Matteo Salcuni - CCSVI e SM Lombardia

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Transcript Matteo Salcuni - CCSVI e SM Lombardia

Sull’ancora controverso tema della correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale
(CCSVI), scoperta dal prof. Zamboni dell’Università di Ferrara nel 2007, e la sclerosi multipla (SM),
MEDITERRANEWS ha intervistato in pillole il dottor Matteo Salcuni, radiologo vascolare e interventista
con prolungata esperienza nel trattamento delle patologie dell’aorta e dei vasi sanguigni periferici.
1) Dottore, nella sue esperienza diagnostica della CCSVI, in quale percentuale di malati di
sclerosi multipla lei finora ha trovato la CCSVI?
“Nei pazienti da me sottoposti a flebografia diagnostica a livello delle vene giugulari interne e della vena
Azygos nel 100% di essi ho riscontrato un alterato deflusso a livello di almeno una vena giugulare
interna; le cause di questa alterazioni sono diverse. Più frequentemente si tratta di un cattivo
funzionamento della valvola situata tra vena giugulare interna e tronco venoso anonimo.”
2) A suo avviso si tratta di un esame molto complesso? Richiede un’esperienza specifica?
“L’esame flebografico delle vene giugulari interne e della vena Azygos in mani esperte è un esame
semplice e a bassa percentuale di complicanze; la PTA delle vene giugulari interne e della vena
Azygos richiede un pò più di esperienza ma se l’operatore non è molto aggressivo anch’essa è a basso
rischio.”
3) Per quanto riguarda coloro che si sono poi si sono autonomamente sottoposti
all’intervento di angioplastica (PTA) nei controlli post-intervento quale percentuale di
successo ha osservato?
“Nei pazienti da me trattati di PTA delle vene giugulari interne e della vena Azygos il successo tecnico è
stato del 100%.”
4) Relativamente ai sintomi della sclerosi multipla che cosa ci può dire? Ci sono stati dei
miglioramenti dopo l’intervento?
“Nel 76% dei pazienti da me trattati c’è stato un miglioramento riguardo alla sintomatologia riferita;
soprattutto risultano migliorati i sintomi quali: facile stancabilità, formicolii alle estremità, controllo degli
sfinteri e più energia in senso generale.”
5)
Il
team
del
prof.
Zamboni
in
una
pubblicazione
dell’anno
scorso
(http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23761870 ) ha ipotizzato tra le possibili cause di
ostruzione venosa una compressione del muscolo omoioideo. A Catania alcuni suoi
colleghi hanno iniziato a fare interventi chirurgici su questo muscolo. Cosa ne pensa in
merito?
“La compressione delle vene del collo da parte del muscolo omoioideo è descritta in letteratura ma
l’incidenza è bassa; mi è sembrato un pò alta quella riscontrata dai colleghi siciliani ma se ben
documentata non metto lingua.”
6) Pensa in qualche modo di poter pubblicare i suoi dati, magari su qualche rivista italiana o
straniera?
“No, fin quando non troverò un collaboratore che mi aiuti. La mia attività non mi lascia scampo.”
7) Molti neurologi continuano a negare la stessa esistenza della CCSVI scoperta dal prof.
Zamboni e considerano inutile se non pericoloso l’intervento di angioplastica, per cercare
di disostruire le vene. Cosa vorrebbe dire a questi colleghi così scettici?
“Di assistere a qualche intervento di PTA delle vene giugulari e poi di sedersi intorno ad un tavolo e
parlarne con onestà intellettuale e dati scientifici alla mano con coloro che la pensano diversamente”