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Data: 03.05.2016
Corriere del Ticino
6903 Lugano
091/ 960 31 31
www.cdt.ch
Genere di media: Stampa
Tipo di media: Quotidiani e settimanali
Tiratura: 36'108
Periodicità: 6x/settimana
L'OPINIONE III FABIO BACCHETTA CATTORI*
UNA NUOVA OPPORTUNITÀ
PER LA SANITÀ TICINESE
pensare che attualmente, a fronte di
una spesa ospedaliera di 310 milioni
di franchi, 25 milioni sono spesi dal
Cantone ogni anno per cure erogate
fuori Ticino. Una delle maggiori voci
L'attribuzione generalizzata di reparti
e mandati come chiesto dall'iniziativa
popolare «Giù le mani dagli ospedali»
danneggerebbe per contro l'evoluzio-
di costo pari a circa il 10% della spesa
complessiva.
Gli strumenti a disposizione per esercitare un certo controllo sull'evoluzio-
perché l'aumento dell'offerta di cure,
non supportata da un reale fabbisogno, comporterebbe importanti esigenze di investimenti supplementari e
una conseguente lievitazione dei costi
sanitari. Dall'altro la realtà ticinese è
piccola e molto dispersiva: le difficoltà di reperire specialisti che accettino
ne di questa spesa, che non riguarda
III Tassello impor-
tante della nuova
pianificazione
ospedaliera, la riforma della Legge
sull'EOC approvata nel dicembre
scorso dal Gran
Consiglio costitui-
sce un'opportuni-
solo le finanze pubbliche ma che si riverbera anche nei premi di cassa malati pagati dai cittadini, sono limitati,
se non aumentando la qualità delle di operare in un contesto con pochi
cure in Ticino per evitare ai nostri casi, a scapito della qualità degli inpazienti un faticoso quanto oneroso terventi è reale. Per questo la nuova
trasferimento verso gli ospedali d'oltre pianificazione ospedaliera accanto a
Gottardo.
un'ampia diffusione delle cure di
Per questo, mai come in questo caso prossimità, con il riconoscimento dei
l'unione fa la forza. L'unione, o meglio mandati di base e specialistici, ha
le sinergie che la nuova LEOC consentà per l'ente e le
strutture sanitarie attive nel nostro tirà di stabilire nell'ambito stazionaterritorio. Non è tutto ma è un passo rio tra ospedali pubblici e privati. Essa
avanti verso una sanità meglio inte- permetterà ad esempio la nascita di
grata con i bisogni della popolazione. collaborazioni fattuali, dinamiche e al
In questo senso, per una realtà piccola passo con l'evoluzione della medicina,
come la nostra di 350.000 abitanti, e delle risposte ai bisogni in ambito
confrontata con esigenze di specializzazioni sempre più crescenti della medicina e dell'altrettanto crescente complessità tecnologica e di avere operato-
ri altamente formati, la qualità delle
cure prestate ai pazienti non può non
passare da un processo di moderata
concentrazione della medicina più
specialistica e dalla ricerca di percorsi
di cura innovativi e all'avanguardia.
Dal lato qualitativo, la nuova pianificazione pone le premesse per garantire un miglioramento della presa a carico dei pazienti ticinesi e rafforzare la
nostra realtà ospedaliera per rapporto
alla concorrenza extracantonale. Basti
ne della sanità ticinese. Da un lato
sanitario, vincolandoli sempre all'avvallo del Gran Consiglio.
A chi continua a strumentalizzare
quest'apertura verso il privato come
attacco al servizio pubblico, rispondo
che le prospettive di collaborazione
che potranno essere instaurate, come
ad esempio quella più attuale tra l'EOC con le cliniche Sant'Anna e Santa
Chiara nell'ambito della maternità,
operato alcune scelte per le prestazioni multidisciplinari e complesse, evitando doppioni e favorendo la caratterizzazione degli istituti.
Fin qui i cardini di una legge, la LEOC, e il suo contesto naturale, la nuova pianificazione ospedaliera. Inutile
negare che l'attuazione della LEOC,
ossia la possibilità di maggiori collaborazioni tra sanità pubblica e privata, non potrà prescindere da un rifiuto
popolare dell'iniziativa popolare «Giù
le mani degli ospedali» che va nel senso esattamente contrario.
Per tutti questi motivi, ritengo che la
sanità ticinese sia davanti a un bivio:
o collaborare per puntare verso l'eccellenza, o disperdersi per andare verso
la serie B. Per questi motivi vi invito a
votare sì alla LEOC e respingere l'ini-
rappresenta un'opportunità per il privato verso il pubblico e non viceversa.
Sarà piuttosto l'organizzazione propria dell'ospedale pubblico, con il pri- ziativa popolare «Giù le mani degli
mariato, le regole, i protocolli e anche ospedali» il prossimo 5 giugno.
i contratti collettivi di lavoro, ad esser
* deputato del PPD in Gran Consiglio
applicata anche alle strutture private.