dermatosi da alterazione della circolazione sanguigna

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DERMATOSI DA
ALTERAZIONE DELLA
CIRCOLAZIONE
SANGUIGNA
DELL’ARTO INFERIORE
• La circolazione del sangue nella cute serve:
alla nutrizione dell’apparato tegumentario
alla regolazione della temperatura
Il sistema arterioso ha il compito di nutrire la
pelle, quello venoso invece ha il compito di
drenare le scorie metaboliche.
A livello capillare si hanno quei fenomeni
vasomotori (vaso-dilatazione e vasocostrizione) che concorrono alla regolazione
della temperatura.
Affezioni delle vene
• Nell’arto inferiore si distingue un circolo
venoso superficiale ed un circolo
profondo, fra loro comunicanti, che
assicurano il ritorno del sangue dagli arti
verso il cuore.
Le vene superficiali drenano il sangue dei
tessuti superficiali e lo convogliano verso il
circolo profondo.
•
Le vene più importanti nascono dall’arcata venosa del dorso del piede:
– la vena marginale interna dà origine alla vena safena interna o grande safena
– la vena marginale esterna, lateralmente, dà origine alla vena safena esterna o
piccola safena
– La vena safena interna passa davanti all’apofisi del malleolo interno o tibiale,
esattamente a 15 mm da questa, risale la faccia mediale del femore e va verso
la coscia. Durante il percorso decorre parallelamente al margine interno del
muscolo sartorio, entra nel triangolo di Scarpa (vicino alla regione inguinale),
quindi scende in profondità e si anastomizza nella vena femorale esterna, una
vena del circolo profondo.
Quando la vena safena si trova nel triangolo di Scarpa, entra in rapporto con i
linfonodi della zona.
– La vena safena esterna drena il sangue della parte esterna del piede e della
parte posteriore-esterna della gamba. Si origina dalla vena marginale esterna,
passa dietro e sotto il malleolo esterno o peroniero, sale quindi con il tendine di
Achille, si porta al centro della regione posteriore della gamba e raggiunge il
cavo popliteo dove si anastomizza con la vena poplitea.
– Il circolo venoso profondo si origina dalla arcata venosa plantare che continua
nella vena tibiale anteriore e posteriore e nella vena peroniera.
•
Al livello del ginocchio queste tre vene si uniscono in un unico tronco
formando la vena poplitea che raccoglie, proprio nel cavo popliteo, la vena
safena esterna.
La vena poplitea nella coscia prende il nome di vena femorale superficiale
e, risalendo profondamente fino al triangolo di Scarpa, si unisce alla vena
femorale profonda formando la vena femorale comune che raccoglie, vicino
all’inguine, la vena safena interna.
Il ritorno venoso al cuore è assicurato da vari fattori:
– pressione residua, impressa al sangue dalla contrazione cardiaca
– pompa muscolare che, grazie al movimento, contribuisce a far salire il sangue
contro il gradiente di gravità
– sistema valvolare venoso che impedisce il riflusso del sangue verso il basso
tono delle pareti venose, che, essendo elastiche, facilitano il flusso verso il cuore
•
Il sangue drenato dalle vene superficiali viene portato nel circolo
profondo a diversi livelli, grazie a vene comunicanti, dotate di
dispositivi che impediscono il flusso in senso contrario.
• Quando queste valvole diventano
insufficienti, il sangue dal circolo
profondo passa in quello superficiale e
si ha così la stasi venosa responsabile
di tutta la patologia seguente:
varici, trombosi, tromboflebite, ulcere.
Varici
•
La patologia varicosa colpisce esclusivamente le vene del circolo superficiale perché
meno protette dal dispositivo muscolare.
Per varice si intende una dilatazione permanente di un vaso venoso, associata ad
alterazioni morfologiche delle pareti vasali.
Le vene varicose sono di due tipi:
•
essenziali o primitive
si sviluppano spontaneamente, sono ereditarie e costituzionali (le pareti e le valvole
sono difettose) e non compaiono mai prima dei trenta anni. Il fattore scatenante è
l’aumento della pressione venosa, specialmente nella stazione eretta.
•
non essenziali o secondarie
non hanno una causa ben precisa, l’evento scatenante può essere la tromboflebite
superficiale o profonda, un trauma locale, una gravidanza.
In genere le varici sono nella maggior parte dei casi conseguenza della insufficienza
della vena safena che non è più in grado di svuotarsi completamente nel circolo
profondo, anzi, per l’insufficienza valvolare, parte del sangue profondo refluisce nel
circolo superficiale, determinando l’aumento della pressione venosa e lo
sfiancamento delle pareti.
• Si formano così quelle tortuosità bluastre sottocutanee dovute alla
dilatazione dei vai venosi affluenti della safena che risulta
insufficiente.
Sono antiestetiche, comportano dolore locale, gonfiore, soprattutto
alle caviglie e crampi notturni.
Il malato varicoso dovrebbe evitare la prolungata stazione eretta
senza movimento, l’esposizione prolungata ai raggi solari, i bagni
caldi. Dovrebbe, invece, fare lunghe passeggiate, perché i muscoli,
con le loro contrazioni facilitano la decompressione del circolo, già
insufficiente.
Consigliabile l’uso della calza elastica, specialmente per le persone
che stanno a lungo in piedi.
La presenza di vene varicose controindica tassativamente il
massaggio profondo per le complicanze che ne potrebbero derivare.
Trombosi o tromboflebite
• Per tromboflebite si intende la formazione di trombi
all’interno del lume venoso con ostruzione del vaso e,
quindi ostacolo parziale o totale alla circolazione
sanguigna.
Il trombo è aderente al vaso, si determina una violenta
reazione infiammatoria con sintomi quali: dolore intenso,
edema imponente, febbre alta.
Spesso la tromboflebite si trasforma in flebotrombosi,
cioè la formazione di trombi nelle grandi vene del bacino
e nelle vene profonde, malattia molto grave.
Le cause sono legate ad alterazioni della coagulazione
del sangue, alla stasi venosa ed alle lesioni endoteliali.
Ulcera varicosa
• La presenza delle varici provoca una stasi
venosa che danneggia la parete dei vasi,
la permeabilità aumenta, si ha la
formazione di edema che aggrava la
condizione dei tessuti, si formano focolai
di necrosi, la confluenza di questi produce
l’ulcera varicosa.