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5stelle
VOLANT INO DE LLE ATTIV ITà PA RLA MEN TA RI - 7 ottobre 2016
5 giorni
AGCOM • REFERENDUM • DEF • ABUOMAR
EDITORIA • AZZARDOPOLI
LA RIFORMA RENZIANA:
UNA STRADA SUL BARATRO
La ‘schiforma’ costituzionale voluta
dal trio Renzi-Boschi-Verdini è un
attentato ai principi cardine sanciti
dalla nostra Carta. E’ stata approvata
a colpi di maggioranza, senza ascoltare le nostre proposte, nonché scritta sotto dettatura dei grandi gruppi
di potere ecomomico internazionale, e mira a favorire le speculazioni
ai danni dei diritti dei cittadini. Non
solo non produce drastici tagli alla
spesa pubblica, basti pensare che lascia intatti i costi della Camera, dove
sono state bocciate tutte le nostre
proposte di riduzione dei costi della
politica, ma configura il passaggio
dal bicameralismo perfetto a quello
confuso. Infatti instaura circa 10 nuovi procedimenti legislativi creando il
presupposto dell’aumento dei conflitti di attribuzione che arriveranno
al giudizio della Corte Costituzionale. Se Renzi e accoliti avessero voluto
veramente far risparmiare la collettività, non avrebbero avuto bisogno di
azzoppare la Costituzione, ma avrebbero solo dovuto votare le nostre
proposte depositate in Parlamento e
approvare una semplice legge ordinaria. I portavoce M5S Di Maio e Toninelli, nel dibattito sui veri costi della riforma, organizzato alla Camera,
hanno smontato, punto per punto,
le bugie di Renzi sui presunti rispar1
mi del ddl Boschi, bugie peraltro già
smontate dalla nota della Ragioneria
generale dello Stato che prevede un
risparmio di ‘soli’ 57,7 milioni, a fronte dei 500 milioni millantanti dall’esecutivo in più occasioni. I veri costi
della riforma, invece, come hanno
ben argomentato Di Maio e Toninelli, sono soprattutto sociali perché, se
passerà il sì al referendum costituzionale del 4 dicembre, ad esempio, non
ci sarà più nessun argine allo smantellamento dello Stato sociale, voluto da JpMorgan e da altri gruppi di
investimento esteri, e nessun paletto
che potrà fermare licenziamenti collettivi.
5 GIORNI A 5 STELLE • 07 ottobre 2016
Ricorso
sul quesito truffa
boschi fa propaganda
con
i
nostri
soldi
LA CAMPAGNA MASCHERATA DA MISSIONE ISTITUZIONALE. PRESSIONI
SU FUNZIONARI SEDI DIPLOMATICHE PER COOPTARE PERSONE A EVENTI
“Il testo del referendum
è una truffa, una propaganda ingannevole, l’ennesima trovata di Renzi
per prendere in giro gli
italiani. Per questo anche il
M5S ha presentato ricorso
al TAR del Lazio contro il
testo del quesito in quanto
scritto in violazione della
legge”.
Ecco le parole di Vito Crimi, senatore del Movimento 5 Stelle, fra i firmatari
del ricorso al Tar.
AGCOM SCHIERATA:
NIENTE TRASPARENZA
L’Agcom dice no alla richiesta della Vigilanza Rai e non
consegna i dati del monitoraggio televisivo sullo spazio
dedicato alle ragioni del sì e
a quelle del no per il referendum costituzionale.
Un vero e proprio strappo
istituzionale. “Questo Paese vive la grave anomalia di
avere Autorità con poteri
enormi, chiamate indipendenti ma lottizzate dai partiti”, attacca Roberto Fico.
Il ministro Boschi ha fatto
campagna elettorale in
Sudamerica, in favore del
sì al referendum, con i soldi pubblici. Non solo. Per
farlo ha utilizzato anche le
nostre sedi diplomatiche,
facendo pressione sui funzionari del corpo diplomatico, al fine di cooptare le
persone per gli eventi organizzati dalla titolare del
dicastero per le Riforme,
che poi erano veri e propri
comizi di partito. Il bello è
che, lo scorso mercoledì,
a rispondere alla nostra
interrogazione in merito, illustrata al Question
time dai portavoce in Parlamento Fabiana Dadone
e Andrea Cecconi, c’era il
ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, l’unico che
sarebbe stato titolato ad
andare in America Latina. In realtà Gentiloni,
nella sua replica, è sem-
brato comprensibilmente balbettante, dovendo
difendere
l’indifendibile. La Boschi, quindi, ha
mentito spudoratamente
quando, attraverso il suo
ufficio stampa, ha parlato
di missione istituzionale,
per rispondere alle polemiche scaturite dal suo
viaggio e dai relativi costi
a carico della collettività.
Lo scorso 3 ottobre 2016,
infatti, il circolo Pd di Toronto ha organizzato una
conferenza sulla riforma
costituzionale dove era
Il ministro per
le Riforme in Sudamerica
ha fatto comizi sul sì
al referendum
con i soldi pubblici
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prevista anche la presenza dell’ambasciatore Gian
Lorenzo Cornado. Nelle
locandine relative all’iniziativa, peraltro, oltre al
simbolo del Partito democratico, figurava il logo
‘Basta un Sì’, rendendo
così evidente il fatto che
si trattasse di un’iniziativa
politica e di indirizzo circa
il prossimo referendum
costituzionale.
Ma quale missione istituzionale: la Boschi dovrebbe chiedere scusa agli
italiani e restituire i soldi
spesi, fino all’ultimo euro,
per i suoi comizi referendari pro Pd. In realtà il ministro e il suo entoruage
hanno fatto un uso spregiudicato dei fondi pubblici, utilizzandoli per fare
campagna elettorale all’estero, mentendo ignobilmente anche ai nostri connazionali d’Oltreoceano.
5 GIORNI A 5 STELLE • o7 ottobre 2016
Def, le patacche
del
governo
Cose mai viste: l’Upb boccia le stime
gonfiate
sul Pil 2017
Non era mai successo. L’Ufficio parlamentare di Bilancio,
il guardiano dei conti pubblici, non ha approvato le previsioni del governo sulla crescita del 2017, previsioni contenute nella Nota di aggiornamento al Def.
Secondo l’organismo tecnico, le stime di Renzi e Padoan
sono a dir poco ottimistiche e non giustificate da misure
concrete di cui, peraltro, l’esecutivo non ha ancora dato
notizia. La verità è che vengono spesi 10 miliardi l’anno
per gli 80 euro. E gli sgravi contributivi del Jobs act, che il
governo sta per abbandonare, costano complessivamente almeno 18 miliardi nel periodo 2015-2017. Praticamente parliamo di 16 miliardi l’anno: sono le cifre che servirebbero per il Reddito di cittadinanza.
Risultato? L’economia è ferma. Ormai non c’è più tempo da
perdere: il Paese ha bisogno di un governo a Cinquestelle.
Abu Omar: desecretare
inchiesta interna ai servizi
“Abbiamo chiesto all’autorità delegata Marco
Minniti tutti i documenti
relativi ad un’inchiesta
interna che sembrerebbe
far emergere importanti
ed ancora non conosciuti
dettagli in merito al caso
Abu Omar. È noto che
l’AISE, agenzia informazione e sicurezza esterna,
ha condotto un’inchiesta
iniziata a fine 2013 su
delicate vicende interne
to Angelo Tofalo e i senatori Vito Crimi e Bruno
Marton, membri del Copasir, sottolineano come:
“Non crediamo che sussistano ancora motivi di
sicurezza nazionale ma
piuttosto di convenienza
politica nel preservare il
segreto di Stato sull’intera vicenda del rapimento
di Abu Omar. Chiediamo
quindi che si proceda
alla completa desecretazione dei documenti.
Prendiamo atto inoltre
che il governo non ha
mai informato il Copasir
su questa delicata indagine interna, ci auguriamo che le carte richieste
arrivino quanto prima al
comitato per un accurato
controllo parlamentare”.
che toccano profondamente il controverso caso del
rapimento dell’imam Abu
Omar a Milano. Un’inchiesta top secret che potrebbe
dimostrare il persistere di
un accordo politico negli
anni tra destra e sinistra
atto a non far togliere un
segreto di stato ormai evidentemente inutile. Cosa
si vuole realmente nascondere? Chi si vuole coprire?
Anche su questa indagine
interna risulterebbe apposto il segreto di Stato.
Nessuna informazione è
stata mai data al Copasir.
Il premier Renzi, in quanto
responsabile della sicurezza nazionale, ha il potere
di rendere pubblici i documenti e fare piena luce su
questa vicenda”.Il deputa-
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LE NUOVE MANCE
ALL’EDITORIA
Una nuova legge con cui si
elargiscono finanziamenti a
media, tv e stampa. In tempi
di crisi la stampa potrebbe
provare a rilanciarsi attraverso maggiore autonomia, concorrenza e una competizione
che metta al centro le nuove
tecnologie, invece no. Governo e maggioranza hanno anche introdotto nuovi finanziamenti indiretti per le spese
telefoniche e le connessioni,
che vanno a compensare
quelli gradualmente aboliti
da Monti. Un altro bell’aiutino arriva in forma di sgravi
fiscali per chi fa pubblicità
sui media tradizionali, come
giornali, stampa e tv.
5 GIORNI A 5 STELLE • 07 ottobre 2016
è ORA DI DARE
UN CALCIO ALL’AZZARDO
LA COSTITUZIONE
IN PASTO AL PORCELLUM?
#IODICONO
Dopo l’accordo tra nazionale di calcio e un colosso
di ‘azzardopoli’ è rivolta della società civile contro
un accordo pericoloso per la società
La nazionale di calcio italiana promuove il gioco
d’azzardo. Il M5S ha chiesto con i parlamentari Giovanni Endrizzi e Matteo
Mantero, l’immediato ritiro
della sponsorizzazione tra
Intralot, del gruppo Gamenet che ogni anno in Italia
rastrella 3 miliardi di scommesse e giocate d’azzardo e
la Federazione Italiana Gioco Calcio .
“Il presidente della Federazione Tavecchio non aveva
bisogno di questa nuova
caduta di stile, ed è la peggiore perchè va a danno di
una generazione di giovani
e giovanissimi” spiega Giovanni Endrizzi, senatore del
Movimento 5 Stelle. ‘Ragazzi che vedono nei calciatori
i loro idoli. Il 51% ha già
iniziato ad azzardare ed in
cima alle preferenze ci sono
anche le scommesse sportive” continua Endrizzi. “Perchè questi messaggi sono
gravi?
Perchè in nazionale ci vanno i migliori e non si diventa
campioni per caso ma attraverso l’impegno costante,
l’allenamento , il sacrificio
non con un colpo della sorte” ha continuato Endrizzi.
Intanto la società civile si è
ribellata a questo accordo.
HTTP://WWW.MOVIMENTO5STELLE.IT/IODICONO/
Volantino delle attività parlamentari - 07 ottobre 2016
a cura degli uffici comunicazione M5S di Camera e Senato
parlamentari5stelle.it
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GERENZE
Il M5S chiede
di ritirare l’accordo
e rilancia legge per
abolire totalmente
la pubblicità
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