Donato Oreste - CCSVI e SM Lombardia

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Transcript Donato Oreste - CCSVI e SM Lombardia

Sull’ancora controverso tema della correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale
(CCSVI), scoperta dal prof. Zamboni dell’Università di Ferrara nel 2007, e la sclerosi multipla (SM),
MEDITERRANEWS ha intervistato in pillole il dottor Donato Oreste, radiologo ecografista
ospedaliero.
1) Dottore, nella sua esperienza diagnostica della CCSVI, in quale percentuale di malati di
sclerosi multipla lei finora ha trovato la CCSVI?
“Su un totale di poco meno di 500 pazienti affetti da SM sottoposti ad esame EcoColorDoppler ho
riscontrato criteri di diagnosi di CCSVI nel 74% dei casi.”
2) A suo avviso si tratta di un esame molto complesso? Richiede un’esperienza specifica?
“Attualmente l’esame EcoColorDoppler dei vasi venosi del collo è stato un po’ snellito nella sua
esecuzione da quando è stata ritenuta non più indispensabile la sua integrazione con lo studio dei
vasi endocranici. Tuttavia ritengo che l’esame condotto col protocollo proposto dal Prof. Zamboni
debba essere eseguito quantomeno da operatori esperti di EcoColorDoppler che si siano
adeguatamente formati allo studio delle vene del collo. Uno dei problemi legati alla imbarazzante
discrepanza di risultati pubblicati nei vari studi di prevalenza di CCSVI nella popolazione affetta da
SM investigata con ECD, è proprio legato al fatto che non in tutti gli studi sono state rispettate le
raccomandazioni per il protocollo suggerite dal team del Prof. Zamboni: taluni operatori hanno
condotto studi con apparecchiature e protocolli non standardizzati che hanno reso i loro risultati
non confrontabili con altri.”
3) Per quanto riguarda coloro che si sono poi autonomamente sottoposti all’intervento di
angioplastica (PTA) nei controlli post-intervento quale percentuale di successo “tecnico”
angiografico ha osservato?
“Il successo tecnico, inteso come un ripristino parziale o totale del deflusso ematico nelle vene
giugulari secondo tempi di svuotamento adeguati, ha una percentuale che rasenta l’85% dei casi.
Purtroppo è stato dimostrato che non tutte le anomali intravascolari riscontrate sono suscettibili di
trattamento con PTA.”
4) Relativamente ai sintomi della sclerosi multipla che cosa ci può dire? Ci sono stati dei
miglioramenti dopo l’intervento?
“Riguardo ciò che i pazienti raccontano dopo la procedura, confrontando sulla loro pelle le nuove
sensazioni ed i sintomi a cui erano abituati in fase “pre-operatoria”, posso affermare che nella
stragrande maggioranza dei casi i benefici sembrano essere evidenti. Ovviamente c’è un’ampia
variabilità di risultati in quanto a intensità di tali miglioramenti e soprattutto alla loro durata nel
tempo. Ma al di là delle esperienze raccontate dai singoli pazienti, che sono estremamente difficili
da valutare, gli studi che cercano di oggettivare questi miglioramenti con il confronto degli score di
disabilità pre- e post- PTA, sembrano sempre più suggerire che tali miglioramenti sono reali.”
5)
Il
team
del
prof.
Zamboni
in
una
pubblicazione
dell’anno
scorso
(http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23761870) ha ipotizzato tra le possibili cause di
ostruzione venosa una compressione del muscolo omoioideo. A Catania alcuni suoi
colleghi hanno iniziato a fare interventi chirurgici su questo muscolo. Cosa ne pensa in
merito?
“Su questo argomento credo che l’entusiasmo iniziale derivato dalla scoperta di alterazioni del
flusso giugulare da parte di compressioni ad estrinseco, sia decisamente scemato. Ritengo che
per una diagnosi di vero e proprio “incarceramento” della vena giugulare da parte delle strutture
muscolari del collo, serva estrema cautela; è molto difficile valutare come compressioni muscolari
anche intense e prolungate possano essere veramente determinanti nel provocare un ostacolo allo
scarico venoso, considerando che nella nostra vita (sociale e vegetativa) le contrazioni di questi
muscoli sono potenzialmente infinite.”
6) Pensa in qualche modo di poter pubblicare i suoi dati, magari su qualche rivista italiana o
straniera?
“Certamente, è cosa in cui mi impegno da anni ormai.”
7) Molti neurologi continuano a negare la stessa esistenza della CCSVI scoperta dal prof.
Zamboni e considerano inutile se non pericoloso l’intervento di angioplastica, per cercare
di disostruire le vene. Cosa vorrebbe dire a questi colleghi così scettici?
“La ricerca vera ed incondizionata va avanti anche nonostante questi pareri aneddotici che
rappresentano in verità semplici opinioni personali, ache se fanno non pochi danni. Gli studi sulla
safety dell’angioplastica dimostrano da anni che si tratta di metodica efficace e consolidata.
Litigare su questo argomento è una perdita di tempo per tutti, per il paziente che perde sempre più
fiducia nella nostra categoria, e per il medico curioso ed informato che vuole davvero arrivare ad
una conclusione universalmente accettata sull’argomento, quale essa sia. L’ignoranza nella nostra
categoria professionale è possibile, purtroppo, anche se è inaccettabile. Ma l’ostinazione e la
presunzione di poter pontificare senza veramente essere informato ed aggiornato, in medicina è
imperdonabile, ed è il riflesso di chi ormai ha dimenticato ciò che ha giurato quando si è abilitato
alla professione di medico chirurgo.”