Foglio Avvisi Settimanali - Parrocchia San Leonardo

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Transcript Foglio Avvisi Settimanali - Parrocchia San Leonardo

N. 8
2016
0709133009
Domenica 21 febbraio (3) V I O L A
DOMENICA II DI QUARESIMA
Messa propria, Credo, prefazio proprio
(II) 08,00 - Don Nino Onnis
09,30 - Pirisi Maria
11,15 - Pillitu Mariolina e Romeo
Lez. Fest: Gn 15,5-12.17-18; Sal 26; Fil 3,17–4,1;
17,00 - DIFFONDIAMO LA CULTURA DELLA VITA
IL SIGNORE È MIA LUCE E MIA SALVEZZA.
TESTIMONIANZE - RIFLESSIONI - DIBATTITO (NEL SALONE)
Lunedì 22 febbraio (3)
B I A N C O (P) 08,40 - Lodi
CATTEDRA DI S. PIETRO, apostolo, festa 10,00 - Visita agli ammalati
Lc 9,28b-36
Messa propria, Gloria, prefazio I degli apostoli
Lez. Santi: I Pt 5,1-4; Sal 22; Mt 16,13-19
17,30 -
IL SIGNORE È IL MIO PASTORE: NON MANCO DI NULLA..
Martedì 23 febbraio (4)
VIOLA
(II) 08,40 FERIA DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA 10,00 Messa propria, prefazio della Quaresima
Lez. Fer.: Is 1,10.16-20; Sal 49; Mt 23,1-12
17,30 -
MOSTRACI, SIGNORE, LA VIA DELLA SALVEZZA.
18,00 Mercoledì 24 febbraio (4)
VIOLA
(II) 08,40 FERIA DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA 10,00 Messa propria, prefazio della Quaresima
Lez. Fer.: Gr 18,18-20; Sal 30; Mt 20,17-28
17,30 -
SALVAMI, SIGNORE, IN TE CONFIDO.
Giovedì 25 febbraio (4)
VIOLA
(II) 08,40 FERIA DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA 17,30 Messa propria, prefazio della Quaresima
Lez. Fer.: Ger. 17,5-10; Sal 1; Lc 16,19-31
18,00 -
BEATO CHI CONFIDA NEL SIGNORE.
Venerdì 26 febbraio (4)
VIOLA
(II) 08,40 FERIA DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA 10,00 17,30 Messa propria, prefazio della Quaresima
Lez. Fer.: Gen 37,3-4.12-13a.17b-28; Sal 104;
Mt 21,33-43.45-46
20,15
Sabato 27 febbraio (4)
VIOLA
(II) 08,40
FERIA DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA 15,30
17,00
Messa propria, prefazio della Quaresima
17,30
Lez. Fer.: Mi 7,14-15.18-20; Sal 102; Lc 15,1-3.11-32
IL SIGNORE È BUONO E GRANDE NELL’AMORE.
Domenica 28 febbraio (3) V I O L A
(III) 08,00
09,30
DOMENICA III DI QUARESIMA
11,15
Messa propria, Credo, prefazio della Quaresima
RICORDIAMO, SIGNORE, LE TUE MERAVIGLIE.
-
Lez. Fest: Es 3,1-8a.13-15; Sal 102; I Cor 10,1-6.10-12;
17,30 -
Lc 13,1-9
IL SIGNORE HA PIETÀ DEL SUO POPOLO.
AVVISI * DIFFONDIAMO LA
CULTURA DELLA VITA Con inizio alle ore 17,
nel salone
si terrà una
manifestazione collegata alla 38A
Giornata
per la Vita.
Verrà fatta
la riletturadel Messaggio dei VeSupplemento a
AMATO
DA DIO
Ci sono molti modi
per dire se stessi,
per definirsi: dal
Nuccio, Grazia, Paolo - Vespri
punto di vista genealogico, medico,
Lodi
psicologico, ma c’è
Visita agli ammalati
un solo modo per riDessì Maria (2° anniv.) - Vespri
velarsi interamente.
(a Nuraminis) PERCORSO FORMATIVO PER I CATECHISTI
È Dio che rivela GeLodi
sù a se stesso: “QueVisita agli ammalati
sti è il mio Figlio”.
Medda Ninna - Vespri
Gesù lo sa e riceve
questa attestazione
Lodi
dal Padre. Ciò che
Gina, Gigino, Sergio - Vespri
egli irraggia viene
CARITAS - FORMAZIONE PER IL CENTRO DI ASCOLTO
proprio da questa
trasparenza
nei
Lodi
confronti del Padre.
Visita agli ammalati
Pinna Anna (1° anniv:)
E tu?
Via Crucis animata dai ragazzi delle Elementari
Sai di essere amato
VIA CRUCIS
dal Padre come un
Lodi
figlio?
Confessioni
Riconosci questa tua
Rosario
filiazione spirituale?
Lasio Cesario (1° anniv.)
A
COSTRUTTORI DI UNA CHIESA VIVA (1 Media)
Ne prendi cura al
Argiolas Gesuino e Stefania
punto di diventare
Dettori Paolo
trasparente nei conSanna Demetria (30°)
fronti di Dio?
Un giorno anche tu
«ANDIAMO INCONTRO AL RISORTO»
lo irraggerai...
INCONTRO QUARESIMALE DI PREGHIERA COMUNITARIA
scovi, si proietterà la testimonianza di
una giovane Mamma; si ascolterà l’esperienza di un giovane nonvedente.
Seguirà una breve riflessione teologica
ed un breve dibattito conclusivo.
* QUARESIMA In questo “tempo favo-
revole” la Chiesa ci invita a dedicare un
più ampio spazio di tempo alla preghiera
e a partecipare più assiduamente alle celebrazioni liturgiche, pensando con più
attenzione anche al benessere dell’anima. Ricordando l’ammonimento di Gesù:
“Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde e rovina se stes-
so?” ogni credente dovrebbe preoccuparsi più della salute spirituale che di quella
corporale.
Spesso, invece, succede il contrario. Per la
salute fisica si è disposti a qualunque sacrificio, per quella dell’anima “non si ha
tempo”. Ritagliarsi, nella settimana, tra i
tanti impegni che si hanno, uno spazio di
tempo per pregare, da soli o insieme ai
propri familiari, in casa o in chiesa, dovrebbe essere considerato più che un obbligo, un bisogno. Paolo VI disse che la
preghiera è come “il respiro dell’anima”. Si
può vivere senza respirare?
- Stampato in 650 copie a cura delle Edizioni Grafiche Parrocchiali di S. Leonardo in Serramanna
-
LEGGIBILE E SCARICABILE
ABBIAMO
LA SAGGEZZA DI
RICONOSCERE IL NOSTRO
BISOGNO DI ESSERE
SOSTENUTI:
SIGNORE,
DONACI OCCASIONI
PER RITROVARE
FORZA E PACE!
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L A PA R O L A D I D I O
È NECESSARIO CHE SIA SEMPRE PIÙ ASCOLTATA, CONTEMPLATA, AMATA E VISSUTA,
SOPRATTUTTO IN QUARESIMA
DI
Questo mese è immerso nella Quaresima, un tempo forte che la liturgia offre come grande ritiro per
tutto il popolo di Dio.
Oggi, domenica 21 febbraio viene proclamato il
Vangelo della trasfigurazione.Sul monte la voce del
Padre rivela ai discepoli: «Questo è il Figlio mio, l'eletto: ascoltatelo». Perciò desideriamo vivere questi
giorni nel contatto più frequente con la Parola, per
celebrare poi più intensamente Cristo nostra Pasqua. Ma che cos'è la Parola di Dio?
Dio è invisibile, ma noi possiamo udire la sua Parola. Però «Parola di Dio» non è lo stesso che dire
«Bibbia». Il termine ebraico «dabar» vuol dire non
solo «parola», ma anche «evento, azione». Dio crea
il mondo parlando: «Sia la luce. E la luce fu».
La Parola s'identifica con la forza creatrice, con la
volontà di comunicazione di Dio.Il salmista canta: «I
cieli narrano la gloria di Dio»: cioè parlano, tacendo,
del loro Creatore. Dio parla attraverso il silenzio
delle sue opere.Creando,Dio si ritira per lasciar spazio ad un interlocutore. Il vertice della rivelazione, il
culmine della volontà di donarsi di Dio è Gesù Cristo, il Verbo.
L'ignoranza della Scrittura è ignoranza di Cristo. Il
Vangelo non è una biografia di Gesù di Nazaret, anche se racconta le sue vicende. Non è un libro di
storia, anche se contiene dati storici. È anzitutto la
«bella notizia» che Dio ci ama! La Scrittura è quindi
il luogo privilegiato della Parola.Ma Dio ci parla anche attraverso l'intimo sacrario della coscienza, i segni dei tempi, le persone che ci fa incontrare, la storia della nostra vita.
Nel linguaggio biblico il credente è chi accoglie la
Parola di Dio. «La fede nasce dall'ascolto», afferma
san Paolo. La Parola ci interpella come persone intelligenti e libere: non agisce facendoci violenza né
in modo magico, senza un nostro attivo coinvolgimento. Il profeta Isaia la paragona alla «pioggia e
alla neve, che scendono dal cielo e non vi ritornano
senza aver irrigato la terra, senza averla fecondata
e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare».
Per esplicare la sua intrinseca efficacia la Parola
richiede da parte nostra una disposizione all'ascolto.
Un ascolto non semplicemente esteriore, quando la
parola entra da un orecchio, esce dall'altro e scivola via sulla nostra persona.
Un ascolto non superficiale, quando suscita in noi
un'emozione momentanea, ma non è assimilata e
fatta scendere nel profondo, così da divenire adesione del cuore e discernimento critico nei confronti delle mutevoli parole umane.
SR. ROSANGELA BRUZZONE (delle Pie Discepole)
Viviamo infatti in una civiltà dell'immagine, da cui
siamo continuamente bombardati, in una società
in cui le parole e i messaggi più diversi si moltiplicano e si sovrappongono.
Come sviluppare allora la capacità di ascolto?
La prima condizione è il silenzio. La Parola di Dio
non è un urlo, né una voce assordante: è impastata
di silenzio. A volte addirittura s'interrompe. Basta
pensare a quel bellissimo passo del primo libro dei
Re, in cui si racconta di Elia che sul monte Oreb fa
l'esperienza di Dio non nel vento impetuoso e gagliardo, non nel terremoto, non nel fuoco, bensì nel
«mormorio di un vento leggero», anzi, tradotto alla
lettera, nel «mormorio di un silenzio sottile».Quella
di Dio è parola sussurrata, come sono sussurrate le
parole dell'amore e dell'intimità, le parole destinate non solo a comunicare qualcosa, ma a penetrare
nel cuore altrui e a dimorarvi come una presenza
viva. Anche quando Dio parla nel modo più pieno e
compiuto, nel momento in cui manda il suo Figlio
nel mondo, anche allora la Parola è strettamente
congiunta con il silenzio.
Gesù è la Parola fatta carne che rinvia all'abissale
silenzio del Padre. È Parola sospesa fra due silenzi:
quello da cui proviene (Lui è da sempre presso il
Padre e di fronte al Padre) e quello dello Spirito che
in noi lascia che la parola taccia e si dica nella vita.
Solo nella Trinità è possibile una tale comunicazione senza «scarti»: Dio Padre parla una parola, un
Verbo, che è Dio allo stesso modo, perfettamente
identico, e la Parola viene ascoltata nello Spirito che
ne garantisce la ricezione. Sembrano speculazioni
ardite, invece ne facciamo l'esperienza quando lasciamo che la grazia del Battesimo c'introduca in
questa dinamica trinitaria di comunione.
Anche secondo san Giovanni della Croce «il Padre
pronunciò la sua parola in un eterno silenzio, perciò
è in silenzio che essa dev'essere ascoltata dagli uomini». Solo in cuori silenziosi la Parola di Dio può
nascere anche oggi e anche oggi prendere carne.
Non si tratta soltanto di parlare di meno,ma di riconoscere che il segreto della nostra esistenza viene
da altrove, da Dio; che per vivere abbiamo bisogno
della sua Parola. Allora nasce in noi la meraviglia
perché questa Parola non è mai qualcosa di dovuto
e di scontato: è sempre un dono inatteso che genera un incanto. Un dono che ci rivela chi è Dio per
noi, un dono che c'interpella sollecitando una risposta.
Davvero il silenzio è in qualche modo il grembo
dell'avvento di Dio, dove lasciamo cadere le parole
perché l'inspiegabilità della vita e le ferite del dolore ci hanno colmato di stupore, di attesa, d'invoca-
zione.
Ascoltare è più che sentire: è cercar di comprendere
e far proprio il contenuto del messaggio. È la prima
forma di preghiera. È un atteggiamento di fede che
nasce dall'umiltà: riconosciamo di non sapere tutto
e vogliamo imparare, ci sentiamo poveri di fronte a
Dio.La sua Parola l'ascoltiamo con attenzione,come
se fosse pronunciata la prima volta, e la leggiamo
con continuità ed assiduità, tanto che la familiarità
fa intervenire la memoria del cuore, e la nostra vita
viene trasformata. Ascoltarla così significa, dice san
Girolamo, «tendere le vele al vento dello Spirito
senza sapere a quali lidi approderemo».
Per metterci in sintonia con la Parola facciamo tacere il lavorio del pensiero, l'irrequietezza del cuore, il
tumulto dei fastidi, ogni sorta di distrazione: allora
man mano l'attenzione si sposta dalla Parola a Colui che parla, parla a noi, oggi, nascosto in ogni pagina, antica e nuova, dalla Scrittura.
Pian piano le parole cedono il passo al silenzio adorante e la riflessione fa spazio allo slancio dell'Amore: il tempo si è fermato!
Dentro quelle parole scritte in quel testo ascoltato
nella liturgia, letto, meditato, pregato, noi percepiamo la presenza di Gesù Signore che ci consola, c'illumina,ci scuote,ci dà forza.Allora siamo centrati in
Dio, e Dio ci riempie come la luce riempie l'universo. Allora lo Spirito prega in noi e c'infonde sentimenti di fede, di speranza, di carità, di dolore dei
peccati, di propositi, di desideri e ci sentiamo totalmente ricevuti, abbracciati dall'Amore divino.
L'ascolto autentico nasce dunque dal silenzio e corre parallelo alla contemplazione. Ma non è sufficiente conoscere la Parola di Dio: bisogna anche
metterla in pratica. Nel linguaggio biblico obbedire
è ascoltare ed eseguire. E il termine latino ob-audire dice nell'etimologia «ascoltare quello che è sotto,
che è dietro». Cioè attraversare la Parola perché essa schiuda il suo segreto nascosto. Come? Vivendola! Fino ad essere noi stessi, con l'impegno che risana ed unisce, una parola autentica e viva.
Vivere la Parola con semplicità è entrare nella sua
atmosfera tranquilla, gustarne il sapore, e superare,
raccolti in essa, le difficoltà quotidiane, la stanchezza delle piccole cose, la fatica del lavoro, il peso di
giorni monotoni. La Parola ci nutre, ci crea, e fa di
noi, sospesi a tante insidie, labili e fragili, il terreno
che fruttifica: è la presenza di Dio che opera in modo tacito e nascosto, paziente e inarrestabile. Ci fa
venir fuori dal nostro narcisismo, ci libera dagli attaccamenti agli idoli terreni (ricchezze, piaceri, potere) finché potremo dire, come san Paolo, «non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me».