NATO: è polemica strumentale o deterrenza?

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NATO: è polemica strumentale o deterrenza? | 1 venerdì 14 ottobre 2016, 18:45

Esteri: il Punto

NATO: è polemica strumentale o deterrenza?

Attesa per il vertice di domani a Losanna sulla Siria, mosse tattiche tra Russia, Europa, USA di Redazione

L’Italia ricopre nuovamente presa di mezzo nel confronto-scontro tra Russia e Occidente (Nato-Stati Uniti). Nel corso della sua visita di ieri in Italia, il Segretario Generale della NATO, Jeans Stoltenberg, ha dichiarato che Roma ha accordato

l’invio di una compagnia di soldati in Lettonia per il rafforzamento delle frontiere orientali del patto atlantico a

partire dal 2018. Non solo, ma proprio l'Italia sarà la Nazione guida nel Vjtf, la task force di azione ultrarapida, in grado di intervenire entro cinque giorni in caso di emergenza, schierata di fronte alla frontiera Est, nei Paesi Balcanici ad un passo dall’uscio di casa dei russi. Al vertice della NATO di Varsavia, tenutosi nel mese di luglio 2016, l'alleanza aveva

accettato formalmente di distribuire quattro battaglioni per un totale di 3.000 a 4.000 soldati nei Paesi baltici

ed in Polonia, a rotazione, per rassicurare i membri orientali. Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia -tutti i membri dell'Alleanxa- avevano richiesto una presenza permanente della NATO, citando i timori che Mosca cercherà di destabilizzare i loro governi filo-occidentali attraverso attacchi informatici, suscitando russofoni, trasmissioni ostili e persino incursioni territoriali. L’aumento delle truppe è giustificato dal fatto che i Paesi baltici si sentano minacciati da una possibile aggressione russa e facendo essi parte dell’alleanza meritano un gesto palliativo alle loro insicurezze. La notizia si colloca

in un contesto politico a dir poco incandescente tra Russia ed USA che vede da parte di entrambi un’escalation

di tatticismi politici (e mediatici di conseguenza) e di operazioni militari che rimangono tuttavia relegate a semplici azioni atte ad intimidire la controparte, ovvero, trattasi di deterrenza. Alla deterrenza russa (i russi sono maestri in fatto di deterrenza), ecco la deterrenza dell’Occidente. Le reazioni politiche italiane non si sono fatte attendere, l’opposizione parlamentare si è scatenata (i ‘no a militari italiani ai confini russi’ sono risuonati da tutte le parti), e il Ministro della Difesa Roberta Pinotti ha risposto confermando: «Pensiamo che con la Russia si debba dialogare. L'Italia fa

parte di un'alleanza e quando vengono prese decisioni comuni fa la sua parte», ribadendo che la decisione era stata assunta

a Varsavia, «sembra una cosa nuova perchè Jens Stoltenberg ne ha parlato», ha detto il Ministro. E parlando di nuova guerra fredda: le sanzioni alla Russia sono protagoniste anche oggi della tensione tra Europa e Federazione russa.

Mentre da Bruxelles, dai corridoi dell’Europarlamento, arriva la notizia che le sanzioni imposte dall'Unione europea alla Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/nato-e-polemica-strumentale-o-deterrenza/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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NATO: è polemica strumentale o deterrenza? | 2 Russia a causa del conflitto con l'Ucraina probabilmente saranno estese per altri sei mesi alla fine del 2016 nonostante i dubbi e l'opposizione di alcuni Stati membri, è scoppiato il caso della delegazione di rappresentanti di 5 regioni (Veneto, Liguria, Lombardia, Toscana, Emilia Romagna), uomini d'affari e titolari di aziende,

in missione ufficiale per 3 giorni in Crimea

. «L'Unione europea non ha riconosciuto l'annessione illegale della Crimea da parte della

Russia e ha adottato delle misure restrittive, che sono in vigore e che sono molto chiare, la cui applicazione è di competenza

delle autorità degli Stati membri», ha affermato la portavoce della Commissione europea per la Politica estera, Maja

Kocijancic, rispondendo a una domanda sulla visita ufficiale nell'autoproclamata Repubblica autonoma di Crimea. La Commissione «è in contatto con le autorità degli Stati membri, e se ci sono casi di violazione delle sanzioni che

vengono portati alla nostra attenzione, anche attraverso notizie di stampa, noi avvertiamo gli Stati membri

interessati». E sempre la nuova guerra fredda è la NATO sono protagoniste in Montenegro, dove domenica si terranno le elezioni generali. L'adesione alla Nato sarà la questione centrale in occasione delle elezioni, l'appuntamento con le urne rappresenterà l'ultima 'puntata' della lotta di potere tra la Russia e l'Occidente nei Balcani. Il Primo Ministro Milo Djukanovic, che nel 2006 ha condotto all'indipendenza dalla Serbia la piccola repubblica adriatica, ha avvicinato la Nazione all'Occidente, mettendo nel mirino l'ingresso sia nell'Unione Europea sia nella Nato. Djukanovic, però, deve fare i conti con i gruppi che si oppongono all'adesione all'alleanza militare, argomento che spacca il Paese; secondo gli analisti potrebbe non farcela a ottenere un sostegno tale da formare un governo stabile. I sondaggi dimostrato che mentre la maggior parte dei 620mila abitanti del Montenegro sono favorevoli all'adesione all'Ue, meno del 40 per cento appoggia quella alla Nato, con gli anziani che in particolar modo si professano filorussi. E, per restare in tema, sempre in punta di tatticismi propri di una partita a scacchi nel corso della quale a una mossa corrisponde una contro-mossa, attesa per il

vertice di domani a Losanna tra il Segretario di Stato Usa John Kerry e il Ministro degli Esteri russo Sergey

Lavrov, assieme ai loro omologhi del Golfo e della Turchia, per discutere, con un approccio multilaterale, come risolvere la crisi in Siria, in particolare definire un cessate il fuoco durevole e la ripresa degli aiuti umanitari. La Russia non ha aspettative particolari per l'incontro, ha dichiarato oggi Lavrov, presenterà misure specifiche per attuare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla Siria. E, da una parte, la Nato, ha fatto sapere Jens Stoltenberg, «non ha alcun piano e di alcun tipo», per una presenza militare in Siria, dall'altra, il Presidente russo Vladimir Putin ha ratificato oggi la legge con cui il Parlamento di Mosca ha approvato l'accordo siglato nel 2015 con Damasco sulla presenza a tempo indeterminato delle forze russe nella base militare Hmeimim, in Siria occidentale. Anche Bashar al-Assad si è fatto sentire; «Quello a cui abbiamo assistito di recente nel corso delle ultime settimane, e forse

qualche mese, è qualcosa in più di una guerra fredda. Non so come chiamarla, ma non è qualcosa che esiste da poco perché non credo che l'Occidente e in particolare gli Stati Uniti abbiano interrotto la loro guerra fredda, anche dopo il crollo

dell'Unione Sovietica», ha affermato, commentando gli ultimi sviluppi del conflitto nel suo Paese in un'intervista al

quotidiano russo 'Komsomolskaya Pravda'. Assad, ha avvertito del rischio dello scoppio di un conflitto globale a causa della Siria. A suo dire, «l'obiettivo principale è mantenere l'egemonia americana nel mondo, non

permettere a nessuno di essere loro partner nell'arena politica e internazionale, si tratti di Russia o degli alleati in

Occidente». Assad prende atto che la guerra in Siria si è trasformata in un conflitto tra le due potenze. E sulla Siria

oggi si è consumato anche uno scontro tra due potenze minori: Arabia Saudita e Egitto. Quest’ultimo starebbe passando dal fronte anti-regime Assad, guidato da Riad ed Ankara, a quello alleato a Damasco guidato dalla Russia e dall'Iran. E nell’area mediorientale è alta la tensione anche in Iraq. La battaglia per cacciare lo Stato islamico (Is) da Mosul è ormai alle porte. Atheel al-Nujaifi, ex governatore della provincia di Ninive, di cui Mosul è il capoluogo, lo scorso 12 ottobre aveva annunciato che «l'operazione comincerà entro un giorno o due, al massimo entro una settimana», e già era evidente che si sarebbe potuti assistere a un nuovo rinvio. Ora la liberazione di Mosul preoccupa tutti, circa 700mila persone potrebbero essere costrette a lasciare la città una volta che inizierà l'offensiva delle forze governative. Sono le stime fatte dall'Agenzia Onu per i Rifugiati (Unhcr), sottolineando come la prevista nuova ondata richiede di mobilitare importanti risorse per garantire assistenza umanitaria. Risorse che attualmente non sono sufficienti per gestire l'emergenza, come ha sottolineato Karl Schembri, portavoce dell'ong Consiglio norvegese per i rifugiati, secondo il quale al momento ci sono solo 51mila posti disponibili nei centri di accoglienza, alcuni dei quali sono inutilizzabili per la loro prossimità alla linea del fronte prevista. Dalla Turchia -che domani avrà la dignità di sedere al tavolo di Losanna-, è giunta la notizia che il referendum sul sistema presidenziale in Turchia potrebbe tenersi già entro primavera se il Parlamento dovesse prendere una decisione 'rapida'. Lo ha dichiarato in un'intervista a 'Kanal 24' il ministro della Giustizia turco, Bekir Bozdag, tornando su uno dei punti fondamentali nell'agenda del partito al Governo Giustizia e Sviluppo da quando Recep Tayyip Erdogan è diventato Presidente nel 2014. Un segnale che il dopo-Golpe è arrivato a conclusione del suo primo step. Israele ha annunciato che sospenderà la cooperazione con l'Unesco, in seguito all'approvazione di una risoluzione che disconosce i legami ebraici con i luoghi santi della Città Vecchia di Gerusalemme: il Monte del Tempio, chiamato dai musulmani Spianata delle Moschee, e il Muro Occidentale (noto come 'Muro del pianto'). Nella risoluzione votata ieri a larga maggioranza dal Consiglio, ci si riferisce a questi luoghi soltanto con il nome indicato dalla Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/nato-e-polemica-strumentale-o-deterrenza/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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NATO: è polemica strumentale o deterrenza? | 3 tradizione islamica. Dei 58 paesi rappresentati nel Consiglio, soltanto sei si sono opposti: Stati Uniti d'America, Regno Unito, Germania, Olanda, Lituania ed Estonia. In una lettera alla direttrice dell'agenzia dell'Onu Irina Bokova e pubblicata su Twitter, il ministro dell'Istruzione israeliano Naftali Bennett ha accusato l'Unesco di fornire «supporto al terrorismo islamico» e ha annunciato la sospensione da parte del Commissione israeliana dell'Unesco di tutte le attività professionali con l'organizzazione internazionale. Negli Stati Uniti, intanto, prosegue la sempre più tesa corsa alla Casa Bianca, con Hillary Clinton che allunga il vantaggio su Donald Trump, aumentato a sette punti percentuali, con oltre la metà degli elettori interpellati afferma che il candidato repubblicano non è qualificato per diventare presidente. Questo è il risultato dell'ultimo sondaggio nazionale di 'Fox News', televisione dell’area repubblicana. La candidata democratica gode del 45% delle intenzioni di voto, contro il 38% per Trump. Il candidato del partito libertario, Gary Johnson, è al 7%, mentre la candidata dei Verdi, Jill Stein, è al 3 per cento. La scorsa settimana, Clinton aveva invece solo due punti di vantaggio (44-42 per cento). Nella rilevazione che ha preso in considerazione solo i due maggiori candidati, Clinton è in vantaggio su Trump di otto punti (49-41 per cento); una settimana fa, il vantaggio era di quattro punti (48-44 per cento). Il margine di errore del sondaggio è del 3 per cento. In Venezuela, sfilano per le strade di Caracas le donne dell'opposizione. A marciare contro il Governo del Presidente Nicolas Maduro sono mogli dei 'prigionieri politici' e legislatori che chiedono di organizzare un referendum per destituire il capo dello Stato. Mercoledì erano scoppiati violenti scontri tra i sostenitori e gli oppositori del presidente venezuelano, dopo che i dimostranti anti-governativi si sono mostrati sicuri della loro richiesta di destituirlo. In Brasile una sorta di ricompensa morale per Dilma Rousseff. E’ stato rinviato a giudizio per corruzione l'ex presidente del Camera, Eduardo Cunha, uno dei principali promotori dell'impeachment contro Dilma. Cunha avrebbe riciclato denaro sporco, secondo le indiscrezioni dei media, in particolare in relazione ad una tangente da 1,6 milioni di dollari ricevuta per aiutare la compagnia petrolifera Petrobras ad acquisire un campo petrolifero in Benin. Nelle stesse ore un giudice brasiliano ha accettato la denuncia per corruzione a carico dell'ex Presidente Inacio Lula da Silva e lo ha rinviato a giudizio con l'accusa di avere ricevuto tangenti dalla ditta costruttrice Odebrecht. Si tratta del terzo processo penale avviato a carico di Lula, che è inoltre indagato dalla Corte suprema per il possibile coinvolgimento nel caso di corruzione Petrobras. In Thailandia decine di migliaia di persone, molte delle quali vestite di nero, si sono riversate per le strade di Bangkok in attesa del corteo funebre del re Bhumibol Adulyadej, morto ieri all'età di 88 anni. La preoccupazione per la successione, alla quale è chiamato il principe Maha Vajiralongkorn, è evidente fin dai ieri. 64 anni, unico figlio maschio del sovrano defunto, Vajiralongkorn, è giudicato dagli osservatori internazionali inadatto alla guida di un Paese complesso quanto Thailandia, oggi guidata da una giunta militare.

di Redazione

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