Come aprire un bar, i requisiti professionali

Download Report

Transcript Come aprire un bar, i requisiti professionali

/
n o r m a t i v a
123
321
r u b r i c a
Prima puntata
Come aprire un bar:
i requisiti professionali
Inizia in questo numero una collaborazione tra Bar Business Horeca e Planet One, società
specializzata nella formazione professionale e nella consulenza per la filiera del fuori casa,
che focalizzerà tutte le problematiche legate all’apertura di un pubblico esercizio
A cura di Marianna Servidio, responsabile area servizi all’impresa di Planet One
C
hiarire problematiche complesse a carattere multidisciplinare, in una legislazione sempre più complicata e in costante evoluzione, legate all’apertura di un
pubblico esercizio. È questo il tema conduttore di
questa nuova rubrica, curata da Marianna Servidio, responsabile area servizi all’impresa di Planet One. Passo dopo passo
condivideremo informazioni e suggerimenti utili per l’apertura di
un’attività imprenditoriale nel fuori casa, focalizzandoci, in particolare, su tutte quelle norme che riguardano i requisiti professionali, la sicurezza sul lavoro, il trattamento e la conservazione degli
alimenti e altri aspetti fondamentali.
74
GIUGNO 2014
Le regole basilari per aprire un pubblico esercizio
1) Valutare se si possiedono i requisiti professionali
2) Verificare la destinazione d’uso, i requisiti edilizi
e urbanistici
3) Costituire la società
4) Presentare la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività)
5) Costruire un sistema HACCP
6) Fare la valutazione dei rischi
Prima tappa
I requisiti professionali richiesti sono gli stessi che per anni
hanno permesso di accedere all’esame, e quindi all’albo REC
(Registro Esercenti del Commercio) che non esiste più (abrogato dalla legge n. 248 del 4/08/2006). Attualmente l’attività di
somministrazione al pubblico di alimenti e bevande è disciplinata dal DLgs 26 marzo 2010 n. 59, così come modificato dal
Dlgs 147/2012 e dalla legge regionale n. 38/2006.
Il senso di questi requisiti è dimostrare di possedere una
certa esperienza dal punto di vista legislativo, merceologico e
sanitario per affrontare un mercato sempre più esigente. I requisiti devono essere autocertificati attraverso apposita modulistica
reperibile presso lo Sportello Unico delle Imprese (SUAP), nelle
sedi decentrare della Camera di Commercio, delle Confesercenti e Confcommercio e anche su internet, archiviati e conservati presso il bar.
La legge richiede il possesso anche di uno solo dei seguenti punti: 1) aver frequentato con esito positivo un corso professionale per il commercio relativo al settore merceologico
alimentare, istituito o riconosciuto dalla regione; 2) essere in
possesso di un diploma di scuola secondaria superiore o di laurea, anche triennale, o di altra scuola ad indirizzo professionale
(generalmente Istituto Alberghiero), almeno triennale, purché
nel corso di studi siano previste materie attinenti al commercio, alla preparazione o alla somministrazione degli alimenti;
3) aver prestato la propria opera, per almeno due anni, anche
non continuativi, nel quinquennio precedente, presso imprese esercenti l’attività nel settore alimentare o nel settore della
somministrazione di alimenti e bevande, in qualità di dipendente qualificato, addetto alla vendita o all’amministrazione o
alla preparazione degli alimenti, in qualità di socio lavoratore
o, se trattasi di coniuge, parente o affine entro il terzo grado
dell’imprenditore, in qualità di coadiutore familiare, comprovata dall’iscrizione all’Istituto nazionale previdenza sociale (Inps);
4) essere stato iscritto al registro esercenti il commercio (Rec) di
cui alla legge 11 giugno 1971 n. 426 per uno dei gruppi merceologici individuati dalle lettere a), b) e c) dell’art. 12, comma 2,
del D.M. 375/1988, salvo cancellazione da medesimo registro,
volontaria o per perdita dei requisiti.
Come nel vecchio Rec, se l’attività commerciale è svolta da
una società, il possesso dei requisiti professionali è richiesto al
solo legale rappresentante o ad altra persona specificatamente
preposta alla gestione commerciale. Il famoso preposto, una
specie di ‘responsabile tecnico’ che dovrebbe, almeno sulla carta, ovviare con le sue capacità alle nostre mancanze professionali, deve essere nominato in apposito atto e non necessariamente
deve essere parte della società. Si ricorda che i titolari di esercizio
in attività, o loro delegati, hanno l’obbligo di frequentare, ogni
tre anni, il corso di formazione sui contenuti delle norme in
materia di igiene, sanità e sicurezza (art. 5 c. 3 legge regionale
n. 38/2006).
E se non si possiede alcun requisito?
Per coloro che non possiedono alcun requisito, è d’obbligo
frequentare un corso Sab (o corso somministrazione alimenti e
bevande) presso un centro di formazione certificato. I corsi SAB
possono avere differenze di programma, di numero di ore e di
regolamentazione a seconda delle ragioni e delle province (in
alcune aree vengono accettati anche diplomi SAB conseguiti on
line). In genere durano fra le 60 e le cento ore ed i prezzi variano
dalle 450 alle 600 euro. n
GIUGNO 2014
75