accogliere il nucleo storico
di fedeli. A patto che rispettino
le nuove norme.
All’interno della moschea,
in direzione di La Mecca,
sono già stati posizionati i materassini su cui verranno stesi
i tappeti per la preghiera. I
bagni sono stati ristrutturati e
sugli scaffali sono ben visibili i
ricami sulle copertine dei testi
sacri. «Sono i pochi libri che si
sono salvati», ha spiegato Saleh. «Gli altri erano impregnati
di fumo o sono andati perduti,
come tutti i mobili».
Al piano superiore le
pareti sono annerite. Sulle
scale s’avverte ancora l’odore di bruciato. «Aspettiamo il
verdetto sulla natura del disastro», ha aggiunto il presidente
del Centro. «Non credo sia un
caso che fossero state rimosse
le telecamere di sorveglianza
e strappati i fili elettrici». Il
sospetto è che l’incendio del
22 luglio sia d’origine dolosa.
Per questo, d’ora in avanti, chi
vorrà stendere il suo tappeto e
pregare nella moschea di Bergamo dovrà rispettare il nuovo
regolamento.
© Riproduzione riservata
Le procedure di composizione
della crisi d’impresa tra presente e futuro
12a edizione
Coordinamento scientifico Prof. Avv. Sido Bonfatti
Università di Modena e Reggio Emilia
Reggio Emilia, 28 ottobre 2016
Centro Malaguzzi - Via Bligny n. 1
I RELATORI
Dr. Felice Ruscetta, Consigliere delegato CNDCEC
Prof. Antonio Rossi, Università di Bologna
Dr.ssa Maria Rachele Vigani, Consigliere delegato CNDCEC
Prof. Avv. Francesco Fimmanò, Università degli Studi del Molise
Dr. Raffaele Marcello, Consigliere nazionale CNDCEC
Dr. Alessandro Farolfi Tribunale di Ravenna
Dr. Alberto Guiotto, Commercialista in Parma
Dr.ssa Alida Paluchowski, Presidente Sez.Fall.Tribunale di Milano
Prof. Massimo Fabiani, Università del Molise
Dr. Luciano Panzani, Presidente Corte d’Appello di Roma
Prof. Alessandro Nigro, Università “La Sapienza” di Roma
Dr. Vittorio Zanichelli, Presidente del Tribunale di Modena
Dr. Andrea Panizza, Università di Ferrara
in collaborazione con